Mi ascolti quando parlo?

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Transcript della presentazione:

Mi ascolti quando parlo? Strategie, progetti e iniziative per ritrovare una comunicazione efficace tra adulti e ragazzi Dott.ssa Elisa Papa – albo n° 5343 del 3/3/2008 – Ass. MeC Educational - www.meceducational.it

NON SONO LE NOSTRE PAROLE E I NOSTRI GESTI A EDUCARE I FIGLI. CONTANO LE ESPRESSIONI DEL VOLTO, IL TONO DELL’UMORE, LA POSITIVITA’ O LA NEGATIVITA’ CHE ESPRIMIAMO CON IL LINGUAGGIO NON VERBALE. E ATTRAVERSO QUESTO LINGUAGGIO DEL CUORE CHE COMUNICHIAMO A NOSTRO FIGLIO CIO’ CHE PENSIAMO DI LUI, DI QUELLO CHE FA E DI COSA RAPPRESENTA NELLA NOSTRA VITA.

LE SFIDE EDUCATIVE SONO CORRELATE AL BISOGNO DI DIVENTARE GRANDE, DI CONQUISTARE AUTONOMIA ATTRAVERSO LA RELAZIONE CON GLI ADULTI, MAMMA E PAPA’ SOPRATTUTTO, IL BAMBINO/RAGAZZO TROVA UN MODELLO ADEGUATO CHE GLI PERMETTE DI REGOLARE I PROPRI STATI DI ATTIVAZIONE EMOTIVA, DI GESTIRE AL MEGLIO LE SITUAZIONI COMPLESSE ED EVITARE DI AVERE PROBLEMI COMPORTAMENTALI QUANDO SI TROVA A CONTATTO SIA CON PROPRI FAMILIARI, SIA IN CONTESTI EXTRAFAMILIARI CHE CON ALTRI BAMBINI.

CERCHIAMO DI EVITARE Sminuire l’importanza di certe situazione per i nostri figli Dare la nostra opinione rispetto alle vicende che loro vivono Rispondere in modo sarcastico nei momenti di tensione Minimizzare i sentimenti dell’adolescente Infastidirsi di fronte a comportamenti adolescenziali Dare la colpa ai figli del clima familiare teso Sottolineare la nostra maggiore esperienza di genitori

RIFLESSIONI E SUGGERIMENTI Le domande non sono sempre necessarie. Proponete in modo POSITIVO. Siate gentili, è contagioso. Non urlate, allenatevi a parlare con un tono pacato, provateci almeno. Non ripetete le cose, due volte al massimo. Avvicinatevi a loro e fate in modo che gli sguardi si incrocino. Hanno attenzione selettiva, assicuratevi, attendendo se necessario, che vi stiano guardando, fino ad allora non dite nulla

Rallentate la vostra quotidianità Non siate tempestivi e impulsivi Rendeteli autonomi Stabilite routine che alleggeriscano delle azioni quotidiane Evitate comandi, provate con indicazioni oggettive (Il comando è: “Stai seduto!”, mentre la regola educativa è: “A tavola si mangia seduti”).

Ripasso: le 5 caratteristiche delle regole educative. La coesione: le regole vanno stabilite da entrambi i genitori. Quando questo non avviene si crea confusione nei figli, inoltre se una regola non è sostenuta da entrambi i genitori non risulterà efficace a lungo. La chiarezza: una regola deve essere chiara e semplice, ben comprensibile al bambino e impersonale. Ad es è corretto dire: “E' l'ora di andare a dormire” e non: “Sbrigati, vai a dormire”.

La regola deve essere realistica e adeguata La regola deve essere realistica e adeguata. Cioè il bambino deve essere in grado di attuarla e deve essere adeguata all'età. La sostenibilità: ovvero evitare prescrizioni impossibili come: "Vai pure a giocare ma non sporcarti”, “Corri ma non sudare”... Le regole insostenibili sono deleterie perché creano sfiducia nel sistema organizzativo stesso. La ragionevolezza: cioè dietro ogni regola ci deve essere una motivazione educativa e pedagogica. A ogni regola bisogna chiedersi se è utile nella crescita del proprio bambino. 

«La madre pigra rende i figli solerti; la madre solerte rende i figli pigri» Leonardo Da Vinci