DADA Il movimento dadaista è nato a Zurigo nel Cercando di spiegare le ragioni della nascita di Dada Tristan Tzara, in un'intervista alla radio francese,

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Transcript della presentazione:

DADA Il movimento dadaista è nato a Zurigo nel Cercando di spiegare le ragioni della nascita di Dada Tristan Tzara, in un'intervista alla radio francese, concessa nel 1950, dichiarava: Per comprendere come è nato Dada è necessario immaginarsi, da una parte, lo stato d'animo di un gruppo di giovani in quella prigione che era la Svizzera all'epoca della Prima Guerra Mondiale e, dall'altra, il livello intellettuale dell'arte e della letteratura a quel tempo. Certo la guerra doveva aver fine e dopo noi ne avremmo viste delle altre. Tutto ciò è caduto in quel semioblio che l'abitudine chiama storia. Ma verso il , la guerra sembrava che non dovesse più finire. In più, da lontano, sia per me che per i miei amici, essa prendeva delle proporzioni falsate da una prospettiva troppo larga. Di qui il disgusto e la rivolta. Noi eravamo risolutamente contro la guerra, senza perciò cadere nelle facili pieghe del pacifismo utopistico. Noi sapevamo che non si poteva sopprimere la guerra se non estirpandone le radici. L'impazienza di vivere era grande, il disgusto si applicava a tutte le forme della civilizzazione cosiddetta moderna, alle sue stesse basi, alla logica, al linguaggio, e la rivolta assumeva dei modi in cui il grottesco e l'assurdo superavano di gran lunga i valori estetici. Non bisogna dimenticare che in letteratura un invadente sentimentalismo mascherava l'umano e che il cattivo gusto con pretese di elevatezza si accampava in tutti i settori dell'arte, caratterizzando la forza della borghesia in tutto ciò che essa aveva di più odioso...Tristan Tzara

Come nell’espressionismo tedesco il fondo dell’atteggiamento di rifiuto era la protesta contro i falsi miti della ragione positivistica. Nel dadaismo la protesta era spinta furiosamente alle conseguenze estreme, giacché la ragione e la logica avevano lasciato alla gente gli orrori della guerra, e l'unica via di salvezza era il rifiuto della logica per abbracciare l'anarchia e l'irrazionale. Comunque, tutto ciò può essere inteso come lato logico dell'anarchia e il rifiuto dei valori e dell'ordine. La distruzione sistematica dei valori diventa il perno metodico di un nichilismo senza confronti. L’espressionismo credeva ancora nell’arte, il dada rifiuta anche questa nozione poiché essi escludevano e condannavano la rigidità delle convenzioni della società in cui gli artisti stessi vivevano ed il conseguente manierismo in vari campi dell'arte come la letteratura, la pittura, la scultura.

Nel 1916, Hugo Ball, Emmy Hennings, Tristan Tzara, Hans Arp, Marcel Janco, Richard Huelsenbeck, Sophie Täuber, discutevano sull'arte e mettevano in scena esibizioni al Cabaret Voltaire, il locale dove è stato concepito e dove è nato il dadaismo. La prima serata pubblica, si svolse il 14 luglio 1916; durante la festa Ball recitò il primo manifesto Dada. Nel 1918 Tzara lo riscrisse apportando modifiche sostanziali.Cabaret Voltaire Nasce quindi anche un ideale dadaista: il principio cardine dell'azione Dada è la negazione di tutti i valori e canoni estetici dell'arte, di quella tradizionale, ma anche di quella d'avanguardia, entrambe accusate di essere funzionali ai valori del sistema borghese. Essa si traduce nel rifiuto del concetto di bellezza, degli ideali, della ragione positivistica, del progresso e del modernismo, cui vengono contrapposti una libertà senza freni, l'irrazionalità, l'ironia, il gusto per il gesto ribelle e irridente, lo spirito anarchico.

Non esistendo una libertà fissata per sempre, non c’è una tendenza ma una disposizione dello spirito antidogmatica. Il gesto più che l’opera interessa Dada. Per esempio il gesto dell'artista come "selettore" dell'oggetto d'arte e il concetto di ready-made che, per l'influenza di Duchamp sugli artisti successivi, sono stati il punto di partenza per le varie forme di arte concettuale. Il ready-made è un comune manufatto di uso quotidiano (un attaccapanni, uno scolabottiglie, un orinatoio, ecc.) che assurge ad opera d'arte una volta prelevato dall'artista e posto così com'è in una situazione diversa da quella di utilizzo, che gli sarebbe propria. Il valore aggiunto dell'artista è l'operazione di scelta, o più propriamente di individuazione casuale dell'oggetto, di acquisizione e di isolamento dell'oggetto.arte concettuale

Il poeta messicano Octavio Paz ha mirabilmente riassunto l'essenza dell'attività di Duchamp: "le tele di Duchamp non raggiungono la cinquantina e furono eseguite in meno di dieci anni: infatti abbandonò la pittura propriamente detta quando aveva appena venticinque anni. Certo, continuò "a dipingere", ma tutto quello che fece a partire dal 1913 si inserisce nel suo tentativo di sostituire la "pittura- pittura" con la "pittura-idea". Questa negazione della pittura che egli chiama olfattiva e retinica (puramente visiva) fu l'inizio della sua vera opera. Un'opera senza opere: non ci sono quadri se non il Grande Vetro (il grande ritardo), i ready-mades, alcuni gesti e un lungo silenzio".

Marcel Duchamp è una figura chiave per Dada per la sua attività, prima a Parigi ( ), poi a New York (dal 1915), dove ci sono pure Man Ray e Francis Picabia. Man Ray, Le violon d’IngresMan Ray, Cadeau

Very Rare Picture on the Earth (Très rare tableau sur la terre), Oil and metallic paint on board, and silver and gold leaf on wood, including artist's painted frame, artist's painted frame: (125.7 x 97.8 cm). The Solomon R. Guggenheim Foundation, Peggy Guggenheim Collection, Venice Francis Picabia not only it is one of Picabia’s earliest mechanomorphic works, but it has been identified as his first collage. Its mounted wooden forms and integral frame draw attention to the work as object - the picture is not really a picture - making it “very rare” indeed. (Lucy Flint)

La volontà di mettere in crisi modi di pensare definiti borghesi stimola una strategia di spiazzamento imperniata sull'accostamento di forme e materiali inconsueti, sulla degerarchizzazione delle tecniche e dei generi artistici tradizionali e sulla valorizzazione dei nuovi procedimenti quali il collage, il fotomontaggio, il ready-made, l’assemblaggio di elementi eterogenei. The Spirit of Our Time, 1919, Raoul Hausmann Pur non essendo “l’arte dadaista” qualcosa di definito, di chiaramente enunciato, nei suoi prodotti più autentici si riconosce ciò che la caratterizza: il significato polemico del procedimento, l’affermazione della potenza virtuale delle cose, della supremazia del caso sulla regola, la violenza dirompente della loro presenza irregolare tra le “vere opere d’arte”. A questi “oggetti” dadaisti è legato un gusto polemico, un’arbitrarietà irriverente, un carattere del tutto provvisorio, lontanissimo dall’idea di costituire un esempio estetico, com’era per cubisti, futuristi, astrattisti. Ciò a riprova del fatto che non c’è alcuna base positivistica e non c’è una ragione ordinatrice, una coerenza stilistica, un modulo formale che presiedono alla creazione dell’opera dada, posto che di creazione si tratti