L’impresa perfettamente concorrenziale

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Transcript della presentazione:

L’impresa perfettamente concorrenziale Nella lezione precedente abbiamo considerato i costi di produzione, la loro definizione, relazione reciproca e rappresentazione grafica. Consideriamo adesso come è possibile estendere questa analisi per analizzare la massimizzazione del profitto di una impresa concorrenziale nel breve e nel lungo periodo. Questo modello verrà adattato in seguito per analizzare il comportamento di altri tipi di imprese.

CHE COSA E’ UN MERCATO CONCORRENZIALE? In un mercato perfettamente concorrenziale vi è un numero così elevato di acquirenti e venditori di un bene standardizzato, che nessun singolo acquirente o venditore può con il proprio comportamento di acquisto o vendita influire sul prezzo. Ovvero, tutti i venditori e compratori sono PRICE TAKERS, prendono il prezzo come dato.

Inoltre, i mercati concorrenziali non hanno BARRIERE ALL’ENTRATA, ovvero le imprese possono entrare o uscire dall’industria facilmente, in risposta alle variazioni delle condizioni di mercato.

LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO E LA CURVA DI OFFERTA DI UN’IMPRESA CONCORRENZIALE Come tutte le altre imprese, l’impresa concorrenziale ha come obiettivo ottenere il massimo profitto. Ricordiamo di aver commentato come individui razionali prendano decisioni al margine. Quindi, un qualsiasi agente economico, compresa l’impresa, massimizzerà il proprio benessere applicando la regola generale di intraprendere un’attività fino a quando il BENEFICIO MARGINALE è maggiore o uguale al COSTO MARGINALE.

Un corollario a questa regola imporrà di interrompere l’attività quando IL BENEFICIO MARGINALE è uguale al COSTO MARGINALE.

Applicata a un’impresa con l’obiettivo della massimizzazione del profitto, la regola diventa Produrre fino a quando il RICAVO (beneficio) MARGINALE (addizionale) è maggiore o uguale al COSTO MARGINALE (addizionale), e interrompere la produzione quando il ricavo marginale è uguale al costo marginale.

E’ necessario notare che i COSTI FISSI sono irrilevanti nel prendere le decisioni future, ovvero decidere se produrre da un certo punto in poi. Ci si riferisce ai costi fissi come a costi NON RECUPERABILI - SUNK COSTS - perché, una volta che sono stati sostenuti, essi non possono essere recuperati. Notiamo infatti che

Un’impresa determina la quantità da produrre uguagliando ricavo marginale e costo marginale, nessuno dei quali dipende dai COSTI FISSI.

Per comprendere meglio quanto detto, dobbiamo considerare DUE MISURE del RICAVO RICAVO MEDIO = RICAVO TOTALE/QUANTITA’ Il ricavo medio è uguale al ricavo totale diviso la quantità prodotta. Visto che il ricavo totale è PQ, PQ/Q sarà pari a P. RMe = PQ/Q = P Quello che l’impresa ricava dal vendere una unità in media è pari al prezzo a cui la vende, sempre lo stesso

RICAVO MARGINALE=RICAVO TOTALE / QUANTITA’ RM = P Visto che il prezzo è sempre lo stesso, il ricavo per un’unità addizionale di bene venduta sarà sempre lo stesso, ovvero sarà sempre uguale al prezzo di mercato a cui si vende. Quindi,

RICAVO MEDIO = RICAVO MARGINALE = PREZZO. La regola considerata prima diventa quindi RICAVO MARGINALE = PREZZO = COSTO MARGINALE RM = P = CM Per ogni prezzo, l’impresa sceglierà la quantità da produrre/offrire guardando alla curva del costo marginale, che è anche la CURVA DI OFFERTA dell’impresa.

Per considerare in dettaglio le decisioni di produzione e offerta di un’impresa concorrenziale, prendiamo un esempio

P = 6 Q RT CT 0 0 3 1 6 5 2 12 8 3 18 12 4 24 17 5 30 23 6 36 30 7 42 38 8 48 47

Consideriamo come calcolare ricavo e costo marginale P=6 Q RT CT RM 0 0 3 0 1 6 5 6 2 12 8 6 3 18 12 6 4 24 17 6 5 30 23 6 6 36 30 6 7 42 38 6 8 48 47 6 La vendita di ogni unità dà lo stesso incremento di ricavo: il prezzo a cui vendo il bene sempre uguale a 6

Consideriamo come calcolare ricavo e costo marginale P=6 Q RT CT RM CM 0 0 3 0 - 1 6 5 6 2 2 12 8 6 3 3 18 12 6 4 4 24 17 6 5 5 30 23 6 6 6 36 30 6 7 7 42 38 6 8 8 48 47 6 9 CM = CT/Q

Q RT CT RM CM 0 0 3 0 - 1 6 5 6 2 2 12 8 6 3 3 18 12 6 4 4 24 17 6 5 5 30 23 6 6 6 36 30 6 7 7 42 38 6 8 8 48 47 6 9 Vediamo che il livello della produzione per cui RM = P = CM è pari a 5

Q RT CT RM CM PROFITTO 0 0 3 0 - -3 1 6 5 6 2 1 2 12 8 6 3 4 3 18 12 6 4 6 4 24 17 6 5 7 5 30 23 6 6 7 6 36 30 6 7 6 7 42 38 6 8 4 8 48 47 6 9 1 Vediamo che per Q>5 il profitto diminuisce Produrre 1 unità in più costa di più di quanto se ne ricava RM<CM

Graficamente…. CM CM crescente La retta orizzontale rappresenta il P dato = RM =RMe P=RM=RMe Q*

Perché il livello di Q che max il profitto è quella per cui RM=CM? Se Q<Q* RM>CM Aumento il profitto se produco di più…. L’aumento del ricavo è maggiore dell’aumento del costo CM P=RM=RMe Q1 Q*

Perché il livello di Q che max il profitto è quella per cui RM=CM? Se Q>Q* RM<CM Aumento il profitto se produco di meno…. La diminuzione del costo è maggiore della diminuzione del ricavo CM P=RM=RMe Q* Q2

Solo se produce Q* l’impresa non può aumentare il profitto variando la produzione, ma solo diminuirlo Ma allora a questa quantità il profitto è massimo Quindi l’impresa concorrenziale produrrà la quantità corrispondente al punto di uguaglianza tra RM – ovvero PREZZO – e CM

LA CURVA DI OFFERTA IN UN MERCATO CONCORRENZIALE Questo ci permette di dire un’altra cosa: Se per ogni prezzo l’impresa produce al livello di P=CM, La curva di offerta dell’impresa corrisponderà alla curva del COSTO MARGINALE

Se P1, l’impresa produce Q1 CM P1 Q1

Se P1, l’impresa produce Q1 CM P2 P1 Q1 Q2

Se P1, l’impresa produce Q1 CM P3 P2 P1 Q1 Q2 Q3

Allora, la curva di offerta dell’impresa perfettamente concorrenziale i cui punti danno le quantità ottime per ogni dato prezzo (coppie ordinate prezzo/quantità offerta a quel prezzo) Coincide con la curva del costo marginale. Questo per quanto riguarda quanto l’impresa decide di produrre…. Ma quando decide di smettere di produrre?

L’impresa può decidere di interrompere la produzione (breve periodo) o Uscire dal mercato (lungo periodo) L’impresa deciderà di interrompere la produzione quando il prezzo sarà troppo basso per coprire i costi variabili, ovvero i ricavi dalla vendita della quantità prodotta non coprono i costi variabili

Notiamo che i costi fissi sono stati già sostenuti, e non possono comunque essere recuperati L’impresa deve riuscire a coprire almeno i costi variabili di gestione Quindi la condizione diventa

RT < CV RT/Q < CV/Q RMe < CMeV P < CMeV Quando il prezzo scende sotto il costo medio variabile l’impresa ferma la produzione Quindi la curva di offerta di breve periodo dell’impresa è il tratto della curva del costo marginale al di sopra del costo medio variabile

CM CMeV P=CMeV Q

L’impresa deciderà di uscire dal mercato quando non riesce con i ricavi a coprire tutti i costi, sia fissi che variabili Ricordiamo che questa è anche la soglia che determina la decisione di entrare sul mercato Quindi la condizione diventa

RT < CT RT/Q < CT/Q RMe < CMeT P < CMeT Quando il prezzo scende sotto il costo medio totale l’impresa esce Quindi la curva di offerta di lungo periodo dell’impresa concorrenziale è il tratto della curva del costo marginale al di sopra del costo medio totale

CM CMeT CMeV P=CMeT Questa seconda condizione è più stringente P=CMeV La differenza tra le due curve è data dai costi medi fissi P=CMeV

Misurazione grafica del profitto PROFITTO = RT – CT (RT/Q – CT/Q) x Q (RMe – CMeT) x Q (P – CMeT) x Q PROFITTO=(differenza tra ricavo per 1 unità e costo unitario) x quantità venduta

CM CMeT P Q*

CM CMeT P Area del RT Q*

CM CMeT P CMeT Area del CT Q*

Profitto positivo quando CM Area del Profitto (P-CMeT) x Q CMeT P Profitto positivo quando P > CMeT CMeT Q*

Allo stesso modo è possibile misurare le perdite (profitto negativo) di un’impresa concorrenziale quando il prezzo è minore del CMeT

CM CMeT CMeT P Q*

CM CMeT CMeT P RT Q*

CM CMeT CMeT P CT Q*

CM Area della perdita (P-CMeT) x Q CMeT Profitto negativo quando P < CMeT CMeT P Q*

P > CMeT  > 0 P < CMeT  < 0 Quindi P > CMeT  > 0 P < CMeT  < 0 Infatti, P x Q < CMeT x Q RT < CT

Abbiamo prima detto che l’impresa decide di entrare /uscire dal mercato se il prezzo è maggiore/minore del costo medio totale Quindi a p=CMeT l’impresa rimane sul mercato Ma quando p=CMeT il profitto è nullo! Dobbiamo ricordare la differenza tra  contabile e  economico. Il profitto economico include anche tutti i costi opportunità del tempo e del capitale

Quindi, Quando un’impresa ha profitto economico nullo, ha un profitto contabile positivo. Quindi, continua/comincia a produrre in un punto di profitto economico – non contabile – nullo… …tanto più lo farà con profitto economico positivo….

La curva di offerta in un mercato perfettamente concorrenziale Come in precedenza, è necessario distinguere tra breve e lungo periodo, ovvero Tra due situazioni: Una in cui il numero di imprese è fisso Ed una in cui il numero di imprese è variabile, in quanto Le imprese possono entrare e uscire dal mercato

Nel breve periodo, in cui il numero delle imprese sul mercato è fisso, l’offerta di mercato è la somma di tutte le singole curve di offerta individuali Ogni impresa produce la quantità in corrispondenza della quale P=CM…. La somma di tutte le quantità offerte ai differenti livelli di prezzo è l’offerta di mercato, ovvero La quantità complessivamente offerta da tutte le imprese sul mercato per ogni livello di prezzo

Nel lungo periodo le imprese entrano e/o escono dal mercato L’offerta di mercato include sia i concorrenti presenti che quelli potenziali Se ci sono profitti economici positivi (P>CMeT), nuove imprese entreranno sul mercato, aumentando l’offerta E facendo scendere il prezzo Fino a quando P=CMeT, i profitti si azzerano E nuove imprese non hanno incentivo a entrare

Se ci sono profitti economici negativi (P<CMeT), Imprese usciranno dal mercato, Diminuendo l’offerta e Facendo aumentare il prezzo Fino a quando P=CMeT, Le perdite economiche si azzerano E le imprese non sono più costrette ad uscire dal mercato

La situazione di lungo periodo si stabilizza quando il profitto economico è nullo, Ovvero quando il prezzo è = CMeT Diversamente ci sono profitti economici positivi o negativi e Le imprese si muovono

Ma sappiamo anche che l’impresa concorrenziale produce la quantità che corrisponde al punto in cui P = CM (= RM), che è la sua dimensione efficiente, che massimizza il profitto. Quindi, Se nell’equilibrio di lungo periodo le imprese producono a P=CMeT e P=CM, abbiamo che Si produrrà al punto in cui CM = CMeT, ovvero In cui il costo medio totale è al suo punto di minimo

 = 0, dimensione efficiente, P = CM Quindi, in equilibrio di lungo periodo le imprese perfettamente concorrenziali producono alla loro dimensione efficiente (CM=CMeT) la quantità che corrisponde al punto di uguaglianza tra prezzo e punto minimo del costo medio (dimensione efficiente)  = 0, dimensione efficiente, P = CM

CM CMeT P=CM P=CMeT CM=CMeT P=min CMeT P=CM=minCMeT

Questo determina anche la curva di offerta di lungo periodo L’unico prezzo a cui si ha profitto nullo è quello P=CMeT Che dà la curva di offerta di lungo periodo

Effetti di variazione della domanda – breve e lungo periodo 1) equilibrio di lungo periodo P1 Q1 P=CM=CMeT  = 0

2) Aggiustamenti di breve – esempio: aumento della domanda Q1 La domanda si sposta verso destra

Il prezzo aumenta aumenta la quantità offerta

Il prezzo aumenta aumenta la quantità offerta si generano profitti economici positivi Nuove imprese entrano sul mercato Si sposta a destra la curva d’offerta

3) Il prezzo diminuisce fino al punto in cui p=CMeT i profitti sono nulli il mercato è nuovamente in equilibrio di lungo periodo P2 P1 Q1 Q2 Q3 Le imprese producono alla dimensione efficiente Ci sono più imprese e la quantità scambiata è maggiore