XXV CONGRESSO NAZIONALE SIMET LEGISLAZIONE “Gli Ospedali di Comunità” Dott. Giancarlo Aulizio Milano Marittima, 2015
L’OdC fu tra le prime esperienze (1995-96) di équipe territoriale ed associazionismo medico complesso, basata sull’integrazione multiprofessionale. MMG senza paracadute. L’OdC a Modigliana concorse all’identificazione del Distretto come Presidio Socio-Sanitario. Dopo il trasferimento dei MMG nella Medicina di Gruppo (1997). Poi la costituzione della prima Casa della Salute Grande italiana. (ove il cittadino trova tutte le risposte sociosanitarie) ACN valido era quello del 1992. Mancavano: riferimenti legislativi, modelli organizzativi, forme di tutela assicurativa, finanziamenti Inizialmente attivati per ridurre le tensioni sociali Dott.G.Aulizio 2007
Modigliana: inaugurazione della nuova Sede Territoriale Ai servizi forniti dall'Ospedale di Comunità si aggiunge l’attività ambulatoriale in compresenza dei Medici di Medicina Generale. A Modigliana nella stessa struttura che prima ospitava solo l’OdC, sono terminati i lavori per dare vita alla nuova Sede Territoriale che aggiunge ai servizi già esistenti l’attività ambulatoriale in compresenza dei Medici di Medicina Generale, con un ambulatorio per ognuno. L’OdC accoglie già da diversi anni assistititi affetti da malattie proprie dell’età senile in fase di riacutizzazione e/o riabilitazione, che non necessitano di terapia intensiva o di rilevante impegno tecnologico. Ad esso viene aggiunta la prestazione ambulatoriale dei MMG, integrati per accogliere in caso di necessità anche i pazienti dei colleghi, avendo così un monitoraggio globale sul malato e un’eventuale collaborazione diretta di personale infermieristico e amministrativo. I 5 medici, che mantengono comunque la propria attività anche al di fuori della struttura …, garantiranno in questa nuova sede sette ore al giorno di presenza del Medico di famiglia (8-12 e 16-19) da lunedì a venerdì. Modigliana: inaugurazione della nuova Sede Territoriale Lunedì 28 maggio 2007 Nasce così la prima Casa della Salute Grande italiana
Dott.G.Aulizio 2007
“Degenze Territoriali (Ospedale di Comunità) Intervento Ministro della Salute Livia Turco “La Casa della Salute, luogo di ricomposizione delle Cure Primarie e della Continuità Assistenziale. Roma, 22 marzo 2007 pagina 11 “Degenze Territoriali (Ospedale di Comunità) pag 9 e 11 “Con alcuni posti letto nei quali sono ricoverati pazienti per stati patologici che difficilmente possono essere curati a domicilio ma che non richiedono neppure un ricovero ospedaliero”. “Una struttura con infermieri presenti 24 ore su 24, con operatori Socio Sanitari, nella quale la tutela medica è garantita dai medici di famiglia e dagli specialisti, secondo il bisogno”.
Ministro Turco PSN 2006-08 Casa della Salute “Si tratta di una struttura polivalente in grado di erogare in uno stesso spazio fisico l'insieme delle prestazioni socio-sanitarie, favorendo attraverso la contiguità spaziale dei servizi e degli operatori, l'unitarietà e l'integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni socio-sanitarie che deve rappresentare la struttura di riferimento per l'erogazione dell'insieme delle cure primarie”. “Il sistema delle cure ospedaliere si raccorda con il sistema delle cure primarie e là dove ne ricorrano le condizioni con il sistema delle cure domiciliari in ambiente protetto (ospedale di comunità)”.
CHE RAPPORTO C’E’ fra gli ospedali di comunita’ e le case della salute? 1) La Casa della Salute può prevedere al suo interno posti letti con funzione di Ospedali di Comunità, in questo caso si tratta di Casa della Salute cosiddetta “grande”; 2) Gli Ospedali di Comunità sono nati prima delle Case della Salute; 3) Secondo il PSN 2006-08 che ha normato le Case della Salute e, per la prima volta, recepito l’Ospedale di Comunità, il responsabile della gestione sanitaria dei ricoverati è il medico di medicina generale.
Atti del Seminario Nazionale “La Casa della Salute” Relazione del Prof Atti del Seminario Nazionale “La Casa della Salute” Relazione del Prof. Ferdinando Terranova - Direttore Dipartimento Itaca Università degli Studi di Roma “La Sapienza” pagina 93 e 94
sanitario regionale per il biennio 2013/2014. Delibera di Consiglio Regionale E/R Indicazioni attuative del Piano sociale e sanitario regionale per il biennio 2013/2014. Prot. n. 25918 del 18 giugno 2013 Verso l’assistenza territoriale in sanità Nell’assistenza primaria occorre promuovere attivamente, con il coinvolgimento di tutti i professionisti del sanitario e del sociale, la transizione da un modello organizzativo caratterizzato da professionisti abituati a lavorare in maniera sostanzialmente autonoma ad un modello di medicina del territorio caratterizzato da modalità assistenziali integrate improntate ad alcuni principi: - Approccio interdisciplinare ai problemi di salute sia acuti che cronici - Sviluppo di strumenti per il monitoraggio delle persone fragili e la loro presa in carico - Gestione pro-attiva delle patologie croniche e della fragilità sanitaria - Focalizzazione sulle cure domiciliari con particolare riguardo all’assistenza ai malati terminali (Rete delle Cure Palliative) - Forte attenzione all’uso appropriato delle risorse - Coinvolgimento delle comunità nell’individuazione dei bisogni e delle priorità, attivando momenti di confronto finalizzati allo sviluppo di empowerment individuale e di comunità, valorizzando e sostenendo il ruolo dei caregivers
Modello “Casa della Salute” luogo di pratica interdisciplinare e interprofessionale, dove i cittadini possono trovare risposta alla loro domanda di salute,attraverso l’accesso a servizi sanitari di primo livello, medico ed infermieristico, la disponibilità di prestazioni specialistiche ambulatoriali a bassa sofisticazione tecnologica e l’accesso a prestazioni specialistiche di secondo livello - è un modello che va adeguatamente implementato, anche ripensando la programmazione territoriale alla luce della riorganizzazione prevista per la rete ospedaliera, in modo integrato con la rete dei servizi sociosanitari, anche al fine di assicurare equità di accesso ai servizi (DGR 291/2010). La riorganizzazione dell’assistenza primaria, all’interno delle case della salute, necessita di una ridefinizione dei ruoli e responsabilità professionali nonché di un attento monitoraggio sui processi di integrazione territoriale di queste nuove strutture. Come per l’assistenza ospedaliera, si tratta di diversificare la produzione, descrivendo percorsi e ambiti assistenziali ove, contemporaneamente alla promozione dell’integrazione interdisciplinare, vanno identificate responsabilità e compiti che valorizzino gli apporti di tutti gli operatori del sanitario e del sociale.
Modello “Casa della Salute” In E/R le Case della salute pianificate nelle aziende USL sono attualmente 111, di cui 49 funzionanti e 62 in programmazione. Le 49 strutture attive erogano più frequentemente funzioni di accoglienza, valutazione del bisogno, orientamento ai servizi, assistenza primaria erogata dai Nuclei di Cure Primarie e Continuità Assistenziale per urgenze ambulatoriali, gestione integrata delle patologie croniche a più alta prevalenza (Diabete, Scompenso Cardiaco, BPCO). Punto chiave dell’assistenza proattiva alla cronicità, all’interno delle Case della Salute, diventano gli ambulatori a gestione infermieristica nei quali realizzare programmi di medicina di iniziativa secondo il modello del Chronic Care Model. In alcune Case della Salute sono già disponibili servizi di presa in carico per prestazioni specialistiche di livello più complesso (es. radiodiagnostica, dialisi e riabilitazione), ma è sostenibile che si possa programmare e gestire un’assistenza a maggiore intensità, come ad esempio, la presenza di letti territoriali.
Modello “Casa della Salute” Nell’ambito del SSR, in relazione alla riconversione dei posti letto ospedalieri, deve essere programmato lo sviluppo di strutture sanitarie territoriali intermedie di degenza temporanea o altre riconversioni coerente con la programmazione locale, nell’ambito della residenzialita’ assistita. Le strutture sanitarie intermedie dovranno assicurare ricovero ed assistenza di natura prevalentemente infermieristica e rendere disponibili prestazioni diagnostiche e terapeutiche, mediche e chirurgiche di tipo ambulatoriale. Le strutture territoriali intermedie possono essere collocate sia all’interno delle Case della Salute oppure all’interno dei presidi ospedalieri, in aree appositamente riorganizzate e gestite dai Dipartimenti delle Cure Primarie. Queste strutture si rivolgono principalmente a: Pazienti per lo più anziani, ricoverati in ospedale e clinicamente dimissibili ma in condizioni di non poter essere adeguatamente assistiti a domicilio per la complessità del quadro clinico; Pazienti fragili e/o cronici per la presenza di persistente instabilità clinica.
Ministro Fazio PSN 2010-13 Continuità delle cure ed integrazione ospedale territorio I pazienti che necessitano maggiormente di continuità delle cure sono: post acuti dimessi dall’ospedale che corrono rischi elevati, ove non adeguatamente assistiti, di ritorno improprio in ospedale (necessitano di competenze cliniche ed infermieristiche, con l’affidamento ad un case manager, in una struttura dedicata o a domicilio); cronici, stabilizzati sul territorio, con elevati bisogni assistenziali e rischio di ricoveri inappropriati ove non adeguatamente assistiti; La gestione della cronicità può prevedere un’organizzazione territoriale che comprenda la possibilità di disporre di posti letto territoriali/servizi residenziali gestiti da MMG e personale infermieristico, all’interno di apposite strutture di cure intermedie, ed al contempo percorsi dedicati per il ricovero ospedaliero.”
Ministro Fazio PSN 2010-13 Problematiche dei piccoli ospedali “In questo contesto la riconversione dei piccoli ospedali gioca un ruolo fondamentale nella creazione della rete ospedaliera e nel potenziamento della risposta territoriale. Le scelte regionali di riconversione delle piccole strutture vanno sostenute dalla programmazione nazionale, sulla base degli orientamenti ormai condivisi nella letteratura scientifica internazionale e delle diverse esperienze consolidate nelle diverse Regioni. A tal fine il presente Piano considera prioritario, nell’ambito dei finanziamenti previsti nel programma straordinario di investimenti in sanità, di cui all’art. 20 della legge 67/1988, la riqualificazione della rete ospedaliera, con la riconversione degli ospedali di piccole dimensioni e la loro trasformazione nei nuovi modelli di offerta territoriale sviluppati dalle Regioni tenendo conto delle indicazioni programmatorie nazionali.”
Patto per la salute 2014-2016 Il 10/07/2014 è stata sancita l’intesa tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano, su un nuovo Patto per la Salute per gli anni 2014-2016. Si tratta di un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema. Il Patto, all'art. 5 , impegna lo Stato e le Regioni a definire i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi degli Ospedali di Comunità.
Patto per la Salute 2014-2016 ART.5 Assistenza territoriale 17. Al fine di promuovere la riduzione dei ricoveri inappropriati ed i percorsi di deospedalizzazione, garantendo un'omogenea risposta assistenziale territoriale in tutto il territorio nazionale, si fa riferimento a quanto rappresentato al punto 10.1 Ospedali di comunità di cui allo schema di regolamento recante "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, in attuazione dell'art.1, comma 169 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e dell'articolo 15, comma 13, lettera c) del decreto-legge 6 luglio 2012, n.95 convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n.135", e si conviene di stipulare, entro il 31 ottobre 2014, un'Intesa tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per la definizione dei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi di tali presidi, in cui l'assistenza medica è assicurata dai medici di medicina generale o dai PLS o da altri medici dipendenti o convenzionati con il SSN e che effettuano ricoveri brevi per casi non complessi, che necessitano: - di interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio, ma che necessitano di ricovero in queste strutture in mancanza di idoneità del domicilio (strutturale e familiare), - di assistenza/sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio, L'intesa definisce altresì gli appropriati percorsi clinico-assistenziali, autorizzativi e tariffari di tali strutture, nonché gli standard dei posti letto territoriali. ....