Scuola aperta: un lascito del 900 cui dovremmo renderci degni Roberto Maragliano (https://ltaonline.wordpress.com/) Safer Internet Day - 7 febbraio 2017
Esempi di apertura Restituire immagini al romanzo di Manzoni, risonorizzare la Divina Commedia, fotografarsi dentro Caravaggio, liberare erotismo tramite Mozart, non porre limiti alla possibilità di dare numeri: semplici esempi di cambiamenti di prospettiva, apparentemente piccoli, di fatto drastici e profondi, che il digitale e la rete invitano a fare Così, due anni fa, presentavamo l’uscita di un numero della rivista online Mediascapes dedicato a al tema Educare / educarsi nell’ambiente digitale (l’intero fascicolo è liberamente scaricabile da qui: http://ojs.uniroma1.it/index.php/mediascapes/article/view/13254/13053)
Il senso dell’apertura del digitale Usare Internet in modo ‘sicuro’, a mio avviso, significa prima di tutto mettersi nelle condizioni di servirsi intelligentemente e serenamente della rete, valorizzando le sue caratteristiche fondamentali, che sono: interattività multicodalità perfettibilità Condizione necessaria perché questo si avveri è che ogni insegnante abbia PERSONALMENTE un rapporto assiduo con la rete.
Un Internet ‘personal’ Occorre che l’insegnante maturi un approccio ‘etologico’ alla rete, cioè che, come individuo, cittadino, donna/uomo del nostro tempo accetti il fatto che la rete è l’infrastruttura su cui al presente poggia, che uno voglia o no, la più gran parte delle relazioni: economiche sì, ma anche culturali, affettive, in una parola ‘umane’. Nessun uso di Internet, tanto meno un uso critico, potrà essere fatto, a scuola, se il singolo insegnante non abbia maturato, consapevolmente, un rapporto di familiarità piena con il tipo di logica, di sensibilità e di cultura che sottintende all’uso ‘personale’ di Internet.
Il cambio di prospettiva Data questa condizione, ognuno sarà in grado di capire che: Internet apre a forme di conoscenza ed esperienza fin qui sacrificate dalla scuola, il multimediale riscatta e dà ulteriore forza al meglio della nostra tradizione, apprendere in forma di rete dà garanzie originali di costruzione e partecipazione Non c’è discorso sulle sicurezze di Internet e dentro Internet che possa prescindere da questo presupposto. Insomma, nessun discorso sui limiti e i pericoli di questa forma di sapere può essere anteposto ad una coscienza piena dei vantaggi che procura.
La rete e il libro Buona parte della pedagogia del Novecento, a mio avviso la parte migliore, ha sviluppato il tema dell’apertura della scuola, auspicando e promuovendo una sua capacità di confrontarsi costruttivamente con il mondo. Buona parte delle assunzioni tuttora correnti nella nostra scuola vedono l’apertura come un fattore di disturbo e non di ricchezza, e inducono a rifugiarsi dentro stili di pensiero e schemi di azione caratterizzati da logiche di chiusura. Il ruolo tuttora centrale che in tutto ciò svolge il libro scolastico è a riprova di questa ideologia e della pratica che ne viene.
Una concezione duale L’attuale fase di passaggio può (a mio avviso deve) essere vista come un’occasione unica, che si apre per la scuola, di lavorare contemporaneamente e dialetticamente su due fronti: quello dell’apertura, proprio della forma rete, e quello della chiusura, proprio della forma libro. Tutte le volte che ciò sia possibile ci sarà da mostrare vantaggi e limiti di una forma così come emergono dall’assumere la prospettiva dell’altra forma: dunque, ciò che il libro ha in più e in meno rispetto alla rete (anche in termini di sicurezza!), e viceversa.