Qualcosa di comprensibile sul referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 IIS “ BELLUZZI – FIORAVANTI ” - BOLOGNA Miniguida a cura del Dipartimento di.

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Transcript della presentazione:

Qualcosa di comprensibile sul referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 IIS “ BELLUZZI – FIORAVANTI ” - BOLOGNA Miniguida a cura del Dipartimento di Diritto-Economia

Contiene i diritti fondamentali dei cittadini e le regole di formazione e funzionamento degli organi dello stato

Modificare la Costituzione: l’art.138 La Costituzione italiana è rigida: per modificarla non basta una legge ordinaria, né è possibile eliminarne delle parti col referendum abrogativo (art.75 Cost.) occorre una legge costituzionale che va approvata da Camera e Senato per ben due volte, a tre mesi di distanza... nella seconda votazione, la modifica della Costituzione deve essere approvata dalla maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera (non semplicemente dei “presenti”..)

Se Camera e Senato hanno approvato la modifica con la sola maggioranza assoluta (50% +1),senza raggiungere quella qualificata dei 2/3.. Referendum costituzionale votano tutti i cittadini maggiorenni Quorum: «La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi» (art. 138, comma 2 Cost.) vincono i SI’: la Costituzione è modificata vincono i NO: la Costituzione resta com’era

REFERENDUM ABROGATIVO E COSTITUZIONALE: il diverso valore della risposta al quesito Abrogativo: “Vuoi abrogare la legge n... art...?” Sì = è un voto contro la legge, si vuole cancellare dall’ordinamento una norma che già esiste costituzionale: “Approvi il testo della Legge costituzionale che concerne …..?” Sì = è un voto a favore della legge di modifica della Costituzione che il parlamento ha già approvato, ma senza la maggioranza “eccezionale” dei 2/3

Il testo del quesito approvato dall‘Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione

Oltre alla sorte del bicameralismo paritario, il referendum costituzionale ha anche altri oggetti… Se vincerà il sì, oltre alla fine del bicameralismo perfetto - saranno modificati i rapporti tra stato e regioni -sarà modificata l’elezione del presidente della Repubblica -cambieranno le regole sul referendum abrogativo e sull’iniziativa di legge popolare -Verranno abolite definitivamente le Province e il CNEL A causa dell’impatto che avrà sul futuro della vita politica italiana, il referendum ha suscitato un forte dibattito politico dai toni molto accesi su tutti gli aspetti toccati dalla riforma. Ci soffermiamo qui solo sul cuore della questione

Il bicameralismo Si ha “bicameralismo” quando in un paese esistono due camere (Italia: Camera dei deputati e Senato; USA: Congresso e Senato; UK: Camera dei Comuni e dei Lords. Germania: Bundestag e Bundesrat..) Se le due assemblee hanno gli stessi poteri si parla di bicameralismo perfetto o paritario Tutti i paesi del G8 (= riunione periodica dei governi di USA, Giappone, UK, Germania, Francia, Italia, Canada, Russia) hanno due camere; 30 tra i 40 paesi più popolati al mondo sono bicamerali; nella UE il 64% degli stati ha un parlamento bicamerale. TUTTAVIA: solo in 5 stati europei i componenti della seconda camera (“alta”) sono eletti direttamente dal popolo (Italia, Polonia, Rep.Ceca, Romania e Svizzera); e solo in Italia e in Svizzera il bicameralismo è perfetto Questo sistema impedisce a una camera di prendere il sopravvento sull’altra e rende molto meditate le nuove leggi, ma rende anche più lenti i lavori parlamentari e più incerta la durata dei governi

Il bicameralismo perfetto in Italia Camera dei deputati e Senato sono eletti direttamente dal popolo e hanno le stesse funzioni: 1) approvare le leggi (= funzione legislativa) le due camere devono approvare lo stesso testo 2) dare il voto di fiducia al governo (= controllo politico sul governo) il governo nasce se ottiene -e resta in carica se mantiene- il voto della maggioranza assoluta dei parlamentari; cade se perde la fiducia anche in una sola camera 3) eleggere il presidente della Repubblica

Cosa prevede la riforma da “confermare” Deputati e senatori sono eletti dal popolo (con requisiti diversi di elettorato attivo e passivo) I parlamentari sono circa 1.000: - Camera Senato 315 -( + ex presidenti della Repubblica e max 5 senatori a vita) Percepiscono circa euro al mese (tra indennità tassata, diaria forfettaria, rimborsi per spese a vario titolo: telefono, collaboratori,..) Bicameralismo perfetto: Camera e Senato hanno gli stessi poteri Riduzione del numero dei senatori da 315 a 100, scelti dalle istituzioni territoriali ( 74 consiglieri regionali, 21 sindaci) + 5 senatori nominati per un massimo di 7 anni dal capo dello Stato; I senatori non sono pagati I senatori non votano le leggi (tranne per alcune materie: politiche comunitarie, modifiche costituzionali..); il Senato, con le firme di 1/3 dei suoi componenti, può chiedere la modifica delle leggi approvate dalla sola Camera dei deputati (=Lords UK) Il Senato non dà il voto di fiducia al Governo. La Costituzione attuale

Problemi: la funzione legislativa L’art.70 della Costituzione attuale è composto da 9 parole: “La potestà legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”. Poiché Camera e Senato devono approvare lo stesso testo, si verifica spesso il fenomeno della “navetta”: il testo della legge passa più volte da una camera all’altra, a volte oggetto di “agguati” dei gruppi contrari alla sua approvazione definitiva. Se la riforma costituzionale verrà approvata dal referendum, sulla maggior parte delle leggi sarà soltanto la Camera a dover decidere. Tempi più brevi? Maggiore tempestività nell’approvare norme importanti? Probabilmente.. Ma il testo del nuovo art.70 è di 363 parole. Alcune leggi sono affidate a entrambe le camere con espressioni che possono creare problemi di interpretazione.. Questa complicazione rischia di produrre conflitti di competenze tra le camere, soprattutto nella prima fase, e causare ancora ritardi nell’approvazione delle leggi.

Problemi: troppo potere a chi vince le elezioni? La riforma – concentrando buona parte del potere parlamentare nelle mani di una sola camera, quella eletta dal popolo - potrebbe causare problemi perché la nuova Camera dei deputati verrà eletta (nel 2018, salvo elezioni anticipate) con una nuova legge elettorale, approvata dal Parlamento il 4 maggio 2015 La nuova legge elettorale, detta “Italicum”, è fortemente criticata anche da numerosi parlamentari che pochi mesi fa l’hanno votata. NB: il governo si è detto disponibile a modificarla. Per capirci qualcosa, dobbiamo vedere cosa prevede l’Italicum. E ripassare i “fondamentali” sui sistemi elettorali…

I sistemi elettorali Il sistema elettorale è quel meccanismo che permette di “tradurre” i voti dei cittadini ai diversi candidati, partiti o coalizioni di partiti in posti o seggi Ogni stato sceglie il proprio sistema elettorale tra due opzioni principali: a) sistema proporzionale b) sistema maggioritario o le mescola, e introduce infinite varianti

Sistema proporzionale E’ semplice: i seggi sono assegnati in proporzione ai voti ottenuti ad esempio: se il partito Verde prende il 10% dei voti, avrà diritto al 10% dei posti alla Camera dei Deputati (63 seggi) È democratico: anche i partiti più piccoli riescono a eleggere propri rappresentanti ad esempio: se il movimento Nero prende solo lo 0,5% dei voti, avrà diritto ad almeno 3 posti alla Camera Poiché favorisce la proliferazione dei partiti,rendendo difficili i lavori del parlamento e il formarsi di una solida maggioranza di governo (coalizioni), gli stati spesso introducono soglie di sbarramento ad esempio: Germania, chi non arriva al 5% sta fuori dal Bundestag

Sistema maggioritario -1 I seggi non sono assegnati in proporzione ai voti ottenuti CASO 1, maggioritario puro (uninominale) inglese (“first-past-the-post”) Il territorio è diviso in collegi, in ciascuno il seggio va al candidato che ha vinto con la maggioranza relativa, cioè ha preso più voti del secondo partito, del terzo, etc; i voti per gli sconfitti vanno dispersi, non danno seggi e contano solo per le statistiche: si dirà che quel partito “è cresciuto”, oppure “ha perso consensi”, etc I risultati? paradossali, astrattamente poco “democratici”.. Elezioni politiche UK del 7/5/2015 I Conservatori hanno preso voti, pari al 36,9% del totale; col sistema proporzionale avrebbero ottenuto 240 seggi su 650, invece ne hanno presi 331, pari al 50,92%. L’Ukip, con voti ha preso 1 (un) seggio.

Sistema maggioritario -2 I seggi non sono assegnati in proporzione ai voti ottenuti CASO 2, la legge Acerbo, Italia 1923 Il sistema prevedeva un premio di maggioranza. Chi ha vinto le elezioni, ottenendo la maggioranza relativa (= anche in solo voto in più del secondo partito) e almeno il 25% dei voti, ottiene i 2/3 dei seggi Quindi: col 25% dei voti è possibile conquistare il 67% dei seggi. Le elezioni si svolsero nel 1924, e sono quelle che portarono al delitto Matteotti, all’Aventino, e alla fine della democrazia elettorale in Italia. Chi ottiene un “premio” così consistente, può spadroneggiare

Breve storia dei sistemi elettorali in Italia Maggioritario uninominale: Statuto Albertino, con lievi varianti fino al 1919 (per la sola Camera dei deputati; il Senato era vitalizio e di nomina regia) Proporzionale puro: dal 1919 al 1993, con la parentesi del fascismo Sistema misto: dal 1993 in poi: Mattarellum 1993: ¾ dei seggi assegnati col maggioritario e ¼ col proporzionale Porcellum 2006: premio di maggioranza assegnato con criteri diversi tra Camera e Senato; liste bloccate con impossibilità per l’elettore di indicare preferenze NB: L’attuale parlamento è stato eletto col Porcellum, abrogato per incostituzionalità (sentenza della Corte Costituzionale n.1/2014); se si votasse domani, si voterebbe col proporzionale Dal 2018 dovrebbe subentrare l’Italicum, un maggioritario che assegna il 54% dei seggi alla lista che ha vinto con almeno il 40% dei voti, con un secondo turno o ballottaggio tra i due partiti/liste più votati se al primo turno nessuno ha preso il 40% dei voti. Cioè forse sempre, perché 40% è una percentuale di voti molto alta, che è difficile da raggiungere in Italia…..

L’Italicum L’Italicum prevede, per la prossima elezione diretta della Camera: Nb: il Senato non dovrebbe più essere elettivo.. - soglia di sbarramento del 3% (= se un partitino non prende almeno il 3% dei voti, resta fuori dalla Camera dei deputati); - premio di maggioranza: la lista (movimento o partito, non coalizione) che conquista almeno il 40% dei voti prende il 54% dei posti alla Camera, cioè 340 seggi su 630; i 290 posti che rimangono vengono assegnati agli altri partiti, in proporzione ai voti ottenuti; - se nessuna lista prende il 40%, si va al ballottaggio tra le prime due più votate; la lista vincente conquista 340 seggi; - ogni lista ha un capolista “bloccato”(è il “preferito” del partito: se viene eletto un solo deputato di quel partito, è il capolista); - l’elettore può esprimere due preferenze di “genere” diverso (un maschio e una femmina; se vota due maschi o due femmine,la seconda preferenza è nulla).

NB: LE POSSIBILITA’ CHE L’ITALICUM RESTI IMMUTATO AL MOMENTO NON SONO NEPPURE QUOTATE ….

Da quanti anni in Italia si parla di eliminare il bicameralismo perfetto? A parole, tutti erano d’accordo, o quasi : Commissione Bicamerale Bozzi 1992: Commissione De Mita – Iotti 1997: Commissione Bicamerale D’Alema 2001: Revisione del Titolo V della Costituzione 2006: Legge di riforma respinta al referendum confermativo

Spesso la scelta pare difficile, perché le alternative sono simili, o nessuna convince in pieno.. ….. ma finché il popolo può votare vuol dire che c’è democrazia, e che le cose possono ancora cambiare

Per approfondire Openpolis, Openparlamento Lo strumento essenziale super partes per monitorare i lavori del parlamento; vi si trovano vita e opere dei parlamentari (compresi i “voti ribelli” e cambi di gruppo, la dichiarazione dei redditi e delle auto possedute), si tiene d’occhio l’iter delle proposte di legge, si leggono i testi integrali delle nuove leggi e dei decreti del governo FRONTE DEL NO: Coordinamento democrazia costituzionale /materiali-di-approfondimento-su-modifiche-della-costituzione- e-la-legge-elettorale/ FRONTE DEL SI’: Comitato nazionale Basta un sì Testo vigente e modificato a confronto, le ragioni del sì

A cura di Maria Grazia Piccinini, docente di Diritto ed Economia del Belluzzi Fioravanti di Bologna, cui vanno imputate involontarie imprecisioni & volute semplificazioni Settembre 2016