Il territorio della Bosnia- Erzegovina, la cui superficie è quasi il doppio della Sicilia, è costituito dalla regione della Bosnia a nord e dall’Erzegovina a sud. È un Paese montuoso; la cima più elevata si trova nel Sud, al confine con il Montenegro. Le Alpi Dinariche, che superano spesso i 2000 metri, segnano il confine occidentale con la Croazia.
Si incontrano pianure e colline solo lungo le valli dei fiumi principali: la Sava, che scorre a nord lungo il confine con la Croazia, e la Narenta a sud. Il braccio costiero meridionale della Croazia separa la Bosnia-Erzegovina dal mare Adriatico, su cui il Paese i affaccia solo per un brevissimo tratto. Il clima è prevalentemente continentale; nelle aree più vicine alla costa il clima ha influssi mediterranei.
La popolazione della Bosnia- Erzegovina è composta in prevalenza da bosniaci musulmani, da serbi di religione ortodossa e da croati di fede cattolica. Nei suoi primi anni di vita la Bosnia- Erzegovina fu sconvolta da una sanguinosa guerra civile durante la quale serbi, croati e bosniaci si scontrarono violentemente gli uni con gli altri.
Oggi, per rendere meno difficile la convivenza tra nazionalità rivali, la Costituzione bosniaca garantisce pari diritti e una larga autonomia a ciascun gruppo etnico: i serbi controllano la regione nord-orientale, mentre bosniaci e croati amministrano la parte centrale e quella occidentale del Paese. La capitale Sarajevo ospita al suo interno molti gruppi etnici; semidistrutta durante la guerra, sta con fatica rinascendo come centro commerciale e industriale del Paese.
IL PONTE VECCHIO DI MOSTAR La cittadina di Mostar ha subito gravi danni durante la guerra civile, tra cui la distruzione del ponte sulla Narenta, che risaliva al 1566, ora ricostruito. È chiamato Stari Most, che significa “ponte vecchio”.
IL PONTE LETTERARIO Il ponte sulla Drina nella città di Visegrad. Ivo Andric, il maggiore scrittore iugoslavo del Novecento, vi ha ambientato il suo romanzo più famoso: Il ponte di Drina.
L’economia bosniaca è tra le più fragili d’Europa: già all’interno della Federazione iugoslava era tra le meno sviluppate, ed è stata ulteriormente danneggiata dagli effetti della guerra. Le attività più importanti sono la pastorizia e lo sfruttamento delle foreste. L’agricoltura è poco produttiva perché si fonda su piccole fattorie e utilizza tecniche antiquate. Le uniche industrie di rilievo sono quella metallurgica e quella elettrica.