LA VIA DELLA SETA
Le origini… Ai tempi di Erodoto (circa 475 a.C.), uno dei più importanti storici greci, il tratto orientale di quella che veniva chiamata Via Reale di Persia, coincideva con quella che poi diverrà uno dei tragitti della Via della Seta. La Via della Seta è stata perciò fin dall’antichità una delle strade per il commercio piu’ usate del mondo, che con i suoi diversi tracciati metteva in comunicazione L’Estremo Oriente con l’Occidente Mediterraneo. La destinazione finale della seta, che viaggiava su questa via insieme ad altre merci preziose e che iniziò a uscire con regolarità dalla Cina dopo il 200 a.C., era Roma.
I mercanti della seta
L’origine animale della seta rimase sconosciuta in occidente almeno fino al VI secolo d.C. quando, secondo lo storico Procopio, alcune uova del baco da seta sarebbero state introdotte di contrabbando nell’Impero Bizantino e donate all’imperatore Giustiniano.
I rami della Via La Via della Seta si divideva in due fasci di strade, uno settentrionale e uno meridionale. Il percorso settentrionale, si divideva in vari rami, formando itinerari diversi e variabili a seconda delle condizioni storico-economiche dei Paesi che ne erano attraversati, creando così incroci di culture, religioni e lingue diverse.
Marco Polo Marco Polo è stato il più grande mercante veneziano che ha viaggiato lungo la Via della Seta tra il 1271 e il 1295 e che attraverso il suo libro “Il Milione” ha fatto conoscere all’occidente gli usi e costumi delle popolazioni orientali.
La città di Turfan In Cina, nella parte settentrionale si trova la città di Turfan, situata vicino a una depressione. La città di Turfan ha una popolazione che oscilla dai 5.000 ai 10.000 abitanti, ed è composta da 2 quartieri, il cinese e il turco. La città nel IX sec. d.C., fu occupata dai Turchi Uiguri che provenivano dall’attuale Mongolia. L’arte sorse più tardi, in questa città, rispetto ad altre popolazioni; molti affreschi sono stati eseguiti grazie alle spolvere. Nella mescolanza di stili sono affiorati elementi dell’arte cinese. La regione di Turfan conserva però pitture di piccole dimensioni. Nel XVII secolo, la città fu occupata dai Mongoli calmucchi e successivamente dai cinesi che vi dominano ancora nel XVIII.
La città di Turfan
Le Rovine di Gaochang A 45 Km dalla città di Turfan si trovano le rovine di Gaochang nella regione dello Xinjiang, in Cina. Gaochang è stata costruita nel I secolo d.C. lungo il bordo settentrionale del deserto di Taklamakan. Oggi a Gaochang si possono trovare le antiche rovine del palazzo e della città antica. I resti archeologici sono appena fuori la città moderna, in un luogo chiamato idikutschan dai residenti locali. La città era la tappa principale per i commercianti, perché era in una posizione strategica e con risorse alimentari in abbondanza come ad esempio grano e acqua.
Dai reperti dell’antica città come ad esempio dai resti dei palazzi antichi si sa che era una città multireligiosa, infatti, ci vivevano i cristiani i buddisti e molte altre religioni perché in essa si sono succedute diverse dinastie. Successivamente, Gaochang è stata distrutta dalle guerre del 14° secolo.
La città di Jiaohe A 6 Km dalle rovine di Gaochang si trovano il cimitero di Astana e le rovine di Jiaohe. Le rovine di Jiaohe si trovano nella valle di Yarnaz, 10 Km a ovest dalla città di Turfan. I quartieri residenziali orientali e occidentali della città erano residenziali mentre quello settentrionale era riservato ai Buddisti. La città, anch’essa un importante centro lungo la Via della Seta, è stata costruita su un grande isolotto. Nella parte meridionale, invece, sono visibili i resti di un grande ufficio del governo. In seguito, dopo la sua distruzione da parte dei mongoli guidati da Genghis Khan nel XIII secolo, è stata abbandonata. Dal 2014 le rovine di Jiaohe fanno parte del “The silk road “ patrimonio mondiale dell’ Unesco.
Rovine di Jiaohe
lI cimitero di Astana Il cimitero di Astana ospita molte tombe sotterranee usate dagli abitanti di Gaochang. Le tombe non sono molto grandi e alcune contengono iscrizioni murali come ad esempio alcuni riti religiosi che permettevano al defunto di andare nella vita dell’aldilà. Le facce venivano coperte con dei tessuti come la seta e lino. Alcune salme avevano monete sugli occhi di origine bizantina o alle volte cinese. Grazie all’aridità dell’ambiente, molti artefatti come ad esempio dipinti e statue si sono conservati in ottimo stato.
Mummia del cimitero di Astana
Le grotte di Bezeklik Un’altra rinomata bellezza sono le grotte buddiste di Bezeklik, scolpite tra il 400 a.C. e il 1300 d.C. e ubicate vicino alla città di Turfan. Durante la fine dell’VIII sec., gli Uiguri, che erano devoti buddisti, occuparono l’area e realizzarono spettacolari pitture rupestri. Le grotte scavate sono in tutto 77 e la maggior parte hanno una forma rettangolare con soffitti ad arco, spesso suddivisi in quattro sezioni, ciascuna con un murale di Buddha. Agli inizi del secolo scorso, le grotte sono state trovate da una spedizione archeologica tedesca, guidata da Albert von Le Coq. Oggi molti di quei dipinti sono esposti in vari musei europei.
Esterno grotte di Bezeklik
I mille Buddha di Bezeklik