L’utopia nel mondo antico
Ippodamo di Mileto (498-408) E’ un architetto di cui Aristotele parla come di un progettista di città perfette cfr. le città perfette progettate nel Rinascimento.
Aristofane (450-385) Il commediografo fa riferimenti frequenti a “città perfette”, in senso ampio. Di lui Luca Bertelli scrive: attraverso un procedimento parodico e surreale egli mette a nudo sulla scena il ‘laboratorio dell’utopia’. I due momenti dialettici attraverso i quali essa è costruita – quello ‘distruttivo’ della critica all’esistente e quello ‘costruttivo’ del modello positivo alternativo – momenti che nella scrittura utopica convenzionale riusciamo a distinguere soltanto attraverso l’analisi non sempre facile del prodotto finito, qui sono fatti vivere davanti ai nostri occhi nella dinamica dell’azione scenica attraverso la parabola del distacco dal reale e della ricostruzione sulla ‘tabula rasa’ dell’esistente di un universo fantastico di segno opposto (Storia delle idee politiche, economiche e sociali, a cura di L. Firpo, vol. I, p. 523)
Falea di Calcedonia (IV sec.) Secondo Aristotele, è il primo a pensare a una società egalitaria dal punto di vista economico. Questo sistema può instaurarsi all’origine nelle città di nuova fondazione e va inserito per gradi in quelle esistenti. Il suo progetto è rivolto a piccole comunità agricole, dove i lavori artigianali sono svolti da “schiavi pubblici”.
Platone (428-348) La Repubblica (I) Dalla definizione di giustizia, si passa alla discussione del perché sia stato necessario vivere in società organizzate. La descrizione della società ottima, dell’ottima Politeia, avviene nei libri 5-7 e si ha il disegno di una società dove ciascuno fa, per il bene comune, ciò per cui per natura è maggiormente portato. Da qui la divisione in classi, l’attribuzione di una virtù a ciascuna classe e della giustizia a tutte.
La Repubblica (II) I capisaldi della Politeia sono: 1) anche le donne devono poter far parte delle prime due classi (difensori e governanti-filosofi); 2) le prime due classi non devono avere proprietà privata e i suoi componenti non devono avere famiglia; 3) i governanti devono essere filosofi o i filosofi governanti. per Platone è essenziale dimostrare che questo tipo di costituzione è ottima e possibile. Ma la Politeia è soggetta a degenerazione.
Platone Il mito di Atlantide (Crizia) Sono presenti due motivi: La descrizione minuziosa di una società Il tema del “rimpianto. Nel racconto di Crizia c’è una sorta di narrazione; il luogo descritto è un’isola; la descrizione della città di Atlantide è minuziosa. Ma Atlantide, strafottente e degenerata, cede di fronte alla piccola, ma sana Atene.
Altri testi Teopompo di Chio (IV sec.) in un continente oltre l’Oceano, vi sono popoli con caratteristiche diverse; Diogene Cinico (IV sec.) utopia anarcoide (uguaglianza dei sessi, libero amore ,abolizione della famiglia, incesto, antropofagia…); Zenone di Cizico (IV-III sec.) moralista, cosmopolita
Testi con riferimento ai viaggi Ecateo di Abdera (IV-III sec.): descrive un’isola posta di fronte alla Gallia, fertile e con clima dolce, abitata dagli Iperborei, il popolo perfetto; Giambulo (datazione incerta): il suo tema è quello della Città del Sole, abitata dagli Eliopoliti. È molto presente il motivo del fantastico. Si tratta di una società pacifica e comunitaria.