Parametri vitali I parametri vitali sono: temperatura corporea, frequenza del polso, frequenza degli atti respiratori e pressione arteriosa. Questi parametri sono indicatori significativi delle funzioni interne del corpo, tanto è vero che loro modifiche possono rappresentare una alterazione più o meno significativa dello stato di salute. Diviene dunque necessario, rilevarli all’ingresso del paziente in Ospedale e registrarli con cura.
Temperatura corporea Ci sono due tipi di temperatura corporea: quella interna e quella esterna(superficie corporea). Il corpo genera continuamente calore quale prodotto dell’attività metabolica, il calore viene disperso in ugual misura, in questo caso la persona è in equilibrio termico. L’età influenza la temperatura di alcuni gradi; nel neonato è superiore che nell’anziano, senza per questo determinare preoccupazioni.
Tipi di termometri Di solito vengono utilizzati termometri di vetro, essi possono avere, la punta arrotondata(da preferire per le misurazioni rettali) o la punta allungata( da preferire per le misurazioni orali o ascellari). Possono essere elettronici ed in questo caso sono costituiti da una unità elettronica portatile e da una sonda che l’infermiere inserisce nell’orecchio e che è provvista di un cappuccio monouso.
Sedi di misurazione La temperatura viene misurata in una di queste sedi: cavo orale(è il metodo più frequentemente utilizzato), retto o ascella. La temperatura rettale misurerà circa 0,4 gradi in più di quella orale e, quella ascellare, sarà 0,6 gradi più bassa di quella registrata nel cavo orale.
Cavo orale E’ una sede conveniente, ben tollerata dal paziente e riflette le modifiche di temperatura più velocemente di quella ascellare e rettale. Non va mai usata: Con i bambini al di sotto dei 6 anni. Con le persone squilibrate. Con i pazienti sottoposti ad ossigenoterapia. Con i pazienti che abbiano infiammazioni della bocca, apparecchi con fili metallici, interventi di chirurgia orale.
Retto La misurazione della temperatura rettale in diversi Ospedali è sconsigliata in diversi casi: Nei bambini può provocare lesioni del retto. Negli adulti con patologie colon-rettali non è rilevabile per ovvie ragioni. Negli infartuati potrebbe produrre una stimolazione vagale con ulteriore danno al miocardio. Nei pazienti con convulsioni vi è il pericolo di rotture del termometro per movimenti accidentali, con possibili lesioni del retto.
Ascella Questa misurazione offre un metodo sicuro e facilmente accessibile ed è anche meno disagevole di quello rettale. Benché sia considerata meno accurata di quella orale, è la più sicura per i bambini e per i pazienti in genere. La valutazione della temperatura deve essere effettuata : Per rilevare i valori basali. Quando vi sono segni clinici di ipertermia o di ipotermia. Ad un determinato orario come indicatore di uno stato di salute. Quando si deve monitorizzare la risposta ad una specifica terapia.
IL polso Con il termine polso si intende l’onda pressoria che si trasmette lungo i vasi arteriosi. Tale onda è generata dalla contrazione del ventricolo sinistro del cuore. Può essere apprezzato con le dita, nelle sedi dove passa un’arteria. Le sedi più comuni sono: La temporale La brachiale La radiale La femorale
I parametri del polso La sede radiale è quella più comunemente utilizzata per la facile reperibilità e, attraverso il polso radiale si rileva: La frequenza, espressa in battiti per minuto(varia a seconda dell’età, del sesso, dal livello di attività fisica, dagli stati emotivi). Il ritmo, determinato dal tipo di battiti e dagli intervalli tra di essi. Il volume, dato dall’intensità della pressione esercitata da ciascun battito.
Le anomalie della frequenza Le tre comuni anomalie correlate alla frequenza del polso sono: La tachicardia (Elevato numero di battiti >100). La bradicardia (Diminuzione del numero dei battiti<50). L’aritmia.
Valutazione di un polso periferico Un polso è comunemente valutato con la palpazione (sensibilità) o con l’auscultazione (sentendo). Si utilizzano le tre dita intermedie per palpare le sedi dei polsi eccetto l’apice cardiaco, lo stetoscopio per valutare i polsi apicali ed i toni cardiaci ed inoltre, può servire uno strumento ad ultrasuoni (doppler ) che permette di valutare i polsi difficilmente apprezzabili.
Presidi per il polso periferico Per valutare correttamente il polso periferico di un paziente, occorre munirsi di un orologio con un contasecondi o di un cronometro per la valutazione della frequenza del polso. Il paziente va aiutato ad assumere una posizione comoda e, l’infermiere deve scegliere il punto di repere del polso, solitamente quello radiale , che gli consenta una buona percezione, invitando il paziente a girare il palmo della mano verso il basso.
La respirazione La respirazione consiste nell’assunzione di ossigeno e nella eliminazione di anidride carbonica. Viene descritta come profonda e superficiale, gli atti respiratori vengono valutati in relazione alla frequenza, alla profondità, al ritmo e al tipo, il paziente osservato deve essere a riposo e inconsapevole che l’infermiere stia registrando i suoi atti respiratori.
La frequenza respiratoria Essa viene misurata in atti per minuto; la frequenza normale in un adulto è di 16-20, ma essa può variare rispetto all’età, gli stati emotivi, l’attività fisica e alcuni stati morbosi. Questi ultimi tre fattori tendono ad aumentare la frequenza respiratoria per l’elevato fabbisogno di ossigeno.
La profondità del respiro Essa è generalmente descritta come normale, superficiale o profonda. Può essere valutata con uno spirometro, ausilio questo, di pertinenza medica o di un tecnico tisiologo.
Il ritmo respiratorio Il ritmo degli atti respiratori viene riferito alla regolarità delle inspirazioni ed espirazioni che, normalmente sono distanziati in modo omogeneo. In alcuni casi il ritmo è alterato,come nelle polmoniti o nelle variazioni del livello ematico di anidride carbonica che genera irregolarità degli atti respiratori.
Problemi respiratori Possono essere correlati alla frequenza, alla profondità, al ritmo o al tipo. Una frequenza elevata è descritta come tachipnea >ai 24 atti/minuto, una frequenza <ai 10 atti/minuto è detta bradipnea. La completa assenza di respiro viene definita apnea. Una respirazione più o meno superficiale può determinare un disturbo dell’equilibrio acido-base del corpo.
Problemi respiratori Un problema di ritmo è rappresentato da un respiro irregolare con intervalli ineguali fra i vari atti respiratori, conosciuto con il nome di respiro di Cheyne- Stokes presente nei pazienti con lesioni cerebrali o gravi problemi cardiaci. Anomalie del tipo di respiro comprendono la dispnea, l’ ortopnea, sibili respiratori, stridore, rantoli.
Valutazione dell’attività respiratoria Assieme agli atti respiratori, l’infermiere valuta contemporaneamente la temperatura e la frequenza del polso. Come per quest’ultimo, per contare gli atti del respiro, ci si avvale di un contasecondi o di un cronometro. Se l’attività è regolare, è sufficiente un conteggio di 30 secondi, se vi è irregolarità, bisogna prolungare per almeno 60 secondi.
Il microclima Si definisce microclima, l’insieme dei fattori (temperatura, umidità, velocità dell’aria, calore) che regolano le condizioni climatiche di un ambiente chiuso o semichiuso come ad esempio un ambiente di lavoro.
La pressione arteriosa La pressione arteriosa rappresenta la misura della pressione del sangue all’interno delle arterie. Poiché il sangue si muove in modo pulsante, vi sono due valori di pressione: una sistolica o pressione massima che corrisponde alla contrazione del muscolo cardiaco, e una diastolica o pressione minima che corrisponde al rilascio del muscolo cardiaco.
Variazioni della pressione La differenza tra la pressione massima e quella minima, viene chiamata pressione differenziale. Essa viene misurata in millimetri di mercurio e varia in relazione a numerosi fattori: L’età del paziente(determina > con l’età ) La gittata cardiaca(febbre, attività fisica > ) Il volume ematico(perdita di sangue < ) L’elasticità e il calibro delle arterie(più piccolo il lume > è la pressione)
I rumori di Korotkoff Quando si misura la pressione, si utilizza lo stetoscopio così da sentire dei rumori, detti di Korotkoff. Negli adulti si considera il valore della pressione sistolica il momento in cui si sente il primo rumore e, quella diastolica quello in cui tali rumori scompaiono.
Presidi per la misurazione La pressione viene misurata con un manicotto, uno sfigmomanometro ed uno stetoscopio. Ci sono tre tipi di sfigmomanometro: Aneroidi A mercurio Elettronici
Assistenza al malato febbrile La febbre è l’aumento della temperatura corporea ( oltre 38° C ), essa compare come conseguenza di un disturbo della regolazione termica. Le cause possono essere diverse: Veleni batterici ( tossine ) provocano la cosiddetta febbre batterica Prodotti di decomposizione endogeni ( secreti delle ferite, ematomi )provocano una febbre asettica o da riassorbimento Alterazioni del centro termoregolatore causate da lesioni cerebrali, provocano una febbre centrale Alterazioni nell’emissione di calore corporeo dovute ad un alto contenuto di umidità ( colpo di calore ) Carenza idrica può provocare un’alterazione nell’emissione del calore corporeo ( tipica quella dei lattanti )
Stadi febbrili Stadio iniziale – Aumento della febbre. L’aumento può avvenire lentamente o rapidamente, in genere il primo è sopportato meglio dal paziente. Stadio dello sfebbramento – Caduta della febbre. La caduta della febbre può avvenire per crisi o per lisi. La caduta della febbre per lisi è per il paziente meno gravosa di quella per crisi, infatti l’organismo si adatta gradualmente alla temperatura decrescente. La seconda, invece avviene repentinamente, provocando la diminuzione del polso e del respiro ed il paziente tende al collasso.
Cura e trattamento del febbricitante Quando si parla della cura del febbricitante, s’intende quella di una persona con febbre, senza considerare la sua malattia primaria. Si tratta di attuare misure curative generiche, ma nel caso in cui si tratti di pazienti con febbre duratura e alta, allora l’assistenza deve essere precisa e adatta.
Misure di assistenza Igiene del corpo Pulizia della bocca e delle labbra Ricambio frequente del letto Profilassi del decubito Profilassi delle stomatiti Profilassi delle trombosi Profilassi della polmonite Profilassi della stipsi
Applicazioni calde e fredde Il caldo e il freddo vengono applicati sul corpo umano per aiutare i processi di guarigione e di riparazione dei tessuti. Il freddo, applicato su una parte del corpo, riduce il calore della zona, mentre il calore, naturalmente, ne aumenta l’intensità nella zona del corpo su cui viene applicato. Questa sottrazione o aumento del calore, determina variazioni della temperatura dei tessuti, del calibro dei vasi sanguigni, della pressione sanguigna dei capillari, nel territorio capillare per il ricambio idro-elettrolitico e metabolico dei tessuti.
Presidi per il caldo Borsa o bottiglia dell’acqua calda Termoforo elettrico Cuscinetto idro-termico Sacche di caldo chimico
Presidi per il freddo Borsa del ghiaccio Guanto del ghiaccio Busta monouso di ghiaccio chimico