LE INVASIONI BARBARICHE E LA CADUTA DELL’IMPERO

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Transcript della presentazione:

LE INVASIONI BARBARICHE E LA CADUTA DELL’IMPERO Dalla morte di Teodosio alla deposizione di Romolo Augustolo

I REGNI ROMANO BARBARICI Fin dal II secolo a. C. aveva avuto inizio la pacifica infiltrazione dei barbari nell’Impero, sia come soldati che come coloni. Come soldati dapprima entrarono nelle guarnigioni stanziate lungo il limes, poi vennero ammessi nelle truppe in servizio all’interno dell’Impero. Questa infiltrazione si accentuò nel corso del IV secolo: i barbari erano dovunque (nella corte imperiale, nell’esercito, nelle campagne, nelle villae signorili) Nel V secolo incominciarono le grandi invasioni in Occidente, con la conseguente formazione di regni romano-barbarici. La loro intenzione non era quella di distruggere e poi fondare stati autonomi, ma di ottenere l’ingresso e la permanenza nei confini imperiali come federati. L’Impero di Roma era l’unico stato che conoscevano, perciò miravano a rinvigorirlo. Germani e Romani potevano completarsi a vicenda: i Romani avevano le leggi e una solida organizzazione burocratica, i Barbari la forza delle armi.

I VISIGOTI IN ITALIA Guidati dal re Alarico avevano invaso la Grecia e la Macedonia (395) ed in quell’occasione lo stesso Alarico aveva ottenuto il titolo di «generalissimo» (397), ma poco dopo, in seguito ad una sommossa antibarbarica scoppiata a Costantinopoli, si volse contro l’Italia (401) 401: Alarico scende in Italia, assedia aquileia e «dilaga» nella Pianura Padana, muovendo contro Stilicone che si trovava in Gallia. Stilicone anticipò le mosse del nemico e, giunto in Italia, lo sconfisse a Pollentia e a Verona. Stilicone concesse poi ad Alarico di tornare nell’Illirico (403). Nel frattempo l’imperatore Onorio trasferiva la capitale da Milano a Ravenna, che, difesa dalle paludi e posta vicino al mare, offriva maggiori possibilità di difesa. 405: Radagaiso, re probabilmente ostrogoto, si spingeva fino in Toscana, ma Stilicone lo sconfisse a Fiesole, facendo prigioniero e poi mandando a morte il nemico.

I VISIGOTI IN ITALIA 408: Alarico scese nuovamente in Italia, ma Stilicone lo convinse ad allontanarsi, dietro il pagamento da parte del Senato di un’ingente somma in denaro. Ciò provocò la rovina di Stilicone: accusato di essere amico dei barbari e quindi di tradimento verso Roma, fu condannato a morte. ROMA PERDEVA L’UNICO UOMO IN GRADO DI DIFENDERLA. 410: IL SACCO DI ROMA. Alarico scese per la terza volta in Italia e marciò, senza incontrare ostacoli, su Roma, mettendola a ferro e fuoco per tre giorni. Onorio intanto si era rifugiato e rinchiuso a Ravenna, incapace (in tutti i sensi) di prendere iniziative. Alarico, spostatosi verso sud, morì improvvisamente a Cosenza e, secondo la leggenda, fu sepolto nel fiume Busento (410) I Visigoti si stanziarono quindi nella Gallia Meridionale, fondando il REGNO DEI VISIGOTI (dal fiume Loira ai Pirenei)

I VANDALI IN AFRICA 423: Muore Onorio ed il suo posto fu preso da Valentiniano III, figlio di sua sorella, Galla Placidia, che ottenne la reggenza dell’Impero, avendo lo stesso Valentiniano appena 4 anni. Sembra che sia stato il generale romano Bonifazio ad invitare i Vandali, da poco stabilitisi in Spagna, a passare in Africa. Genserico li guidò così nel nord Africa, dove fondarono un regno che andava dallo stretto di Gibilterra fino ai confini della Cirenaica. I Vandali crearono poi una flotta, con la quale percorsero in lungo ed in largo il Mediterraneo, conquistando la Sardegna, la Corsica e le isole Baleari. 455: I VANDALI SACCHEGGIANO ROMA. I Barbari, ancora guidati da Genserico, giunsero a Roma, risalendo il corso del fiume Tevere. Uccisero l’imperatore Petronio Massimo, fecero prigioniera l’imperatrice Eudossia e solo l’intervento di papa Leone I evitò un massacro tra la popolazione.

GLI UNNI: IL PERICOLO ARRIVATO DA EST Giunti dalle steppe dell’Asia centrale, avevano spinto verso l’Impero Romano gli altri popoli barbarici e si erano già affacciati ai confini dell’Impero stesso. 450: Guidati dal famigerato Attila, invasero la Gallia settentrionale. Ma nel 451 il generale romano Ezio riuscì con l’aiuto dei federati Visigoti a sconfiggerli presso i CAMPI CATALAUNICI (Chalons sur Marne). Fu l’ULTIMA VITTORIA DI UN ESERCITO IMPERIALE. 452: Attila si spinse in Italia, distrusse la città di Aquileia. Sul fiume Mincio fu raggiunto da un’ambasceria romana: tra gli altri, ne faceva parte il papa Leone I, che convinse il re unno a ritirarsi al di là delle Alpi. 454: Valentiniano III fa uccidere il generale Ezio, il grande avversario di Attila.

E GLI ALTRI BARBARI? 406: Mentre Alarico invadeva l’Italia, una tremenda ondata di barbari (Svevi, Alani, Vandali, Burgundi) si abbatteva sulla Gallia. 413: i Burgundi, in qualità di federati, si stabilirono in Gallia, nella regione che da loro prese il nome di Borgogna. Svevi e Vandali penetrarono in Spagna. Gli Svevi si fermarono nella Galizia ed in Lusitania (Portogallo), mentre i Vandali fondarono un regno, l’Andalusia (=Vandalusia) 442: Angli e Sassoni, provenienti dalle regioni dell’Elba, si stabilirono in Britannia. I Britanni, viceversa, scesero in Gallia, nella regione poi chiamata Bretagna.

L’ANARCHIA DEGLI ULTIMI ANNI L’Impero sopravvisse ancora alcuni anni, ma visse un ultimo grande periodo di anarchia, durante il quale si succedettero una ventina di imperatori. I veri padroni di Roma erano ormai i generali barbari: Ricimero ad esempio tenne a lungo il potere effettivo, eleggendo e poi deponendo molti imperatori (Maggiorano, Libio Severo, Procopio, Antemio, Olibrio). Gundobado nominò imperatore Glicerio, come poi Oreste fece con Giulio Nepote e successivamente con il proprio figlio Romolo Augustolo. 476: Odoacre, dopo avere sconfitto a Pavia il generale Oreste, depose l’ultimo imperatore, Romolo Augustolo, inviando a Costantinopoli le insegne imperiali e ottenendo dall’imperatore d’oriente Zenone di governare l’Italia. L’IMPERO ROMANO D’OCCIDENTE NON ESISTEVA PIU’