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1 PIA FONDAZIONE DI CULTO E RELIGIONE CARD. G. PANICO Polo Didattico Formativo Università degli Studi di Bari sede Corsi in Scienze Infermieristiche e Fisioterapiche Docente: Dott.ssa : Suor Filomena Nuzzo ANNO ACCADEMICO /2016 Somministrazione Farmaci

2 La somministrazione della terapia vede come principale responsabile l’infermiere, anche se la prescrizione viene fatta da un medico. E’ necessario eseguire una valutazione clinica del malato per accertarsi della presenza di segni / sintomi propri di fenomeni allergici o indicativi di uno stato di salute che controindica l’esecuzione della terapia ( per esempio, farmaci antipertensivi a un malato con quadro di shock). E’ bene accertarsi che i farmaci da impiegare siano stati correttamente conservati e non risultino scaduti. Un aspetto molto importante riguarda il rispetto delle norme di ASEPSI che devono accompagnare la pratica terapeutica nella somministrazione dei farmaci dalla preparazione alla conseguente somministrazione.

3 Occorre infatti : lavarsi sempre le mani prima di praticare qualsiasi tipo di terapia; disinfettare il tappo di gomma dei flaconi prima dell’introduzione dell’ago; evitare di contaminare l’ago toccandolo con qualsiasi oggetto o superficie; evitare di contaminare le pastiglie con le nostre mani; evitare di contaminare la parte interna dello stantuffo delle siringhe; usare, per le iniezioni, un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante per preparare la cute e uno asciutto per massaggiare.

4 L’infermiere è tenuto, inoltre, a indicare la mancata somministrazione di farmaci, specificandone la motivazione. Qualora la prescrizione medica venga valutata incongrua, incompleta o pericolosa è bene chiedere ulteriore conferma e se ciò non fosse possibile, l’infermiere può assumersi la responsabilità di sospendere la specifica prescrizione terapeutica, salvo contattare tempestivamente il medico per sottoporgli il caso.

5 Precise responsabilità sono a carico dell’infermiere riguardo all’assunzione dei farmaci. I farmaci da somministrare non possono essere lasciati sul comodino, ma è opportuno accertarsi che il malato li assuma così come prescritto dal medico, per favorire l’espletamento dell’azione terapeutica e per evitare inspiegabili mancati miglioramenti clinici nonostante la terapia.

6 Il rifiuto da parte del malato di assumere la terapia fa insorgere il più delle volte, rabbia e indignazione nel personale medico e infermieristico come a sottolineare il mancato riconoscimento degli sforzi compiuti per favorire la guarigione. In realtà il comportamento del malato può denunciare uno stato di sofferenza e di non accettazione nei confronti della malattia. In questi casi l’infermiere deve essere disponibile e attento a comprendere la reazione del malato e soddisfare pienamente i bisogni a volte non espressi

7 L‘Infermiere, durante lo svolgimento di ciascun turno di lavoro, è chiamato a dedicare molto tempo alla terapia farmacologica. Il primo obiettivo che ci si deve porre quando viene eseguita la terapia è quello di garantire la sicurezza degli assistiti. Per prevenire errori nella somministrazione dei farmaci, che potrebbero condurre a incidenti gravi e / o mortali, uno strumento concreto di aiuto a disposizione degli infermieri è la cosiddetta regola delle 6 G

8 giusto paziente; giusto farmaco; giusta dose; giusta trascrizione dei dati; giusto orario; giusta via di somministrazione; Regola 6 G

Somministrazione di Farmaci : uso TOPICO via ORALE via INTRADERMICA via SOTTOCUTANEA via INTRAMUSCOLARE Preparazione di Farmaci da somministrare per via ENDOVENOSA Collaborazione per la somministrazione di Farmaci per via ENDOVENOSA 9

10 Farmaci ad uso topico in gocce Questo gruppo comprende gocce nasali e gocce auricolari Le gocce nasali sono costituite da soluzioni sterili pronte all’uso, provviste di un contagocce per dosare con precisione il prodotto in base alle singole necessità. Il flaconcino contagocce è di uso strettamente personale. Usato da altre persone, anche familiari, potrebbe costituire un veicolo di infezione.

11 Le gocce auricolari contengono il principio attivo in soluzioni acquose o alcoliche. Contengono un contagocce che permette di calcolare con precisione la dose da somministrare in base all’età del soggetto e all’intensità del disturbo.

12 Consigli pratici Lavare le mani e piegare la testa in modo da rivolgere verso l’alto l’orecchio in cui introdurre le gocce. Evitare che il beccuccio del contagocce tocchi l’orecchio o altre superfici. Applicare il numero di gocce consigliato, rimanendo con la testa piegata per almeno un minuto. Inserire delicatamente nell’orecchio una striscia di garza auricolare o un batuffolo di cotone per evitare che il farmaco fuoriesca. Asciugare, dopo l’uso, la punta del beccuccio con una garzina. Richiudere accuratamente il flacone dopo l’uso. Annotare sulla confezione la data di apertura perché la validità può ridursi a soli giorni.

13 Farmaci ad uso oftalmico Per l'applicazione nell' occhio, si utilizzano soluzioni o sospensioni contenenti uno o più principi attivi (colliri e bagni oculari) e pomate oftalmiche. I colliri e i bagni oculari sono soluzioni sterili che agiscono sulla mucosa della congiuntiva. Queste soluzioni vengono in genere fornite in flaconcini contagocce che permettono una posologia precisa e personalizzabile in base alle necessità individuali. Lo svantaggio può essere che alcuni soggetti, anziani o disabili, possano incontrare difficoltà nel conteggio esatto delle gocce. È bene non usare colliri usati da altri: ognuno dovrebbe avere il proprio. Quando è possibile è bene usare colliri monodose che garantiscono la massima igiene perché il contenuto viene utilizzato una sola volta e da una sola persona.

14 Consigli pratici Dopo aver lavato le mani, inclinare la testa all’indietro e far cadere nella parte inferiore dell’occhio le gocce, nella quantità indicata dal medico, senza superare le dosi consigliate. Dopo la somministrazione chiudere delicatamente l’occhio per circa un minuto, esercitando una lieve pressione sull’angolo interno. Questo impedisce o riduce l’assorbimento del collirio per via generale, limitando la sua azione al solo occhio ed evitando effetti indesiderati. Non instillare mai un collirio quando si portano lenti a contatto, soprattutto se morbide. Queste ultime, infatti, potrebbero assorbire i principi attivi contenuti nel collirio. In questi casi è raccomandabile togliere la lente, instillare il collirio e attendere almeno 5 o 10 minuti prima di indossare nuovamente la lente. Dovendo usare due o più colliri, è consigliabile un intervallo di almeno 5 minuti tra un’applicazione e l’altra.

15 Le pomate oftalmiche sono colliri in pomata. Questa formulazione garantisce una permanenza più prolungata dei farmaci sulla mucosa della congiuntiva e una maggiore protezione locale. Consigli pratici Spremere una striscia di pomata di circa 1cm (se non diversamente indicato) nella parte inferiore dell’occhio, poi chiudere delicatamente l’occhio per almeno 1-2 minuti. Non sfregare l’occhio con le dita. Durante l’applicazione evitare che il beccuccio della confezione tocchi l’occhio. Come per i colliri, la validità delle pomate oftalmiche una volta aperto il tubetto è di soli giorni. È consigliabile pertanto annotare sulla confezione la data di apertura. Evitare che il beccuccio del collirio tocchi l’occhio e richiudere accuratamente la confezione ogni volta che lo si usa. È consigliabile annotare sulla confezione la data di apertura. La validità dei colliri dopo l’apertura è molto breve (15-30 giorni ).

16 MATERIALE NECESSARIO TERAPIA ORALE Schede di terapia Farmaci prescritti (confezione originale, misurini e contagocce) Bicchieri monouso Cucchiai di diverse dimensioni Contenitore per riporre cucchiai, misurini e contagocce Siringhe monouso, forbici e arcella

17 AZIONE (1°parte) TERAPIA ORALE 1.L avaggio delle mani. 2.Preparazione del farmaco e del materiale necessario. 3.Informare il paziente e accertarsi della sua identità chiamandolo per nome e cognome. 4.Valutare il livello di collaborazione. 5.Accertare la prescrizione medica. 6.Preparare il farmaco direttamente nella stanza del paziente.

18 AZIONE (2°parte) TERAPIA ORALE 7.Preparare il farmaco da somministrare. Forme liquide: svitare il coperchio e appoggiarlo con la parte interna rivolta verso l’alto; con il misurino prelevare la dose di farmaco prescritta; richiudere il flacone; versare il contenuto del misurino in un bicchiere e riempirlo fino a un terzo con acqua fresca. Forme solide: evitare di toccare il farmaco con le mani; deporre il farmaco in un apposito contenitore o in un quadratino di garza.

19 AZIONE (3°parte) TERAPIA ORALE 8.Spiegare lo scopo del farmaco al paziente 9.Prima della somministrazione del farmaco verificare eventuali accertamenti (pressione arteriosa, glicemia) 10.Aiutare il paziente a mettersi in posizione seduta. 11.Restare con il paziente fino all’assunzione della terapia. 12.Risistemare il paziente nella posizione iniziale. 13.Smaltire i rifiuti e riordinare il materiale utilizzato. 14.Lavarsi le mani. 15.Effettuare le opportune registrazioni.

20 Caratteristiche Attraverso la somministrazione orale, soltanto una minima parte del farmaco arriva all'assorbimento e al sito d'azione. Citando l'esempio di una compressa, quest'ultima subirà notevoli disgregazioni a partire dalla bocca, per poi proseguire nello stomaco e intestino. A questo punto quel che resta del farmaco verrà assorbito e trasportato al fegato, dove subirà delle metabolizzazioni a causa del primo passaggio epatico. Al termine di tutte queste disgregazioni e metabolizzazioni, si avrà la distribuzione del farmaco nell'organismo. L'insieme di tutti questi fenomeni va a determinare la biodisponibilità del farmaco all'interno del nostro corpostomacointestinofegato

21 La biodisponibilità del farmaco è la frazione di farmaco non degradato che raggiunge la circolazione sistemica ed è in grado di distribuirsi in tutto il corpo. Portando una comparazione tra via di somministrazione orale ed endovenosa, la prima possiede una biodisponibilità nettamente più bassa della seconda, perché il farmaco, prima di giungere nel torrente sanguigno, subisce notevoli modificazioni. Tutto ciò non avviene se il farmaco lo iniettiamo direttamente nel circolo sanguigno (via endovenosa).endovenosa

22 La biodisponibilità di un farmaco somministrato per via orale dipende da diversi fattori, come lo stato funzionale dell'apparato digerente, la velocità di transito del farmaco nello stomaco e nell'intestino, l'attività della flora batterica, la composizione del farmaco ed infine l'eventuale metabolizzazione del farmaco. Inoltre possono influire sulla biodisponibilità e assorbimento del farmaco somministrato per OS fattori come il pH gastrico (ipocloridria o ipercloridria), la dissociazione del farmaco, la sua ripartizione olio/acqua e l'irrorazione sanguigna della zona di assorbimentoapparato digerenteflora battericaassorbimento del farmacopH gastricoipocloridria

23 Anche gli alimenti giocano un ruolo molto importante perché possono aumentare o diminuire la velocità di eliminazione del farmaco. Nel caso di aumentata eliminazione si ha un transito veloce del farmaco nel tratto gastro-intestinale, con una conseguente riduzione dell'assorbimento e minori effetti farmacologici; in presenza di una ridotta eliminazione si ha una permanenza prolungata del medicinale nel nostro organismo, con un effetto terapeutico prolungato nel tempo, ma con la possibilità di insorgenza di effetti collaterali più o meno gravialimenti

24 PRO della via O.S. CONTRO della via O.S. Facile esecuzione Economica Poco rischiosa Modulazione dell'assorbimento Irritazioni Inattivazioni per idrolisi enzimatiche (insulina e sostanze proteiche)insulina Inattivazioni per acidità gastrica (penicillina G)penicillina G Primo passaggio epatico e distruzione flora intestinale ALTRI VANTAGGI DELLA SOMMINISTRAZIONE ORALE: E’ la via più naturale che esista. Permette una maggiore partecipazione del paziente al piano di cura. Non richiede addestramento, ma solo informazione.

25 Ulteriori svantaggi della somministrazione orale: Può non essere più gradita dal paziente. Inefficace in presenza di patologie del tratto gastro-intestinale. Impraticabile nei pazienti disfagici. Non utilizzabile nelle ultime ore di vita. Necessita di una buona cooperazione da parte del paziente. Non può essere usata per farmaci che vengano distrutti dai succhi gastrici, che formino coi cibi complessi non assorbibili o che vengano estesamente metabolizzati dal fegato prima di raggiungere la circolazione generale.succhi gastrici Poiché l'assorbimento può essere irregolare, vi è uno scarso controllo della posologia. Poiché l'assorbimento è lento non può essere usata in terapie di emergenza.

26 Ricordiamo che se un farmaco viene assorbito a livello della cavità orale o a livello del plesso emorroidale inferiore e medio si evita il primo passaggio epatico, quindi ulteriori modificazioni a carico del farmaco. Se invece il farmaco viene assorbito a livello del plesso emorroidale superiore e a livello gastro-intestinale, subisce il primo passaggio epatico, quindi prima di entrare in circolo il medicinale subisce delle modificazioni.

27 Via di somministrazione sublinguale Quella sublinguale è una via di somministrazione utilizzata per evitare il fenomeno di primo passaggio epatico. La forma farmaceutica viene bloccata con l'abbassamento della lingua, quindi il rilascio del principio attivo avviene nella regione sublinguale. Il principio attivo contenuto nella forma farmaceutica deve solubilizzarsi molto in fretta, essere attivo a bassi dosaggi e molto liposolubile. Un esempio classico è costituito dai nitrati che vengono assunti per via sublinguale, per il trattamento dell'angina.angina

28 I vantaggi della via sublinguale sono: assorbimento rapido; il farmaco raggiunge il circolo generale saltando il filtro epatico (quindi "l'effetto di primo passaggio"); immediato raggiungimento del circolo ematico.Con la via di sommistrazione sublinguale si evita la possibile distruzione dal farmaco da parte dei succhi digestivi; si può eliminare il farmaco residuo una volta raggiunto l'effetto;succhi digestivi I principali svantaggi della somministrazione sublinguale derivano dall'incertezza nel dosaggio. Non può inoltre essere usata per farmaci che:non sono assorbiti dalla mucosa orale;non si sciolgono rapidamente in bocca;abbiano un sapore sgradevole; siano irritanti per la mucosa orale. mucosa

29 INIEZIONE INTRADERMICA La via intradermica non trova specifiche applicazioni nell’ambito della somministrazione dei farmaci. Il derma, responsabile della robustezza cutanea, è scarsamente percorso da vasi sanguigni con la conseguenza di garantire un lento assorbimento dei liquidi iniettati. Pertanto, questa sede viene utilizzata per l’esecuzione di test allergici, come per esempio la reazione alla tubercolina, e terapie desensibilizzanti (si intende una terapia nei confronti dei vari allergeni…)

30 INIEZIONE INTRADERMICA Nel derma l’iniezione deve essere eseguita seguendo precise norme: la quantità di liquido somministrabile deve essere al massimo di 1 ml; si deve cerchiare con una penna il punto di inoculazione; si deve evitare di scegliere zone cutanee che presentano lesioni o alterazioni del colorito. Di norma si utilizzano le stesse siringhe e aghi impiegati nella somministrazione sottocutanea

INIEZIONE INTRADERMICA SEDE Superficie volare dell’avambraccio Superficie dorsale dell’avambraccio Superficie dorsale del braccio Zona antero-superiore del torace Zona scapolare SEDE

INIEZIONE INTRADERMICA MATERIALE NECESSARIO Dispositivi per la somministrazione.(siringhe, aghi) Farmaci / sostanze da iniettare. Garze / cotone, soluzione disinfettante. Guanti in lattice. Documenti di prescrizione. Documenti di registrazione.

33 INIEZIONE INTRADERMICA AZIONE (1°parte) 1.Lavaggio delle mani. 2.Preparazione del farmaco / sostanza. 3.Descrivere la procedura al paziente. 4.Identificare il sito idoneo alla somministrazione. 5.Far assumere al paziente una posizione confortevole. 6.Indossare i guanti. 7.Disinfezione del sito. 8.Impugnare la siringa (come una penna) con la mano dominante, togliere il cappuccio dell’ago e inserirlo - tenendo la cute tra il pollice e l’indice della mano non dominante - nel derma con un’angolazione di 10°-15° per la lunghezza pari alla punta dell’ago medesimo.

34 INIEZIONE INTRADERMICA AZIONE (2°parte) 10.Non aspirare e iniettare lentamente il farmaco. 11.Estrarre l’ago e non sfregare o massaggiare. (in caso di fuoriuscita di sangue tamponare con cautela). 12.Smaltire in modo corretto i presidi utilizzati. 13.Far riassumere al paziente la posizione desiderata. 14.Togliere i guanti e lavarsi le mani. 15.Registrare la procedura. 16.Ispezionare il sito e osservare il paziente frequentemente almeno per i primi 30 minuti dalla somministrazione.

35 INIEZIONE INTRADERMICA RISCHI Reazioni allergiche

36 EMOGASANALISI ARTERIOSA E' un esame fondamentale per valutare l'efficienza del sistema respiratorio. Il campione di sangue può essere prelevato al lobo dell'orecchio o al dito (emogasanalisi capillare) o da un'arteria periferica del braccio o a livello femorale.(emogasanalisi-arteriosa). Permette il riconoscimento della riduzione di ossigeno o dell'aumento di anidride carbonica che si verifica nell'insufficienza respiratoria. E' leggermente più doloroso di un prelievo venoso, ma fornisce informazioni indispensabili nei casi di patologia respiratoria di una certa gravità.

37 I moderni emogasanalizzatori, pur appartenendo all’ultima generazione strumentale, garantiscono un’elevata affidabilità di taratura, ma necessitano di un sistema di “controllo qualità”, ben noto a tutti gli operatori di laboratorio, per assicurare un corretto andamento analitico. Per definizione controllare la qualità in un emogasanalizzatore significa procedere con l'analisi di campioni noti, con i quali è possibile simulare situazioni analitiche relative a tutto l’intervallo di definizione (acidosi – normalità - alcalosi).

38 E' un esame che richiede abilità da parte del medico e/o dell’infermiere e tranquillità da parte del paziente che deve evitare di allontanarsi bruscamente dall'ago e mantenere una respirazione normale.

39 N.B. Le siringhe per E. G. A. devono essere chiuse con l'apposito tappino

40 Controlli di qualità L’emogasanalisi, intesa nella totalità delle informazioni fornite (elettroliti ematici, emoglobina, metaboliti), deve garantire indicazioni corrette e rapide sullo status del paziente. La necessità quindi di avere lo strumento sempre pronto all’uso è una condizione fondamentale per fornire il servizio preposto.