“ […] e siccome il cinema si è preso tutta la mia vita, parlando di cinema, parlo di me.” Federico Fellini
Le immagini hanno sempre ispirato la produzione cinematografica felliniana, siano esse di natura onirica o graficate da lui stesso. Anche noi, in questo elaborato, ci siamo fatti guidare dalle immagini, utilizzandole come risposte ad un’intervista da noi strutturata, per ri-narrare «Intervista» di Fellini.
Come contestualizzare il lavoro svolto rispetto al corso di Colloquio e narrazione in psicologia clinica?
«Si può dire che il sogno cinematografico è una sorta di sogno a tre, perché appartiene ai personaggi, alla istanza produttiva ed agli spettatori. Ai personaggi perché ad esso viene attribuito; all'istanza produttiva perché lo costruisce; agli spettatori che lo vivono e rielaborano in funzione dei propri vissuti emotivi, rinarrandolo.» «Cinema, gruppoanalisi e sogni» A partire dal suddetto articolo abbiamo individuato un parallelismo tra la relazione sopra evidenziata e il triangolo ISO.
U spettatori P C personaggi istanza produttiva
Nel rapporto committente-psicologo-utente il committente pone una richiesta allo psicologo affinché intervenga sull’utente. Nel nostro caso l’istanza produttiva chiede ai personaggi di «intervenire» sugli spettatori. Abbiamo notato, immergendoci nei film del regista, che lo spettatore- utente sembra prendere parte al gioco immaginativo che il film stesso evoca; lo spettatore, nella nostra prospettiva, diviene quindi personaggio/psicologo. Assunto questo parallelismo, ci proponiamo di valutare nella relazione tra istanza produttiva/committente e spettatore/psicologo, quindi tra Fellini e noi, i contenuti espressi in «Intervista».
Come Fellini esprime la dimensione mondo interno –mondo esterno?
La narrazione del film ha un andamento circolare, ciò che ne risulta è infatti una sorta di meta-film: così come «Intervista» riflette su Fellini, Fellini riflette sul film e su come realizzarlo.
Anche il gruppo costituisce una dimensione rilevante nella narrazione felliniana, come viene rappresentata?
Non c’è individualità, i ruoli non sono fissi, ma si costruiscono e ricostruiscono in corso d’opera. Il punto di vista di Fellini viene rappresentato dal gruppo, che assume una parte attiva nella realizzazione della storia.
«Intervista» inizia con la rappresentazione di un sogno. Il tema dell’onirico è trasversale all’intero film, quali aspetti evidenzia?
Il confine tra ricordo e il qui ed ora del film è labile: passato, presente e futuro si alternano e si intrecciano tra loro. Gli elementi ricorrenti all’interno del film, come le luci soffuse, l’utilizzo del fumo e l’inserimento di elementi a-contestuali, compaiono in maniera a-critica e a-spaziale.
Nella realizzazione cinematografica Fellini utilizza diverse trasformazioni narrative, ad esempio nel passaggio dal sogno al disegno fino al film vero e proprio. In “Intervista” dove si evince questa tecnica?
I diversi piani narrativi risultano fusi e confusi, generando nella loro combinazione un prodotto del tutto nuovo, che a sua volta si trasforma a seconda delle diverse interpretazioni.
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Rifacendoci alla bi-logica di Matte Blanco, secondo cui le due modalità di funzionamento della psiche, ovvero coscienza e inconscio, seguono logiche differenti, rispettivamente dividente ed omogeneizzante, abbiamo riscontrato che come l’inconscio non è interamente conoscibile all’interno della coscienza, se non attraverso delle sacche di simmetria, così anche «Intervista» è stata per noi esplorabile soltanto rispetto ad alcune sue tematiche, in quanto opera d’arte e quindi espressione dell’inconscio. Nel nostro elaborato, abbiamo infatti riscontrato difficoltà nel ricomporre i pezzi del puzzle, finendo per lasciarci trasportare dalle immagini, che hanno assunto vita propria, come le storie narrate da Fellini.
«[…] se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse potremmo capire.» La voce della luna, Federico Fellini Debora De Santis Margherita Bari Antonella Coscia Stefano Buonfantino