Un documento assiro descrive la spedizione di Tiglat-pileser I (1114-1076 a.C.) verso la regione del Libano e si riferisce alle città di Biblo, Sidone,

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Transcript della presentazione:

Un documento assiro descrive la spedizione di Tiglat-pileser I ( a.C.) verso la regione del Libano e si riferisce alle città di Biblo, Sidone, Arvad, dove il re assiro si imbarca e compie un viaggio per mare risalendo la costa e ricevendo l’omaggio e I doni dei re fenici, compresi i preziosi tronchi di cedro. Il racconto egiziano di Wen-Amon (ca a.C.) descrive il suo itinerario per il reperimento del legname, nonché le sue avventure, e menziona le città fenicie e il raggiungimento di Cipro.

Un’iscrizione funeraria da Cipro dimostra che intorno al 900 a.C. c’era nell’isola un insediamento fenicio Lipiński 2004, 44:

Iscrizione su vaso che potrebbe indicare l’uso della scrittura fenicia per una lingua cipriota

Un interessante caso, discusso in Lipiński 2004 (Itineraria Phoenicia), è suggerito da un’altra iscrizione frammentaria pervenuta attraverso il mercato antiquario. Benché la discussione sulla datazione sia complessa e in parte incerta, viene proposta una data intorno al 780 a.C. Soprattutto interessante è la menzione del nome di Cartagine, ossia «città nuova», per cui è stata proposta l’identificazione con il sito di Amathus, ove dal 10° sec.a.c. sono attestati intensi contatti col mondo fenicio e egiziano, e un incremento della quantità di ceramica greca a partire dalla metà del 9° sec.a.c.

Salamina di Cipro costituiva già un regno nell’11° sec. a.C., come attestato dai ritrovamenti della necropoli di Enkomi. Una seconda necropoli è attestata più tardi, nel 9° sec., nel sito di Salamina. Vi furono costruite tombe monumentali con dromos, che conduceva alla camera mortuaria, dove venivano posti vari doni al defunto. Le tombe erano verosimilmente destinate alla ricca aristocrazia dell’epoca che apprezzava beni di lusso. Tali oggetti erano per lo più commerciati dai Fenici che contribuirono a diffondere un gusto che accomunava le aristocrazie di molti centri del Mediterraneo.

I reperti dalle tombe monumentali databili tra l’8° e il 7° sec. a.C. rivelano un amalgama di influenze artistiche e il ruolo centrale di Cipro in queste interazioni. Tali ritrovamenti sono al contempo simboli del crescente potere delle dinastie locali, che formarono regni cittadini. Nel 707 a.C. il re assiro Sargon II eresse a Cipro una stele in cui narrava di aver ricevuto il tributo di sette re di Cipro (Yadnana). Il documento rivela che anche l’isola entra nella sfera dell’egemonia assira, venendo a costituire un importante avamposto occidentale e marittimo per l’impero mesopotamico. Tale ruolo e posizione è testimoniata anche dall’iscrizione dei successori, Esarhaddon che in un testo datato al 637 a.c. ricorda il tributo di 10 re dell’isola, e Assurbanipal. I nomi dei re ciprioti sono in maggioranza greci.

Stele di Sargon da Larnaka (Kition) – Cipro, che raffigura il sovrano che si rivolge alle divinità rappresentate dai loro simboli.

Tomba 79 da Salamina di Cipro; scheletri di cavalli rinvenuti nel dromos; fine 8° sec.a.c. La tomba è la più ricca rinvenuta a Cipro in quest’epoca; dotata di una faccita monumentale in pietra e di un dromos lungo 16,8 m. Fu usata due volte, entrambe con la deposizione di un carro con cavalli.

Ornamenti in bronzo per finimenti del carro (h. ca. 50 cm). Gli ornamenti erano destinati a un carro da parata. L’iconografia presenta elementi egittizzanti come il fiore di loto stilizzato o la testa con acconciatura hatorica, assirizzanti o mesopotamici, come i geni alati o l’albero della vita, di vasta diffusione come il sole alato o la dea nuda.

Tomba 79. Pettorale per cavallo in bronzo con decorazione assirizzante.

Calderone in bronzo su tripode in ferro dalla tomba 79, ornato con 8 protomi di grifoni e 4 uomini-uccello bifronti, ottenuti col metodo a cire perdue. Tali oggetti di prestigio sono stati rinvenuti anche a Delfi, Olimpia e in Etruria. Nell’epica omerica costituiscono il premio per gli atleti ed erano usati in cerimonie e banchetti.

Gioielli provenienti dalla «tomba Lefkaritis» a Kition, 8°-7° sec.a.c., comprendenti anelli con sigillo e bracciali. La tomba conteneva molti altri oggetti d’oreficeria, e tre cavalli sacrificati e deposti nel dromos. Motivi egittizzanti, anche se trattati con alcune particolarità, hanno fatto supporre che si tratti di oggetti di importazione. Il bracciale in basso contiene un attacco a forma di scarabeo con il cartiglio del faraone Amenofi III ( a.c.).

Fibula in oro dalla medesima tomba, con decorazione a rosette a intarsi di materiale semi-prezioso. Sotto, parallelo da tomba assira di Nimrud.

Letto in legno (ricostruito) e avorio, con particolare della testiera, dalla Tomba 79 di Salamina. Opera di artigianato fenicio e siriano, con paralleli da Nimrud.

Trono in legno (ricostruito) e avorio, dalla Tomba 79 di Salamina di Cipro.

Creta L’isola è uno scalo importante delle rotte mediterranee

R. W. Hutchinson and John Boardman 1954: The Khaniale Tekke Tombs Usata dalla fine del 9° all’inizio del 7° sec.

L’isola fu meta di mercanti Ciprioti, Fenici, dall’Eubea e dalle Cicladi, ecc. I gioielli, rinvenuti nella Tomba 2 di Khaniale Tekke presso Cnosso, rivelano tecniche di lavorazione già note nel tardo bronzo a Creta e non è quindi possibile stabilire se si tratti di produzione locale o di oggetti di importazione.

Altra evidenza è la coppa con iscrizione di proprietà in fenicio da Tekke. Il contesto funerario da cui proviene è stato interpretato da Coldstream come contenente due sepolture databili alla metà del 10 e inizi del 9 sec. rispettivamente.

La dedica è a un dio egizio e quindi si può presumere che la coppa originariamente provenga o dall’Egitto o dalla Fenicia

Altre testimonianze documentano la presenza fenicia a Creta e sono rappresentate in particolare dai cippi rinvenuti nei cimiteri di Eleutherna e Cnosso, che trovano paralleli non nell’ambito egeo ma in quello fenicio (cf. Stampolidis – Kptsonas 2006). Questo tipo di evidenza confermerebbe non solo la presenza fenicia nell’isola, ma l’integrazione dell’elemento fenicio nella società locale. Ci si può chiedere se una situazione del genere sia ipotizzabile anche per altri siti, come Lefkandi.

Gli itinerari dal Levante raggiungevano le coste occidentali del Mediterraneo, ove la presenza fenicia è notoriamente ben attestata.

La cosiddetta Nora stone (Cagliari) Fine 9° sec. a.C. Interpretazione di Lipinski:

Una classe di materiali che costituisce un bene di prestigio che circolava secondo la modalità dello scambio di doni è rappresentato dal vasellame in metallo. Coppe e crateri vengono descritti sia nell’epica omerica sia nelle iscrizioni reali assire in cui si evidenzia altresì il loro valore intrinseco. Gli esemplari più antichi provengono da Lefkandi e dal Kerameikos di Atene.

Da Kourion (Cipro), fine 8- inizi 7 sec. a.C.

Da Creta sec. 7 a.C.