ITALIANO D’OGGI.

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Transcript della presentazione:

ITALIANO D’OGGI

ARCHITETTURA DELL’ITALIANO L’italiano d’oggi è organizzato su tre fasce: 1) un insieme di scelte linguistiche (parole, suoni, costruzioni) che formano la ‘grammatica fondamentale’ del patrimonio storico dell’italiano e sono usate da tutti nei contesti più vari; 2) più insiemi di scelte linguistiche “particolari” che sono differenti tra loro da diversi punti di vista: geografico, stilistico, ecc. e ognuno di questi costituisce una varietà di lingua; 3) i dialetti: non sono usati da tutti su tutto il territorio ma sono un elemento comunicativo molto importante per gli italiani;

VARIETÁ DELLA LINGUA Sono quelle che hanno un maggiore spazio di variazione, secondo 4 aspetti: - area geografica → variazione diatopica - caratteristiche sociali del parlante → variazione diastratica (gruppo sociale di appartenenza) - situazione in cui si sta usando la lingua → variazione diafasica - il mezzo attraverso il quale comunico (lingua, scritta, lingua parlata) → variazione diamesica “a noi ci piace” appartiene alla varietà diastratica (italiano popolare) e alla varietà diamesica (italiano parlato colloquiale) “gli ho chiamato se veniva” ‘gli ho chiesto se sarebbe venuto’ appartiene alla varietà diatopica (italiano piemontese che risente fortemente del dialetto) e diastratica (italiano popolare)

OSSERVAZIONI a) la maggiore incidenza della diatopia, che entra nel quadrante alto della diastratia/diafasia e invade – in diamesia – il settore della lingua scritta; b) la risalita dell’italiano standard (ormai di fatto cristallizzato in quello scolastico) fin quasi a coincidere con l’italiano aulico formale (...), e l’identificazione del nuovo standard (forme e costrutti che di fatto sono entrati da poco nella varietà standard) con l’italiano di un buon articolo di giornale (...); c) ai piani alti, la promozione dell’italiano tecnico-scientifico a varietà di massimo prestigio e la sostituzione dell’italiano burocratico con quello aziendale, misto di residui burocratici e di tecnicismi economici; d) la netta distinzione tra italiano regionale e italiano popolare; e) il sensibile avvicinarsi (fin quasi a sovrapporsi) di italiano parlato colloquiale, italiano regionale e italiano informale trascurato; f) la comparsa, nel quadrante in alto a destra, di una varietà scritta spiccatamente informale e diastraticamente trasversale: l’italiano digitato.

ITALIANO STANDARD 1) è la varietà di lingua che rappresenta il modello per i parlanti ed è quella che viene insegnata → fa riferimento alle norme date dalla scuole come ‘forme corrette’ della lingua: italiano normativo; 2) è la caratteristica propria di una lingua o di un comportamento del linguaggio che viene accettato come forma usuale, è la lingua comunemente usata dai parlanti e comprende anche forme non accettate dalle grammatiche ma che ricorrono nell’uso della lingua: italiano comune

ITALIANO NORMATIVO L’italiano normativo è caratterizzato dal fatto di: a) essere codificato cioè tramandato da istituzioni nazionali (la scuola) che assicurano il rispetto delle norme; b) dotato di prestigio costituisce un modello da imitare perché è l’unico corretto; c) ha una funzione unificatrice tra i parlanti di varietà diverse (ad es. di diverse varietà regionali) d) ha una tradizione come lingua scritta e) è utilizzabile per la produzione di testi di diverso tipo (scientifici, letterari) f) non è legata a una specifica varietà regionale di lingua

L’italiano di base toscana codificato come lingua- modello nel ‘500 e diventato poi lingua nazionale (scritta e parlata) ha quasi tutte queste caratteristiche: - prestigio della lingua tramandata e regolata dall’insegnamento scolastico; - lingua che usano tutti gli italiani e che li fa identificare come diversi dai francesi, dai tedeschi, ecc. - ha una lingua tradizione scritta e viene usata da molti secoli per la produzione dei testi.

ITALIANO COMUNE “Io compro il pane” Tutti i tratti dello standard normativo entrati nell’uso quotidiano effettivo, sia scritto che parlato degli italiani Un insieme di forme e tratti linguistici che, di fatto sono usati e accettati come forme standard “Io compro il pane” dislocazione a sinistra “Il pane lo compro io” dislocazione a destra “Lo compro io il pane”; Il presente usato con il valore di futuro “domani vado al cinema”