Disforia di Genere realtà bio-psico-sociale Mariateresa Molo Chiara Crespi Fondazione Carlo Molo onlus Salerno 5 marzo 2016.

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Disforia di Genere realtà bio-psico-sociale Mariateresa Molo Chiara Crespi Fondazione Carlo Molo onlus Salerno 5 marzo 2016

In genere il sesso, l’identità di genere e il ruolo di genere sono congruenti, cioè un uomo ha un senso di sé come uomo e lo comunica al mondo esterno agendo da uomo; lo stesso vale per la donna). Esiste una minoranza di persone che vive una disarmonia completa tra gli aspetti biologici (SESSO) e l’identità di genere (GENERE) con la costante e drammatica consapevolezza di appartenere al genere opposto: individui che sentono di appartenere al genere opposto rispetto al sesso biologico e che perseguono l'obiettivo di un cambiamento del proprio corpo attraverso interventi medico-chirurgici. Presentano un quadro di normalità dal punto di vista cromosomico, ormonale e somatico. E’ la manifestazione di un processo evolutivo peculiare.

Malessere o stress provocato in una persona dal sentire incongrua col proprio sesso di nascita la propria identità di genere e/o il ruolo associato a quel sesso e a quelle caratteristiche sessuali primarie o secondarie. Può comparire in età infantile, in adolescenza o in età adulta, presentando rispettive caratteristiche peculiari. Disforia di genere

I bambini sono ancora in una fase evolutiva, possono fare fantasie od essere convinti che crescendo diventeranno come sentono di essere, i caratteri sessuali non sono ancora o sono solo in parte sviluppati. Gli adolescenti vivono cambiamenti nel contesto sociale, la femminilizzazione o mascolinizzazione dei corpi ora reale, le prime esperienze di innamoramento e l'attrazione sessuale: ciò influenza gli interessi, il comportamento e l'identificazione di genere, l’eventuale disagio. Ne possono derivare difficoltà di inserimento e integrazione sociale, timore di ostracismo, di prese in giro, di aggressioni, evitamento delle amicizie anche se desiderate.

Da adulte le femmine di nascita si sentono maschi e vivono con disagio il ruolo di genere femminile, la presenza del seno, il ciclo mestruale e i genitali femminili. I maschi di nascita si sentono femmine e vivono con disagio il ruolo di genere e l’aspetto maschile, la barba, i peli, l’assenza del seno e la tonalità bassa della voce. Le statistiche riportano 1 maschio su e 1 femmina su Il 20%-30% dei bambini con organizzazione atipica dell’identità sperimenterà crescendo una remissione spontanea, un 20% svilupperà transessualismo, negli altri permane orientamento omosessuale o transgenderismo

La disforia di genere è sempre esistita nel tempo ed anche in ogni cultura. Prove di ciò si rintracciano sin nei più antichi miti documentati. Gli studi antropologici su popoli di diverse parti del mondo forniscono un materiale molteplice riguardante l’identificazione col genere opposto. Il fenomeno è stato integrato nelle culture con diversi gradi di accettazione sociale.

Considerata a livello scientifico da fine ‘800 da studiosi quali Krafft-Ebing (Metamorphosis sexualis paranoia) Magnus Hirschfeld (Die Transvestiten) e Havelock Ellis (Inversione sesso-estetica), dagli anni ’50 si sviluppò un rinnovato interesse scientifico per gli studi sull’identità di genere. Raggiunse l’opinione pubblica a metà ‘900 quando nel 1952 il New York Daily News in prima pagina titolò “Ex soldato diventa una bella bionda”.

George/Christine Jorgensen Jr. divenne famosa per essere stata una delle prime persone a sottoporsi alla Riassegnazione Chirurgica del Sesso (RCS).

Harry Benjamin (1885 Berlino-1986 San Francisco), sessuologo e endocrinologo tedesco. Trasferitosi a San Francisco svolse un lavoro pionieristico nel campo del transessualismo. Autore di: The Transsexual Phenomenon(1953)

UCLA Medical Center avvia il "Gender Identity Research Project" per lo studio sugli intersessuali e transessuali i cui risultati sono riportati dallo psicanalista Robert Stoller in Sesso e genere (1968). Robert Stoller

Lo psicoendocrinologo John Money ebbe un ruolo importante nello sviluppo delle prime teorie sull’identità di genere. Fondò nel 1965 all'inter- no dell’Università Johns Hopkins di Baltimora la "Clinica per l'Identità di Genere" per pazienti con sintomi transessuali. John Money

Stoller la definì « un complesso sistema di credenze su se stessi, un senso della propria mascolinità e femminilità (1992) Comporta un duplice processo: Mascolinizzazione + defemminilizzazione per M Femminilizzazione + demascolinizzazione per F M F La differenziazione psicosessuale è definita in tre componenti: l’identità di genere, il ruolo di genere, l’orientamento sessuale. Identità di Genere

Processo di identificazione e di differenziazione dal padre e dalla madre in quanto maschio o femmina), percezione del bambino dei genitali esterni e di una forza biologica derivante da cromosomi, gonadi, ormoni, strutture riproduttive accessorie interne e genitali esterni. Non implica nulla sulle origini di quel senso, ha soltanto connotati psicologici, il proprio stato soggettivo. Le convinzioni che compongono la struttura mentale dell’identità di genere sono relativamente permanenti dopo i 4 o 5 anni di età. Identità di genere

Elemento cardine dell’identità di genere E’ un’immagine mentale, la rappresentazione del nostro corpo nella nostra mente. Comprende le emozioni e i sentimenti riferiti alla percezione di sé. Si sviluppa partendo dall’iniziale schema corporeo in base a fattori socioculturali ed esperienze interpersonali. Recepisce le reazioni sia positive che negative manifestate dal mondo esterno. Immagine corporea

Il termine fu introdotto da Money (1975). Rappresenta tutto quello che una persona fa o dice per indicare agli altri e a se stesso il grado della propria mascolinità, femminilità o ambivalenza. E’ l’espressione esteriore dell’identità di genere e riflette quei comportamenti imposti direttamente o indirettamente dalla società. E’ l’insieme dei comportamenti e delle attitudini che in seno a un dato contesto storico culturale sono riconosciuti come propri dei maschi o delle femmine, definiti “tipicizzati” o inappropriati per genere. Ruolo di genere

identità di genere ruolo di genere orientamento sessuale identità (Zucker e Bradley, 1995)

La genetica e la combinazione cromosomica determinano il sesso di nascita ma non le caratteristiche di personalità maschili o femminili. Non è la sola natura, tramite la programmazione genetica, che definisce nella totalità cosa sia una personalità maschile o femminile. Ogni individuo si crea dei modelli interni di appartenenza al sesso maschile o femminile. Questi modelli sono appresi fin dalla nascita attraverso l’osservazione del comportamento altrui, l’educazione e l’esperienza.

L’identità sessuale è una realtà bio-psico-sociale che evolve nel tempo. Si forma mediante processi di identificazione, rinforzati dalla conferma di ciò che non si è (reciprocazione). Si determina così un sentimento di appartenenza al proprio sesso biologico. Se questo è inadeguato possiamo trovarci di fronte a una mancanza di fiducia nella propria femminilità/mascolinità, ad una confusione sull’essere veramente femmina/maschio o all’ambiguità se ci si presenta agli altri come una femmina o un maschio. Nei casi estremi si arriva all’incongruenza fra mente e corpo. Oggi il concetto di un’identità di genere binaria è stato soppiantato da quello di un continuum, di uno spettro di diversità di genere.

Uomini e donne sono diversi in molti modi. Queste differenze includono sia fenotipi biologici che tratti psicologici. Ci sono differenze fondamentali tra i sessi che sono radicate nella biologia, altre sono influenzate da fattori ambientali.

Non-Conformità di Genere Il livello fino al quale l’identità di genere di un individuo (o il ruolo di genere o l’espressione di genere) si differenzia dalle norme culturali comuni per una persona di un determinato sesso. Disforia di Genere Il malessere o lo stress provocato in una persona dal sentire la propria identità di genere diversa dal sesso assegnatogli alla nascita (ed il ruolo associato a quel sesso e/o a quelle caratteristiche sessuali). Soltanto alcune tra le persone di genere non-conforme presentano disforia di genere nella loro vita.

Le ricerche di cause biologiche si basano sul confronto fra gli individui con DG e la popolazione normale. Si è esaminata la genetica, l’effetto degli ormoni prenatali e dello stress materno prenatale sul dimorfismo cerebrale, l’ordine di nascita, la fratria. Altri studi riguardano gli animali o gruppi patologici che presentano caratteristiche specifiche. Con i primi sono possibili manipolazioni ormonali o creazione di condizioni di stress di cui si possono osservare le conseguenze. La tipizzazione sessuale del corpo e del cervello del feto avvengono in tempi diversi. Cause biologiche della Disforia di genere

Assegnazione sessuale e sue conseguenze Preferenza prenatale per un sesso specifico Rinforzo sociale per il comportamento tipizzato sessualmente Depressione della madre vs assenza del padre Assenza concreta o emotiva della madre Intensa conflittualità coniugale (separazione, divorzio) Madri che rifiutano l'aggressività maschile Padri che disprezzano le donne Abuso sessuale della madre quando era piccola Conflittualità tra fratelli Cause psicologiche della Disforia di genere

In base alla teoria della Neutralità del Genere l’Identità di Genere si sviluppa come risultato dell’apprendimento sociale dalla prima infanzia e può esser modificato con interventi comportamentali. Presuppone una neutralità sessuale per la quale la natura è irrilevante, ciò che conta è come ci sentiamo e soprattutto come vogliamo essere: l’identità sessuale non è il prodotto di una differenza biologica, ma il frutto di cultura, costruzione sociale e rigida determinazione dei ruoli. Una specifica identità di genere può essere ricercata perché si associa a privilegi e vantaggi o permette di svolgere un ruolo riservato ad essa. O ancora le caratteristiche personali sono più rispondenti ad uno specifico stereotipo di genere. Cause socio-culturali della Disforia di genere

Oltre agli studi sull’identità personale si è anche considerato il concetto di identità di gruppo elaborato da Erikson nel Attualmente è particolarmente interessante il riferimento ai Gruppi Minoritari. Questi si distinguono all’interno della società a causa di una non uniformità, i membri sono legati da somiglianza di costumi, di modi di pensare e di agire, unita ad un sentimento d’appartenenza condiviso. Sono considerati gruppi di minoranza anche le minoranze sessuali e di genere Gruppi Minoritari

I Gruppi Minoritari sono svantaggiati o discriminati in quanto divergenti dalla norma maggioritaria dominante e vittime di esclusione e marginalizzazione nella vita economica, sociale, politica e culturale. Verso di loro esistono pregiudizio e discriminazione. Se si aggiunge anche lo stigma la situazione di stress di tali gruppi si aggrava. Gli effetti negativi dello stigma sulla salute mentale possono comportare depressione, tentativi anticonservativi, ansia. Il Minority Stress esiste tuttora, anche se nel 2006 sono stati formulati i Principi di Yogyakarta, principi di attuazione della Legislazione Internazionale sui Diritti Umani, uguali e inalienabili, relativi all’orientamento sessuale e all’Identità di genere. Minority Stress

La ricchezza di una cultura si fonda sulle differenze individuali e sul principio di non discriminazione. La persona ha il diritto di vivere in relazione con il proprio contesto secondo la propria identità. Le scelte individuali di condizioni esistenziali e di modalità di vivere e di operare trovano il loro nucleo essenziale nel principio di autodeterminazione e nel rispetto dei diritti e della libertà altrui. Standard sui Percorsi di Adeguamento dell’ ONIG

Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso. Delle controversie in materia di rettificazione di attribuzione di sesso ART. 1 La rettificazione si fa in forza di sentenza del tribunale passata in giudicato che attribuisca ad una persona sesso diverso da quello enunciato nell'atto di nascita a seguito di intervenute modificazioni dei suoi caratteri sessuali. L. 14 aprile 1982, n. 164 art. 34 co 39 del D.lgs 150 (1/9/2011)

ART. 31 D.lgs 150 del 1/9/2011 (sostitutivo degli artt. 2 e 3 della L. 164/1982 ora abrogati) 1. Le controversie aventi ad oggetto la rettificazione di attribuzione di sesso ai sensi dell‘ articolo 1 della legge 14 aprile 1982, n. 164, sono regolate dal rito ordinario di cognizione, ove non diversamente disposto dal presente articolo. 2. È competente il tribunale, in composizione collegiale, del luogo dove ha residenza l'attore. 3. L'atto di citazione è notificato al coniuge e ai figli dell'attore e al giudizio partecipa il pubblico ministero. 4. Quando risulta necessario un adeguamento dei caratteri sessuali da realizzare mediante trattamento medico-chirurgico, il tribunale lo autorizza con sentenza passata in giudicato. Il procedimento è regolato dai commi 1, 2 e Con la sentenza che accoglie la domanda di rettificazione di attribuzione di sesso il tribunale ordina all'ufficiale di stato civile del comune dove è stato compilato l'atto di nascita di effettuare la rettificazione nel relativo registro. 6. La sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso non ha effetto retroattivo. Essa determina lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili conseguenti alla trascrizione del matrimonio celebrato con rito religioso. Si applicano le disposizioni del codice civile e della legge 1° dicembre 1970, n. 898.

ART. 4. La sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso non ha effetto retroattivo. Essa provoca lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili conseguenti alla trascrizione del matrimonio celebrato con rito religioso. Si applicano le disposizioni del codice civile e della legge 10 dicembre 1970, n. 898, e successive modificazioni. ART. 5. Le attestazioni di stato civile riferite a persona della quale sia stata giudizialmente rettificata l’attribuzione di sesso sono rilasciate con la sola indicazione del nuovo sesso e nome. ART. 6. Nel caso che all’entrata in vigore della presente legge l’attore si sia già sottoposto a trattamento medico-chirurgico di adeguamento del sesso, il ricorso di cui al primo comma dell’articolo 2 deve essere proposto entro il termine di un anno dalla data suddetta. Si applica la procedura di cui al secondo comma dell’articolo 3. ART. 7. L’accoglimento della domanda di rettificazione di attribuzione di sesso estingue i reati cui abbia eventualmente dato luogo il trattamento medico- chirurgico di cui all’articolo precedente.

Con tale legge venivano depenalizzati i “reati di lesioni gravi” procurati da RCS e terapie ormonali per cui tali terapie potevano svolgersi apertamente, permettendo così uno sviluppo di interessi per la DG da parte di chirurghi, endocrinologi e psicologi. Si raccolsero nuove conoscenze e si formò un bagaglio di esperienze. Tra i primi operatori possiamo ricordare il prof. Angelo Salvini che operava a San Donato Milanese e il prof. Marten Perolino a Torino; gli endocrinologi Andrea Cattabeni e Gian Michele Molinatti. Jole Baldaro Verde con Alessandra Graziottin scrisse il libro: L’enigma dell’Identità. Effetti della legge 164

“Né la legislatura nazionale, né la prevalenza di abitudini può mai giustificare l'abuso, gli attacchi, le torture e anche gli omicidi a cui gay, lesbiche, bisessuali, persone transgender sono sottoposti a causa di quello che sono o sono percepiti essere” Thomas Hammarberg Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa. Human Rights and Gender Identity Issue Paper Strasbourg, 29 July 2009

Noi trans siamo migranti in tutti i sensi, migranti di genere e in genere, verso un corpo più nostro, verso un paese più familiare, verso una terra meno ostile.” Andrea da “Favolose Narranti” di Porpora Marcasciano