POLITICHE DI BILANCIO E RAPPORTI CON UE IN TEMA DI FINANZA PUBBLICA

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Transcript della presentazione:

POLITICHE DI BILANCIO E RAPPORTI CON UE IN TEMA DI FINANZA PUBBLICA

PREMESSE SULLA POLITICA DI BILANCIO Ci si domanda se in materia di finanza pubblica il bilancio dello Stato debba essere in pareggio o si possa realizzare un margine. Sul punto si sono confrontate nel tempo varie teorie: Teoria della finanza neutrale; Teoria del doppio bilancio; Teoria del bilancio ciclico; Teoria della finanza funzionale; Teoria neoliberista.

TEORIA DELLA FINANZA NEUTRALE E DOPPIO BILANCIO Il bilancio dello Stato deve tendere al pareggio: far fronte alle spese ordinarie con entrate ordinarie e alle spese straordinarie con le entrate straordinarie. Il bilancio dello Stato può essere in disavanzo per quanto riguarda le spese in conto capitale ma essere sempre in pareggio per quanto riguarda le spese correnti. Pertanto le spese correnti devono essere finanziate dalle imposte, le spese in conto capitale mediante il ricorso del debito pubblico.

TEORIA DEL BILANCIO CICLIO E DELLA FINANZA FUNZIONALE Il bilancio dello Stato potrebbe essere qualche anno in avanzo o anche qualche anno in disavanzo in modo tale che queste due situazioni si compensino in un periodo di 4-5 anni (ciclo economico) Il bilancio è uno strumento di regolazione dell'economia; rifiuta il principio del pareggio di bilancio. Il disavanzo è uno strumento per sviluppare l'attività economica e diminuire la disoccupazione (politica di bilancio a fini congiunturali: John Maynard Keynes)

TEORIA NEOLIBERISTA Propone un tendenziale pareggio del bilancio ma anche la liberazione dell'economia dallo Stato, il libero mercato, la deregolamentazione, la fine di ogni chiusura doganale, il taglio delle tasse, della spesa pubblica, la vendita del patrimonio dello Stato, la privatizzazione dei servizi pubblici, la difesa della proprietà privata e demolizione dello Stato sociale. Tale teoria è stata recepita anche in Italia ed è diventata uno dei presupposti dell'appartenenza all'UE( trattato di Mastricht 1993).

LA POLITICA DEL BILANCIO IN ITALIA Tra il 1970 e il 1993 la finanza pubblica italiana è stata caratterizzata da una crescita espansiva della spesa pubblica finanziata prevalentemente dal debito pubblico (finanziamento in disavanzo) La spiegazione di questo fenomeno risiede prevalentemente in alcune cause politiche: l'aumento della spesa pubblica e la sua copertura in disavanzo era finalizzata ad ottenere il consenso politico elettorale Questo meccanismo (finanziamento in disavanzo) ha determinato una destabilizzazione della finanza pubblica che ha prodotto una grande crisi finanziaria nella metà degli anni Novanta

PATTO DI STABILITA' E CRESCITA Tra il 1993 e il 1997 si è tentato di realizzare un risanamento dei conti pubblici perchè il livello di disavanzo e del debito pubblico italiano era superiore alla media degli altri paesi europei L'UE ha condizionato l'entrata e la permanenza al suo interno a una serie di vincoli che obbligavano l'Italia a correggere gli squilibri nei conti pubblici: il più importante di questi vincoli è stato il PATTO DI STABILITA' E CRESCITA (1997) Il PSC si concretizza nel rafforzamento della vigilanza sul deficit e sui debiti pubblici e prevede un particolare tipo di procedura di inflazione (procedura per deficit eccessivo)

CONTENUTO DEL PATTO DI STABILITA' Il PSC impone i seguenti limiti: un deficit pubblico non superiore al 3% del PIL, un debito pubblico al di sotto del 60% del PIL La procedura per deficit eccessivo (PDE) si svolge in tre fasi: avvertimento, raccomandazione e sanzione Il PSC ha impedito un ulteriore aggravarsi degli squilibri di bilancio, ma non è stato in grado di migliorare l'andamento dei conti pubblici italiani.

IL CRESCENTE RUOLO DELLA UE NELLA FINANZA PUBBLICA Nel corso dell'ultimo decennio l'Eurozona è stata caratterizzata da un drammatico deterioramento delle finanze pubbliche anche come conseguenza dell'ultima grande crisi economico finanziaria. In quasi tutti i Paesi europei non sono stati rispettati i parametri stabiliti. La crisi pertanto ha imposto l'adozione di nuovi strumenti per l'assistenza finanziaria a favore degli stati membri in difficoltà: il più recente strumento in tal senso è rappresentato dal Fondo salva Stati.

FONDO SALVA STATI È un meccanismo permanente che consente di offrire assistenza finanziaria a uno stato membro in difficoltà. Per poterne beneficiare lo stato richiedente deve presentare un programma di aggiustamento economico e finanziario. Il Fondo salva Stati ha attualmente un fondo di 700 miliardi di €. Oltre al FSS è stato previsto il cosiddetto Six Pack: un insieme di 6 regolamenti diretti a riformare la governance economica europea e a introdurre norme più rigorose nelle politiche di bilancio (2011).