Le politiche pubbliche Prof. Adolfo Braga

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Transcript della presentazione:

Le politiche pubbliche Prof. Adolfo Braga Innovazioni Organizzative e Regolazione del Lavoro nella Pubblica Amministrazione Le politiche pubbliche Prof. Adolfo Braga UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TERAMO Facoltà Scienze Politiche Corso di Laurea in “Scienze delle Amministrazioni” A.A. 2016-2017

Principali caratteristiche dei processi di policy Per ragionare sul funzionamento di un sistema economico-sociale occorre necessariamente ragionare anche sul funzionamento del sistema politico Fare una prima distinzione: tra "la politica" e "le politiche“ "fare politica" (in inglese politics) "fare le politiche pubbliche" (in inglese policies) “qualche cosa che attende ancora di essere chiaramente definito” "la politica pubblica…, non so come definirla, ma quando la vedo la riconosco"

“Fare politica" Si centra di volta in volta: sull'analisi del comportamento elettorale (la competizione elettorale è il momento essenziale per il conseguimento e la legittimazione del potere in un regime democratico) sui sistemi di partito (perché la forma partito si è imposta come la migliore soluzione organizzativa per la conquista e l'esercizio del potere) sul sistema istituzionale (gli organi di governo, le sedi legislative, ecc.)

“Fare le politiche pubbliche" Occupa temporalmente lo spazio tra l'una e l'altra competizione elettorale Analizza i complessi processi di produzione e attuazione delle decisioni politiche Studia il "chi", il "cosa", il "perché", il "come", il "quando" di un processo decisionale, dal suo momento originario al suo atto conclusivo

Sono le politiche pubbliche a determinare la politica, e non viceversa

Una politica pubblica è composta da … (1) da materiale molto vario e da tanti ingredienti: Bisogni Interessi Comportamenti sociali Discorsi e manifestazioni Comportamenti amministrativi Leggi Proposte tecniche Risorse economiche Bilanci di spesa Urla e da silenzi Diverse, ma identificabili, dimensioni geografiche (un comune, una regione, uno Stato o, come nel caso dell'Unione europea, più Stati)

Una politica pubblica è composta da … (2) il materiale può essere disposto in un ordine logico e cronologico consente di ricomporre il processo decisionale, che può ovviamente essere ricondotto alla responsabilità di una, o più autorità pubbliche porre al centro della ricerca le specifiche azioni intraprese dalle autorità pubbliche per affrontare, rinviare o eludere i problemi sorti in un determinato ambito territoriale e temporale Il luogo, non fisico ma metaforico, in cui prende avvio e si sviluppa una politica pubblica, viene definito "arena"

Il ruolo degli attori nelle Policy (1) Nel linguaggio drammaturgico l'attore è colui che agisce sulla scena interpretando una certa parte Nello studio delle politiche gli attori di policy (individuali o collettivi) sono proprio i soggetti che determinano il percorso della politica, con le loro interpretazioni, i loro ruoli, le loro azioni e le loro reazioni Una scena teatrale è riempita da attori che parlano, interloquiscono, agiscono La scena delle politiche è caratterizzata dalla presenza di attori che comunicano e interagiscono Gli attori teatrali, recitando, danno vita al dramma Gli attori delle politiche, agendo, danno vita e contenuto alle politiche stesse

Il ruolo degli attori nelle Policy (2) I policy actors fanno le politiche pubbliche (e sono quindi detti anche policy makers) “Quali attori fanno le politiche pubbliche? Chi svolge un ruolo determinante nell'influenzare il percorso dei processi politico-decisionali aventi rilevanza collettiva? Rappresentazione dei processi di politica pubblica come processi in cui era possibile individuare una specifica categoria dominante di attori decisionali, costituita dai politici, dai partiti politici, dal sistema politico Ruolo delle burocrazie che svolgono un ruolo principale nei processi di policy Le policies sono caratterizzate dalla presenza di numerosi attori, molti dei quali spesso rilevanti e codeterminanti il percorso decisionale

Che cosa è una “policy”? “Policy”: politiche per distinguerle da politica in italiano: è la politica dei politicanti, ovvero sono le prassi di gestione del potere Le buone politiche sono quelle che danno buoni risultati. (impronta pragmatica e concreta di “policy”) Analizzare nel meccanismo della decisione e del trasferimento dal potere legislativo alla concreta attuazione di una politica quale è il contributo che può dare la conoscenza scientifica

Cosa non sono le politiche (policies): Non sono leggi Non sono dei procedimenti amministrativi (quelli che attuano la legge nel concreto) Non sono decisioni Non sono dei programmi ordinati, coerenti, di scelte orientate Non sono argomento di conflitto politico (sono lontane dalla definizione di programma politico che può avere, ad esempio, un partito quando si presenta in campagna elettorale, ne rappresentano, però, una faccia) Dentro un programma politico le politiche (le “policies”) devono esserci

Le “policies” non si eseguono, ma si implementano Implementazione: non bisogna dare per scontato che le decisioni di un Parlamento e di un Governo siano automaticamente tradotte in azioni dagli apparati burocratici Quando un Governo prende una decisione non è detto che la stessa si applichi come lo stesso Governo aveva detto di volere che fosse applicata

Le non politiche le non decisioni l’ignorare certi problemi di implementare una “policy” le decisioni che prendono contro una determinata “policy” prevalente con altre contro- altre “policy” Come è tradotta una certa decisione con gli attori che si sono opposti

Le “policies” implicano un concetto di politiche pubbliche Hanno carattere e un contenuto autoritativo Danno delle regole. (possono essere non scritte) Le regole possono diventare: leggi, regolamenti, prassi, usanze. Sono sostanzialmente pubbliche in quanto si svolgono in una arena pubblica controllabile Gli attori della “policy” (i “policy makers”) hanno una legittimazione ad essere presenti in un’arena E’ una legittimazione politica: rappresentano o essi stessi, che sono in grado di esprimere direttamente la rappresentanza, o altri. Ci sono gli attori non presenti: quelli che si possono opporre, ostacolare o affiancare o alleare successivamente o al di fuori del luogo (l’arena) in cui si decide

Le “policies” come categorie analitiche Non fenomeni: non sono dei fatti che avvengono Sono strumenti che servono per capire i fatti avvenuti Le “policies” non sono un prodotto diretto di colui che partecipa alla trattativa, alla discussione per la sua attuazione Appartengono categoria di coloro che sono gli esperti, i consiglieri degli attori

Quali sono gli strumenti? Con questi strumenti può essere possibile un processo di implementazione, costruzione, offerta di un disegno di politiche agli attori Strategie di ricerca macro (pochi indicatori: con il livello di reddito e l’età è possibile avere delle idee macro su quali sono alcune politiche) Strategie di ricerca micro (numerosi indicatori per pochi casi - ad esempio: la situazione italiana raffrontata con la tedesca, ma analizzarli profondamente e visti con più dettaglio)

Due domande per interscambiare “politics” e “policy” Prima domanda: la politica determina le politiche? (i decisori: il Parlamento, i vari Enti decidono nel concreto le politiche, le determinano?) Seconda domanda: sono le “policies” a determinare la “politics” (le politiche che determinano il terreno su cui poi i politici si devono comunque confrontare) Queste domande servono a ristabilire la preminenza dei fatti, delle osservazioni plausibili sulle intenzioni, sui programmi

Tipologia di Politiche Pubbliche La classificazione delle Politiche Pubbliche distingue: Politiche distributive Politiche regolative Politiche redistributive Politiche costituenti

Politiche distributive L'espansione del settore pubblico, e in particolare del welfare state ha fatto sì che le decisioni sulla spartizione delle risorse di bilancio si sono imposte come oggetto preminente dell'attività di governo assegnare benefici in forma esplicita ad una o più categorie di cittadini non imputare in forma esplicita i costi ad altre categorie

Caratteristica distintiva delle politiche distributive Asimmetria tra benefici (tangibili e concentrati) e costi (occulti o diffusi su grandi numeri) Mancanza di una chiara identificazione (in termini sia oggettivi che soggettivi) del "pagatore": vi è sempre qualcuno che riceve, ma senza che vi sia una parallela ed esplicita sottrazione di risorse a qualcun altro

Benefici delle erogazioni distributive Trasferimenti e sussidi monetari: beni che si prestano per loro natura ad essere suddivisi in quote adatti ad essere dispensati in forma selettiva e differenziata i destinatari possono occasionalmente coincidere con gruppi sociali di grande ampiezza tendenzialmente si rivolgono a piccoli gruppi L’impatto individuale (ossia di ogni singola politica) rimane perlopiù modesto rispetto a quello originato da altre policies

Creare le condizioni per catturare i benefici non competere con degli antagonisti il perseguimento di assegnazioni distributive origina un potenziale di concorrenza fra i vari aspiranti (le categorie e i loro sponsor politici) la conflittualità tende a restare circoscritta la strategia più razionale è quella della cooperazione e del compromesso con gli altri partecipanti: per massimizzare le dimensioni della torta da spartire, a tutto discapito dei pagatori occulti compromesso per adottare modalità di spartizione "universalistiche“ le categorie e i gruppi politici che le rappresentano (o ne ricercano il consenso) non hanno nessuna convenienza a esprimere valutazioni e a negoziare bilateralmente o multilateralmente sulle rispettive istanze non interferenza reciproca e scambio di voti e di favori compensazioni collaterali o differite ispirate a criteri di "reciprocità"

Un tratto distintivo della politica distributiva tende a prodursi in ambienti istituzionali frammentati e opachi difficile individuare con chiarezza tanto il "luogo della decisione" quanto il responsabile della medesima Parlamenti-arena, articolati in due camere e numerosi commissioni, come ambiente ideale per la produzione di decisioni distributive la policy distributiva particolarmente esposta alle degenerazioni clientelari si possono creare condizioni per l'insorgenza di corruzione politica (benefici pubblici contro regali privati)

Le politiche regolative (1) Regolare: modificare intenzionalmente la gamma dei comportamenti ammissibili individuare l'essenza dell’attività nello scostamento fra la libera composizione degli effetti delle azioni individuali e di gruppo il diverso "ordine" imposto dal sistema di regole richiamo implicito ai potenziali fondamenti "contrattualisti" dell'ordine politico legame esplicito con l'essenza stessa del rapporto fra cittadini e autorità legittima capacità di abbracciare modalità regolative differenti: tradizionale regolazione di comando e controllo all'utilizzo di incentivi, all'autoregolazione

Le politiche regolative (2) modifica intenzionale dei comportamenti per non pregiudicare l'inserimento nella categoria delle politiche regolative fenomeno di rilassamento dei requisiti abbassamento degli standard sospensione delle prescrizioni formali estensione dei limiti temporali le regole nascono per la realizzazione di obiettivi specifici un difficilmente identificabile interesse pubblico non trascurare gli importanti elementi che accomunano processi per altri versi lontani fra loro, quali quelli della regolazione economica e della regolazione sociale

Criteri per la regolazione di una politica regolativa riconoscimento e accettazione, da parte degli stessi destinatari, dei limiti imposti ai comportamenti “Le regole non sono tali se nessuno le rispetta” “L'autorità politica non è legittima se nessuno la riconosce” necessità di conformità: la regolazione e il potere consistono in una relazione bidirezionale fra categorie di attori (chi regola e chi è regolato) se qualcuno, nega la regolazione, vi si sottrae, essa perde la sua natura

Carattere originale della regolazione da un punto di vista formale, tende a perpetuarsi nel tempo le regole non si esauriscono da sole; devono essere annullate o modificate da altre regole Il più delle volte si assiste ad una loro proliferazione favorita dall'assenza di un «bilancio delle regole" simile al vincolo imposto dai conti dello Stato rischio di condurre alla sedimentazione di "strati" sempre più compatti e caotici di interventi regolativi

Le politiche redistributive (1) Gran parte delle politiche pubbliche - soprattutto quelle che riguardano la sfera economico-sociale - hanno come conseguenza diretta o indiretta la redistribuzione di risorse fra diversi aggregati di cittadini Il termine "redistributivo" è utilizzato in un'accezione ristretta e connota solo quei provvedimenti che implicano un trasferimento "esplicito" di risorse fra due o più gruppi sociali "consapevoli"

Le politiche redistributive (2) decisioni che tolgono risorse economiche a qualcuno (che vi si oppone) per darle a qualcun altro (che si mobilita per ottenerle) rispetto alle politiche distributive, la differenza risiede nella imputazione visibile di costi sempre diretti e di natura economica (a differenza di quanto avviene nelle politiche regolative, che spesso impongono costi economici indiretti o costi di natura non economica)

Un esempio: le politiche del "rigore" sperimentate da pressoché tutti i governi a partire dagli anni Ottanta piene di esempi di tagli e inasprimenti fiscali imposti a specifiche categorie per servire l'interesse diffuso del risanamento finanziario politiche redistributive che si presentano come specularmente opposte a quelle distributive, ossia come provvedimenti "a costi concentrati e benefici diffusi"

Il problema del finanziamento nelle politiche redistributive Una politica redistributiva può concedere vantaggi (per esempio, un sussidio) imporre costi (per esempio, un'addizionale straordinaria d'imposta) di importo modesto, a categorie circoscritte e una tantum I provvedimenti di redistribuzione interessano i grandi aggregati sociali (le principali categorie occupazionali, i pensionati nel loro complesso, tutti i percettori di redditi al di sopra di una data soglia, ecc.) Il finanziamento può irrompere nell'agenda pubblica a causa di buchi di bilancio non colmabili attraverso le tecniche di occultamento tipiche dell'approccio distributivo La politica fiscale è quasi interamente finalizzata proprio alla individuazione dei "pagatori"

Politica costituente (1) Le politiche costituenti rappresentano un tipo piuttosto particolare di politica pubblica determinato tipo di politica pubblica capace di identificare alcune specifiche modalità di relazione politica, a prescindere dal settore di policy di afferenza “Costituente» piuttosto che "istituzionale“ le politiche istituzionali identificano solitamente il settore delle regole costituzionali ed elettorali di un sistema politico le politiche costituenti interessano "le regole sui poteri o le regole sulle regole“ è costituente la politica pubblica in cui l'oggetto del contendere concerne esplicitamente il contesto delle regole e degli assetti istituzionalizzati un sistema politico, le relazioni tra i diversi livelli di governo, un settore di politica pubblica, le relazioni tra i settori di policy istituzionalizzati

Politica costituente (2) le politiche costituenti si caratterizzano in modo qualitativamente diverso dalle altre politiche settoriali non hanno come fine prioritario quello di risolvere o di gestire un determinato insieme di problemi collettivi quanto quello di predisporre gli attrezzi istituzionali, organizzativi e procedurali necessari al trattamento dei problemi aventi rilevanza collettiva hanno per oggetto le metaregole, laddove i policy makers decidono di accentrare il focus decisionale sulle modalità istituzionali decisioni formulate e implementate piuttosto che sul contenuto sostantivo della politica stessa

Politica costituente (3) le dinamiche costituenti all'interno di un settore di politica pubblica sono strettamente connesse al contenuto della politica stessa al contenuto auspicato dagli attori partecipanti al processo decisionale incidere sulla distribuzione di potere e sulle strategie di politica pubblica in modo tale da prestrutturare determinati percorsi dei processi decisionali un altro modo, perseguito dagli attori, per raggiungere determinate modalità (di politics) di operare della policy, non consentite o non perseguibili attraverso le caratteristiche vigenti

Politica costituente (4) le costituzioni sono forme che strutturano e disciplinano i processi di formazione delle decisioni statuali stabiliscono come debbano essere create le norme non decidono, né debbono decidere che cosa debba essere stabilito dalle norme le "regole sulle regole"non influenzano direttamente il corso delle politiche pubbliche prestrutturano alcune caratteristiche e determinati assetti normativi e procedurali rilevanti per le modalità attraverso cui vengono trattate le politiche pubbliche non sono completamente neutrali

Politica costituente (5) la natura delle politiche costituenti condiziona le caratteristiche degli attori coinvolti e le dinamiche della loro interazione il contenuto delle politiche costituenti fa sì che, solitamente, ad essere direttamente e profondamente coinvolti siano, principalmente, gli attori elitari del livello sistemico o dell'arena di politica pubblica in cui si svolge il processo decisionale) e degli attori, la cui discrezionalità decisionale è in qualche modo in gioco possono partecipare direttamente al processo costituente, quantomeno in alcune sue fasi la partecipazione è molto limitata e disincentivata dai comportamenti di coloro i quali sono direttamente parte in causa e tendono a monopolizzare il processo