STORIA E STORIOGRAFIA. UNA PREMESSA La storia della storiografia come antidoto alla semplificazione del discorso storico Prof. Gian Paolo Romagnani Corso di Storia della storiografia (anno accademico 2017-2018) Premessa
Storia e storiografia Se è vero che la storia è la «disciplina del contesto», possiamo affermare che la storia della storiografia è la contestualizzazione della disciplina del contesto. La storia della storiografia si può considerare: - come il fondamentale esercizio di controllo della scientificità della disciplina - come il passaggio ineliminabile di ogni didattica seria Ogni lettore non professionale di storia (come uno studente che non ha ancora intrapreso il percorso della ricerca) ha un approccio essenzialmente storiografico alla disciplina.
(o come storia della civiltà) La storia della storiografia come intreccio di problemi e di discipline (o come storia della civiltà) Storia degli storici (storia dei gruppi intellettuali) Storia delle istituzioni culturali (scuole, università, accademie, riviste) Storia della produzione letteraria di un’epoca Storia delle teorie e delle filosofie della storia Storia delle dottrine politiche Storia politica
Sette fondamentali operazioni di base Nell’indagine storiografica si possono individuare almeno sette fondamentali operazioni di base che anche un normale studente deve essere in grado di effettuare: La ricostruzione dell’ itinerario intellettuale di un singolo storico La ricostruzione della produzione storiografica di un’epoca e di uno spazio L’individuazione delle scuole e delle tendenze storiografiche e l’uso consapevole delle riviste specialistiche La ricostruzione delle corporazioni accademiche e del loro ruolo istituzionale (Università, Istituti, Società storiche, Riviste) Lo studio delle teorie e delle metodologie La circolazione di testi, modelli e problemi Lo studio dei mutamenti epistemologici della disciplina
La storia della storiografia come coscienza di una soggettività non arbitraria Si tende sempre a negare la soggettività dello storico, che invece esiste ed è ineliminabile. La coscienza della soggettività può quindi diventare un valore positivo, ma solo a patto accetti di muoversi entro rigorose regole del gioco riconosciute dalla comunità scientifica che, sola, mantiene il potere (e il diritto) di controllare che non siano violate. La coscienza di una soggettività non arbitraria è un modo per storicizzare se stessi, ma anche un tranello per chi la accoglie in maniera acritica (propone un itinerario “modello”, stabilisce connessioni a posteriori, omette e rimuove …); serve comunque a relativizzare il lavoro dello storico. Un percorso storiografico individuale non può che essere un sentiero fra i tanti, non certo l’unica strada che indica il futuro.