Lezione 4 Obiettivo della lezione Individuazione dei punti di contatto e punti problematici tra principi etici e principi economici - l’esigenza delle.

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Transcript della presentazione:

Lezione 4 Obiettivo della lezione Individuazione dei punti di contatto e punti problematici tra principi etici e principi economici - l’esigenza delle regole - etica e risultato economico - le componenti delle decisioni aziendali - l’etica strumentale - la compatibilità delle opzioni etiche La compatibilità tra valori etici e valori economici

L’impresa è sempre più chiamata a rispondere agli imperativi di solidarietà comunitaria, che partono dal rispetto dell’ambiente naturale e e si ampliano al problema di una più equa ripartizione delle risorsemondiali. Ciò è dovito: - maturazione delle coscienze - constatazione del fallimento del mercato, quale presunto meccanismo perfetto di regolazione dell’economia Per alcuni economisti la ricerca della massimizzazione del profitto sarebbe temperata dalla competitività, con il risultato di combinare opportunamente finalità economiche e sociali (Friedman) Etica d’impresa e socialità nella gestione aziendale

I filosofi morali verificano che come dimostrano scandali, corruzioni, devastazione ambientale: il funzionamento del mercato in assenza di standard morali, non riesce ad assicurare il rispetto degli interessi più deboli In particolare, le tendenze liberistiche e il rilancio dell’iniziativa privata fa sentire più forte l’esigenza di una maggiore moralità del sistema economico. Etica d’impresa e socialità nella gestione aziendale

Bisognerebbe … - far crescere la moralità dei mercati - diffondere l’etica nel governo dell’impresa Occorrono … - approccio interdisciplinare del problema - nuovi assetti innovativi per gli aziendalisti (razionalità etica) Etica d’impresa e socialità nella gestione aziendale

Etica assolutistica o etica “aziendale”? Se e come particolarizzare l’etica nel contesto dell’impresa.. L’etica prescrive un modello di comportamento che, nelle scelte e nelle azioni aziendali, rispetta i valori morali dell’onestà, della giustizia, e della personalità umana Tuttavia, inserire nel governo dell’impresa valori etici essenziali (onestà, integrità, affidabilità, fedelta, equità, altruismo, rispetto per gli altri, rispetto dei doveri civili, perseguimento dell’eccellenza ed esemplarità) ……comporta un ribaltamento della concezione del comportamento opportunistico prevalente nel mondo degli affari. Etica d’impresa e socialità nella gestione aziendale

Secondo Mc Coy una visione più accettabile dell’etica d’impresa può partire dal riconoscimento di tre componenti nelle scelte aziendali: 1)l’egoismo, chi decide pone al primo posto il conseguimento del successo economico e finanziario 2)Le responsabilità multiple, l’organo decidente deve tenere conto di coloro che sono direttamente interessati alle conseguenze delle decisioni da assumere 3)La visione sociale, il decisore guarda anche al benessere della società, mediante l’osservanza di valori etici fondamentali (giustizia, libertà, equità) Etica d’impresa e socialità nella gestione aziendale

….. l’egoismo dovrebbe essere temperato dalla visione sociale o comunitaria, nel rispetto di un sano equilibrio fra le esigenze degli stakeholder. Il contributo di McCoy aiuta a rendere più accessibile l’etica per il linguaggio e il modo di pensare dei manager Il punto centrale è: - Ma l’etica paga in termini gestionali? - perché l’impresa, rispetto a costi addizionali (o a minori ricavi) generati dal rispetto dei valori etici, dovrebbe essere portata ad osservarli ? Etica d’impresa e socialità nella gestione aziendale

L’inserimento dell’etica nelle imprese può far seguire alcuni esiti positivi: a)Diminuzione dei costi di controllo sui rischi delle scelte manageriali, sulla fiducia, sull’avviamento, sulla reputazione, etc. b)Ampliamento dell’orizzonte delle scelte – incremento del patrimonio intangibile dell’impresa rispetto soprattutto a: - capitale organizzativo (più agevole trasferimento di conoscenze) - capitale umano (,migliore crescita prof.le delle persone) - capitale relazionale (maggiore arricchimento dei rapporti impr.- stakeholder) L’etica e l’economia: rapporto conflittuale o complementare?

Solitamente l’etica produce dei costi aggiuntivi, tuttavia, il bilancio non può essere correttamente formulato soltanto in base alle tradizionali quantità economiche, ma più propriamente richiede un ampliamento del campo di valutazione: I costi maggiori vanno considerati in rapporto ad i benefici prodotti sulle funzioni dell’impresa e sulle finalità dell’imprenditore (sulla qualità) C’è accordo sul concetto: le funzioni dell’impresa sono economiche e sociali. Teoria del modello del contratto sociale di Donaldson: Nella gestione è necessaria l’applicazione di principi etici per promuovere uno scambio corretto tra i benefici prodotti sulle funzioni dell’impresa e sulle finalità dell’imprenditore L’etica e l’economia: rapporto conflittuale o complementare?

Il valore creato dall’impresa non può essere solo economico, ma deve estendersi al campo sociale e ambientale per legittimarne la sopravvivenza e lo sviluppo Si può concludere che: L’etica “paga” se si ragiona sul concetto allargato di valore e se, in particolare, si estende l’orizzonte di valutazione al tempo lungo L’etica e l’economia: rapporto conflittuale o complementare?

Una visione strategica agevola l’inserimento dell’etica nelle logiche aziendali, è più funzionale all’affermazione di valori forti Per converso, il comportamento tattico è volto a privilegiare i risultati più immediati e visibili (gestione opportunistica) “lo sviluppo di una dimensione etica viene proposto come un’ottima “politica” per il conseguimento di positivo risultato economico” (Di Toro) (carattere strumentale dell’etica) A questo si deve contrapporre però, il contributo dell’etica nella creazione di valore per tutti gli stakeholder e questo ridurrebbe la portata “strumentale” dell’inserimento dell’etica rispetto al risultato economico ed assume una sua indipendenza e congruenza con i principi morali degli interlocutori sociali. L’etica e l’economia: rapporto conflittuale o complementare?

In ogni caso, se si partisse dalla convinzione che l’etica “paga” non sussisterebbe alcuna distinzione tra principi etici e principi economici 1° ipotesi l’etica è uno strumento che contribuisce al raggiungimento delle finalità economiche dell’impresa, perché la sua introduzione tende a produrre vantaggi durevoli sia nel clima stabilito con gli stakeholder sia nell’andamento operativo di lungo periodo Beneficio per i conti aziendali Il rispetto dei criteri etici risponderebbe al sacrificio nel breve termine di valori economici allo scopo di migliorare il risultato economico nel tempo lungo L’etica e l’economia: rapporto conflittuale o complementare?

Si sarebbe disposti ad applicare principi etici se e solo se questo bilancio dovesse chiudersi alla fine in termini economicamente favorevoli Etica come opzione imprenditoriale condizionata 2° ipotesi L’applicazione dell’etica az. parte dal riconoscimento dell’ampliamento delle finalità dell’impresa e dall’obbligo per quest’ultima di produrre un valore allargato, un valore da distribuire in misura equa tra tutti gli stakeholder, primari e secondari In questo caso, il rispetto di principi etici deriverebbe dalla moralità degli individui che compongono l’organizzazione, moralità che indurrebbe a guardare al risultato economico come ad uno degli obiettivi da raggiungere anche se sovraordinato nei confronti degli altri L’etica e l’economia: rapporto conflittuale o complementare?

L’aziendalista, in ogni caso, dovrà anteporre l’equilibrio economico come parte sostanziale per la sopravvivenza dell’impresa e solo dopo potrà perseguire altre finalità Ma come si fa a disegnare un contorno che definisca preventivamente gli standard per valutare l’equilibrio economico e che stabiliscano i limiti oltre i quali si potrebbe investire in altre finalità? Un’”opzione etica” è quella che tende a rispettare gli aspetti morali e che producono in ogni caso costi immediati e certi per il bilancio dell’impresa Tuttavia … il sostenimento del costo è immediato e certo, mentre il rendimento si deve misurare nei prevedibili vantaggi futuri derivanti da quel costo L’etica e l’economia: rapporto conflittuale o complementare?

In entrambe le ipotesi si passa dalla preminenza di un obiettivo di risultato (etica strumentale) a quella di un vincolo di costo (etica compatibile) Va osservato che: La condotta imprenditoriale è sempre regolata, oltre che dal profitto o valore da creare, dal rischio da correre nello svolgimento della gestione L’introduzione dell’etica riduce l’area del conflitto sia all’interno sia all’esterno dell’organizzazione L’etica e l’economia: rapporto conflittuale o complementare?

L’etica raggiungerebbe tre importanti scopi: 1)Soddisferebbe le esigenze morali di chi governa un’impresa 2)Ridurrebbe la rischiosità della vita aziendale 3)Concorrerebbe alla creazione del valore allargato L’applicazione di principi etici nell’impresa produce tre vantaggi (Nash): 1)A livello individuale risponde ai valori morali di coloro che assumono, sulla base di quei principi, le decisioni aziendali 2)A livello aziendale perché concorrono a migliorare le finalità della gestione 3)A livello comunitario perché producono vantaggi sotto il profilo del benessere generale Considerazioni conclusive

Nella realtà l’etica può “pagare” non perché massimizza il ritorno economico di certe scelte nel tempo lungo, ma perché consente all’imprenditore di raggiungere anche gratificazioni morali visibili e non visibili, successo sociale e competitivo e la coscienza individuale E’ impossibile stabilire una relazione assoluta ed esclusiva tra certe opzioni etiche e certi risultati economici Il beneficio, essendo intangibile e di lungo periodo, non può che essere stimato in modo qualitativo, senza il riscontro di modelli o parametri economici Non è agevole tramutare vantaggi qualitativi in benefici economici, né isolare gli effetti della CSR sui risultati reddituali rispetto a quelli dovuti ad altre concause (Vogel) Considerazioni conclusive