POLITICA COMPARATA A.A Roberto Di Quirico

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Transcript della presentazione:

POLITICA COMPARATA A.A. 2016-2017 Roberto Di Quirico diquirico@unica.it Lezione 2 – La complessità delle relazioni monetarie europee

Evoluzione delle relazioni monetarie internazionali 1815-1914/16 Gold Standard 1925-1931 Gold Standard (limitato) 1944 (1958)-1971 Gold Exchange Standard (o Sistema di Bretton Woods) Dal 1975 cambi fluttuanti

Passaggi Chiave per l’Europa 1931 “Brexit” dal Gold Standard 1950 Unione europea dei pagamenti 1957-8 Fine dell’Unione Europea dei Pagamenti e inizio CEE, Convertibilità valute occidentali 1969-70 Piano Werner per unificazione monetaria 1972-74 Serpente monetario 1979 Sistema monetario europeo (SME)

Sistema dei pagamenti internazionale

Sistema dei pagamenti internazionale

Sistema dei clearings anni Trenta

Da clearing a EPU

Schema semplificato Snake in the tunnel (istantanea) Limite superiore Smithsonian Agreement +2,25 Limite superiore per valute europee +1,125 DM 4,50 Lit Parità del dollaro 2,25 FF FB Limite inferiore per valute europee -1,125 Limite inferiore Smithsonian Agreement -2,25

Schema Snake in the tunnel Limite superiore Smithsonian Agreement +2,25 Limite superiore per valute europee +1,125 DM Parità del dollaro Lit 2,25 FF Limite inferiore per valute europee FB -1,125 Limite inferiore Smithsonian Agreement -2,25

Schema Snake senza tunnel +2,25 Limite superiore per valute europee +1,125 DM Lit 2,25 FF Limite inferiore per valute europee FB -1,125 -2,25

Il problema dollaro Le fluttuazioni del dollaro il problema cruciale che limita la capacità europea di coordinare politiche economiche e la capacità della Francia di muoversi autonomamente dalla Germania Creazione del Sistema Monetario Europeo come reazione al benign neglet americano

Interventi inframarginali Schema semplificato Exchange Rate Mechanism nello SME T1 Limite superiore +2,25 DM Parità centrale Interventi inframarginali Interventi al margine Lit Limite inferiore -2,25

I problemi dello SME Asimmetria. Un paese con una valuta che tende a rafforzarsi (marco) e varie altre valute che s’indeboliscono (es. Franco e lira) Responsabilità dell’intervento. Dovrebbe intervenire sia chi gestisce la moneta che si svaluta, sia chi gestisce quella che si rivaluta. Tendenza tedesca a scaricare sui più deboli l’onere della rivalutazione Ambiguità sul sostegno illimitato ai paesi dello SME da parte della Bundesbank

Lo SME anticipa problemi UEM? Si ripete dualismo tra area tedesca e resto della CE/EU Si ribadisce incapacità di alcuni paesi e di alcuni governi ad adeguarsi alle necessità di una quasi unione monetaria Si evidenzia come le aspirazioni nazionali di Francia e Germania generino tensioni e rigidità nel sistema.

Le complessità dei sistemi precedenti come giustificazione dell’Euro Uno dei vantaggi dell’unificazione monetaria è che ha semplificato e reso stabile il rapporto tra valute nazionali che prima era molto difficile da gestire Da tale rapporto dipende non solo la competitività di una economia nazionale, ma anche l’esistenza di economie di scala in grado di rendere concorrenziali le economie europee nei confronti di Stati Uniti e Giappone

Stabilità dell’area UE e competitività delle economie europee La stabilità dei cambi nella UE favorisce la crescita delle imprese più efficienti, qualunque sia la loro nazionalità. Il fatto che queste imprese più efficienti siano prevalentemente tedesche o nord europee dovrebbe indurre a riflettere sui pregi del loro sistema/paese (incluse istituzioni, pubbliche amministrazioni e modalità di governo), invece che a gridare alla truffa, alla prepotenza ecc.

I vantaggi della stabilità dei cambi Ammettiamo che Italia e Germania producano un unico tipo di automobile ciascuna, che i due tipi siano perfettamente equivalenti in termini qualitativi e che l’unica variabile che ne influenza le quantità vendute sia il prezzo Ammettiamo che l’auto tedesca costi in Germania 10.000 marchi tedeschi e l’auto italiana costi 10 milioni di lire italiane Ammettiamo di essere in un regime di cambi fluttuanti che possono variare ogni giorno e che nel breve periodo possono variare di molto

Esempio 1 Ammettiamo che 1 marco=1000 lire In questo caso la macchina tedesca in Italia costa 10 milioni (10 mila marchi * 1000) come la macchina italiana La macchina italiana in Germania costa 10 mila marchi (10 milioni / 1000) come la macchina tedesca

Esempio 2 Ammettiamo che 1 marco=2000 lire In questo caso la macchina tedesca in Italia costa 20 milioni (10 mila marchi * 2000) cioè il doppio della macchina italiana: se ne vendono molte meno di prima in Italia La macchina italiana in Germania costa 5 mila marchi ( 10 milioni /2000) cioè la metà della macchina tedesca: se ne vendono molto di più di prima in Germania

Esempio 3 Ammettiamo che 1 marco=500 lire In questo caso la macchina tedesca in Italia costa 5 milioni ( 10 mila marchi per 500) cioè la metà della macchina italiana: se ne vendono molto di più di prima in Italia La macchina italiana in Germania costa 20 mila marchi ( 10 milioni /500) cioè il doppio della macchina tedesca: se ne vendono molte meno di prima in Germania

Economie di scala e competitività Ammettiamo che produrre e vendere un aeroplano abbia i seguenti costi (in milioni di euro ma tradotti da monete nazionali) Progettazione 10 milioni Materiale di produzione 1 milione Lavoratori 500 mila Affitti e altri servizi 500 mila Ammettiamo che ci sia una sola ditta in ogni stato, che ogni ditta produttrice possa vendere aeroplani solo nel suo paese e che i cambi siano fissi

Esempio economie di scala

Domanda di aeroplani: 1 ogni milione di abitanti

La variabile cambio Se invece di pensare ad un regime di cambi fissi, pensiamo ad un regime di cambi variabili i prezzi (tradotti in euro) variano a seconda di come varia il cambio In questo modo, anche se i prezzi interni restano costanti, i prezzi esterni (sul mercato internazionale) cambiano

La variabile cambio

IL GRANDE DILEMMA!!!! Se diventa possibile vendere sul mercato internazionale, ma con cambi fluttuanti cosa fanno le imprese?

Competitività e scelte delle imprese Quella che produce al prezzo più basso amplia la produzione e costruisce nuovi stabilimenti per vendere il massimo assorbendo tutta la domanda mentre le altre chiudono Quelle 3 o 4 che vendono ai prezzi più bassi si fanno concorrenza e producono più possibile per arrivare ad abbattere i costi. Le altre chiudono. Quella che vende ai prezzi più bassi ed ha maggiore richiesta produce il massimo con gli impianti esistenti e lascia alle altre imprese le vendite che non riesce a soddisfare. Le altre vendono a prezzi più alti ma rimangono aperte, perlomeno quelle che riescono ad avere un numero sufficiente di ordini.