Gruppo di Lavoro della conferenza regionale del volontariato del Lazio proposta di legge n.88 DEL 17/10/ 2013 Le proposte di modifica del gruppo di lavoro.

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Gruppo di Lavoro della conferenza regionale del volontariato del Lazio proposta di legge n.88 DEL 17/10/ 2013 Le proposte di modifica del gruppo di lavoro si concentrano su 3 assi principali LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA IN TUTTI I DISTRETTI IL RUOLO DELLE SINGOLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO RUOLO DELLA CONFERENZA REGIONALE DEL VOLONTARIATO E DELL’OSSERVATORIO

Livelli essenziali di assistenza Art. 20 (Livelli essenziali delle prestazioni sociali) 1. Il sistema integrato garantisce l’erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali previsti dallo Stato ai sensi dell’articolo 117, comma secondo, lettera m) della Costituzione. Aggiungere al punto 1. “e dall'art. 22 comma 2 della legge 328/2000. 2. La Regione e gli enti locali, secondo le modalità indicate dal piano regionale e tenendo conto delle diverse situazioni territoriali, assicurano comunque alle persone e alle famiglie: a) il servizio sociale professionale; b) il segretariato sociale per favorire l’accesso ai servizi, mediante l'informazione e la consulenza ai cittadini; c) il pronto intervento sociale per le situazioni di emergenza; d) il servizio di assistenza domiciliare per soggetti e nuclei familiari con fragilità sociali e, ove necessario, con le prestazioni di cura sociali e sanitarie integrate; e) le strutture residenziali e semiresidenziali per soggetti con fragilità sociali; Aggiungere il punto 2 “f) centri di accoglienza residenziali o diurni a carattere comunitario” 3. Il piano sociale regionale, di cui all’articolo 44, in base al fabbisogno rilevato e nell’ambito delle risorse disponibili, definisce interventi comunitari per accrescere il senso di appartenenza territoriale, per la coesione sociale, per la mediazione dei conflitti, per la cultura della legalità e del dialogo per tutte le categorie sociali.

Livelli essenziali di assistenza Art. 23 (Assistenza economica e assegni di cura) 1. Gli interventi di assistenza economica consistono nell’erogazione, a favore del singolo o della famiglia, di contributi con carattere di: a) continuità, se finalizzati all'integrazione del reddito del singolo o del nucleo familiare in difficoltà per il soddisfacimento dei bisogni primari; b) straordinarietà, immediatezza e temporaneità, per far fronte a situazioni di emergenza; c) specificità, se finalizzati ad esigenze e bisogni particolari, fra i quali, prioritariamente, quelli di persone non autosufficienti assistite in famiglia. 2. Gli assegni di cura sono benefici a carattere economico o titoli validi per l’acquisto di prestazioni da soggetti accreditati del sistema integrato, finalizzati a: a) garantire sostegno alle famiglie che si prendono cura direttamente dei familiari non autosufficienti; b) favorire il recupero psicosociale delle persone con disagio psichico, assistite dalle competenti strutture delle ASL, per il tempo e nelle misure determinate dal programma terapeutico riabilitativo individuale, in funzione del processo di recupero psichico sociale del paziente stesso; c) sostenere l’affidamento familiare dei minori previsto dall’articolo 2, comma 1 della dalla legge 4 maggio 1983, n.184 (Diritto del minore ad un famiglia) e successive modifiche. Aggiungere: attraverso benefici anche a carattere economico” 3. La Giunta regionale, con propria deliberazione, stabilisce criteri e modalità per l’erogazione dei contributi di assistenza economica e degli assegni di cura.

Livelli essenziali di assistenza Art. 62 Finanziamento del sistema integrato 3. La Regione concorre, anche con risorse provenienti dall’Unione Europea e dallo Stato, al finanziamento dei servizi sociali e sociosanitari erogati a livello distrettuale in via sussidiaria e perequativa “al fine di rendere esigibili i livelli essenziali di assistenza come definiti dalla presente legge” rispetto all'intervento primario comunale, al fine di sostenere il consolidamento e lo sviluppo su tutto il territorio regionale di una rete di servizi sociali quantitativamente e qualitativamente omogenea nei vari distretti sociosanitari.

Ruolo delle singole associazioni di volontariato Si chiede, che nel testo della Legge in corso di licenziamento, all’art. 1, venga inserito un chiaro riferimento e una piena adesione alla risoluzione del Parlamento Europeo 2007/2149 (INI), del 22 aprile 2008, riguardante la capacità del Volontariato di svolgere un ruolo importante e decisivo nel contribuire alla coesione sociale ed economica.

Ruolo delle singole associazioni di volontariato Art. 42 (Organismi di indirizzo e programmazione) 3. Gli organismi di cui ai comma 1 e 2 in particolare: stabiliscono gli indirizzi e le direttive per il conseguimento delle finalità connesse con l’organizzazione e la gestione locale del sistema integrato; approvano il piano sociale di zona di cui all’articolo 46 e ne verificano l’attuazione; Aggiungere al comma 3) lettera b): attraverso la sottoscrizione dell'accordo di programma come previsto DALL’Art. 34 del DECRETO LEGISLATIVO 18 agosto 2000, n. 267 - Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali. (T.U.E.L) e nelle modalità di attuazione previste dall’art. 19 comma 2 e comma 3 della legge 328/2000.

Ruolo delle singole associazioni di volontariato Art. 43 (Ufficio di piano) e) curare i rapporti con i soggetti, pubblici e privati, operanti nel distretto in ambito sociale e con gli organismi del terzo settore; aggiungere al comma 2 lettera e): per garantire la partecipazione alla programmazione e co-progettazione degli interventi e dei servizi, e LA concertazione con le organizzazioni sindacali come previsti dall'art.5 comma 2 lettera f).

Ruolo della Conferenza regionale del volontariato e dell’Osservatorio Art. 45 (Predisposizione ed approvazione del piano sociale regionale) Lo schema del piano sociale regionale è predisposto dalla Giunta regionale, previo parere della Conferenza permanente per la programmazione sociosanitaria regionale di cui all’articolo 53, di Roma Capitale, degli organismi rappresentativi a livello regionale del terzo settore, dell’Osservatorio permanente sulle famiglie di cui all’articolo 10 della l.r. 32/2001 e successive modifiche, delle consulte di settore e delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Al comma 1 aggiungere: delle Conferenze e degli Osservatori regionali del Volontariato e dell'Associazionismo come previsti della legge regionale 28 giugno 1993, n. 29 (Disciplina dell’attività di volontariato nella Regione Lazio) e successive modifiche e all’articolo 9 della legge regionale 1 settembre 1999, n. 22 (Promozione e sviluppo dell’associazionismo nella Regione Lazio) e successive modifiche;

Ruolo della Conferenza regionale del volontariato e dell’Osservatorio Art. 47 (Sistema informativo dei servizi sociali) In armonia con l’articolo 21 della l. 328/2000, il sistema informativo dei servizi sociali della Regione Lazio, di seguito denominato SISS, organizza i flussi informativi provenienti dai comuni, dagli ambiti territoriali ottimali, dalle province, e dagli altri soggetti del sistema integrato, Aggiungere al comma 1. dopo “altri soggetti del sistema integrato” “coinvolgendo gli Osservatori del Volontariato e dell’associazionismo”.

Ruolo della Conferenza regionale del volontariato e dell’Osservatorio Art. 53 (Conferenza permanente per la programmazione sociosanitaria regionale) 1. La Conferenza permanente per la programmazione sociosanitaria regionale è composta dagli Assessori regionali competenti per le politiche sociali e sanitarie, dai presidenti delle Conferenze locali sociali e sanitarie, dai direttori generali delle ASL e dal sindaco di Roma capitale. 2. Alla Conferenza sono invitati i direttori generali delle aziende ospedaliere quando essa tratta materie di loro competenza. 3. La Conferenza formula pareri e proposte alla Giunta Regionale sulla programmazione sociale, sociosanitaria e sanitaria, nonché sulla valutazione dei progetti sociosanitari di livello sovra distrettuale o regionale e più in generale su tutti gli aspetti dell’integrazione sociosanitaria regionale. 4. Con deliberazione della Giunta Regionale, su proposta formulata di concerto dagli Assessori regionali alle politiche sociali e alle politiche sanitarie, sono disciplinate le modalità di costituzione, di convocazione e di funzionamento della Conferenza. 5. La Conferenza si avvale del supporto tecnico di un apposito gruppo di lavoro permanente, costituito da personale in servizio presso le strutture competenti in materia sanitaria e sociale, la cui composizione ed il cui funzionamento sono stabiliti con deliberazione della Giunta regionale, su proposta degli assessori competenti per materia.

Altre proposte Art. 26 (Centro diurno e centro anziani) 3. Gli utenti del centro anziani sono fruitori del servizio e soci a tutti gli effetti, responsabili e attivi nella programmazione delle attività e nella scelta degli interventi, in stretto collegamento con il servizio sociale del comune e in integrazione con i servizi territoriali. AGGIUNGERE al comma 3: al fine di integrare le attività del Centro Anziani con i Servizi sociali e sanitari, per offrire servizi territoriali anche nelle sedi dei centri anziani.

Altre proposte Art. 31 (Regione) n) contribuisce, in collaborazione con le prefetture-uffici territoriali del Governo, a migliorare le condizioni ambientali dei centri di stranieri immigrati non regolari, con particolare riferimento ai centri di accoglienza dei richiedenti asilo; Abrogare lettera n): presuppone la permanenza dei centri di stranieri immigrati non regolari nella legislazione nazionale?

Altre proposte Art. 50 (Punto unico di accesso alle prestazioni sociali, sociosanitarie) Aggiungere: In aggiunta al PUA l’informazione si avvarrà anche di un sistema on–line che indichi, le offerte all’utenza di servizi sociosanitari.