Il cyberbullismo: alcune riflessioni Osimo, 18 novembre 2016
Premessa oltre il 90% degli adolescenti in Italia usa internet il 98% di questi dichiara di avere un profilo su uno dei social network il 52% dei giovani utenti di internet si connette almeno una volta al giorno dati del manuale Tabby (2012)
Definizioni di cyberbullismo ”utilizzo di internet o delle altre tecnologie digitali come i cellulari e i personal computer come mezzo per molestare intenzionalmente altre persone” (Willard 2003) “un atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima” (Smith 2008)
Definizioni di bullismo (proposta di legge 3139 del 2016) «Ai fini della presente legge, con il termine «bullismo» si intendono l'aggressione o la molestia reiterate, da parte di una singola persona o di un gruppo di persone, a danno di una o più vittime, anche al fine di provocare in esse sentimenti di ansia, di timore, di isolamento o di emarginazione, attraverso atti o comportamenti vessatori, pressioni e violenze fisiche o psicologiche, istigazione al suicidio o all'autolesionismo, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni, anche aventi per oggetto la razza, la lingua, la religione, l'orientamento sessuale, l'opinione politica, l'aspetto fisico o le condizioni personali e sociali della vittima.» (dall’art. 1 comma 2 della proposta di legge 3139 del 2016)
Definizioni di cyberbullismo (proposta di legge 3139 del 2016) «Ai fini della presente legge, con il termine «cyberbullismo» si intende qualunque comportamento o atto, anche non reiterato, rientrante fra quelli indicati al comma 2 e perpetrato attraverso l'utilizzo della rete telefonica, della rete internet, della messaggistica istantanea, di social network o altre piattaforme telematiche. Per cyberbullismo si intendono, inoltre, la realizzazione, la pubblicazione e la diffusione on line attraverso la rete internet, chat-room, blog o forum, di immagini, registrazioni audio o video o altri contenuti multimediali, effettuate allo scopo di offendere l'onore, il decoro e la reputazione di una o più vittime, nonché il furto di identità e la sostituzione di persona operati mediante mezzi informatici e la rete telematica al fine di acquisire e manipolare dati personali, ovvero di pubblicare informazioni lesive dell'onore, del decoro e della reputazione della vittima.» (dall’art. 1 comma 2 della proposta di legge 3139 del 2016)
Azioni contro il cyberbullismo (proposta di legge 3139 del 2016) «Chiunque, anche minore ultraquattordicenne, nonché ciascun genitore o soggetto esercente la responsabilità di un minore che abbia subìto un atto di cyberbullismo può inoltrare al gestore del sito internet, del social media, del servizio di messaggistica istantanea o di qualsiasi rete di comunicazione e trasmissione elettronica, nonché al Garante per la protezione dei dati personali, un'istanza per l'oscuramento, la rimozione, il blocco delle comunicazioni che lo riguardano nonché dei contenuti specifici rientranti nelle condotte di cyberbullismo, previa conservazione dei dati originali ... Il Garante per la protezione dei dati personali verifica l'intervento del gestore del sito internet, del social media, del servizio di messaggistica istantanea o di qualsiasi rete di comunicazione e trasmissione elettronica e, qualora il responsabile non abbia provveduto all'oscuramento, alla rimozione o al blocco entro le ventiquattro ore successive al ricevimento dell'istanza di cui al comma 1, vi provvede direttamente ...» (dall’art. 1 comma 2 della proposta di legge 3139 del 2016)
Reiterazione dell’atto Il criterio della reiterazione delle condotte è poco rilevante: grazie alle tecnologie, un singolo gesto può oltrepassare ogni limite di spazio e tempo.
Caratteristiche del cyberbullismo Volontario: frutto di un comportamento deliberato, non accidentale. Ripetuto: rispecchia un modello di comportamento che non è incidentalmente isolato. Ma operando on line, anche un singolo episodio può essere sufficiente per assumere le caratteristiche del bullismo. Danno: la vittima deve percepire che il danno è stato inflitto. Dispositivi elettronici: il loro utilizzo differenzia il cyberbullismo dal bullismo tradizionale.
Manifestazioni del cyberbullismo Flaming: un flame è un messaggio deliberatamente ostile e provocatorio inviato da un utente alla comunità o a un singolo individuo. Harassment: azioni, parole o comportamenti, persistenti e ripetuti, diretti verso una persona specifica, che possono causare disagio emotivo e psichico. Denigration: distribuzione, all’interno della rete o tramite SMS, di messaggi falsi o dispregiativi nei confronti delle vittime, con lo scopo “di danneggiare la reputazione o le amicizie di colui che viene preso di mira”.
Manifestazioni del cyberbullismo Impersonation: il persecutore si crea un’identità fittizia con il nome di un’altra persona nota fingendo di essere quella persona per poi parlare male di qualcuno, offendere, farsi raccontare cose. Tricky o Outing: ingannare la vittima. Il bullo entra prima in confidenza con la vittima, scambiando con essa informazioni intime e private, e una volta ottenute le informazioni e la fiducia della vittima, le diffonde tramite mezzi elettronici. Exclusion: consiste nell’escludere intenzionalmente un altro utente dal proprio gruppo di amici, dalla chat o da un gioco interattivo.
Che cosa pensano gli adolescenti quando agiscono su internet Non puoi vedermi: l’anonimato elimina la preoccupazione legata all’essere scoperti e quindi di subire disapprovazione o punizione. Non posso vederti: la mancanza di un feedback tangibile circa le conseguenze delle proprie azioni sugli altri interferisce con le capacità empatiche e con il riconoscimento che tali azioni causano sofferenza alle vittime.
Che cosa pensano gli adolescenti quando agiscono su internet Tutti lo fanno: l’azione combinata di fattori che portano ad una maggiore disinibizione quando si è on line e la tendenza degli adolescenti ad agire in gruppo può portare a delle norme sociali on line che promuovono un comportamento irresponsabile. Se posso, dovrebbe essere consentito: spesso si pensa che la facilità di un’azione legittimi la stessa. Quanto lontano posso andare?: gli adolescenti spesso mettono in atto comportamenti a rischio al fine di imparare quali sono i limiti delle loro azioni. Impegnarsi in comportamenti a rischio on line potrebbe rappresentare un modo più sano di correre rischi rispetto all’impegnarsi in comportamenti a rischio nel mondo reale.
Le caratteristiche di internet Non c’è oblio, almeno potenzialmente. Accedere è facile. Pubblicare è facile. Si può rimanere sempre collegati con gli altri. Censurare o proibire è praticamente impossibile. Controllare chi accede a quanto da me pubblicato è praticamente impossibile. Riflettere e ragionare può essere molto difficile. Lasciarsi trascinare è molto facile. Estrema dilatazione di spazio e tempo. Non si è mai soli.
L’amicizia secondo i social network Il concetto di «amico» su internet non ha però lo stesso significato che ha nella realtà: le «richieste di amicizia» si fanno con un semplice «aggiungi». Anche i semplici conoscenti e persino gli estranei (per esempio quelli di una comunità di gioco) possono diventare amici. Molti di questi «amici» non li si è mai visti di persona.
Le competenze per utilizzare internet I ragazzi e i giovani acquisiscono rapidamente una competenza tecnica per poter fare sul loro computer o smartphone quello che poi fanno. Mancano però della competenza psicosociale per valutare le loro azioni e le conseguenze che ne possono derivare.
Che cosa si può fare Aiutare i ragazzi che si trovano in difficoltà perché oggetto di prevaricazioni on line. Intervenire nei confronti di chi fa un uso inadeguato della rete e dei cellulari ascoltando eventuali problemi e fornendo consigli. Sensibilizzare, dare informazioni ai ragazzi ma anche ai genitori su quelli che sono i rischi della rete. Non minimizzare. Non stigmatizzare. Far capire ai ragazzi che alcuni comportamenti che loro mettono in atto sono considerati anche reati. Un ragazzo che ruba una foto e la mette on line commette due reati. Il confine fra ciò che è lecito e ciò che non lo è, nell’uso della rete è spesso sottile.
Tabby (www.tabby.eu) Tabby è un questionario anonimo in cui si chiede ai ragazzi e alle ragazze informazioni su quello che succede loro a scuola e sull'utilizzo che fanno di internet. Le risposte che i ragazzi e le ragazze forniscono sono utili a stimare in che misura i loro comportamenti nella vita reale e in internet li pongono a rischio di agire o subire le prepotenze on line. I ragazzi ottengono un punteggio che consentirà loro di sapere se sono a rischio di essere coinvolti in queste dinamiche e di ottenere consigli per non cadere nella rete. Il progetto comprende anche quattro filmati che aiutano a riflettere su casi verosimili.
Grazie per l’attenzione. Per finire … Grazie per l’attenzione.