IV ASSIOMA della COMUNICAZIONE:

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LA COMUNICAZIONE Il termine comunicazione nel suo ampio significato può essere riferito sia al mondo umano,al mondo animale e sia agli apparati meccanici.
Transcript della presentazione:

IV ASSIOMA della COMUNICAZIONE: Gli esseri umani comunicano attraverso il canale analogico e attraverso il canale numerico

IV assioma: Gli esseri umani comunicano attraverso il canale analogico e attraverso il canale numerico Il IV assioma si ricollega al II, considerando, dunque, che in ogni comunicazione esistono due aspetti, quello di contenuto e quello di relazione Il canale numerico (che si potrebbe far corrispondere al verbale) è il linguaggio del contenuto. Il canale analogico (che si potrebbe far corrispondere al paraverbale e non verbale) è il linguaggio che si riferisce alla relazione.

IV assioma: Gli esseri umani comunicano attraverso il canale analogico e attraverso il canale numerico Il canale analogico è una cornice che contestualizza il linguaggio numerico; Il canale analogico è costituito da espressione, intonazione delle parole, tono della voce, posizione del corpo ed è estremamente importante per attribuire un senso al verbale, quindi al contenuto; I due linguaggi sono complementari nella comunicazione perché forniscono strumenti per capire come leggere il messaggio; La stessa cosa detta ridendo o in modo serio può acquisire un valore estremamente diverso nell’ambito della comunicazione (Quindi il linguaggio analogico aiuta a decifrare quello numerico); Viceversa, se una persona piange le sue potrebbero essere lacrime di gioia o di tristezza o di rabbia. Solo attraverso il linguaggio numerico (quindi il verbale), siamo in grado di attribuire un valore al suo pianto. (Quindi il linguaggio numerico aiuta a decifrare quello analogico).

Comunicazione patologica connessa al terzo assioma Cosa fa sì che in una relazione la gestione del linguaggio analogico e del linguaggio numerico possa dare origine a un conflitto?

Prima degenerazione del IV assioma: Quando si traduce il linguaggio analogico in linguaggio numerico La prima degenerazione si verifica quando si traduce il linguaggio analogico in linguaggio numerico Tradurre il linguaggio analogico in linguaggio numerico non è possibile

Prima degenerazione del IV assioma: Quando si traduce il linguaggio analogico in linguaggio numerico Se A sta comunicando con B e B si mette a piangere, e il linguaggio numerico non fornisce informazioni chiare in merito, tradurre il pianto (linguaggio analogico) in contenuto, (es. “B è triste”; “B è commosso”; “B è felice”…) può portare ad attribuzioni di significato profondamente errate, dando origine a incomprensioni.

Prima degenerazione del IV assioma: Quando si traduce il linguaggio analogico in linguaggio numerico “Se una persona sottoposta ad interrogatorio impallidisce, trema, suda e balbetta, quale significato numerico si può dare a questi messaggi analogici? Può darsi che siano una prova definitiva di colpevolezza, ma può anche darsi che si tratti soltanto del comportamento di un innocente sotto l’incubo di essere sospettato di un delitto” Helmick Beavin Janet, Jackson Don D., Watzlawick Paul, Pragmatica della comunicazione umana, Casa Editrice Astrolabio.

Prima degenerazione del IV assioma: Quando si traduce il linguaggio analogico in linguaggio numerico Cosa fare dunque? Tutte le volte che ci troviamo coinvolti in un processo comunicativo all’interno del quale il linguaggio numerico non integra appieno quello analogico, rendendolo chiaro e comprensibile, è necessario appellarsi alla consapevolezza dei rischi che si corrono nel procedere istintivamente a una traduzione del non verbale e paraverbale in un contenuto specifico.

Prima degenerazione del IV assioma: Quando si traduce il linguaggio analogico in linguaggio numerico Acquisire consapevolezza rispetto a questo aspetto della comunicazione favorisce la possibilità di: Utilizzare i segnali verbali e paraverbali poco chiari come indicazione del bisogno di saperne di più, facendo uso del codice numerico, quindi metacomunicando: “Mentre parlavamo ho avuto la sensazione che tu ti sia intristita, di cosa si tratta?”; Nelle situazioni in cui il contesto o la relazione non permettono di metacomunicare, considerare i segnali non verbali e paraverbali poco comprensibili (attraverso i dati forniti dal verbale) non come uno spazio di “lettura creativa”, ma come un limite alla nostra possibilità di sapere e capire, almeno in quel momento e in quel luogo; Mettere in atto, il più possibile, processi comunicativi chiari, in cui il linguaggio analogico e quello numerico possano integrarsi e rivelarsi reciprocamente; Non dare per scontato che l’altro attribuisca al nostro non verbale e paraverbale il medesimo significato che ha per noi, evitando le ambiguità; Utilizzare il feedback dell’altro come conferma che abbia effettivamente compreso il nostro linguaggio analogico e, eventualmente, integrare la comunicazione attraverso il verbale;

Seconda degenerazione del IV assioma: Quando si utilizza il linguaggio analogico per comunicare contenuti che possono essere espressi solo attraverso il canale numerico La seconda degenerazione si verifica quando viene utilizzato il linguaggio analogico per comunicare contenuti che possono essere espressi solo attraverso il canale numerico

Seconda degenerazione del IV assioma: Quando si utilizza il linguaggio analogico per comunicare contenuti che possono essere espressi solo attraverso il canale numerico Il linguaggio analogico è estremamente limitato e potenzialmente molto ambiguo rispetto a quello numerico. Sono numerosi i concetti che con il primo non possono essere comunicati, come ad esempio la volontà di “non volere fare qualcosa”, oppure l’indecisione

Seconda degenerazione del IV assioma: Quando si utilizza il linguaggio analogico per comunicare contenuti che possono essere espressi solo attraverso il canale numerico I tentativi di esprimere attraverso il canale analogico concetti che possono essere comunicati unicamente attraverso quello numerico creano ansia e frustrazione, disperazione e violenza Ad esempio, se A tenta di comunicare a B che “non ha intenzione di aggredirlo” utilizzando il solo canale analogico, difficilmente B riuscirà a percepire il significato del messaggio che intende A e questo, molto probabilmente, porterà A ad uno stato di ansia e frustrazione, mentre B ad uno di confusione, paura ed angoscia.

Seconda degenerazione del IV assioma: Quando si utilizza il linguaggio analogico per comunicare contenuti che possono essere espressi solo attraverso il canale numerico Cosa fare dunque? Quando nell’ambito del processo comunicativo il linguaggio analogico occupa uno spazio importante e viene utilizzato non come integrazione del codice numerico, ma come sostituzione, è necessario riflettere sul grado di rischio in cui incorre la relazione.

Seconda degenerazione del IV assioma: Quando si utilizza il linguaggio analogico per comunicare contenuti che possono essere espressi solo attraverso il canale numerico Sviluppare consapevolezza relativamente a questo aspetto della comunicazione favorisce la possibilità di: Riflettere sul canale che stiamo utilizzando per comunicare un determinato contenuto; Riflettere sul grado di chiarezza del nostro/altrui messaggio/i e sull’eventuale bisogno di passare al piano della metacomunicazione; Integrare il codice analogico con un linguaggio numerico ad esso complementare;

Terza degenerazione del IV assioma: Quando si utilizza il linguaggio analogico per metacomunicare sulla relazione Quando la comunicazione si guasta, accade spesso che, per metacomunicare (comunicare sulla relazione), si abbandoni il linguaggio numerico e si usi solo il linguaggio analogico (esprimendo il proprio pensiero sulla relazione attraverso il non verbale), mettendo le parti nelle condizioni di dover tradurre il linguaggio dell’altro con tutte le difficoltà, i limiti ed i fraintendimenti che ciò può comportare. Questo avviene generalmente proprio quando di solito nella relazione diventa fondamentale metacomunicare attraverso il linguaggio numerico.

Terza degenerazione del IV assioma: Quando si utilizza il linguaggio analogico per metacomunicare sulla relazione Spesso nelle fasi di crisi relazionale, di qualsiasi genere, i processi comunicativi sono spesso caratterizzati da un’importante decrescita dell’utilizzo del canale numerico a favore di quello analogico. I soggetti tendono a interagire attraverso gli sguardi, i gesti, la scelta degli spazi, l’espressione del viso e il tono della voce, mentre il verbale diventa sempre più laconico, fino a ridursi al minimo indispensabile.

Terza degenerazione del IV assioma: Quando si utilizza il linguaggio analogico per metacomunicare sulla relazione Cosa fare dunque? Quando ci troviamo coinvolti in un contesto comunicativo che avviene sul piano della metacomunicazione, e quindi l’oggetto della comunicazione è la relazione, diventa fondamentale considerare che l’utilizzo prevalente del linguaggio analogico, non adeguatamente integrato da quello numerico, è altamente probabile che favorisca lo sviluppo o l’acuirsi dei problemi piuttosto che la loro risoluzione.

Terza degenerazione del IV assioma: Quando si utilizza il linguaggio analogico per metacomunicare sulla relazione Sviluppare un certo grado di consapevolezza relativamente a questo aspetto della comunicazione favorisce la possibilità di: Focalizzare l’attenzione sul canale che utilizziamo per metacomunicare e sul livello di complementarietà che sussiste tra il nostro linguaggio analogico e il nostro linguaggio numerico e, se necessario, rimodulare il loro rapporto in modo che il primo non prevalga sul secondo; Focalizzare l’attenzione sul canale che l’altro sta utilizzando per metacomunicare con noi e sul livello di complementarietà che sussiste tra il suo linguaggio analogico e il suo linguaggio numerico. Se il primo prevale rispetto al secondo può dimostrarsi necessario stimolare l’utilizzo del verbale attraverso una comunicazione attiva con domande chiarificatrici.