Verifiche periodiche e a campione sugli impianti elettrici La documentazione progettuale: un’analisi critica delle più frequenti carenze documentali GAETANO ZIZZO Docente di «Componenti e Impianti Elettrici» Università degli Studi di Palermo
Il Progetto è il momento di IDEAZIONE dell’impianto CONDIZIONI AMBIENTALI REGOLA DELL’ARTE PROGETTO PRESTAZIONI RICHIESTE SODDISFAZIONE DEL CLIENTE
Le Condizioni Ambientali Temperatura Radiazione solare Sostanze corrosive Spruzzi d’acqua Immersione Urti Atmosfera esplosiva Materiale infiammabile Fulminazione Elevato affollamento Difficoltà di sfollamento
Le Condizioni Ambientali
Prestazioni Richieste Sovraccaricabilità Tipo di servizio Selettività Alimentazione di emergenza Alimentazione di sicurezza Continuità elettrica Back-up Risparmio energetico Ridondanza Separazione elettrica
Regola dell’arte
Regola dell’arte D.M. 37/2008 art. 5 comma 3 I progetti degli impianti sono elaborati secondo la regola dell'arte. I progetti elaborati in conformità alla vigente normativa e alle indicazioni delle guide e alle norme dell'UNI, del CEI o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri dell'Unione europea o che sono parti contraenti dell'accordo sullo spazio economico europeo, si considerano redatti secondo la regola dell'arte.
Soddisfazione del cliente Impianto funzionante Impianto sicuro Impianto durevole nel tempo Protezione delle persone e dei beni Protezione dei lavoratori
Guida CEI 0-2
Documentazione di progetto E’ l’insieme dei documenti che costituiscono il progetto. Deve accompagnare l’impianto elettrico per tutta la sua vita e aggiornata ad ogni trasformazione, ampliamento, modifica e adeguamento. Deve essere preparata con modalità, tempi e contenuti tali da essere utile a tutte le figure che, a vario titolo, sono interessate al suo uso (art. 3.1 Guida CEI 0-2).
Documentazione di progetto
Enti e organismi coinvolti INAIL - Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro ASP – Azienda sanitaria locale ARPA – Azienda regionale per la protezione dell’ambiente VV.F. – Comando provinciale dei vigili del fuoco UTF – Ufficio tecnico delle finanze Commissione di vigilanza per i locali di pubblico spettacolo
degli edifici se collegati ad impianti interni Obbligo di progetto DM 37/08 Impianti all’interno degli edifici Impianti all’esterno degli edifici se collegati ad impianti interni
Obbligo di progetto Interventi per cui vige l’obbligo di progetto (DM 37/08) NUOVO IMPIANTO: Opere per la realizzazione di un impianto non esistente in precedenza o per il rifacimento completo di un impianto preesistente. TRASFORMAZIONE: Modifiche ad un impianto esistente in seguito a: cambio di destinazione d’uso dei locali (da ufficio ad ambulatorio medico di gruppo 1, da magazzino a locale caldaia, etc.), aumento di carichi elettrici che comporti aumento delle sezioni o della taglia delle protezioni dei circuiti esistenti, cambio delle condizioni di alimentazione dell’impianto (da monofase a trifase, da BT a MT, etc.), sostituzione di un impianto elettrico di alcune zone, aree o reparti ma non dell’intera opera. AMPLIAMENTO: Espansione di un impianto elettrico mediante la realizzazione di nuovi circuiti (un circuito è costituito dalla linea elettrica monofase o trifase in partenza da un dispositivo di manovra e protezione, ad esempio un magnetotermico).
Obbligo di progetto Interventi per cui non vi è obbligo di progetto (DM 37/08) MANUTENZIONE ORDINARIA: azioni manutentive che hanno quale unico scopo quello di riportare un sistema (o un suo componente) da uno stato di avaria o obsolescenza, allo stato di buon funzionamento originario, senza modificare o migliorare le funzioni svolte dal sistema, né aumentarne il valore, né migliorarne le prestazioni (sostituzione di lampade, sostituzione di interruttori non funzionanti con altri identici, etc.) MANUTENZIONE STRAORDINARIA: azioni manutentive che prevedono il rinnovo e/o la sostituzione di parti, che non modificano in modo sostanziale le prestazioni dell'impianto e sono destinati a riportarlo in condizioni ordinarie di esercizio. Richiedono in genere l’impiego di strumenti o attrezzi particolari, di uso non corrente, e non rientrano negli interventi relativi alle definizioni di: nuova installazione, trasformazione, ampliamento. Sono interventi che richiedono una specifica competenza tecnico-professionale da parte dell’installatore (sostituzione di un componente dell’impianto con un altro avente caratteristiche diverse, sostituzione di un componente o di componenti guasti dell’impianto per la cui ricerca siano richieste prove ed un accurato esame dei circuiti, aggiunta o spostamento di prese a spina su circuiti esistenti, aggiunta o spostamento di punti di utenza (centri luce, ecc.) su circuiti esistenti).
Carenze documentali 1. Assenza di progetto per impianti al di sotto dei limiti dimensionali previsti dal DM 37/08 tutte le utenze condominiali e utenze domestiche di singole unità abitative aventi potenza impegnata superiore a 6 kW o superficie superiore a 400 m2; impianti elettrici realizzati con lampade fluorescenti a catodo freddo, collegati ad impianti elettrici, per i quali è obbligatorio il progetto e in ogni caso per impianti di potenza complessiva maggiore di 1200 VA resa dagli alimentatori; impianti relativi agli immobili adibiti ad attività produttive, al commercio, al terziario e ad altri usi, quando le utenze sono alimentate a tensione superiore a 1000 V, inclusa la parte in bassa tensione, o quando le utenze sono alimentate in bassa tensione aventi potenza impegnata superiore a 6 kW o qualora la superficie superi i 200 m2; impianti elettrici relativi ad unità immobiliari provviste, anche solo parzialmente, di ambienti soggetti a normativa specifica del CEI, in caso di locali adibiti ad uso medico o per i quali sussista pericolo di esplosione o a maggior rischio di incendio, nonchè per gli impianti di protezione da scariche atmosferiche in edifici di volume superiore a 200 m3; impianti elettronici in genere quando coesistono con impianti elettrici con obbligo di progettazione
Il responsabile tecnico assume le responsabilità di un progettista!! Carenze documentali 1. Assenza di progetto per impianti al di sotto dei limiti dimensionali previsti dal DM 37/08 AL DI SOPRA: Progettazione da parte di un professionista iscritto negli albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta LIMITI DIMENSIONALI art. 5 DM 37/08 AL DI SOTTO: Progettazione da parte del responsabile tecnico della ditta installatrice o di un professionista iscritto negli albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta Il responsabile tecnico assume le responsabilità di un progettista!!
LIMITI DIMENSIONALI art. 5 DM 37/08 Carenze documentali 1. Assenza di progetto per impianti al di sotto dei limiti dimensionali previsti dal DM 37/08 AL DI SOPRA: Progetto costituito da RELAZIONE TECNICA, SCHEMI DI IMPIANTO ed ELABORATI PLANIMETRICI LIMITI DIMENSIONALI art. 5 DM 37/08 AL DI SOTTO: Progetto costituito almeno dallo SCHEMA DELL’IMPIANTO inteso come descrizione funzionale ed effettiva dell’opera da eseguire
Carenze documentali Dato che il responsabile tecnico assume le responsabilità di progettista dell’impianto, lo schema funzionale diventa un documento per valutare il corretto operato del responsabile tecnico ma anche una fotografia dell’impianto realizzato alla data di emissione della dichiarazione di conformità, che tutela il responsabile tecnico da future manomissioni. Lo schema dell’impianto deve mettere in evidenza i lavori effettivamente da eseguire anche in relazione agli impianti preesistenti.
Carenze documentali Lo schema di impianto può essere: uno schema unifilare; uno schema a blocchi con indicazioni dettagliate delle varie parti dell’impianto (cosa sono, cosa contengono, etc.); una relazione sintetica che descrive l’impianto realizzato e i componenti installati (simile a quella prevista dalla Legge n.46/90). Insieme alla relazione sulla tipologia dei materiali utilizzati, lo schema di impianto rappresenta un documento fondamentale per definire i limiti dell’intervento e la correttezza della progettazione effettuata dal responsabile tecnico.
Carenze documentali GUIDA CEI 0-2
Carenze documentali GUIDA CEI 0-2
NON E’ POSSIBILE VALUTARE LA CORRETTEZZA FORMALE DEL PROGETTO! Carenze documentali 2. Assenza dei dati iniziali di progetto o della classificazione dei luoghi oggetto dell’intervento NON E’ POSSIBILE VALUTARE LA CORRETTEZZA FORMALE DEL PROGETTO! Dati iniziali Sistema monofase o trifase Potenza disponibile Potenza installata Corrente di cortocircuito nel punto di consegna Tipologia di sistema BT: TT, TN-S, TN-C, IT Classificazione dei luoghi Impianto al chiuso/aperto Luogo ordinario Luogo MARCIO Luogo con pericolo di esplosione Luogo soggetto a normativa particolare del CEI (fontane, vasche da bagno, saune, locale di pubblico spettacolo, locale agricolo, etc.)
Carenze documentali 2. Assenza dei dati iniziali di progetto o della classificazione dei luoghi oggetto dell’intervento
Carenze documentali
Carenze documentali Norma CEI 64-8 parte VII Sezione 701: Locali contenenti bagni o docce Sezione 702: Piscine e fontane Sezione 703: Locali e cabine contenenti riscaldatori per saune Sezione 705: Strutture adibite ad uso agricolo e zootecnico Sezione 710: Locali ad uso medico Sezione 711: Fiere, mostre e stand Sezione 712: Sistemi fotovoltaici Sezione 714: Impianti di illuminazione situati all’esterno Sezione 751: Ambienti a maggior rischio in caso di incendio Sezione 752: Locali di pubblico spettacolo
CLASSIFICAZIONE DELL’AMBIENTE CON RIFERIMENTO ALL’INCENDIO Carenze documentali CLASSIFICAZIONE DELL’AMBIENTE CON RIFERIMENTO ALL’INCENDIO ORDINARIO MARCIO CEI 64-8 Sez. 751 751.03.2 elevata densità di affollamento o per elevato tempo di sfollamento in caso di incendio o per l’elevato danno ad animali e cose 751.03.3 aventi strutture portanti combustibili (edifici costruiti interamente in legno senza particolari requisiti Antincendio) 751.03.4 per la presenza di materiale iniammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito
Carenze documentali L’individuazione degli ambienti MARCI riguarda una valutazione del rischio di cui è responsabile il COMMITTENTE ma che il più delle volte coinvolge il PROGETTISTA. Essa dipende da una molteplicità di parametri quali per esempio: • densità di affollamento; • massimo affollamento ipotizzabile; • capacità di deflusso o di sfollamento; • entità del danno ad animali e/o cose; • comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali impiegati nei componenti dell’edificio; • presenza di materiali combustibili; • presenza di compartimentazioni antincendio; • tipo di utilizzazione dell’ambiente; • situazione organizzativa per quanto riguarda la protezione antincendio (adeguati mezzi di segnalazione ed estinzione incendi, piano di emergenza e sfollamento, addestramento del personale, distanza del più vicino distaccamento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, esistenza di Vigili del Fuoco aziendali ecc.). In presenza di una valutazione del rischio incendio MEDIO o ELEVATO l’ambiente si considera MARCIO. In assenza di valutazioni del rischio incendio, il progettista può decidere di considerare MARCI gli ambienti soggetti al DPR 151/2011.
Carenze documentali Se nessuno dei tre casi è verificato, l’impianto anche se soggetto al rilascio di Certificato di Prevenzione Incendi, non è un luogo MARCIO ai sensi della Norma CEI 54-8. Esempi: Locale di installazione di caldaie o gruppi elettrogeni soggetti a rilascio di CPI, interamente in muratura. Deposito di superficie superiore a 1000 m2 con carico di incendio inferiore a 450 MJ/m2. Se si verifica almeno uno dei tre casi, l’impianto anche se non soggetto al rilascio di Certificato di Prevenzione Incendi, è un luogo MARCIO. Esempi: Locale commerciale di superficie inferiore a 400m2 con carico di incendio superiore a 450 MJ/m2. Prefabbricato per civile abitazione realizzato interamente in legno senza requisiti di resistenza e reazione al fuoco.
Carenze documentali Locale di installazione di trasformatori in olio con quantità superiore ad 1 m³. Soggetto al rilascio di Certificato di Prevenzione Incendi, ma non luogo «MARCIO» DM 15 luglio 2014. Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, l'installazione e l'esercizio delle macchine elettriche fisse con presenza di liquidi isolanti combustibili in quantità superiore ad 1 m³. Non si applica 751.03.2, 751.03.3, 751.03.4 La Guida CEI 99-4 dice che le cabine in genere non sono da considerare luoghi a maggior rischio in caso di incendio (art. 8.1).
Carenze documentali Locale di installazione di caldaie a metano di potenza superiore a 116 kW. Soggetto al rilascio di Certificato di Prevenzione Incendi, ma non luogo «MARCIO» DM 12 aprile 1996. Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi. Non si applica 751.03.2, 751.03.3, 751.03.4. ATTENZIONE: Distanze tra cavi elettrici e tubazioni e pulsante di sgancio (DM 12/04/1996)
Carenze documentali Abitazione interamente realizzata in legno (compreso le strutture combustibili) senza requisiti antincendio (no REI). Luogo MARCIO ma non soggetto al controllo dei VV.F. Non soggetta al controllo da parte dei VV.F. Si applica il punto 751.03.3 della Norma CEI 64-8. L’impianto elettrico va progettato da un professionista iscritto al relativo albo professionale. La situazione dell’abitazione in legno è una di quelle a cui fare particolare attenzione, essendo uno di quei casi in cui gli utilizzatori dell’impianto elettrico sono, in genere, non istruiti sui pericoli dell’elettricità.
Carenze documentali Edifici destinati ad uso civile con altezza antincendio superiore a 24 m Soggetto ai controlli dei VV.F: Attività 77 dell’elenco del DPR 151/2011 e luogo MARCIO. In genere si potrebbe applicare il punto 751.03.2 della Norma CEI 64-8. In questo caso, l’impianto elettrico condominiale va progettato da un professionista iscritto al relativo albo professionale. Particolare attenzione all’alimentazione di ascensori antincendio, all’illuminazione di emergenza, al pericolo di emissione di fumi opachi e gas tossici.
Carenze documentali Fienili realizzati in legno e con carico di incendio superiore a 450 MJ/m2 Attività 36 DPR 151/2011: Depositi di legnami da costruzione e da lavorazione, di legna da ardere, di paglia, di fieno, di canne, di fascine, di carbone vegetale e minerale, di carbonella, di sughero e di altri prodotti affini con quantitativi in massa superiori a 50.000 kg con esclusione dei depositi all’aperto con distanze di sicurezza esterne superiori a 100 m Si applicano i punti 751.03.3 e 751.03.4 della Norma CEI 64-8.
3. Assenza di valutazione sull’adozione di cavi LS0H Carenze documentali 3. Assenza di valutazione sull’adozione di cavi LS0H CONDUTTURE CHE NON COSTITUISCONO CAUSA D'INNESCO E PROPAGAZIONE DELL'INCENDIO Non è necessario valutare l’adozione di cavi LS0H per la sicurezza intrinseca dovuta alla modalità di posa che limita il rischio di innesco e propagazione dell’incendio ma anche di diffusione dei fumi al di fuori delle condutture.
3. Assenza di valutazione sull’adozione di cavi LS0H Carenze documentali 3. Assenza di valutazione sull’adozione di cavi LS0H CONDUTTURE CHE POSSONO ESSERE CAUSA DI PROPAGAZIONE MA NON DI INNESCO DELL'INCENDIO CONDUTTURE CHE POSSONO ESSERE CAUSA DI PROPAGAZIONE E DI INNESCO DELL'INCENDIO E’ necessario valutare l’adozione di cavi LS0H
3. Assenza di valutazione sull’adozione di cavi LS0H Carenze documentali 3. Assenza di valutazione sull’adozione di cavi LS0H DM 22/02/2006 - Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici art. 9.3.1. «I cavi per energia e segnali non devono determinare rischio per la emissione di fumo, gas acidi e corrosivi, secondo le vigenti norme di buona tecnica» OBBLIGO LEGISLATIVO DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI EMISSIONE DI FUMO, GAS ACIDI E CORROSIVI Secondo le norme di buona tecnica vigenti se vengono adottate condutture di tipo A, la valutazione del rischio non è necessaria, ma DEVE ESSERE esplicitamente prescritta nella relazione progettuale l’adozione di tali condutture.
Carenze documentali Non esiste una metodologia ufficiale di valutazione del rischio legato all’emissione di fumi opachi e gas tossici e o corrosivi. Il progettista deve tenere conto delle condizioni ambientali che possono accrescere il rischio o il danno. Un riferimento per la valutazione del rischio può essere il recente D.M. 3 agosto 2015 - Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell'articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139.
Carenze documentali Fattori che riducono il rischio Ventilazione dei locali: presenza di aperture permanenti o di evacuatori di fumo e calore
Carenze documentali Fattori che riducono il rischio Ampiezza: altezza dei locali elevata e presenza di ampie aree.
Carenze documentali Fattori che riducono il rischio Uscite di sicurezza: capacità di deflusso e numero di moduli superiore a quello minimo percorsi di esodo ridotti
Carenze documentali Fattori che riducono il rischio Conoscenza dei luoghi: maggiore familiarità con i percorsi di esodo.
Carenze documentali Fattori che riducono il rischio Conoscenza dei luoghi: maggiore familiarità con i percorsi di esodo.
4. Assenza del progetto della cabina di trasformazione Carenze documentali 4. Assenza del progetto della cabina di trasformazione NORME CEI EN 62271-202: Apparecchiature ad alta tensione – Parte 202: Sottostazioni prefabbricate ad alta tensione/bassa tensione
4. Assenza del progetto della cabina di trasformazione Carenze documentali 4. Assenza del progetto della cabina di trasformazione NORME CEI EN 62271-202: Apparecchiature ad alta tensione – Parte 202: Sottostazioni prefabbricate ad alta tensione/bassa tensione DM 37/08 art. 5: Sono progettati da professionista iscritto al relativo albo professionale TUTTI GLI IMPIANTI ELETTRICI ALIMENTATI CON TENSIONE SUPERIORE A 1000 V. Per quanto riguarda la progettazione, alle cabine prefabbricate non si applica la norma CEI 99-2 (CEI EN 61936-1), ma si applicano le specifiche norme IEC e CENELEC. La Guida CEI 99-4 (ex CEI 11-35) relativa alle cabine di utente non si applica alla progettazione delle cabine prefabbricate tranne per quanto riguarda gli aspetti legati alla selettività delle protezioni elettriche.
4. Assenza del progetto della cabina di trasformazione Carenze documentali 4. Assenza del progetto della cabina di trasformazione Relazione tecnica di progetto in cui siano evidenziati: i dati iniziali di progetto e il riferimento ai dati tecnici comunicati dal distributore per il dimensionamento delle protezioni; l’eventuale applicazione del DM 15 luglio 2014 - Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, l'installazione e l'esercizio delle macchine elettriche fisse con presenza di liquidi isolanti combustibili in quantità superiore ad 1 m³; la descrizione dell’impianto MT e BT; il dimensionamento del trasformatore; il calcolo delle correnti di cortocircuito e la scelta dei poteri di interruzione; il sistema di messa a terra del neutro del trasformatore;
4. Assenza del progetto della cabina di trasformazione Carenze documentali 4. Assenza del progetto della cabina di trasformazione Relazione tecnica di progetto in cui siano evidenziati: la scelta e la taratura dei dispositivi di protezione MT (protezione contro sovracorrenti e contatti indiretti); l’eventuale adozione di relé direzionali di terra tipo 67N; il dimensionamento dell’impianto di terra in accordo alla Norma CEI 99-2; il dimensionamento dei conduttori di terra; la verifica delle condizioni per il parallelo dei trasformatori; l’eventuale selettività delle protezioni MT e BT; l’adozione di eventuali dispositivi per il parallelo non contemporaneo dei TRAFO; il dimensionamento dei cavi di collegamento tra interruttori MT e TRAFO e tra TRAFO e interruttori BT.; Il calcolo delle batterie di rifasamento dei TRAFO.
4. Assenza del progetto della cabina di trasformazione Carenze documentali 4. Assenza del progetto della cabina di trasformazione Schemi elettrici
4. Assenza del progetto della cabina di trasformazione Carenze documentali 4. Assenza del progetto della cabina di trasformazione Elaborati grafici
5. Calcolo di verifica dell’impedenza dell’anello di guasto Carenze documentali 5. Calcolo di verifica dell’impedenza dell’anello di guasto Nei sistemi TN, per tutti i circuiti non dotati di protezione differenziale, deve essere sempre verificata la condizione di protezione contro i contatti indiretti in bassa tensione data dalla Norma CEI 64-8 art. 413.1.3.3
5. Calcolo di verifica dell’impedenza dell’anello di guasto Carenze documentali 5. Calcolo di verifica dell’impedenza dell’anello di guasto
5. Calcolo di verifica dell’impedenza dell’anello di guasto Carenze documentali 5. Calcolo di verifica dell’impedenza dell’anello di guasto Attenzione ai cambi di sorgente: nel passaggio dall’alimentazione ordinaria da rete a quella di emergenza sotto gruppo elettrogeno, si potrebbe perdere la protezione differenziale. In quel caso è necessario verificare la condizione di sicurezza per i sistemi TN in assenza di interruttore differenziale.
6. Assenza del progetto degli impianti elettronici Carenze documentali 6. Assenza del progetto degli impianti elettronici
6. Assenza del progetto degli impianti elettronici Carenze documentali 6. Assenza del progetto degli impianti elettronici
La relazione di progetto Contenuti della relazione tecnica Premessa Dati del sistema elettrico Classificazione dell’impianto Descrizione dell’intervento Compatibilità con impianti preesistenti Caratteristiche dei componenti da installare Prescrizioni per ciascun ambiente particolare Criteri di dimensionamento Analisi dei carichi
La relazione di progetto Contenuti della relazione tecnica Dimensionamento dell’impianto di terra Dimensionamento dei conduttori di terra e di protezione Criteri di protezioni contro le sovracorrenti Criteri di protezioni contro i contatti diretti Criteri di protezione contro i contatti indiretti Criteri di protezione contro le sovratensioni Protezione contro l’immissione in rete di correnti continue
La relazione di progetto Contenuti della relazione tecnica Selettività e back-up Alimentazioni di emergenza Verifiche finali Verifiche periodiche Disposizioni finali Elenco norme applicabili Documentazione del cliente
Planimetria con impianto di terra Posizione dei dispersori
Grazie per l’attenzione GAETANO ZIZZO Docente di «Componenti e Impianti Elettrici» Università degli Studi di Palermo Email: gaetano.zizzo@unipa.it Tel. +3909123860205 Fax +39091488452