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Transcript della presentazione:

Nuova alternanza: esperienza di un colloquio di lavoro per i ragazzi delle classi terze e quarte, tenuti da genitori… Cosa implica un colloquio Superare l’autoreferenza “Torniamo al lavoro”, come realizzazione personale e sociale

Soft skills abilità e competenze soft, legate non all’esecuzione di compiti codificati o specifici, quanto all’approccio, all’atteggiamento, alla impostazione di compiti e attività che le più diverse situazioni di vita e di lavoro propongono promozione delle soft skills, delle “competenze morbide”: dispongono la persona ad un approccio proattivo alla realtà, fondamentali per accompagnare e sostenere le abilità e le competenze delle giovani generazioni nella nostra “società della conoscenza”

   flessibilità, la capacità di aprire la mente per cogliere le opportunità e trasformare i problemi in risorse capacità decisionale, di scegliere e di rispondere anche con rapidità agli stimoli positivi e negativi creatività, la capacità di utilizzare il pensiero divergente, assumere punti di vista non scontati, pensare a soluzioni alternative

capacità di “fare rete”, di tessere relazioni su piani diversi, di mettersi in gioco entro processi sinergici capacità di organizzazione, di gestire in modo razionale, consapevole, “progettato” e programmato il proprio tempo, le proprie risorse, la soluzione delle proprie criticità, la risposta ai propri bisogni capacità di lavorare in gruppo, di collaborare in vista di un obiettivo comune, di riconoscere il valore dell’altro, di assumere il proprio ruolo e rispettare quello degli altri, di gestire il contrasto e il conflitto, di creare innovazione attraverso lo scambio del know how.

La scuola come “centro culturale” e “spazio comune” Il ruolo di una scuola oggi non può più essere considerato solamente in relazione alla sua attività istituzionale, in termini puramente curricolari ed extra-culturali, comunque funzionali ai percorsi formativi degli studenti, dei docenti e del personale ata.

Una scuola, dunque, non solo luogo di “trasmissione” della cultura, ma anche di “promozione” di riflessioni, attenzioni, sensibilità presenti nel nostro contesto territoriale. Interlocutrice attiva con la rete sociale in cui è inserita Rendicontazione sociale del "servizio pubblico scolastico" nel "Bilancio Sociale"

Il servizio pubblico che una scuola è chiamata, istituzionalmente, a garantire agli studenti e alle famiglie, e al contesto sociale di riferimento, ha necessità di far comprendere la qualità del suo lavoro in senso sostanziale, non come mero rispetto delle procedure. Questo può avvenire solo attraverso forme di “riscontro”, diretto e indiretto: valutazione comparativa degli apprendimenti e del clima scolastico, confronto con le altre scuole, analisi degli esiti in relazione agli sbocchi universitari e nel mondo del lavoro, customer satisfaction (grado di soddisfazione dell’utenza).

Il Bilancio Sociale è la forma di sintesi di questa “rendicontazione sociale” del servizio pubblico scolastico. Alla base di qualsiasi organizzazione, a “legame debole” come una scuola, centrata sul principio di responsabilità”, vi è una sensibilità etica, che indirizza strategie, scelte, comportamenti. Il Bilancio sociale esplicita i risultati di quelle scelte, strategie, comportamenti e verifica se e in che misura la scuola ha saputo garantire quanto dichiarato.

La rendicontazione sociale sottolinea che la formazione, delle giovani generazioni come degli adulti, non è compito esclusivo della scuola. Il Bilancio sociale dunque interpella e chiama in causa serie di soggetti, a diverso titolo portatori di interesse, responsabili insieme alla scuola della cultura e della capacità di apprendimento della società istituzioni pubbliche e private, enti locali, forze sociali, economiche, culturali.

 Il tutto, in funzione della “centralità dello studente”: valorizzare la dimensione formativa ed euristica, cioè aperta alla scoperta del sapere disciplinare; Centralità del domandare, cioè del sapere cosa domandare, cioè del sapere: non solo astratto, ma emotivamente da con-dividere Didattica laboratoriale

Promozione delle soft skills negli studenti Potenziare le competenze sociali e civiche (vedi obiettivo lettera d, comma 7, art.1, Legge 107/2015015) Formazione degli studenti rappresentanti di classe Promozione delle attività di peer tutoring e peer education scambi scolastici e viaggi studio all’estero Alternanza scuola lavoro Accoglienza alunni stranieri

La scuola cambia funzione: da luogo concettualistico, direttivo, ad esperienza (con-divisa) di mediazione tra fatica del concetto ed esperienza emozionale. Centralità della motivazione. La cultura digitale favorisce i flussi percettivi Il nostro compito è quello che creare le condizioni per la ricerca, personale e relazionale (nesso semantico tra ratio e relatio), di un nuovo equilibrio, rispetto alla cultura tradizionale: l’intelligenza emozionale.

Siamo preparati, consapevoli, di questo compito inedito? Perché i mezzi siano utilizzati come mezzi, non come fini. Le tecnologie, dunque, non vanno demonizzate. Vanno pensate. E pensare è sempre un “passare attraverso”, senza fermarsi mai, per quel domandare-ragione. Come realizzare questo? “Passando attraverso”i frammenti, domandando e rendendo ragione, secondo quindi una coscienza che si fa autocoscienza. E questa richiede sempre l’altro e l’oltre, cioè la relazione, la condivisione. Non formale, ma esperienziale.

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. (Martha Medeiros, poesia erroneamente attribuita a Pablo Neruda)