AUDIT CLINICO SU UN PROTOCOLLO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO (PDT) SULLA BPCO RIACUTIZZATA IN PAZIENTI GERIATRICI RICOVERATI IN OSPEDALE Mastroianni F., Amodio M., Mele A., Errico M. EE Ospedale “F. Miulli” UOC Geriatria , Acquaviva delle Fonti/BA Background. L’applicazione di un protocollo diagnostico terapeutico dovrebbe ridurre le possibilità di errore diagnostico e migliorare l’appropriatezza. L’audit clinico è un processo di miglioramento della qualità che cerca di migliorare l’assistenza al paziente attraverso una revisione sistematica dell’assistenza rispetto a criteri precisi, e mediante la realizzazione del cambiamento. Scopo dello studio. Nell’Ospedale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti (BA) abbiamo realizzato e poi applicato, un PDT sulla gestione del paziente internistico con BPCO riacutizzata. Il protocollo segue il percorso del paziente con il sospetto di BPCO riacutizzata dall’arrivo in ospedale fino alla dimissione. La verifica dell’impatto del PDT sulla pratica clinica è il fondamento dell’utilità e dell’applicabilità del protocollo e pertanto, nella UOC di Geriatria, abbiamo realizzato un audit clinico, per gli anni 2012-2014. Materiali e metodi. Sono state esaminate tutte le cartelle cliniche che riportavano la diagnosi di BPCO riacutizzata degli anni 2012-2013-2014. La valutazione dei criteri di diagnosi è stata verificata applicando il PDT sulla gestione del paziente con BPCO riacutizzata, utilizzato nel nostro ospedale a partire dal secondo semestre del 2013. Sono stati registrati anche i farmaci prescritti alla dimissione e la diagnostica differenziale. Risultati. Alcuni dati raccolti dall’AUDIT sono riportati nelle figure a lato. Nel 2012, prima dell’applicazione del PDT «sfuggivano» ad una diagnosi corretta di BPCO circa 1/3 dei pazienti; con l’adozione di un protocollo, il medico del PS ed il consulente, aggiungono appropriatezza alle loro competenze e migliorano il grado di precisione della diagnosi che raggiunge il 93.7 % nel 2014. Anche l’accuratezza prescrittiva, alla dimissione, secondo il PDT che applica i criteri GOLD (A, B, C, D) è andata migliorando. Infine, bisogna migliorare la diagnostica differenziale utilizzando ad esempio l’NT-PRO-BNP per la diagnosi differenziale della dispnea. Dai dati emerge un netto miglioramento nell’esecuzione del test, che tuttavia non raggiunge ancora percentuali soddisfacenti. Discussione. L’applicazione di un PDT ha determinato un miglioramento progressivo nell’accuratezza diagnostica che è passata dal 66.6% nel 2012 (epoca pre PDT) al 93.7% nel 2014. L’appropriatezza prescrittiva, considerando la classe ICS+LABA, è passata dal 55% nel 2012 al 66.6% nel 2014, in lieve riduzione rispetto all’anno precedente. Ai fini della codifica della diagnosi principale (nella SDO), nel 2013 il 25% delle diagnosi di BPCOr (DRG 88, PR 0.82) è stato corretto in insufficienza respiratoria (DRG 87, PR 1,22), mentre nel 2014 quelle corrette sono state il 33.3%. L’NT-PROBNP è stato eseguito nel 46.6% dei casi, mentre l’emogasanalisi è stata eseguita in tutti i soggetti. Conclusioni. Il PDT ha migliorato l’appropriatezza diagnostica e prescrittiva in pazienti affetti da BPCO riacutizzata ricoverati in ospedale. Bisogna migliorare la diagnostica differenziale, aumentando l’esecuzione dell’NT-PROBNP. Infine, sono necessari ulteriori sforzi al fine di identificare correttamente la diagnosi principale per evitare che l’errore di codifica abbia effetti sul peso relativo e sul conseguente rimborso della prestazione erogata. Abstract al 60° Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria Napoli 25-28 Nov 2015