Iniziamo con una definizione condivisibile

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Transcript della presentazione:

Iniziamo con una definizione condivisibile CHI è il "paziente grave "

Chi normalmente tendiamo a considerare "paziente grave" claudia lozza 2013

Le persone il cui disturbo mentale ha forti ripercussioni negative sul comportamento e sulla vita di relazione claudia lozza 2013

Le persone che di queste ripercussioni non mostrano di essere consapevoli claudia lozza 2013

Le persone che non hanno consapevolezza di malattia claudia lozza 2013

Coloro che non ritengono di aver bisogno di cure claudia lozza 2013

Distinguiamo 2 maxi categorie: claudia lozza 2013

coloro il cui comportamento per quanto bizzarro non "disturba" la vita di chi entra in contatto con loro, possiamo dire quelli che vivono bene così e non vogliono essere disturbati claudia lozza 2013

(si tratta in genere di patologie paranoidi) coloro il cui comportamento interferisce notevolmente con la vita degli altri (si tratta in genere di patologie paranoidi) e quindi ciclicamente si imbattono in contatti duri col mondo esterno claudia lozza 2013

quando la situazione arriva ad un punto di crisi, viene richiesto l'intervento delle istituzioni claudia lozza 2013

Può essere in intervento forte = 118 claudia lozza 2013

Collaborazione col MMG oppure mediato: Collaborazione col MMG con altre agenzie territoriali (SS del Municipio, NAE di Roma Capitale) claudia lozza 2013

la persona che arriva al punto di far chiamare il 118 é una persona che sta molto male, sente di non avere più contenimento, chiede che qualcuno le dia un limite. claudia lozza 2013

è importante che l'esterno sia veramente in grado di contenerlo, non reprimerlo che possa sentire in chi interagisce con lui fermezza e determinazione. La paura, il timore, la debolezza, lo possono spaventare ulteriormente ed indurlo ad azioni sbagliate. claudia lozza 2013

ogni decisione deve essere presa senza titubanze o ipocriti sensi di colpa che possono alimentare nel paziente la sensazione di essere vittima di un abuso, un’ingiustizia, una cosa “cattiva” claudia lozza 2013

Nella misura in cui il paziente non avrà potuto percepire l’interesse autentico da parte di chi interviene, un interesse che abbia determinato un’azione convinta, mirata alla salute, in quella misura non riuscirà a fidarsi e ad affidarsi a lui nel futuro. claudia lozza 2013

Ho scelto questa storia clinica come dimostrazione di come la nuda competenza medica sia vana senza l’apporto di un “pensiero psicologico” che, da solo, non potrebbe affrontare certe situazioni patologiche claudia lozza 2013

le competenze specifiche dello psichiatra: conoscenza del tipo di efficacia dei farmaci sulla specifica sintomatologia contributo sulla pianificazione della terapia farmacologica claudia lozza 2013

dello psicologo che riesce ad avere un ascolto più “interpretante” l’effettiva comunicazione e che, nel pieno rispetto della persona, riesce a proporre un vero contratto terapeutico claudia lozza 2013

una pratica terapeutica fondata sull’accoglienza e l’ascolto del paziente, il riconoscimento della complessità dell’attività psichica e della sofferenza mentale, l’interpretazione della richiesta e l’individuazione dei bisogni sottostanti, il potenziamento della contrattualità della persona. claudia lozza 2013

se vogliamo acquisire credibilità e fiducia presso il nostro potenziale paziente, dobbiamo cercare di non scivolare nell’assetto suggerito dall’ambiente, non dobbiamo divenire uno strumento della famiglia, ma non dobbiamo nemmeno metterci in una posizione di contrapposizione. claudia lozza 2013

liberarlo, il più possibile, dai suoi handicaps, difenderlo da un contesto ostile, aiutandolo a non attivarne l’ostilità, rinforzare la sua motivazione alla cura, aiutarlo a fruire delle opportunità di gratificazione che ancora il contesto di vita possiede per lui, impedire che la mancata soddisfazione di bisogni primari lo spinga a una regressione globale claudia lozza 2013

almeno per i pazienti difficili, Riuscire a mantenere in piedi una soddisfacente relazione di cura tra terapeuta e paziente, garantire la costanza della presa in carico, è un risultato necessario. almeno per i pazienti difficili, è un buon risultato, è la conditio sine qua non per poterli accompagnare in una qualità di vita sufficientemente accettabile. claudia lozza 2013

Tutto questo si attua se tutti gli attori della cura hanno un atteggiamento omogeneo nei confronti del paziente e delle altre persone coinvolte nella sua vicenda, tutti gli elementi si impegnano ad aiutare il singolo operatore nel suo lavoro, quando questi venga a trovarsi in difficoltà. claudia lozza 2013

spesso i pazienti sono difficili a causa, più che della serietà della patologia psichiatrica che li affligge, delle condizioni di esistenza che hanno portato ad un sempre maggiore isolamento sociale: vivono in famiglie multiproblematiche, in ambienti degradati, hanno sperimentato fallimenti nei tentativi precedenti di cura claudia lozza 2013