IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Introduzione < INDICE GENERALE > Glossario IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE (Aggiornamento: Dicembre 2011) A cura dell’Unità Organizzativa Informazione economica, studi, statistica e prezzi della Camera di Commercio di Firenze

< INDICE GENERALE > Copertina < INDICE GENERALE > Glossario INTRODUZIONE Il cruscotto dell’economia fiorentina è una raccolta di indicatori economici, sia strutturali che congiunturali, presentati tramite grafici atti a fornire un quadro completo e allo stesso tempo nitido e sintetico dell’andamento del sistema economico provinciale, con una particolare attenzione alle variabili cardine che lo caratterizzano. Intento della Camera di Commercio di Firenze è implementare e sviluppare gradualmente un sistema di informazioni economico-statistiche che, aggiornate periodicamente, siano in grado di rappresentare una base dati di rapida e facile consultazione per operatori pubblici e privati sull’andamento dell’economia locale. In altre parole, si è cercato di costruire un “insieme organizzato” di informazioni tale da semplificare la comprensione dei fenomeni economici su scala locale. Il cruscotto si articola in cinque sezioni, a loro volta ripartite in sottogruppi: 1. Quadro macroeconomico 2. Commercio estero 3. Mercato del lavoro 4. Struttura e demografia delle imprese 5. Quadro congiunturale Diverse sono le fonti dei dati alle quali si è fatto ricorso (tra le più utilizzate Istat, Prometeia, Unioncamere Toscana e Infocamere) che, di volta in volta, sono state riportate in calce a ciascun grafico. Inoltre, è stato predisposto un glossario dei principali termini utilizzati, per chiarire il significato e il metodo di costruzione degli indicatori utilizzati.

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Copertina Introduzione Glossario QUADRO DI RIEPILOGO 1. QUADRO MACROECONOMICO DI RIFERIMENTO 2. COMMERCIO ESTERO 3. MERCATO DEL LAVORO 4. DEMOGRAFIA IMPRENDITORIALE 5. QUADRO CONGIUNTURALE

Fonte e periodo di riferimento Variazione % su anno precedente Copertina < INDICE GENERALE > Glossario Quadro di riepilogo Variabile Fonte e periodo di riferimento Valori Assoluti Variazione % su anno precedente Quote % Valore aggiunto IRPET 2011 32.491 (ML di €) Valori correnti +0,9% Italia: 2,0 Toscana: 30,1 Export (valore) Istat 3° trim. 2011 5.907 (ML di €) +11,9 Italia: 2,2 Toscana: 27,8 Occupazione Istat 2010 428.351 -0,4 Italia: 1,8 Toscana: 27,5 Tasso di sviluppo imprenditoriale Infocamere 3° trimestre 2011 109.171 imprese, di cui 94.131 attive (86,2%) -0,1 Toscana: 26,1 (imprese registrate) Produzione industriale Commercio al dettaglio UCT 3° trim. 2011 - +7,4 -1,2

< INDICE GENERALE > IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> 1 Quadro macroeconomico di riferimento Presentazione della sezione Grafici ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Introduzione ai contenuti della sezione In questa sezione viene presentata una rassegna di indicatori che consentono di apprezzare e di valutare l’andamento di un aggregato di riferimento fondamentale, rappresentato dal valore aggiunto realizzato dal sistema economico provinciale. I grafici presentati permettono di avere un’ampia panoramica dell’andamento del prodotto a livello locale, passando per la stima e la dinamica tendenziale del valore aggiunto e presentando anche i dati per alcune variabili analitiche di interesse come le unità di lavoro, la produttività del lavoro e i consumi.  Il valore aggiunto viene calcolato come differenza tra il valore della produzione di beni e servizi realizzata dalle singole branche produttive ed il valore dei beni e servizi intermedi consumati dalle stesse branche (materie prime e ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità produttive); a livello locale il valore aggiunto non deve essere inteso come “approssimazione” del livello del tenore di vita, ma esclusivamente come “valore” creato nel corso del processo di produzione. La variabile è stata anche articolata dal punto di vista macrosettoriale. L’unità di lavoro rappresenta un indicatore della quantità standard di lavoro effettuata da un lavoratore occupato a tempo pieno; il concetto di unità di lavoro è svincolato dalla singola persona fisica, ma viene livellato rispetto al numero di ore annue corrispondenti ad un’occupazione esercitata a tempo pieno; quindi tale indicatore misura il volume di lavoro impiegato nella produzione di beni e servizi rientranti nelle stime del prodotto. La produttività del lavoro è semplicemente il rapporto tra quantità prodotta e lavoro erogato. Ad un livello più preciso si tratta di un indicatore che fornisce la misura del valore aggiunto per ora lavorata. Nei dati che presenteremo abbiamo considerato come indicatore una proxy della produttività del lavoro, corrispondente al rapporto tra valore aggiunto ed unità di lavoro. L’incremento di tale variabile è funzione della qualità del capitale fisico, del miglioramento delle competenze e della manodopera, dei progressi tecnologici e delle nuove forme di organizzazione. In termini prettamente macroeconomici dobbiamo considerare che di solito la produttività del lavoro muta nel tempo, è tendenzialmente crescente nel corso degli anni, in funzione dell’aumento della specializzazione dei lavoratori e dell’aumento dello stock di capitale utilizzato da ciascun lavoratore. Tende a variare nelle varie fasi del ciclo economico, diminuendo prima che inizi una recessione e riprendendo a crescere o all’inizio della ripresa, anticipandola, o poco prima del termine della fase di recessione. <- Inizio sezione 1 ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Introduzione ai contenuti della sezione* Nel corso dell’estate 2011 il quadro macroeconomico internazionale si è rapidamente deteriorato, con una congiuntura internazionale che si è mossa in modo traballante e incerto, soprattutto dal punto di vista delle scelte di policy, sfociando in un autunno precario per l’economia internazionale, in cui il tanto sospirato e annunciato consolidamento della ripresa sembra aver spostato il proprio orizzonte in avanti . In prima approssimazione vi sono le difficoltà dei debiti sovrani di alcuni paesi europei, in cui fra tutti spicca un aggravamento della posizione della Grecia ed anche di quella italiana, insieme al ristagno delle criticità sui mercati del lavoro delle principali economie avanzate. Persiste comunque, da quattro anni ormai, una certa costanza del binomio calo di fiducia / contagio finanziario, elementi critici che stanno permeando il contesto economico internazionale in misura sempre più pervasiva. L’autunno ha rappresentato quindi il culmine di un periodo estivo piuttosto turbolento per i mercati internazionali con un esteso processo di diffusione di un clima di “sfiducia” sulle effettive capacità dei governi dell’Area Euro (in particolare quello italiano) nel riuscire a gestire la crisi dei debiti sovrani, con particolare riferimento alla sostenibilità del servizio del debito. Ciò è suffragato da un aumento dei prezzi dei credit default swaps (CDS) con particolare riferimento alla Grecia e all’Italia . Al momento non è semplice riferirsi al 2012, visti i repentini cambi di scenario e considerata la rapidità con cui è degenerata la situazione attuale, nonché l’elevato livello di incertezza/volatilità che caratterizza le stime previsive. Su tali prospettive gravano le difficoltà di risanamento dei bilanci pubblici (ma anche privati), le turbolenze sui mercati azionari e la persistenza di criticità sui mercati del lavoro dei paesi avanzati. Il punto cruciale è valutare se nel 2012 una crescita globale intorno o al di sopra del 4%, come stimato da FMI, è quanto potremmo ragionevolmente aspettarci, oppure se sarà maggiormente probabile un rallentamento più significativo e sostenuto. Molto probabilmente potrebbe accentuarsi la divaricazione fra dinamiche di crescita sempre più disomogenee fra i paesi avanzati, con tassi di variazione maggiormente “appesantiti”, e i paesi emergenti (il gruppo BRIC in particolare) caratterizzati sempre da tassi di sviluppo rimarchevoli. L’andamento poco deciso dell’economia nazionale nel primo semestre dell’anno e il netto deterioramento che si è verificato nel periodo estivo ha portato ad una revisione al ribasso delle stime di crescita annuali da parte dei più importanti istituti di previsione internazionali. Le stime per il 2011 evidenziano un ritocco al ribasso rispetto a quanto elaborato nella prima parte dell’anno, con una crescita stimata dello 0,6% (fonte FMI; +0,7% secondo il Ministero dell’Economia) considerando in particolare l’effetto dell’aumento del servizio del debito e dell’ampio differenziale rispetto ai titoli di stato tedeschi . In generale l’attività economica dovrebbe avvertire gli effetti di un contributo dei consumi interni piuttosto modesto, insieme agli effetti restrittivi determinati dalle manovre per il riassetto dei conti pubblici. *Un doveroso ringraziamento a IRPET per aver messo a disposizione i dati di contabilità territoriale per la nostra provincia <- Inizio sezione 1 ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Grafici della sezione Variazione % del prodotto interno lordo. Valori ai prezzi dell’anno precedente Contributi % alla crescita del PIL provinciale Contributi alla crescita del valore aggiunto per macrosettore Evoluzione delle quote % del valore aggiunto per macrosettore in Provincia di Firenze Variazione % del valore aggiunto per macrosettore in Provincia di Firenze. Variazioni ai prezzi dell’anno precedente Contributi % alla crescita delle unità di lavoro per macrosettore Evoluzione delle quote % delle unità di lavoro per macrosettore in Provincia di Firenze Dinamica della produttività del lavoro per macrosettore. Var% ai prezzi dell’anno precedente Andamento della produttività del lavoro nell’industria in senso stretto e nei servizi. Valori correnti (2000=100) Valore aggiunto procapite nelle province italiane Reddito disponibile e consumi delle famiglie a valori correnti (2000=100) La crescita provinciale nel 2012; variazioni % in termini reali <- Grafici -> Inizio sezione 1

1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> In base alle stime IRPET il 2010 si è chiuso con una crescita dell’1,7% per la provincia di Firenze, rappresentando un risultato che deriva da un’articolazione congiunturale in graduale miglioramento per produzione industriale, commercio estero, imprese e turismo, mentre il commercio al dettaglio ha evidenziato sempre un fatturato negativo <- Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> La presentazione di una prima valutazione su come si chiuderà il 2011, nella situazione attuale, costituisce sicuramente un esercizio non semplice. Nel 2011 si dovrebbe verificare una dinamica del prodotto di poco inferiore all’1% rallentando nei confronti dell’anno precedente, per effetto delle misure restrittive a seguito dell’ultima manovra del governo, i cui effetti si faranno sentire anche per l’anno successivo. L’interscambio netto con l’estero eserciterebbe un impatto abbastanza positivo sulla crescita economica locale con un contributo dello 0,8%, a seguito della decelerazione del fabbisogno di merci estere (da +5,9% a +0,9%), parallelamente ad un export estero che mostra una dinamica più moderata del 2010 (da +7,7% a +3,7%). L’andamento della domanda interna tenderebbe ad arenarsi divenendo fortemente stagnante (da +1,4% a -0,04%), <- Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> La tenuta del commercio estero su scala mondiale dovrebbe garantire per il 2011 una certa tenuta del comparto industriale, che andrebbe a recuperare in misura più cauta rispetto a quanto previsto a maggio (da +2,8% a +1,2%); ad esso si affiancherà un settore edilizio che dopo essersi caratterizzato, più degli altri comparti, per una certa difficoltà di recupero nel 2010 (-2,1%) dovrebbe evidenziare una moderata ripresa (+1,4%). L’agricoltura evidenzierebbe una variazione debolmente negativa (-0,2%) mentre il terziario potrebbe avvertire maggiormente gli effetti della manovra restrittiva, con un tasso di sviluppo in netta decelerazione dopo il buon contributo apportato l’anno scorso (da +2% a +1,1%) <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario Relativamente alla domanda di input di lavoro l’intensità della ripresa, viste le evidenti difficoltà, non è tuttavia sufficiente a garantire, tanto in ambito nazionale quanto locale, il superamento delle criticità connesse con il mercato del lavoro. La crescita economica stimata per la nostra provincia non è tale da permettere il ripristino di una significativa domanda aggiuntiva di lavoro. Riguardo ai macrosettori si segnala per il 2011: attenuazione del calo di domanda nelle costruzioni (da -2,5% a -0,3%), stagnazione nel terziario (-0,2%) e proseguimento della tenuta del recupero nell’industria in senso stretto (+2,4%). <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario L’evoluzione temporale della ripartizione delle unità di lavoro in termini di quote percentuali settoriali non fa che confermare la tendenza rilevata per il valore aggiunto, ovvero un aumento dell’incidenza delle attività terziarie nell’arco dell’ultimo quindicennio, che passano dal 67,6% del 1995 al 70,8% del 2011, mentre l’industria in senso stretto scende, passando dal 25,2% al 20,8% <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario La variazione della produttività del lavoro nell’anno in corso appare in rallentamento (da +1,8% a +0,8%), risultando sostenuta dal modesto recupero del valore aggiunto e da una moderata contrazione delle unità di lavoro nelle costruzioni insieme ad un apporto che si configura più moderato da parte dei servizi; l’industria in senso stretto evidenzierebbe un calo di produttività non molto elevato (-0,8%) dopo la ripresa del 2010 <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario1 <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario 1 Glossario2 L’andamento della domanda interna nel 2011 tenderebbe ad arenarsi divenendo fortemente stagnante (-0,04%), come del resto si dovrebbe verificare anche in ambito regionale (-0,1%); tale andamento risentirebbe sostanzialmente dell’effetto della manovra economica. Considerando le componenti si verificherebbe una flessione del tasso di crescita sia dal lato degli investimenti (da +3,6% a +1%) che da quello dei consumi (da +1,6% a -0,1%), i quali scendono su un valore sostanzialmente stazionario, insieme ad un reddito disponibile che si caratterizza sempre per una variazione negativa, in termini costanti, anche se in via di ulteriore attenuazione (da -0,6% a -0,4% deflazionato con deflatore nazionale consumi; fonte Prometeia) <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

1. Quadro macroeconomico di riferimento IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Per il 2012 proseguirebbe il profilo evolutivo piuttosto modesto del prodotto provinciale (+0,2% secondo le stime Prometeia), il quale continuerebbe a risentire delle difficoltà di ripresa e delle criticità del ciclo nazionale, con un moderato rallentamento della domanda estera (+3,4%; contributo export netto +0,1%) e una domanda interna che si muove con il “freno a mano tirato” (-0,3% i consumi delle famiglie e +0,1% la domanda interna aggregata) <- Grafico precedente Inizio sezione 1 ->

< INDICE GENERALE > IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> 2 Commercio estero Presentazione della sezione Grafici ->

Introduzione ai contenuti della sezione 2. Commercio estero << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Introduzione ai contenuti della sezione I dati sull’interscambio commerciale della provincia di Firenze si collocano sullo sfondo rappresentato dall’andamento dell’economia mondiale, la quale deve essere intesa come una complessa ed articolata rete di interdipendenze in cui operano forze equilibratici che di norma dovrebbero consentire ad un paese (o area locale) di poter commerciare una certa varietà dei propri beni sui mercati mondiali e di poter equilibrare la bilancia commerciale nel lungo periodo, anche se la produttività è di livello inferiore rispetto a quella dei principali concorrenti. Tale processo di aggiustamento non è certo automatico ed è alquanto complesso, dal momento che entrano in gioco i tassi di cambio, i salari e i prezzi interni (che assumono particolare rilievo in una situazione di cambi fissi, come è il caso dell’area euro). È ormai un “classico” luogo comune il fatto che nell’ultimo ventennio i vantaggi comparati dell’Italia nei settori manifatturieri, abbiano “spostato” l’orientamento del modello verso i comparti più tradizionali come sistema moda, mobilio, prodotti di metallo, ceramica e materiali da costruzione, gomma e plastica e meccanica strumentale. Tuttavia sono stati accumulati anche persistenti svantaggi nei settori a prevalenti economie di scala e ad alta tecnologia, come alimentari, elettromeccanica, chimica-farmaceutica, informatica, telecomunicazioni, autoveicoli, aerei. Nel breve-medio periodo la crescita delle quote di mercato dei paesi esportatori risente dell’effetto dei costi di produzione e del tasso di cambio reale favorevole (ovvero di prezzi interni maggiormente concorrenziali). Tuttavia nel medio-lungo periodo diviene assai rilevante, per un paese come l’Italia, la capacità del sistema industriale di spostarsi sulle fasce di maggior prezzo e puntare sull’aumento del contenuto dei servizi nei prodotti. Intendiamo quindi riferirci a: miglioramenti qualitativi, compresa l’importanza del marchio e della reputazione; contenuto tecnologico; controllo della rete distributiva; assistenza post-vendita; vicinanza al mercato, in connessione ad investimenti diretti sui mercati di interesse. Questo vale per tutti i settori a partire da quelli che producono beni intermedi e macchinari fino ad arrivare ai settori che producono beni di consumo finali e che contribuiscono maggiormente alla bilancia commerciale dell’Italia. Uno dei fattori di rilievo che svolge un ruolo trainante, soprattutto per il consolidamento e il buon andamento dell’export, è rappresentato dall’aumento della specializzazione in produzioni di nicchia che intercettano i bisogni di potenziali clienti finali esigenti e disposti a spendere, i quali rappresentano un numero cospicuo a livello mondiale (si pensi al caso della pelletteria di fascia alta e al segmento del lusso in generale, ma anche alla meccanica fine e strumentale). <- Inizio sezione 2 ->

Introduzione ai contenuti della sezione 2. Commercio estero << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Introduzione ai contenuti della sezione Negli ultimi anni si è assistito ad un riposizionamento di un’ampia quota di imprese operanti nei settori tipici del made in Italy con una progressiva “emarginazione” ed “espulsione” di quelle di fascia bassa e una crescita di quelle di fascia alta, le quali tendono a non caratterizzarsi per un alto grado di ricorso alla delocalizzazione in paesi a basso costo del lavoro. In tal senso recenti analisi, condotte a livello internazionale, mostrano come non vi sia un’unica via per affrontare le nuove basi della concorrenza determinate dal processo di globalizzazione (rappresentata sostanzialmente da quella proveniente dai paesi in via di sviluppo), ma che vi sono molteplici approcci strategici, che spesso trovano fondamento in una solida base produttiva locale. A partire dal biennio 1995/96 gli esportatori nazionali hanno peggiorato la loro capacità di risposta al mutare dei vantaggi comparati tramite il rinnovamento dei prodotti e la riallocazione delle risorse. La quota dell’Italia sulle esportazioni mondiali si è gradualmente ridimensionata, risentendo sia dell’effetto “sovrapposizione” con i modelli di specializzazione dei paesi in via di sviluppo e sia dell’aumento del prezzo delle materie prime. A ciò si correla anche il differenziale sfavorevole riguardante la crescita della produttività totale dei fattori, rispetto agli altri paesi industrializzati, la quale è divenuta sempre più importante nel determinare le difficoltà ad esportare dell’Italia, in connessione alle determinanti settoriali. L’Italia ha accumulato vantaggi comparati proprio in quei settori e in quei mercati che si caratterizzano per una domanda mondiale piuttosto lenta e sono meno abili nell’incorporare tecnologie ICT. In provincia di Firenze il dato cumulato 2010 riguardante l’ammontare scambiato con l’estero è sicuramente in ripresa dopo la caduta dell’anno precedente: in valori correnti l’interscambio risale da 10,9miliardi di euro a circa 11,9miliardi di euro, rappresentando comunque un valore inferiore del 9,5% rispetto al livello del 2007 e del 5,6% nei confronti del 2008. Le esportazioni sono aumentate del 6,7% migliorando dopo la caduta dell’anno precedente (-11,6%), attestandosi ad un livello di circa 7,4miliardi di euro; le importazioni sono aumentate del 12,4%, valore in netta ripresa dopo la forte diminuzione del 2009 (-15,9%), caratterizzandosi per un ammontare di circa 4,5miliardi di euro. La performance esportativa della provincia di Firenze esprime un differenziale non positivo rispetto al dato di confronto regionale e nazionale, visto che le esportazioni hanno fatto segnare rispettivamente incrementi del +15,4% e del +15,8%. Tale andamento risente di dinamiche settore/paese che sono ripartite bene ma non alla velocità “giusta”, come vedremo poco più avanti, con un recupero inferiore alle aspettative soprattutto rispetto al dato regionale: dal punto di vista settoriale non vi è stato un apporto omogeneo e coerente del comparto meccanico, che pesando notevolmente sui flussi commerciali provinciali (con una quota del 24,7%) ha esercitato un contributo negativo (-14,7%); riguardo alle aree/paese si è verificata una ulteriore perdita di terreno su quei mercati che se opportunamente “agganciati” potrebbero promettere abbastanza bene (paesi emergenti e in particolare il gruppo dei paesi BRIC). <- Inizio sezione 2 ->

Introduzione ai contenuti della sezione 2. Commercio estero << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Introduzione ai contenuti della sezione L’analisi della specializzazione, facendo riferimento all’indice di Lafay evidenzia la caratterizzazione di alcuni settori provinciali rispetto all’ambito nazionale. In particolare se confrontiamo le medie dell’ultimo biennio disponibile con il 1998-1999 emerge un certo rafforzamento della specializzazione nel comparto meccanico (con un valor medio dell’indice che passa da 4,1 a 9) e un mantenimento di quella nell’ambito della pelletteria (indice medio da 4,2 a 3,3); mentre risulta un evidente peggioramento nell’abbigliamento (indice medio da 2,4 a 1,6). L’indice mostra valori negativi e quindi una certa tendenza alla despecializzazione per i prodotti alimentari, chimici e farmaceutici, nonché per metallurgia ed elettronica, nonostante tutti questi settori incidano nel complesso per circa il 18% sul valore esportato totale (di cui elettronica 4,4%, alimentare 5,5% e farmaceutico 3,6%). I grafici successivi presentano una analisi di medio periodo della competitività dell’economia fiorentina in base ai dati sull’interscambio commerciale con l’estero disponibili. La fonte dei dati da cui abbiamo attinto è il sistema informativo Coeweb approntato on-line dall’Istat; si tratta di un archivio gratuito, interamente dedicato alle statistiche del commercio con l'estero che fornisce un ampio patrimonio informativo sui flussi commerciali dell'Italia con il resto del mondo. Per l’Italia e le regioni sono disponibili sia dati in valore che in quantità; per il dettaglio provinciale sono disponibili solo dati in valore. <- -> Inizio sezione 2

< INDICE GENERALE > 2. Commercio estero << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Grafici della sezione Andamento dell'ammontare esportato nel periodo 2000 - 2010; Italia, Firenze e Toscana (numeri indice - base 2000=100) Importazioni, esportazioni e saldi commerciali normalizzati per la provincia di Firenze Andamento delle esportazioni nelle province toscane; confronto fra il 1997-2002 e il 2003-2010. Variazioni medie annue Variazione % delle esportazioni manifatturiere provinciali per settore ATECO nel 2010 Variazione % delle importazioni manifatturiere provinciali per settore ATECO nel 2010 Esportazioni e importazioni commerciali per contenuto tecnologico in provincia di Firenze. Variazioni % Indice di specializzazione (di Lafay) per raggruppamento tecnologico Dinamica dell’export fiorentino rispetto alle importazioni mondiali per serttore Dinamica dell’export fiorentino rispetto alle importazioni mondiali (2010) per paese Dati trimestrali Andamento dell’export trimestrale; tassi di variazione tendenziali Andamento trimestrale dei saldi commerciali Variazione % delle esportazioni manifatturiere provinciali per gruppi di prodotti nel III trim. 2011 Variazione % delle importazioni manifatturiere provinciali per gruppi di prodotti nel III trim. 2011 Quote % esportazioni e importazioni al III trim. 2011 Grafici -> <- Inizio sezione 2

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario In provincia di Firenze il dato cumulato 2010 riguardante l’ammontare scambiato con l’estero è sicuramente in ripresa dopo la caduta dell’anno precedente: in valori correnti l’interscambio risale da 10,9miliardi di euro a circa 11,9miliardi di euro, rappresentando comunque un valore inferiore del 9,5% rispetto al livello del 2007 e del 5,6% nei confronti del 2008. Le esportazioni sono aumentate del 6,7% migliorando dopo la caduta dell’anno precedente (-11,6%), attestandosi ad un livello di circa 7,4miliardi di euro; le importazioni sono aumentate del 12,4%, valore in netta ripresa dopo la forte diminuzione del 2009 (-15,9%), caratterizzandosi per un ammontare di circa 4,5miliardi di euro. <- Inizio sezione 2 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario L’avanzo della bilancia commerciale è quasi analogo a quello del 2009, corrispondendo a circa 2,9 miliardi di euro. Il saldo normalizzato è pari al 24,1%, paradossalmente, inferiore al valore dell’anno scorso (26,5%). Nonostante il dato cumulato, sia per le esportazioni che per le importazioni, rilevato a fine anno evidenzi una buona variazione tendenziale, il valore assoluto è ancora inferiore ai livelli pre-crisi: i flussi commerciali in uscita sono ancora inferiori del 7,7% rispetto al valore del 2007 e del 5,7% nei confronti del 2008; le importazioni a loro volta sono il 12,2% in meno del livello di tre anni fa e il 5,4% al di sotto del valore del 2008. <- Inizio sezione 2 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario Sebbene la nostra provincia rientri fra le prime quindici province esportatrici in ambito nazionale, in un arco quinquennale ha perso quote sull’export regionale (da 30% a 27,8%) rispetto ad una provincia come Arezzo che invece ha guadagnato progressivamente peso sui flussi regionali verso l’estero (da 12,1% a 20,2%). La crescita maggiormente sostenuta delle importazioni (+12,4%), inferiore al dato regionale (+26%) e a quello nazionale (+23,4%), dovrebbe comunque essere correlata al recupero del ciclo produttivo e alla riorganizzazione delle capacità di investimento delle imprese, considerando che riguarda quasi esclusivamente beni strumentali e prodotti intermedi. <- Inizio sezione 2 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario L’articolazione per settore di attività, riguardo alle esportazioni, mostra come i maggiori incrementi delle esportazioni fiorentine, in grado di apportare un contributo rilevante ai flussi commerciali esteri hanno riguardato prevalentemente il settore farmaceutico (+37%), la chimica (+36,9%), l’elettronica e automazione (+22,8%), la metallurgia (+36,8%), gli autoveicoli (+40,6%) e il sistema moda (+13%). Tuttavia se esaminiamo i contributi alla crescita, fra tutti i comparti menzionati quello che ha fornito il maggior apporto è stato il sistema moda (con un contributo alla variazione totale del 4,8%) e al suo interno in particolare il sistema pelle (con un contributo del +4,1%). Gli altri settori hanno fornito apporti alla variazione complessiva di entità minore. Diminuiscono le esportazioni di meccanica (-14,7%), apparecchi elettrici (-17,9%) e dei prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-4,3%) <- Grafico precedente Inizio sezione 2 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario Per quanto riguarda gli acquisti all’estero i flussi in ingresso risultano migliorare soprattutto per le filiere legate ai beni intermedi (da -23,5% +43%) e a quelli strumentali (da -25,7% +19,5%), osservando un notevole incremento dei prodotti metallurgici (+113%), di gomma e materie plastiche (+54,9%), di macchinari e apparecchi (+26,3%) ed elettronica (31,5%). Continuano a diminuire gli acquisti di beni di consumo durevoli (da -5,6% a -18,9%) e non durevoli (da -5,5% a -8,5%), con riferimento a: prodotti farmaceutici (-52,2%), mobili (-18,4%) e apparecchi elettrici (-5,1%); bene tuttavia gli acquisti di prodotti afferenti al sistema moda (+11,8%), in particolare quelli relativi al sistema pelle (+19,9%). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario Livelli tecnologici Relativamente ai raggruppamenti tecnologici diminuisce l’ingresso dall’estero di beni ad alta tecnologia (da +2,1% a -19,3%) mentre aumentano notevolmente gli acquisti di prodotti a medio-bassa tecnologia (da -35,9% a +80,4%). Probabilmente l’aumento degli acquisti di beni strumentali e di input di processo intermedi a basso contenuto tecnologico potrebbero indicare “indirettamente” la volontà dell’apparato industriale locale nel riattivare i processi produttivi e nel prepararsi ad approntare programmi di investimento. <- Grafico precedente Inizio sezione 2 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Indice di specializzazione di Lafay per livello tecnologico manifatturiero Glossario Aggregando i settori in base al livello tecnologico emerge, per la nostra provincia, la netta despecializzazione nel raggruppamento dell’alta tecnologia (indice di Lafay -cfr glossario- pari a -4,8) sia rispetto al dato regionale (-2,2) che a quello nazionale (-3,4) e nonostante i lievi miglioramenti osservati nelle dinamiche. Piuttosto elevata è risultata la dinamica dell’indice nell’ambito dell’aggregato settoriale a medio-alta tecnologia (passato da 0,7 a 4,8). Il grado di specializzazione è tradizionalmente elevato anche nella bassa tecnologia risultando strettamente correlato al peso del sistema moda (pelletteria in particolare). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Il grafico riportato in alto permette di confrontare le esportazioni fiorentine nell’ultimo anno con la media delle importazioni mondiali negli ultimi cinque anni (media 2005-2009), per poter valutare quanto siano riuscite effettivamente ad intercettare i settori maggiormente dinamici verso cui si è convogliata la domanda mondiale. Sembrerebbe che l’unico “svantaggio”, anche se il termine potrebbe essere “improprio”, riguardi le attività relative alla meccanica (che si collocano in basso nel grafico) caratterizzate da una domanda mondiale in netta ascesa (macchinari +4,7%; macchine generatrici +8%). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario La struttura geografica degli scambi provinciali evidenzia una dinamica delle esportazioni piuttosto sostenuta, nel 2010, verso il mercato interno comunitario (+18,3%), mentre è apparsa debole verso l’aggregato degli altri paesi non UE (-0,6%) anche se migliore rispetto all’anno precedente (-10,2%). Le importazioni al contrario crescono maggiormente sui mercati extra UE (+25,3%); gli acquisti sul mercato interno comunitario aumentano ma in misura piuttosto ridotta (+1,1%). All’interno dell’Unione Europea i flussi di prodotti esportati si dirigono in prevalenza verso Francia (+16,9%), Germania (+31,6%), Regno Unito (+24,8%) e Spagna (+17,8%). Bene anche l’export verso gli altri paesi europei non UE (+12,2%) come Svizzera (+20,9%) e Romania (+35,2%); calano invece, come anche l’anno scorso, le esportazioni verso la Russia (-10,3%). Per quanto riguarda i mercati extra UE riprendono a crescere, intensificandosi, le esportazioni dirette negli Stati Uniti (+15,1%) così come vanno abbastanza bene quelle verso i mercati africani (+9,1%) e mediorientali (+10%). Tuttavia considerando i flussi di export diretti nei paesi extra UE si rilevano forti diminuzioni verso l’Asia centrale (-54,1%), in particolare verso l’India (-11,1%) e verso l’Oceania (-27%). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> La dinamica trimestrale nel corso del 2010 ha seguito un percorso di ripresa non proprio lineare: l’anno è iniziato abbastanza bene con un primo trimestre che ha mostrato un buon recupero delle esportazioni (+6,1%), sebbene sottotono se paragonato al dato regionale (+14,1%) e a quello nazionale (+7,6%); le importazioni nei primi tre mesi del 2010 hanno evidenziato una dinamica negativa (-0,7%). Nel secondo trimestre l’intensità del recupero degli scambi ha subito un rallentamento sul fronte esportazioni (+3,8%), soprattutto per gli effetti settore/paese prima richiamati. Nel terzo trimestre la variazione cumulata dei flussi commerciali verso l’estero è decelerata ulteriormente divenendo debolmente positiva (+0,8%), mentre le importazioni hanno ripreso vigore (+9,1%), mantenendo tuttavia un ampio divario rispetto ai dati di confronto regionale (export +13,9%) e nazionale (export +14,6%). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> L’andamento del commercio internazionale provinciale per questo terzo trimestre non sembrerebbe risentire in misura pesante del deterioramento ciclico che ha colpito la dinamica economica mondiale proprio a partire dal periodo estivo, con la persistenza e l’aggravamento delle incertezze e delle tensioni sui mercati finanziari, insieme al peggioramento degli squilibri nei conti pubblici dell’area euro, portando il nostro paese a posizionarsi sull’orlo del baratro. L’interscambio complessivo cumulato rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente aumenta, passando da 8,6 a 9,4miliardi di euro, con le esportazioni che crescono in misura piuttosto intensa, facendo registrare un +11,9%, su valori cumulati, lievemente inferiore a quanto risultava, su base tendenziale nel trimestre precedente (+13,3%). Sembrerebbe che almeno fino al terzo trimestre il commercio estero abbia mostrato un certo ritardo di risposta alle criticità che hanno riguardato l’economia nazionale a partire dal periodo estivo, per cui per il quarto trimestre dovremmo aspettarci sicuramente una frenata in ambito locale <- Grafico precedente Inizio sezione 2 ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> I flussi in uscita dei prodotti di consumo non durevoli continuano ad aumentare in valore anche in questo trimestre (da +25,1% a +21,4%), contestualmente ad un miglioramento dei beni di consumo durevoli (da +10,2% a +10,4%). All’interno delle merci non durevoli il ruolo principale riguarda, come nel precedente trimestre, il sistema moda con le esportazioni dei prodotti della pelletteria che si mantengono ancora su un ritmo molto elevato (+34,2%), così come piuttosto sostenuta è anche la dinamica dell’abbigliamento (+14,6%) e del calzaturiero (+19,1%). Rimane elevato anche il tasso di crescita dei prodotti intermedi (da +10,3% a +11,9%). Ancora negativo il tasso tendenziale dei beni strumentali (da -3,9% a -3,6%) Le importazioni risultano in frenata per i beni di consumo non durevoli (da +7,9% a +4,9%), i beni strumentali (da +7% a +4,7%) e i prodotti intermedi (da +9% a +6,1%), mentre rimangono negative per i beni di consumo durevoli (da -6,9% a -6,4%). Ciò starebbe a significare che le imprese hanno gradualmente rallentato gli acquisti di beni d’investimento dall’estero e che la domanda interna, caratterizzata da una tendenza al ristagno, risulterebbe maggiormente orientata a sostituire i beni importati con quelli domestici. I maggiori contributi ai flussi in entrata dall’estero sono rilevabili per pelletteria (+25,5%), calzature (+14,3%), gomma e plastica (+34,4%) e prodotti in metallo (+18,8%); moderato l’aumento dell’elettronica (+6,9%), staganante la dinamica degli acquisti di macchinari (-0,01%) e in netta contrazione la variazione delle importazioni di mobilio (-19,3%). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Quote % esportazioni al III trimestre Quote % importazioni al III trimestre Le esportazioni verso i paesi dell’Unione Europea si mantengono su valori di poco inferiori a quanto rilevato nel secondo trimestre del corrente anno con l’area UE che passa da +10,4% a +7,7%. In particolare sembrano in tenuta, nonostante decelerino, i flussi di merci in uscita verso la Francia (da +26,6% a +21,9%), la Germania (da +23,6% a +16,8%) e la Romania (da 23,9% a 13,9%); calano decisamente i mercati britannico (da +5% a -2,2%), greco (da +0,7% a -10,4%) e spagnolo (da -9,5% a -10,8%). Tra i paesi europei non UE continuano ad andare molto bene la Svizzera (da +52,2% a +44,9%) e la Russia (da +22% a +23,9%). Considerando le altre aree si rileva ancora un forte calo per il mercato africano (-33,6%) e un peggioramento per l’Asia Centrale (da +10,9% a -18,8%) nonostante la forte variazione positiva che ha caratterizzato l’India (+92,9%); le altre aree si mantengono su buoni tassi di crescita. Va ancora bene il mercato statunitense (da +23,1% a +20,1%) ma sono andati ancora meglio il Medio Oriente e l’Asia Orientale, con un certo miglioramento rilevato per la Cina (da +6,5% a +9%); si segnala comunque l’effetto compensativo che comincia ad essere esercitato dal raggruppamento dei paesi BRIC, la cui quota sull’export totale sale dal 6,3% al 6,9% ed una variazione in costante miglioramento rispetto al trimestre precedente (da +19,3% a +35,3%). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 ->

< INDICE GENERALE > IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> 3 Mercato del lavoro Presentazione della sezione Grafici ->

Introduzione ai contenuti della sezione 3. Mercato del lavoro << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Introduzione ai contenuti della sezione Il mercato del lavoro può essere inteso come “luogo virtuale” in cui dovrebbero incontrarsi la domanda (espressa dalle imprese) e l’offerta (relativa ai lavoratori) di quella “non merce”, nell’accezione dell’economista Robert Solow (1994), che è il lavoro. Il mercato del lavoro provinciale può essere assimilato ad un mercato locale del lavoro, in un senso maggiormente ampio, in cui il sistema locale costituisce un importante elemento di regolazione, laddove quest’ultima è da intendersi come una sorta di processo di aggiustamento tra domanda e offerta di lavoro. In un’accezione maggiormente precisa di mercato locale del lavoro occorrerebbe comunque riferirsi ad aree o entità territoriali subprovinciali come i sistemi locali del lavoro (identificati da Istat) o i distretti industriali. La fonte principale dei dati che abbiamo utilizzato è rappresentata dall’Istat, con le medie annuali sulle forze di lavoro basate sulla rilevazione continua delle forze di lavoro (RCFL) il cui principale obiettivo è quello di produrre stime ufficiali degli occupati e di coloro che sono in cerca di occupazione. Si tratta di una metodologia che consente di costruire un quadro del mercato del lavoro italiano che sia maggiormente aderente alla realtà e che permette di seguire più da vicino le sue evoluzioni, migliorando il livello di informazione generale, finalizzandolo ad una maggiore comprensione delle condizioni di domanda e offerta e delle dinamiche di fondo. L’attuale rilevazione sulle forze di lavoro è denominata continua in quanto le informazioni sono raccolte in tutte le settimane dell’anno e non più in una singola settimana per trimestre, come avveniva con la precedente modalità di rilevazione (RTFL). Occorre aggiungere che in questa nuova modalità di rilevazione dei dati sul mercato del lavoro cambia anche la definizione di occupato e di disoccupato. Nella precedente metodologia d’indagine (RTFL) la condizione di occupato era basata sulla autopercezione del soggetto; nella RCFL è occupato chi dichiara di aver svolto almeno un’ora di lavoro nella settimana precedente l’intervista, applicando così un criterio di classificazione oggettivo e del tutto svincolato dall’opinione che l’intervistato ha del proprio status lavorativo. Comunque non viene posta nessuna domanda volta ad accertare il livello retributivo e la regolarità del rapporto di lavoro; quindi in linea generale un soggetto che lavora nel sommerso dovrebbe rispondere sì alla domanda fondamentale. Riguardo alla condizione di disoccupato, per essere classificato come tale un soggetto deve essere non-occupato, essere disponibile a lavorare entro le due settimane seguenti l’intervista ed aver svolto almeno un’azione di ricerca di lavoro Le stime sulle forze di lavoro vengono rilasciate dall’Istituto Nazionale di Statistica con cadenza trimestrale, anche se a livello provinciale Istat non produce stime trimestrali sulle forze di lavoro, come per gli ambiti nazionale e regionale, ma solo annuali e pertanto il dato più recente si ferma al 2010. <- Inizio sezione 3 ->

Introduzione ai contenuti della sezione 3. Mercato del lavoro << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Introduzione ai contenuti della sezione Le stime provinciali sulle forze di lavoro Istat certificano per Firenze una moderata contrazione dell’occupazione residente corrispondente ad un -0,4% per l’anno 2010; dal lato offerta di lavoro sembrerebbe quindi che gli effetti negativi sul mercato del lavoro tendano a ridimensionarsi, considerato il rilevante calo degli occupati rilevato l’anno precedente (-1,9%). Il forte ridimensionamento dell’attività economica che si è verificato nel biennio 2008-2009 ha continuato comunque a riflettersi negativamente sull’occupazione, anche se la flessione è stata di modesta entità e qualche segnale di stabilizzazione comincia ad affiorare. Il fattore che sembra gravare maggiormente sul dispiegamento della crescita nel breve termine per l’economia locale, è rappresentato proprio dal mercato del lavoro, il quale stenta a ripartire o perlomeno a ritrovare la sua configurazione originaria: la questione sta tutta nella creazione di posti di lavoro stabili e duraturi, considerando che a livello provinciale è molto alta la quota delle assunzioni con contratti di lavoro differenti dal tempo indeterminato (pari al 93,4%% al quarto trimestre 2010). Il mercato del lavoro locale nel dopo-crisi appare come “appiattito”, mostrando una certa difficoltà nel ridefinire la propria conformazione, con un’influenza non indifferente sulla domanda interna, come si è già avuto modo di precisare. Considerando che si sta gradualmente esaurendo l’orizzonte temporale di erogazione della cassa integrazione diventerà rilevante per l’operatore pubblico promuovere politiche attive del lavoro atte ad agevolare il reintegro dei disoccupati nel mercato del lavoro, limitando i rischi di deterioramento del capitale umano determinato da un lungo periodo di disoccupazione <- Inizio sezione 3 ->

Introduzione ai contenuti della sezione 3. Mercato del lavoro << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Introduzione ai contenuti della sezione Abbiamo anche riportato dati tratti dalle stime ricavate dal sistema informativo Excelsior, sviluppato da Unioncamere e dal Ministero del lavoro il quale è giunto al decimo anno consecutivo. Costruito in base alle indagini condotte annualmente da Unioncamere su un campione di circa 100.000 imprese in ambito nazionale e con almeno un dipendente in tutti i settori economici, tale sistema è finalizzato al monitoraggio e alla valutazione del fabbisogno occupazionale per il comparto privato, ricavandone previsioni di assunzione e di dismissione del personale per l’anno in corso. Si tratta di dati espressi in termini di flussi (assunzioni e dismissioni di personale), ovvero sono dati relativi a valori progressivi espressi in termini di quantità per unità di tempo tali da consentire di effettuare un’analisi del mercato del lavoro spostando l’attenzione sulla sua evoluzione dinamica (i dati Istat costituiscono dati di stock, i quali esprimono la variabile in termini di quantità in un dato istante di tempo). Il grafico con i dati provinciali sulle retribuzioni è stato elaborato con riferimento alla dalla banca dati INAIL relativa alle aziende assicurate per la gestione industria, commercio e servizi; si tratta delle retribuzioni che il datore di lavoro dichiara di aver corrisposto complessivamente ai propri dipendenti ai fini della determinazione del premio assicurativo. Si tratta tuttavia di una rilevazione sommaria, in quanto sono escluse le retribuzioni dei lavoratori autonomi (titolari, familiari e soci di aziende artigiane), degli apprendisti e quelle riguardanti altre categorie particolari (per esempio cooperative di facchini, pescatori) il cui premio non è legato alla retribuzione. <- Inizio sezione 3 ->

< INDICE GENERALE > 3. Mercato del lavoro << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Grafici della sezione Livello degli occupati e delle persone in cerca di occupazione in provincia di Firenze. Valori in migliaia La dinamica occupazionale negli ultimi anni; tassi di variazione annuali Andamento del tasso di disoccupazione Le determinanti dell’offerta di lavoro provinciale La variazione % dell’occupazione nelle province toscane Misure dell'occupazione per la provincia di Firenze. Valori in migliaia Principali indicatori di riferimento per il mercato del lavoro Andamento delle entrate e delle uscite e tasso di variazione dell'occupazione dipendente atteso nelle imprese con almeno un dipendente in provincia di Firenze Dinamica delle assunzioni per grado di professionalità richiesto in provincia di Firenze; numeri indici (anno base 2001=100) Graduatoria delle principali assunzioni non stagionali previste dalle imprese per gruppo professionale Le ore autorizzate di cassa integrazione (aggiornamento a settembre 2011) Variazione delle retribuzioni per unità di lavoro dipendente in provincia di Firenze Grafici -> <- Inizio sezione 3

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario Al 2010 il numero di occupati totali si colloca ad un valore di poco superiore alle 428mila unità, con una perdita di poco meno di 2mila posti di lavoro rispetto al 2009; rispetto al 2008, nel biennio 2009-2010, la riduzione cumulata complessiva del numero di occupati ammonta a 10mila e 200 posti di lavoro persi per l’economia fiorentina. Sulla diminuzione dell’occupazione rilevata per il 2010 si riflettono il calo di circa 4mila unità dei lavoratori autonomi (-3,4% e un contributo del -0,9%) contestualmente ad una ripresa dell’occupazione dipendente con circa 2mila e 200 lavoratori in più (+0,7% e un contributo del +0,5%). <- Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario I dati della rilevazione Istat sulle forze di lavoro mostrano per l’ambito nazionale nel 2010 una dinamica meno negativa rispetto alla marcata contrazione rilevata nel 2009 (-1,6%), con un ridimensionamento dell’occupazione dello 0,7%, pari ad una perdita di 153mila posti di lavoro; in due anni, in termini cumulati, si sono persi nel complesso poco più di 530mila occupati. La diminuzione degli occupati risulta “calmierata” dall’apporto positivo dei lavoratori stranieri che aumentano del 9,7% (pari 183mila unità in più e un contributo positivo del +0,8%). <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario Probabilmente sulla lieve riduzione del tasso di disoccupazione nel 2010 vi ha influito anche la forte progressione della CIG, che ha esercitato una sorta di effetto contenimento sui posti di lavoro. Possiamo inoltre rilevare, riguardo alla disoccupazione, che se andassimo a considerare l’impatto dei lavoratori in CIG, censiti fra gli occupati , sul tasso di disoccupazione ufficiale nel 2009 il livello salirebbe di circa 9 decimi di punto passando dal 5% al 5,9%; nel 2010 l’aumento sarebbe di 1,7 punti passando dal 4,8% al 6,5% . Occorre aggiungere come la componente giovanile del tasso di disoccupazione provinciale (fascia 15-24 anni) sia aumentata di circa 7 punti percentuali rispetto al 2009 passando dal 14,2% al 20,8%. <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario Le forze di lavoro diminuiscono dello 0,6% per effetto del contributo negativo proveniente dal tasso di partecipazione che perde quasi un punto percentuale scendendo al 70,6%; a tale andamento si correla una diminuzione delle persone in cerca di occupazione del 4,3%, portando i disoccupati totali a circa 22mila unità e determinando un lieve calo del tasso di disoccupazione che passa dal 5% al 4,8%. La diminuzione dei disoccupati risente interamente del calo del tasso di disoccupazione femminile (dal 6,3% al 5,8%), mentre per la componente maschile si registra un incremento delle persone in cerca di occupazione (+0,8%) e una lievissima salita del tasso di disoccupazione (dal 3,9% al 4%). La discesa del tasso di disoccupazione si correla al calo della partecipazione al lavoro, riflettendo l’aumento degli inattivi in età da lavoro, ad indicare comunque un certo deterioramento del mercato del lavoro che sfocia nell’emersione di un effetto scoraggiamento, il quale tende a persistere e a rafforzarsi in ambito locale. L’aumento delle persone che rinunciano o diradano le azioni di ricerca dell’occupazione, in quanto ritengono di non avere più opportunità, soprattutto dopo aver perso il lavoro, è confermato dalla crescita della popolazione inattiva, tra i 15 e i 64 anni, ad un ritmo superiore rispetto a quanto rilevato l’anno scorso (da +3,3% a +3,6%). <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario L’andamento dell’occupazione a Firenze è risultato migliore della media regionale (-1%), differentemente da quanto è avvenuto l’anno scorso (-1,9%) e colloca la provincia tra le prime quattro in ambito regionale per variazione dell’occupazione dopo Pistoia (+2,9%), Grosseto (+1,5%) e Siena (+1,4%). Considerando gli indicatori il tasso di occupazione è il più elevato (67,1%) insieme a quello di Siena (66%), così come si caratterizza per il più basso tasso di disoccupazione (4,8%) seguita sempre dalla provincia di Siena (4,9%). <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> (Glossario) (Glossario) (Glossario) Sono presentate tre differenti misure dell’occupazione: gli occupati interni, rilevati dai conti nazionali, che comprendono gli irregolari e i non residenti; gli occupati equivalenti a tempo pieno (o unità di lavoro) i quali misurano l’input di lavoro complessivo; gli occupati residenti, rilevati dalla Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro dell’Istat. <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

Principali indicatori di riferimento del mercato del lavoro IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Principali indicatori di riferimento del mercato del lavoro Glossario Il tasso di occupazione dopo avere perso 1,2 punti nel 2009 diminuisce ulteriormente anche nel 2010 passando dal 67,8% al 67,1%, apportando quindi un contributo negativo alla variazione dell’occupazione: il calo è maggiormente avvertito dalla componente femminile che perde 8 decimi di punto (da 59,7% a 58,9%), mentre quella maschile scende di 5 decimi. Tale divergenza di genere rispetto alla dinamica dell’occupazione è spiegata dal fatto che per le femmine il denominatore del rapporto (cioè la popolazione in età da lavoro) aumenta ad un tasso maggiormente sostenuto (+1%) che per gli uomini (+0,3%). <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario In base al Sistema Informativo Excelsior la domanda di lavoro prevista dalle imprese industriali e dei servizi con almeno un dipendente per il 2011, continua moderatamente a contrarsi, anche se sulla via del recupero rispetto all’anno scorso, tanto che la differenza tra entrate e uscite si riduce da una perdita di 2.900 ad una pari a 950 unità di personale alle dipendenze (da -1,2% a -0,4%). Positivo il dato sulle imprese che prevedono assunzioni, le quali salgono dal 16,5% al 23,3% di poco inferiore al livello del 2006. Migliora comunque il livello delle assunzioni che si attestano ad un valore pari a 16.240 (+8,6%). Il 2011 potrebbe rappresentare un anno di stabilizzazione sia per la crescita che per il mercato del lavoro, anche se allo stato attuale rimane un profondo alone di incertezza per il futuro a medio termine. <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario Dal punto di vista delle figure professionali non sono emersi chiari segnali circa il consolidamento di una tendenza piuttosto che di un’altra; nel 2010 si era visto come erano risultate prevalenti le previsioni di assunzione di profili medio bassi atti ad essere direttamente operativi all’interno delle strutture aziendali. Per il 2011 l’orientamento della domanda di lavoro dipendente in base ai programmi degli imprenditori fiorentini, sembrerebbe simile a quanto rilevato per il 2009 con un buon recupero delle figure ad alta specializzazione (da 20,8% a 22,3%), una moderata ripartenza di quelle medium skill (da 35,9% a 36,3%) e una perdita di peso delle low skill (da 43,4% a 41,4%). È possibile quindi presumere che le imprese intendano poter disporre di lavoratori qualificati sul piano professionale riducendo in ambito locale, e almeno momentaneamente, le probabilità di sottoutilizzo del capitale umano, anche se ciò rappresenta un fenomeno di non semplice quantificazione usando i dati Excelsior, rispetto alle analisi che possono essere effettuate dal lato offerta di lavoro usando i microdati delle forze di lavoro, per esempio. <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Graduatoria delle principali assunzioni non stagionali previste dalle imprese per gruppo professionale Glossario <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Le ore autorizzate di cassa integrazione (aggiornamento a settembre 2011) Le ore autorizzate di cassa integrazione, a settembre 2011, per tutti i settori economici provinciali sono risultate pari a 9,5milioni in termini cumulati, diminuendo di poco più di un milione di ore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una riduzione del 10,9%. Sia la CIG ordinaria che quella straordinaria evidenziano una diminuzione delle ore autorizzate (rispettivamente –33,4% e -8,5%); la CIG in deroga continua ad aumentare, anche se in decelerazione rispetto al mese precedente (da +19,8% a +6,9%) e raggiungendo un volume cumulato di 3,9 milioni di ore autorizzate, con una quota sul totale ore autorizzate che è rapidamente salita in circa due anni, passando dal 4% al 41,3%; nell’industria in senso stretto la CIG in deroga è arrivata ad incidere in misura minore, con una quota di circa il 20%. Nell’industria in senso stretto le ore cumulate complessivamente autorizzate sono pari a 5,7milioni, diminuendo nettamente rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-15,4%) e risentendo del forte calo della CIG ordinaria (-42,8%) nonostante l’aumento di quella in deroga (+64,5%). In termini congiunturali le ore di CIG totali tra agosto e settembre sono scese passando da 1,4milioni a circa 800mila mentre nell’industria si sono praticamente dimezzate (da 1,1milioni a circa 500mila). Le ore complessive autorizzate a settembre 2011 sarebbero corrispondenti a circa 5mila e 500 occupati equivalenti a tempo pieno (l’1,6% delle unità di lavoro), mentre nell’industria gli occupati equivalenti corrispondenti sono pari a poco più di 3mila (circa il 5% delle unità di lavoro del comparto). <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> In base ai dati INAIL nel corso del periodo 2002 – 2010 le retribuzioni per unità di lavoro dipendente espresse in termini reali (ovvero in termini di beni che possono essere acquistati), derivanti dal deflazionamento di quelle nominali con l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), sono cresciute ad un tasso medio annuo del +1,1% in provincia di Firenze (+1% in Italia). Ciò non fa nient’altro che esprimere l’effetto della politica salariale italiana (questione assai complessa e dibattuta), la quale nel medio-lungo periodo ha portato ad aggiustare la dinamica salariale al rallentamento della produttività, a discapito della quota del lavoro sul PIL (quota di prodotto di pertinenza del lavoratore, il cui andamento riflette quello della produttività del lavoro) che risulta in flessione. In generale i salari italiani si collocano su un livello inferiore, rispetto agli altri paesi europei, a seguito di differenziali di produttività nettamente sfavorevoli. Tuttavia per il 2009-2010 la dinamica reale sembrerebbe sostenuta, ma si tratta tuttavia di un effetto legato alla decelerazione dell’indice dei prezzi al consumo (da +3,2% a +0,7%e a +1,5%). Per cui si è avuto un moderato aumento della dinamica salariale, tra l’latro sostenuta anche da effetti composizione, considerando che sono stati espulsi dal mercato del lavoro soprattutto i segmenti afferenti alle fasce salariali medio – basse come giovani, lavoratori a termine e immigrati, con un conseguente aumento della retribuzione media pro-capite. <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

< INDICE GENERALE > IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva -> 4 Demografia imprenditoriale Presentazione della sezione Grafici ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Glossario In questa sezione sono presentati i dati – di fonte Infocamere-Stock View – aggiornati all’ultimo trimestre disponibile. I dati sono l’esito di un processo di analisi delle informazioni presenti all’interno dell’archivio amministrativo del Registro delle Imprese. Le elaborazioni statistiche permettono di estrarre dati sintetici (di stock e di flusso) relativi alle imprese registrate in provincia, alla loro movimentazione (saldi tra iscrizioni e cessazioni, variazioni di attività, ecc.), alla loro composizione rispetto alla natura giuridica, all’attività svolta e alla distribuzione sul territorio. A partire da Aprile 2009 sono disponibili anche i dati elementari mensili riferiti alle imprese con sede legale in provincia. Svariati sono i profili per i quali è possibile eseguire analisi più in dettaglio: Il quadro di riferimento dell’organizzazione e presenza sul territorio del fenomeno imprenditoriale attraverso sia l’analisi delle caratteristiche strutturali delle imprese (ad esempio la loro distribuzione rispetto a parametri tipo il valore di produzione, il capitale sociale, la diffusione sul territorio), che la rilevazione del numero e del tipo di sedi secondarie e unità locali diverse dalla sede principale; la dinamica delle imprese artigiane, ovvero delle imprese che ottengono l’iscrizione nell’Albo artigiani provinciale a seguito di un riconoscimento legato prevalentemente alla dimensione, all’organizzazione dei fattori umani e materiali (incidenza del lavoro manuale sul processo produttivo, numero dei dipendenti, ecc.), alla forma giuridica e al tipo di attività principale svolta; attraverso l’interrogazione dei data-base relativi alle cariche d’impresa si possono ottenere indicazioni circa la presenza di imprenditoria femminile, cioè imprese a prevalente partecipazione femminile e il peso della componente femminile nella copertura dei ruoli all’interno delle imprese in generale; l’evoluzione, sempre attraverso le basi dati sulle cariche d’impresa, delle altre caratteristiche connesse ai ruoli d’impresa quali l’imprenditoria straniera in provincia, extracomunitaria e non e l’imprenditoria giovanile. <- Inizio sezione 4 ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Glossario Grafici della sezione Serie sedi di imprese registrate, attive e localizzazioni dal 2008; distribuzione per natura giuridica Andamento del tasso di sviluppo imprenditoriale e delle iscrizioni. Dati mensili da Aprile 2009 Sedi d’imprese registrate e attive per settore di attività – Tabella Sedi d’imprese registrate per settore di attività (Italia, Toscana e Firenze) – Grafici riferiti al 3° trimestre 2011 Sedi d’imprese attive in provincia di Firenze – Composizione per sistema locale al 3° trimestre 2011 Sedi d’imprese attive in provincia di Firenze – Distribuzione per comune al 3° trimestre 2011 Sedi d’imprese registrate per natura giuridica al 3° trimestre 2011 – trend dal 2007 Sedi d’imprese artigiane: tasso di sviluppo imprenditoriale e delle iscrizioni – trend dal 2001 Sedi d’imprese artigiane per settore di attività – periodo: 3° trimestre 2011 Sedi d’imprese artigiane per specializzazione merceologica e livello tecnologico – periodo: 3° trimestre 2011 Sedi d’imprese artigiane in provincia di Firenze – Composizione per sistema locale al 3° trimestre 2011 Sedi d’imprese artigiane per natura giuridica al 3° trimestre 2011 – quadro dal 2009 Sedi d’imprese artigiane per gruppi di attività al 3° trimestre 2011 Persone con cariche in imprese attive per settore di attività e per nazionalità al 3° trimestre 2011 Imprenditoria straniera: cariche, natura giuridica e nazionalità più diffuse al 3° trimestre 2011 Imprenditoria femminile al 3° trimestre 2011 Persone di età 18/29 anni con cariche in imprese attive. Composizione per sistema locale al 3° trimestre 2011 Persone con cariche in imprese attive per settore di attività e classe di età al 3° trimestre 2011 <- <- Inizio sezione 4 Grafici ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> Il numero complessivo di imprese sul territorio si è mantenuto stabile negli ultimi periodi intorno alle 109.000 unità registrate e 94.000 attive. Le localizzazioni operative si attestano, a fine Settembre, a 118.819. Si conferma la crescita delle compagini societarie; nel primo periodo dell’anno tengono anche le società di persone, mentre quelle di capitale hanno continuato il loro incremento il quale, però, in termini assoluti sembrano aver rallentato la propria espansione: comunque, nell’arco di dodici mesi il peso delle società di capitale è passato dal 24,4 al 25,1%, mentre le società di persone sono diminuite al 22,8. <- Inizio sezione 4 Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> Terzo trimestre improntato alla continuità con i periodi precedenti. Le imprese registrate in provincia di Firenze si consolidano sopra le 109.000 unità. Tuttavia, nonostante un modesto incremento su base trimestrale, il loro numero è ancora inferiore a quello dello stesso periodo del 2010. In modesta contrazione il tasso di sviluppo imprenditoriale, generalmente flettente in tutte le aree territoriali di circa 1,5 decimi di punto rispetto a quello di Settembre 2010. Il saldo complessivo tra iscrizioni e cessazioni del trimestre chiude con una differenza positiva di 363 unità, valore non tra i più elevati fra quelli riferibili a questo periodo per gli ultimi anni. Nell’insieme il turn-over ha riguardato il 2,54% delle imprese (percentuale, anche in questo caso, non dissimile da quello delle altre aree territoriali). Negli ultimi quattro trimestri, il tasso di sviluppo si ferma al +1,4%, lievemente inferiore a quello maturato nell’anno terminante a Giugno 2011 (+1,6%). I tassi medi di natalità e mortalità si attestano, rispettivamente, al 7,1 e al 5,7%. <- Grafico precedente Glossario Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva -> La sostanziale stazionarietà nel numero complessivo di imprese (tanto registrate, quanto attive), maschera al proprio interno processi di ricomposizione e ristrutturazione; guardando alle imprese attive, si vede come siano calate le unità del settore agricolo (-1.4%), dei servizi di trasporto e magazzinaggio (-2,7%), del commercio (-0,5%) e del manifatturiero (-0,4%). Viceversa, maturano segnali di crescita rilevanti le imprese attinenti i servizi di alloggio e ristorazione (+2,8%), professionali, scientifiche e tecniche (2.4%); sulla valutazione dell’incremento delle attività riconducibili alle public utilities (8,1%) e alla sanità e assistenza sociale (+3,5%) pesa in modo rilevante la modesta consistenza numerica degli stock, tale per cui anche un piccolo mutamento impatta in maniera evidente sulle rispettive consistenze. <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> Simile ai periodi precedenti la composizione percentuale delle attività per gruppi merceologici: servizi alle persone e alle imprese coprono, rispettivamente, il 6,1 e il 21,9% (questi ultimi, invece, arrivano solo al 17,9% in Italia) delle imprese attive, seguite da commercio (26,2%), edilizia (17,6%) e manifatturiero (16,4%, in risalita quota percentuale che scende al 10,3% a livello nazionale). Al di sotto del 10% agricoltura (6,7%, ma 11,6% in Toscana e 16% in Italia) e i servizi di alloggio e ristorazione (5,8%). <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva -> Distribuzione % delle sedi di imprese attive all’interno delle aree sub-provinciali per gruppo di attività al 3° trim. 2011 <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva -> Distribuzione % delle sedi di imprese attive all’interno dei comuni delle aree sub-provinciali <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> Prosegue, ma un po’ meno intensa, la crescita delle società di capitale che arrivano così a pesare, sul totale delle imprese registrate, per il 25,1%; al 22,8% le società di persone, gruppo che – dopo una lunga serie di flessioni – si mantengono viceversa stazionarie (si ricorda che al loro interno sono ancora annotate 1.100 società di fatto, soggetti virtualmente oramai non più operativi); a 53.899 le imprese individuali (49,4%), mentre cooperative, consorzi e altre forme stanno per raggiungere quota 3.000 (2.998, 2,7%). <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> Trimestre di transizione per il comparto artigiano, che si caratterizza per una certa stazionarietà, mantenendosi sugli stessi livelli di Giugno 2011; calano le iscrizioni e si avvicinano i tassi di natalità e di mortalità; Il saldo complessivo registra un disavanzo di 11 unità. Rispetto a Settembre dell’anno scorso sono lievemente cresciute le quote delle imprese individuali (76,4%) e delle società a responsabilità limitata (4,3%). Stabili costruzioni e manifatturiero, calano le riparazioni auto (-3,7%), il trasporto merci e magazzinaggio (-7,1%) e i servizi (-0,7%). In lieve diminuzione anche il numero di cariche associato alle imprese artigiane (41.129, -0,8% rispetto a Settembre). Su base territoriale In un anno, poi, hanno accusato cedimenti dell’1,5 e dell’1,4% le aree della Valdelsa e della Montagna Fiorentina. Rimane, comunque, invariata la distribuzione complessiva delle imprese artigiane sul territorio, la quale si avvicina molto a quella delle imprese in generale. <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva -> Sedi di imprese artigiane per settore di attività Grafico successivo -> <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva -> Il confronto settoriale su base annua evidenzia una tenuta delle attività manifatturiere (-0,1%); all’interno del comparto produttivo, però, rimangono traiettorie difformi: aumentano le imprese attive nella fabbricazione di articoli in pelle e calzature (+4,9%), nella trasformazione alimentare (+1,3%) e nella riparazione di macchine (6,4%) e diminuiscono le consistenze numeriche degli altri settori tra i quali, fra i più importanti in termini di peso numerico, spiccano metallurgia (-3,2%) e legnami (-2,8%); l’abbigliamento cede lo 0,9% e i mobili l’1%. In termini di contributi, quello della pelletteria si attesta all’1,2%, mentre la metallurgia apporta un contributo negativo dello 0,4. Quanto agli altri rami economici, tiene l’edilizia (+0,2%), crescono i servizi alle imprese (+1,7%), mentre si conferma critica la situazione per il settore delle riparazioni automobilistiche (-3,7%) e del trasporto merci e magazzinaggio (-7,1%). Tuttora sostenuto il trend legato ai servizi di ristorazione (+5,8%). Interessante poi vedere come si ripartiscono le attività manifatturiere sulla base della classificazione Oecd per livello tecnologico. Il nostro artigianato di produzione appare fortemente schiacciato sulle lavorazioni a basso (74,7%) e medio-basso (20,6%) contenuto di tecnologia; tra queste spiccano le attività del sistema moda, della lavorazione dei metalli e dei minerali non metalliferi. Rispetto a Italia e Toscana, il settore artigiano fiorentino detiene una quota minore di imprese operanti in rami ad alta o medio-alta tecnologia. <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva -> Glossario <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva -> Come è ovvio, l’imprenditoria artigiana è organizzata prevalentemente in imprese individuali (76,4%), quota in aumento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (76%). In aumento pure la quota di società di capitali artigiane (da 4 a 4,3%), mentre si ridimensiona il peso delle società di persone, le quali con 5.990 unità si attestano al 19,1%. Marginale il contributo delle altre forme (cooperative e consorzi). Sale dal 6,9% al 7,2% il peso delle società a responsabilità limitata attive artigiane sul totale di quelle attive iscritte al registro delle imprese, a fronte di un 30,7% per le società di persone e del 45,1% per le imprese individuali. Comparata con le altre province italiane, Firenze si pone al di sopra della media italiana (6,2%), ma cinquantanovesima nella graduatoria generale; nel caso delle srl, si tratta (per l’87%) di società a responsabilità limitata pluripersonale, mentre tra le società di persone quellein nome collettivo detengono il 78,8%, mentre le sas si fermano al 21,2%. <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > Glossario < GLOSSARIO > Sez. successiva -> <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> Si conferma in crescita, in un quadro di modesto decremento complessivo delle cariche associate a imprese attive, la presenza dell’imprenditoria straniera, la quale risulta prevalentemente composta da extracomunitari (12.350 posizioni su 16.654, ovvero il 74,2%). A settembre 2011 gli stranieri coprono il 10,8% delle cariche complessive (154.428), in aumento del 3,8% rispetto a Settembre 2010, mentre la componente nazionale ha segnato un nuovo arretramento (-1,3%); permane in crescita la quota che essa riveste sul totale cariche (8%, 1 p.p. in più rispetto al 2006). Oltre i 2/3 degli stranieri (74,8%) operano nelle attività manifatturiere, nelle costruzioni e nel commercio, a differenza degli italiani, i quali si ritrovano in questi tre gruppi in misura del 52,8%. <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Grafico successivo -> Glossario

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Grafico successivo -> Glossario

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> Imprenditoria femminile – dati al 3° trimestre 2011 <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo ->

4. Demografia imprenditoriale IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> L’imprenditoria giovanile accusa una battuta d’arresto di nove decimi di punto rispetto allo stesso periodo del 2010; in particolare, i settori che appaiono maggiormente colpiti da questa perdita sono agricoltura (-4,1%) ed edilizia (-4,9%); in calo anche manifatturiero (-1,2%), mentre la presenza giovanile si rafforza tra le imprese dei servizi di alloggio e ristorazione (+5,6%). Secondo i dati elaborati da Infocamere, le imprese fiorentine in cui la componente under 35 è maggioritaria, sono 10.540 (9,7%); in particolare il loro impatto si avverte soprattutto tra le ditte individuali (14,9%) e, relativamente ai settori, nelle costruzioni (17%, equivalente a 2.993 posizioni, in calo del 5,5% rispetto al terzo trimestre 2010), assicurazioni e credito (10,7%) e turismo (10,3%, 704 unità, in crescita del 5,1% rispetto a Settembre 2010). <- Grafico precedente Inizio sezione 4

< INDICE GENERALE > IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Glossario 5 Quadro congiunturale Presentazione della sezione Grafici ->

< INDICE GENERALE > IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Glossario In questa sezione sono presentati i risultati provenienti dalle indagini periodiche condotte dal sistema camerale toscano sui principali settori di attività economico produttiva. Difatti Unioncamere Toscana, in collaborazione con altri centri studi e in sintonia con gli uffici studi camerali, ha predisposto una serie di rilevazioni periodiche, al fine di monitorare le dinamiche congiunturali e individuare i più importanti fattori evolutivi e/o di sviluppo. Più, in dettaglio l’indagine sulla congiuntura manifatturiera provinciale è parte della più ampia indagine sulla congiuntura manifatturiera regionale toscana. Essa è svolta a cadenza trimestrale su un campione di unità locali manifatturiere con almeno 10 addetti. Le tematiche affrontate sono quelle tipiche inerenti produzione, fatturato, ordinativi, prezzi alla produzione, occupazione e aspettative a breve-medio termine. L’indagine sul commercio al dettaglio prende in esame gli indici del valore delle vendite negli esercizi commerciali, appartenenti a tutti i tipi di distribuzione: piccola, media e grande. Articolata per settori (alimentari e non, questi ultimi suddivisi in prodotti per la casa, abbigliamento e accessori e altri prodotti), i dati vengono rilasciati a cadenza trimestrale mentre, a livello semestrale, viene operato un approfondimento mirato, in collaborazione con l’istituto REF su volumi di vendita e costo della spesa negli esercizi della grande distribuzione organizzata. I dati congiunturali relativi alle imprese artigiane provengono dagli approfondimenti provinciali e settoriali presenti all’interno dell’indagine semestrale programmata nel quadro delle attività dell’Osservatorio Regionale sull’Artigianato coordinato da Unioncamere Toscana in collaborazione con IRPET. Le informazioni permettono tra l’altro, di approfondire le dinamiche presenti all’interno delle specializzazioni distrettuali di Empoli e Castelfiorentino. <- -> Inizio sezione 5

< INDICE GENERALE > IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Glossario Grafici della sezione Congiuntura manifatturiera. Variazione dei principali indicatori Congiuntura manifatturiera. Andamento medio ultimi cinque anni e degli investimenti Produzione industriale. Variazioni tendenziali per settori (III trimestre 2011) Congiuntura manifatturiera. Variazioni tendenziali delle principali variabili per classe dimensionale e aspettative per il 4° trimestre 2011 Indice del fatturato del commercio fisso al dettaglio in provincia di Firenze. Variazioni tendenziali dal 2005 al 3° trimestre 2011 Indice del fatturato del commercio fisso al dettaglio in provincia di Firenze per gruppo di prodotti e tipo d’impresa al 3° trimestre 2011 Distribuzione della attività commerciali al dettaglio al 3° trimestre 2011. Localizzazioni attive Previsioni espresse dai commercianti al dettaglio circa l’andamento del fatturato sul breve e lungo termine Congiuntura artigiana. Variazioni tendenziali del fatturato al 1° semestre 2011 Agricoltura. Andamento imprese al 3° trimestre 2011 e occupazione al 2010 <- Inizio sezione 5 Grafici ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Glossario L’attività industriale ha risentito in misura moderata dell’inversione che ha caratterizzato lo scenario economico internazionale e quello domestico, con una decelerazione della variazione tendenziale tra il secondo e il terzo trimestre (da +11,4% a +7,4%); il deterioramento dell’economia nazionale ha inciso sulla dinamica congiunturale (-2,2%) e su un ulteriore ritocco verso il basso dei saldi sulle aspettative di produzione per il quarto trimestre (da 9,2 p.p. a 8,2 p.p.). In tenuta il grado di utilizzo degli impianti (da 84% a 83,1%) insieme ad un andamento dei prezzi alla produzione che non si discosta più di tanto da quanto rilevato lo scorso trimestre (da +1,7% a +1,5%). Si riprende la percentuale di fatturato estero sul totale (da 29,6% a 34,1%) insieme ad un lieve cedimento degli ordini dall’estero (da +3,9% a +3,3%); l’occupazione sembrerebbe mostrare una certa tenuta (da +3,6% a +3,4%) nonostante un certo cedimento su base congiunturale (da +1,1% a +0,4%). Glossario <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Come di consueto a fine anno occorre dare conto brevemente di come sono andati gli indicatori rilevati nell’indagine in termini medi annui: la produzione evidenzia un buon rimbalzo facendo registrare un +4,4% in media d’anno; ciò rappresenta un risultato da non disprezzare dopo che l’anno scorso era stato raggiunto il minimo storico da quando viene svolta questa rilevazione (-20,1%); anche per il fatturato la dinamica media annua è stata abbastanza positiva (+3,7%), partendo comunque da condizioni di partenza “disastrate” come per la produzione (-20,1%). Riguardo alla variazione nominale della spesa per investimenti, rilevata nell’ultimo trimestre dell’anno, si sarebbe verificato un forte recupero, con un aumento del +7,6% (+6,8% se deflazionata con il deflatore nazionale degli investimenti) parallelamente al recupero della capacità produttiva utilizzata, che rimane comunque inferiore ai valori medi di riferimento. Il campione tuttavia sembrerebbe avvertire l’effetto di una grande impresa fiorentina operante all’interno di un settore chiave come la meccanica: se escludiamo il peso di quest’impresa gli investimenti crollerebbero ad un tasso inferiore anche a quello dell’anno scorso e corrispondente al –9,9%. Glossario Glossario <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Glossario Il rallentamento dell’attività industriale, dal punto di vista dei comparti di attività economica, può essere attribuito prevalentemente alla frenata fatta registrare da due settori, che fino al precedente trimestre hanno trainato la ripresa dello sviluppo della produzione: pelli e cuoio (da +14,1% a +9,2%) e farmaceutica (da +49,6% a +18,3%); si tratta comunque di settori che evidenziano tassi di sviluppo di tutto rispetto in questo trimestre, nonostante abbiano mostrato una minor intensità rispetto al precedente. La dinamica dell’attività industriale risulta deteriorata anche per alimentari (da +4,9% a -0,3%), chimica-gomma-plastica (da +5,3% a +1,6%) e metalli (da +13,3% a +4,2%). <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Glossario Glossario L’andamento di produzione e fatturato industriale si “sgretola” per le imprese di fascia media che apportano alla variazione totale un contributo in forte rallentamento per entrambi gli indicatori (produzione da +16,4% a -0,1%; fatturato da +16,2% a +0,1%); per le grandi imprese la dinamica della produzione va quasi a dimezzarsi, mantenendosi comunque su valori elevati (da 35% a +18,9%) mentre per le imprese più piccole si rileva una buona tenuta (da +6,7% a +5,8%). Per le imprese più dimensionate la variazione del fatturato industriale non decelera più di tanto (da +14,6% a +12,5%) e se considerato in termini reali, ovvero al netto dell’inflazione lungo la filiera industriale, risulterebbe addirittura in miglioramento (da +13,8% a +17,1%); questo perché le imprese con 250 o più addetti negli acquisti hanno beneficiato di una dinamica dei prezzi industriali negativa (-4,6%). Sull’ultimo trimestre dell’anno dovrebbero pesare in misura maggiormente rilevante i fattori che sono stati causa del deterioramento ciclico e della probabile entrata in recessione, che hanno inficiato lo scenario economico internazionale e domestico a partire dall’estate del corrente anno: gli squilibri nei conti pubblici e i piani poco convincenti per risolverli, ma soprattutto la forte discesa della fiducia degli operatori sulle capacità di sopravvivenza del sistema della moneta unica, hanno inciso notevolmente sulle aspettative di crescita per lo scorcio d’anno e per l’apertura di quello nuovo. Nell’ultimo trimestre dell’anno potrebbe profilarsi un rallentamento dell’attività economica ancora più robusto insieme ad un forte peggioramento delle condizioni di domanda in particolare sul fronte interno, generando quindi un ulteriore rallentamento sulla dinamica dell’indice di produzione industriale: tuttavia il saldo sulle aspettative di aumento/diminuzione non indietreggia in modo pronunciato passando da 9,2p.p. a 8,2p.p. <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Prosegue nel terzo trimestre la stagnazione del comparto al dettaglio, che chiude in flessione dell’1,2%, valore simile a quello del periodo Marzo-Giugno e che si inscrive in una scia negativa oramai perdurante da tre anni. Le già, peraltro, modeste aspettative circa un possibile cambio di passo del settore, che sembravano essersi manifestate alla fine del 2010, sembrano oramai tramontate, almeno per il breve periodo, stante anche il deterioramento del quadro economico nazionale e dalle crescenti turbolenze economiche internazionali, con le inevitabili conseguenze sui comportamenti di spesa e sulle aspettative di disponibilità al consumo. A fine Settembre 2011 il comparto delle vendite al dettaglio ha registrato una battuta d’arresto dell’1,2%, di entità minora rispetto a quello toscano (-1,5%) e italiano (-3,1%), ma che certifica un nuovo aumento della forbice negativa che era scesa sino al -0,6 del quarto trimestre 2010; da allora si è invertito il trend discendente; difatti dai grafici si evidenzia da una parte come oramai da molti trimestri le variazioni si siano stabilmente collocate nell’area negativa, ma come questa negatività si sia progressivamente ridotta ma, nello stesso tempo, si siano anche rallentati i margini di recupero. <- Grafico precedente Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Si confermano le difficoltà delle attività commerciali specializzate a sostanziare incrementi di fatturato. Tutti i comparti no food accusano cali su base tendenziale annua simili a quelli del secondo trimestre (abbigliamento e accessori e prodotti per la casa ed elettrodomestici) e, per il resto del settore, superiori a quelli di Giugno (-1,4 rispetto a -0,5%). Il ramo alimentare arretra dell’1,1%. Sinora nel 2011 i comparti analizzati dall’Osservatorio hanno avuto dinamiche diverse: decelerative della flessione per abbigliamento e prodotti per la casa, più critiche per le restanti merci del comparto non alimentare e per il settore alimentare. Nel terzo trimestre la piccola distribuzione chiude in negativo, ma in recupero rispetto alla perdita accusata nei mesi primaverili. Viceversa, la media distribuzione torna di nuovo in acque agitate, dopo che nello scorso trimestre, si era avvicinata alla parità. La grande distribuzione, in un percorso oramai oscillante, chiude in calo dello 0,2%. Se si guarda alla variazione media semplice dei tre trimestri, in confronto coi dati degli anni precedenti, emerge un rientro dalle asperità del biennio 2008-2009 per le imprese di piccola (ma in modo meno pronunciato) e media dimensione, mentre le imprese con 20 addetti e oltre, dopo aver tenuto negli anni 2008-2010, nel 2011 stanno dando segni di lieve difficoltà, ma da non sottovalutare per un comparto abitualmente ritenuto più attrezzato ad affrontare e smussare le conseguenze di cicli negativi. <- Grafico precedente Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Localizzazioni operative di imprese attive – Provincia di Firenze – 3° trimestre 2011 Invariato il numero delle localizzazioni attive rispetto al terzo trimestre del 2010; i tre settori della distribuzione commerciale (motoristico, dell’ingrosso e del dettaglio) subisce un lieve calo su base annuale (33.129 rispetto a 33.224, -0,3%) cui si affianca un modesto incremento su base trimestrale (+0,2%); il comparto distributivo pesa nei confronti del totale fiorentino per il 27,9% (in Toscana questo rapporto scende al 27,1%, mentre risale al 28,3% per l’Italia. Circa le specializzazioni merceologiche al dettaglio, che nel loro insieme subiscono un calo di mezzo punto percentuale,in questo trimestre solo le medio-grandi superfici tengono in termini numerici, maturando un incremento dello 0,6%. Nell’arco degli ultimi dodici mesi il comparto che sembra aver accusato maggiormente le difficoltà del momento economico è quello dei prodotti ad uso domestico e di natura informatica (-1,5), seguito dai settori culturale e ricreativi e del sistema moda, entrambi in ripiegamento dello 0,8%. <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Orientamento espresso dalle imprese relativamente all’andamento delle vendite nei dodici mesi successivi al periodo di riferimento Sul fronte delle aspettative, quelle per il trimestre entrante risentono del periodo natalizio e, quindi, vedono un saldo percentuale tra previsioni di incremento e previsioni di decremento pari a 38 p.p, quindi su un valore decisamente più elevato di quello espresso nello scorso trimestre, ma inferiore a quello espresso per lo stesso periodo dell’anno passato (+46 p.p). Circa le aspettative orientate ai dodici mesi, si segnala un ampliamento degli ottimisti, i quali passano dal 32,2 al 39,1%. Gli ordinativi sono previsti in crescita per il 47% degli operatori, quindi in risalita rispetto al 31% dello scorso trimestre, risentendo così dell’approssimarsi del periodo natalizio. Da notare come questo valore sia simile a quello risultante nello stesso periodo del 2010 con la differenza, però, che quest’anno è aumentata la fascia di operatori che prevedono viceversa un ripiegamento degli ordinativi (dal 5,8% del 2010 al 13,9% attuale). <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Nel primo semestre 2011 permangono sul comparto, sia pur su livelli lievemente più bassi rispetto al 2010, i segni della crisi economica. La variazione annua del fatturato a Giugno registra un -4,3%, segnando così una decelerazione della flessione rispetto allo stesso dato di midterm dello scorso anno (-8,9%). Firenze, con Massa e Lucca, è una delle tre province toscane, che riesce a contenere maggiormente le perdite di fatturato. Non sono incoraggianti le indicazioni a breve termine, le quali lasciano presagire ulteriori segnali di involuzione, tenendo conto anche di come – nel primo periodo del 2011 – solamente il 5,2% di imprese abbia messo in cantiere spese per investimenti. Insufficiente la piccola crescita occupazionale (+0,4%) a recuperare i gap maturati nei periodi scorsi e negativi i saldi tra aumenti e diminuzioni relativi a produzione e ordini; orientati negativamente anche i saldi inerenti le previsioni per il prossimo semestre (fatturato -0,9 e addetti -1,1). <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Le imprese agricole attive sono, al terzo trimestre 2011, 6.304; nell’ultimo decennio il loro numero si è progressivamente ridotto, dalle 7.300 posizioni del 1998, per una decrescita in termini tendenziali che si è sempre più ampliata col passare degli anni. A fianco, però, di questo fenomeno va comunque evidenziato come l’industria di trasformazione alimentare, per molti aspetti collegata al settore primario, abbia invece dimostrato vitalità e capacità di competitività sui mercati, come evidenziano i dati congiunturali sul comparto manifatturiero e sull’export. Sul fronte occupazionale i dati Istat (indagine e stime Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro) portano alla luce, per il 2010, un recupero del 15,6% del numero degli occupati, i quali si attestano a 6.700 posizioni (alla quale però non corrisponde un altrettanto evidente incremento, sul lato contabilità macroeconomica, delle unità di lavoro). Il dato di crescita comunque acquisito per il 2010 ha permesso di portare la quota dell’occupazione agricola fiorentina sul totale toscano oltre il 12%. <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

Ultima pagina visitata IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Glossario < INDICE GENERALE > Classificazione internazionale delle professioni ISCO A fini di analisi e di esposizione dei dati, le figure professionali richieste dalle imprese sono aggregate in un sistema classificatorio gerarchico. La classificazione ISCO (International Standard Occupational Classification), elaborata nel 1988 dall’”International Labour Office” (www.ilo.org), si articola in: 9 grandi gruppi (major groups); 24 gruppi (sub-major groups); 96 classi (minor groups); 290 categorie (unit groups) Classificazione macro-gruppi professionali Le categorie professionali individuate in base al Sistema Informativo Excelsior vengono riaggregate nei seguenti macroraggruppamenti professionali (escludendo il personale non qualificato): 1) figure professionali high - skill che comprendono dirigenti e direttori; professioni intellettuali e professioni tecniche; 2) figure professionali medium - skill che comprendono professioni amministrativo-gestionali e commerciali e dei servizi; 3) figure professionali low - skill che comprendono operai specializzati e conduttori d’impianti, operai e operatori di macchinari Consumi Finali Rappresentano il valore dei beni e servizi impiegati per soddisfare direttamente i bisogni umani, siano essi individuali o collettivi. In particolare per Consumi Finali delle Famiglie si intendono i beni e i servizi acquistati o autoconsumati per il soddisfacimento dei propri bisogni Deflatore Fornisce la variazione dei prezzi tra l'anno corrente e l'anno base. Si tratta di uno strumento che consente di "depurare" la crescita di una variabile (per esempio il PIL o il valore aggiunto) dall'aumento dei prezzi. Per esempio il deflatore del PIL risulta dal rapporto tra il PIL nominale (quantità espressa per i prezzi correnti) e il PIL reale (quantità per i prezzi costanti). Viene usato per trasformare il valore di un insieme di beni e servizi a prezzi correnti in valore a prezzi costanti Deflazione L'insieme di procedimenti di calcolo con i quali si elimina dai valori espressi in termini correnti l'influenza dovuta alle modificazioni dei prezzi. Tale processo si applica solitamente ad aggregati economici che riflettono operazioni su beni e servizi (produzione, consumi, investimenti, importazioni ed esportazioni, variazione delle scorte). Viene usato per trasformare il valore di un insieme di beni e servizi a prezzi correnti in valore a prezzi costanti Esportazioni I trasferimenti di beni (merci) e di servizi da operatori residenti a operatori non residenti (Resto del mondo). Le esportazioni di beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del paese per essere destinati al Resto del mondo. Esse sono valutate al valore Fob (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del Paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all'esportazione. Le esportazioni di servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità residenti a unità non residenti Forze di lavoro Le persone occupate e le persone in cerca di occupazione Ultima pagina visitata Glossario, pag. successiva ->

Ultima pagina visitata IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Glossario < INDICE GENERALE > Importazioni Sono costituite dagli acquisti all'estero (Resto del mondo) di beni (merci) e di servizi, introdotti nel territorio nazionale. Le importazioni di beni comprendono tutti i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio economico del Paese in provenienza dal Resto del mondo. Esse possono essere valutate al valore Fob, o al valore Cif (costo, assicurazione, nolo) che comprende: il valore Fob dei beni, le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del Paese esportatore e la frontiera del Paese importatore. Le importazioni di servizi includono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità non residenti a unità residenti Imprenditori extracomunitari Persone di nazionalità extracomunitaria che detengono cariche sociali all’interno delle imprese registrate presso il Registro delle Imprese. Ad esempio, il titolare di un’impresa individuale o il socio di capitale di una Spa o di una Società a Responsabilità Limitata Impresa artigiana Impresa alla quale sono state riconosciute, da parte della Commissione Provinciale dell’Artigianato, le caratteristiche artigiane, così come stabilite dalla Legge 443/85 e successive modifiche. Tra gli aspetti salienti dell’impresa artigiana: la prevalenza del lavoro manuale e personale del titolare o dei soci sugli altri fattori della produzione; lo svolgimento di un’attività tipica artigiana; la dimensione medio-piccola Impresa attiva Soggetto che, iscritto al Registro delle Imprese, ha comunicato l’effettivo inizio della propria attività Impresa femminile Soggetto d’impresa in cui la componente femminile può ricoprire una quota maggioritaria (più del 50%), forte (+ di 2/3) o esclusiva (totalitaria) delle cariche societarie o delle quote di capitale (per le società di capitale). La norma principale di riferimento è costituita dalla Legge 215 del 1992. Il sistema camerale si è attivato per la promozione della cultura d’impresa al femminile attraverso la massiccia costituzione, a livello provinciale, dei Comitati per l’Imprenditoria Femminile Impresa registrata Soggetto iscritto al Registro delle imprese che può essere classificato, rispetto allo svolgimento di un’attività operativa, come attivo o inattivo; l’impresa può assumere poi lo status di sospesa (quando l’attività viene interrotta per un periodo limitato di tempo, di solito 6-12 mesi); inoltre può essere sottoposta a procedura concorsuale, volontaria o giudiziaria <- Glossario, pag. precedente Ultima pagina visitata Glossario, pag. successiva ->

Ultima pagina visitata IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Glossario < INDICE GENERALE > Indice di specializzazione di Balassa Costituisce il rapporto tra la quota di esportazioni di un settore effettuate da un paese (regione o provincia) e la quota di esportazioni del medesimo settore di un’area o di un paese di riferimento; se l’indice è superiore ad 1 la quota che il paese (regione o provincia) detiene nelle esportazioni del bene a è superiore alla quota delle sue esportazioni complessive rispetto all’area di riferimento (vantaggio comparato nelle esportazioni del bene a). L'indice esprime le esportazioni settoriali nazionali (o locali) in termini relativi rispetto al flusso commerciale mondiale (o di una determinata area di riferimento) Indice di specializzazione di Lafay Si calcola nel seguente modo: xij+mij/∑j (xij+mij)*[xij-mij / xij+mij - ∑jxij-∑jmij/∑j (xij+mij)] dove xij e mij indicano rispettivamente le esportazioni e le importazioni del paese i nel settore j. Si tratta di un indice che misura il contributo settoriale (ponderato) al saldo commerciale totale; rappresenta la differenza tra il saldo normalizzato di un settore e quello complessivo, ponderata con il peso dell’interscambio del settore sull’interscambio totale. Questo indicatore presenta alcune proprietà di rilievo: in primo luogo rispetto al “classico” indicatore di specializzazione tiene conto non solo dei flussi di esportazione ma anche di quelli relativi alle importazioni, in modo da poter risultare direttamente raccordabile con il rapporto tra produzione e domanda interna di un determinato bene e tener conto del commercio intra-industriale; in secondo luogo riduce le “distorsioni” connesse all’andamento delle variabili macroeconomiche (per esempio tasso di cambio e ciclo economico); in terzo luogo tiene conto della distribuzione settoriale interna ad un paese. Valori positivi (negativi) dell’indice per un determinato settore indicano che l’area di riferimento (nazione, regione o provincia) è specializzata (despecializzata) in quel ramo produttivo. Per costruzione la somma degli indici di Lafay per una stessa area di riferimento (o macrosettore, per esempio il manifatturiero) è pari a zero Occupati interni Gli occupati che partecipano al processo di produzione svolto sul territorio economico di un paese o di un sistema locale. La definizione di occupazione interna differisce dal concetto di occupazione nazionale. Nella prima sono esclusi i residenti che lavorano presso unità di produzione non residenti sul territorio economico e sono, invece, inclusi i non residenti che lavorano presso unità di produzione residenti. Il concetto di occupazione nazionale, al contrario, comprende tutte le persone residenti occupate in unità produttive sia residenti sia non residenti, escludendo le persone non residenti. L’insieme degli “occupati interni” è composto dai seguenti segmenti: “occupati regolari”, “occupati irregolari” (residenti in Italia), “occupati non dichiaratisi” (residenti in Italia), “stranieri irregolari”. Aggiungendo ad essi anche le posizioni di doppio lavoro si ottengono le posizioni lavorative totali. <- Glossario, pag. precedente Glossario, pag. successiva -> Ultima pagina visitata

Ultima pagina visitata IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Glossario < INDICE GENERALE > Occupati ufficiali secondo la rilevazione sulle forze di lavoro Le persone di 15 anni e più che all'indagine sulle forze di lavoro dichiarano: di possedere un'occupazione (hanno almeno un’ora di lavoro nella settimana di riferimento), anche se nel periodo di riferimento non hanno svolto attività lavorativa (occupato dichiarato); di essere in una condizione diversa da occupato, ma di aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento (altra persona con attività lavorativa) Persona in cerca di occupazione La persona di 15 anni e più che all'indagine sulle forze di lavoro dichiara: una condizione professionale diversa da quella di occupato; di non aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento; di essere alla ricerca di un lavoro; di aver effettuato almeno un'azione di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono il periodo di riferimento; di essere immediatamente disponibile (entro due settimane) ad accettare un lavoro, qualora gli venga offerto Prodotto interno lordo È il valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti all'interno di un Paese in un certo intervallo di tempo (solitamente l'anno) con i fattori produttivi impiegati all’interno del paese stesso. Se calcolato con i prezzi correnti si chiama PIL nominale, se calcolato con i prezzi costanti (quelli dell'anno base) è detto PIL reale Produttività del lavoro Il rapporto tra l'intero valore della produzione realizzata e il volume o la quantità del lavoro (unità di lavoro e/o ore lavorate) impiegato nella produzione. Il miglior indicatore sarebbe rappresentato dal PIL per ora lavorata, tuttavia viene impiegato (in particolare per le misurazioni in ambito locale) il rapporto tra valore aggiunto e unità di lavoro totali Produttività totale dei fattori Può essere definita come rapporto tra la misura di volume del valore aggiunto e una misura di volume dell’impiego complessivo dei servizi del capitale e del lavoro. Essa esprime la misura dell’effetto sulla produzione dei miglioramenti tecnologici e della qualità dell’input di lavoro; costituisce una componente strutturale della crescita della produttività del lavoro e della crescita del prodotto Produz. industriale (indice della) La variazione nel tempo del volume fisico della produzione dell'industria in senso stretto, escluso il settore delle costruzioni <- Glossario, pag. precedente Ultima pagina visitata Glossario, pag. successiva ->

Ultima pagina visitata IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Glossario < INDICE GENERALE > Reddito Disponibile Il reddito che rimane dopo che i consumatori hanno pagato le imposte e ricevuto i trasferimenti (ad es. sussidi, indennità...) dal Governo. Costituisce quindi il reddito di cui dispone il paese per i consumi finali ed il risparmio Saldo commerciale normalizzato Il saldo commerciale normalizzato è dato dal rapporto percentuale tra il saldo corrente e la somma di importazioni ed esportazioni. Il suo valore varia tra -100, nel caso in cui l'area di riferimento sia unicamente importatrice, e +100, nel caso in cui , invece, sia unicamente esportatrice. Se la bilancia risulta in pareggio, il saldo normalizzato è pari a 0; si tratta di un indicatore atto a facilitare il confronto tra periodi, paesi e settori diversi Sistema Informativo Excelsior Sistema informativo per l’occupazione e la formazione realizzato dall’Unione Italiana della Camere di Commercio, in stretta collaborazione e col finanziamento del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e dell’Unione Europea. Attraverso un campione di oltre 100.000 imprese, il sistema indaga i fabbisogni professionali richiesti dal mercato del lavoro, fornendo un quadro delle diverse variabili che collegano domanda e offerta di lavoro: livelli di istruzione, qualità e adeguatezza del sistema formativo rispetto alle richieste delle imprese, spendibilità dei titoli di studio e dei percorsi formativi, difficoltà di reperimento, canali di ricerca, forme contrattuali e di impiego, situazioni di criticità nella domanda di lavoro, ricorso a manodopera e professionalità di personale immigrato Tasso di attività Rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro (occupati e persone in cerca di occupazione) e la popolazione di 15 anni e più Tasso di disoccupaz. Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (occupati e persone in cerca di occupazione) Tasso di occupazione Rapporto tra gli occupati e la popolazione di 15 anni e più Unità di lavoro (o Equivalente tempo pieno) L’unità di lavoro è un indicatore atto a quantificare il volume di lavoro “generato” da chi partecipa al processo di produzione, con riferimento ad un determinato territorio economico (sistema locale, provincia o paese per esempio), indipendentemente dalla residenza. In altre parole indica la quantità standard di lavoro prestato nel corso dell’anno da un occupato a tempo pieno. Il concetto di unità di lavoro è svincolato dalla singola persona fisica, ma viene livellato rispetto al numero di ore annue corrispondenti ad un’occupazione esercitata a tempo pieno <- Glossario, pag. precedente Ultima pagina visitata Glossario, pag. successiva ->

Ultima pagina visitata IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Glossario < INDICE GENERALE > Valore aggiunto È la differenza tra il valore della produzione di beni e servizi conseguita dalle singole branche produttive ed il valore dei beni e servizi intermedi dalle stesse consumati (materie prime e ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità produttive). Corrisponde alla somma delle retribuzioni dei fattori produttivi e degli ammortamenti. Permette di apprezzare la crescita del sistema economico in termini di nuovi beni e servizi messi a disposizione della comunità per impieghi finali. Si differenzia dal PIL in quanto non comprende l'IVA e le imposte indirette sulle importazioni. Il valore aggiunto può essere calcolato ai prezzi base o ai prezzi di mercato Valore aggiunto ai prezzi base È il saldo tra la produzione e i consumi intermedi, in cui la produzione è valutata ai prezzi di base, cioè al netto delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti. La produzione valutata ai prezzi di base si differenzia da quella valutata al costo dei fattori: quest'ultima, è infatti al netto di tutte le imposte (sia quelle sui prodotti, sia le altre imposte sulla produzione), ed al lordo di tutti i contributi (sia i contributi commisurati al valore dei beni prodotti, sia gli altri contributi alla produzione) Valore aggiunto ai prezzi di mercato È il valore aggiunto ai prezzi di base aumentato delle imposte sui prodotti, Iva esclusa, e al netto dei contributi ai prodotti Valori concatenati (per stime di aggregati economici) Dati riguardanti le valutazioni “reali” effettuate con il metodo del concatenamento, il quale consiste nel prodotto degli indici riferiti a ciascun sub-intervallo in cui il periodo viene scomposto; nel concatenamento annuale vengono moltiplicate le variazioni calcolate su ciascun anno. Tali stime vengono presentate attraverso le serie in livello concatenate rispetto all’anno 2000, il quale viene fissato come quello di riferimento. Queste serie sono ottenute moltiplicando l’indice a catena con di riferimento 2000 (2000=1) per i valori correnti dell’anno 2000 di ogni singola serie. Le stime a valori concatenati sostituiscono quelle a prezzi costanti a base fissa usati nella “vecchia” serie di contabilità nazionale (Istat) e vengono prese come riferimento per il calcolo dei tassi di variazione annuali. L’anno base di riferimento per la concatenazione è il 2000 (nella vecchia serie a prezzi costanti era il 1995). Si tratta di una metodologia che dovrebbe fornire una stima della crescita economica maggiormente aderente ai cambiamenti di struttura produttiva e ai modelli di consumo di un sistema economico (locale o nazionale); inoltre i tassi di crescita dovrebbero essere comunque indipendenti dalla scelta dell’anno di riferimento. <- Glossario, pag. precedente Ultima pagina visitata Glossario, pag. successiva ->

< INDICE GENERALE > IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Appendice al glossario: i livelli tecnologici manifatturieri secondo la classificazione OECD 2003 e raccordo con la classificazione ATECO 2007 < INDICE GENERALE > <- Glossario, pag. precedente