Claudio Della Monica Consulente del Lavoro.

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Transcript della presentazione:

Claudio Della Monica Consulente del Lavoro

Come introdurre il Welfare in Azienda Indice 2 Perchè conviene Con quali strumenti Come introdurre il Welfare in Azienda Come finanziare il Welfare in Azienda Come realizzare un piano di Welfare Approfondimenti

1.000 Il Welfare Aziendale riduce il cuneo fiscale Perché conviene 600 3 Il Welfare Aziendale riduce il cuneo fiscale Lordo Netto 600 IRPEF+ Addizionali Contributi C.to Dip. Contributi C.to azienda TFR Costo Azienda 1.400 1.000 Cuneo Fiscale

Perché conviene Per il lavoratore: + potere di acquisto 4 + 1.000 € in Welfare + 1.000 € lorde in busta paga Contributi e oneri 400 € Per il lavoratore: + potere di acquisto + conciliazione vita/lavoro - trattenute fiscali Per l’Azienda: + engagement dei lavoratori + produttività - contributi e oneri sul lavoro Risparmio Aziendale 400 € Trattenute fiscali 400 € + 400 € per il dipendente! Reddito in Welfare 1.000 € Reddito netto 600 € Costo Azienda: 1.400 € Netto lavoratore: 600 € Costo Azienda: 1.000€ Netto lavoratore: 1.000€

decide di stanziare 1.000 € lordi / dipendente Perché conviene 5 BETA srl, 200 dipendenti, decide di stanziare 1.000 € lordi / dipendente In denaro Stanziamento Contributi 200.000 + In denaro Retribuzione lorda Trattenute fiscali 1.000 - 400 = e oneri 80.000 = Reddito netto 600 Costo azienda 280.000 € In Welfare Stanziamento 200.000 Credito welfare 1.000 200.000 € Reddito netto 1.000 € Minori oneri 80.000 € Più reddito 400 €

Con quali strumenti 6 Dal 2016 è possibile ricorrere a documenti di legittimazione (cd. voucher) da spendere presso fornitori di servizi accreditati (per esempio asili nido o servizi di assistenza agli anziani) in luogo dei servizi diretti offerti dal datore di lavoro.

Con quali strumenti collettivo… erogato individualmente 8 Perché il valore dei servizi di Welfare non concorra al reddito di lavoro dipendente, tali servizi devono essere offerti alla generalità o categorie omogenee di dipendenti (non solo quelle previste dal codice civile ma anche ad esempio quelli di uno stesso reparto, con una certa anzianità…), a prescindere dalla circostanza che in concreto soltanto alcuni di essi ne usufruiscano. Il welfare è per definizione collettivo… Per i contributi versati alla previdenza complementare (in caso di PIP); Per gli interessi su prestiti / mutui; Per i beni e servizi in natura per un valore fino a 258,23 € Ma in questi casi può essere erogato individualmente

Sono presenti rappresentanze sindacali interne (RSU, RSA)? Come introdurre il Welfare in Azienda 9 Sono presenti rappresentanze sindacali interne (RSU, RSA)? SI NO

Come introdurre il Welfare in Azienda 10 NO Welfare volontario Decisione unilaterale del datore di lavoro quale atto occasionale o liberale Welfare regolamentato Decisione unilaterale del datore di lavoro attuata con regolamento aziendale in adempimento a un obbligo “negoziale”. Questa scelta consente la piena deducibilità fiscale dal reddito di impresa delle spese in servizi di welfare

Come introdurre il Welfare in Azienda 11 SI Welfare negoziale indiretto Contratto collettivo sul premio di risultato, con possibilità di conversione del premio in denaro in strumenti di welfare («welfarizzazione» del premio di risultato) Welfare negoziale diretto Contratto collettivo aziendale che ha per oggetto l'erogazione di beni e servizi, che possono essere attribuiti anche a titolo “premiale” (a tutti o per categorie)

Come finanziare il Welfare in Azienda 12 Il Welfare è finanziato con risorse aggiuntive rispetto a quelle ordinariamente impegnate per i lavoratori. Sostituendo in tutto o in parte i bonus periodici o i premi di fine anno non contrattualizzati con servizi di welfare rivolti a categorie specificamente individuate. Quando il Welfare è frutto di conversione del premio di risultato. I servizi di welfare restano detassati se: le somme costituiscano premi di risultato riconducibili al regime agevolato della detassazione la contrattazione di secondo livello attribuisca al dipendente la facoltà di convertire i premi di risultato in benefit Con risorse aggiuntive Con risorse aggiuntive ma sostitutive Con risorse sostitutive

Come realizzare un piano Welfare 13 L’Azienda individua direttamente gli strumenti di welfare da assegnare a tutti i dipendenti o categorie 1 L’Azienda assegna ad ogni dipendente un “credito welfare”, con il quale ciascuno può comporre liberamente il paniere di benefit che più rispecchia le sue esigenze 2 3 La combinazione delle due soluzioni precedenti

Con quali strumenti Credito welfare di 1.000 € 14 250 Euro per estensione copertura sanitaria al Nucleo familiare 250 Euro per il rimborso della mensa scolastica 400 Euro per il rimborso della retta dell’asilo nido 50 Euro per buoni carburante 50 Euro nel Fondo Pensione Maria, 40 anni Credito welfare di 1.000 €

Con quali strumenti Credito welfare di 1.200 € 15 500 Euro per assistenza alla mamma 200 Euro per upgrade copertura sanitaria con aumento massimali 200 Euro nel Fondo Pensione 300 Euro per un voucher viaggio Ugo, 58 anni Credito welfare di 1.200 €

Con quali strumenti Credito welfare di 1.000 € 16 250 Euro per upgrade copertura sanitaria con Check-up 150 Euro per Fondo Pensione 500 Euro per un voucher viaggio 100 Euro per l’abbonamento alla palestra Silvia, 56 anni Credito welfare di 1.000 €

Come realizzare un Piano di Welfare Coinvolgere i dipendenti e comunicare i vantaggi del welfare Analizzare la situazione esistente Mantenere aggiornato il piano Individuare gli strumenti di welfare

La risposta a interpello n. 904-1533/2016 del 18/11/2016 Approfondimenti La risposta a interpello n. 904-1533/2016 del 18/11/2016 L’Agenzia delle Entrate si pronuncia positivamente sull’utilizzo di una piattaforma web per la gestione dei Piani di Welfare aziendali che consenta ai dipendenti la fruizione integrata e flessibile dei servizi previsti dal piano stesso secondo le proprie necessità ed esigenze, con l’unico limite del budget figurativo di spesa assegnato. Per quanto riguarda l’entità del budget figurativo di spesa riconosciuto ai dipendenti e la possibilità di diversificarlo per ognuno di loro a titolo premiale, l’Agenzia ritiene che per mantenere le agevolazioni fiscali è necessario che il plafond di spesa, seppur differenziato, “abbia quanto meno la medesima consistenza all’interno della singola categoria omogenea di dipendenti considerata.”

La risposta a interpello n. 954-1417/2016 del 10/4/2017 Approfondimenti La risposta a interpello n. 954-1417/2016 del 10/4/2017 L’Agenzia delle Entrate conferma che i consiglieri di amministrazione di società che percepiscono compensi inquadrabili tra i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente ex art. 50, lettera c-bis del TUIR possono essere destinatari di piani di Welfare beneficiando come i lavoratori dipendenti delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa. Fornisce inoltre chiarimenti sulle cd “categorie omogenee”: una categoria può ben essere composta dai componenti del Consiglio di Amministrazione; il criterio della misura della RAL può essere utilizzato, tra i tanti, per diversificare le categorie di dipendenti; l’individuazione di categorie sulla base di presupposti diversi tra loro non costituisce di per sé motivo ostativo all’applicazione delle fattispecie esenti di cui all’art. 51, comma 2.

La risposta a interpello n. 954-1417/2016 del 10/4/2017 Approfondimenti La risposta a interpello n. 954-1417/2016 del 10/4/2017 L’Agenzia delle Entrate conferma che l’integrale deducibilità delle spese sostenute per il Piano Welfare è subordinata alla predisposizione da parte del datore di lavoro di un regolamento aziendale contenente statuizioni volte a configurare “l’adempimento di un obbligo negoziale”. In mancanza, la deducibilità è limitata al 5 per mille dell’ammontare delle spese per prestazioni di lavoro dipendente, ai sensi dell’art. 100, comma 1 del TUIR. Ne deriva che - secondo l’Agenzia - il regolamento aziendale può essere fonte di diritti dei dipendenti e di corrispondenti obblighi giuridici a carico del datore di lavoro solo se non consente, per un determinato periodo di tempo, la possibilità al datore di lavoro di modificare gli impegni assunti. In tal caso, il lavoratore, aderendo al Piano Welfare, acquista la titolarità di un diritto soggettivo al quale è correlato l’obbligo di adempimento del datore, con tutte le conseguenze di legge.

La risposta a interpello n. 904-603/2017 del 20/7/2017 Approfondimenti La risposta a interpello n. 904-603/2017 del 20/7/2017 Secondo l’Agenzia delle Entrate non è consentito detrarre l’Iva ai sensi dell’art. 19 del DPR n. 633/72 relativa all’acquisto dell’abbonamento alla pay tv offerto alla generalità o categorie di dipendenti. Il diritto alla detrazione Iva spetta infatti a condizione che: l’acquisto dei beni e dei servizi sia inerente all’attività economica svolta dal soggetto passivo; i beni e i servizi acquistati siano afferenti ad operazioni imponibili o ad esse assimilate dalla legge ai fini dell’esercizio della detrazione; sussista un nesso diretto e immediato tra le spese collegate alla prestazioni a monte e il complesso delle attività economiche del soggetto d’imposta, essendo la detraibilità connessa al trattamento delle operazioni effettuate a valle, cui gli acquisti si riferiscono. Di conseguenza, l’Iva sui servizi acquistati dal datore di lavoro e offerti ai dipendenti è indetraibile da quella dovuta sulle vendite e pertanto, divenendo un onere accessorio di diretta imputazione al costo del bene o del servizio cui si riferisce, risulterà deducibile dal reddito ai sensi dell’art. 110 del TUIR.

La risposta a interpello n. 904-791/2017 del 28/7/2017 Approfondimenti La risposta a interpello n. 904-791/2017 del 28/7/2017 L’Agenzia delle Entrate apre alla premialità individuale precisando che la non concorrenza al reddito di lavoro dipendente dei benefit individuati ai commi 2 e 3 dell’art. 51 del TUIR non viene meno qualora il plafond di spesa in beni e servizi, reso disponibile ai dipendenti tramite apposita piattaforma informatica, sia tra loro diversificato in funzione di determinati obiettivi individuali. Nella fattispecie è stato ipotizzata l’assegnazione di un budget di spesa “figurativo” di partenza (“credito Welfare”) uguale per ciascun dipendente, totalmente a carico del datore di lavoro e non rimborsabile. Per il primo anno, a ciascun dipendente spetta il 100% del credito Welfare al raggiungimento del 100% di un determinato obiettivo individuale, proporzionalmente ridotto in caso di raggiungimento di un risultato inferiore. Per il secondo anno, invece, ciascun dipendente ha diritto all’intero credito Welfare al raggiungimento del 100% di un determinato obiettivo aziendale (livello di fatturato annuo atteso); in mancanza e comunque entro uno scarto massimo al ribasso del 10 per cento, tale credito viene rapportato ad una determinata percentuale della RAL individuale (nello specifico il 3%).

La risposta a interpello n. 904-1353/2017 del 14/12/2017 Approfondimenti La risposta a interpello n. 904-1353/2017 del 14/12/2017 L’Agenzia delle Entrate respinge la richiesta avanzata dalla società istante di mandare esente da tassazione il valore di un buono spesa di valore inferiore a 258,23 euro erogato ad un dipendente già assegnatario di autovettura aziendale ad uso promiscuo, regolarmente tassata sulla base del valore convenzionale fissato dalle tabelle ACI. Pertanto la sommatoria dei valori dei beni ceduti e dei servizi prestati dal datore di lavoro al dipendente nell’anno di riferimento concorre al superamento della soglia dei 258,23 euro fissata dall’ultimo periodo del comma 3 dell’art. 51 del TUIR, a prescindere dalla circostanza che gli stessi siano singolarmente già tassati perché di importo eccedente il predetto limite.

La risposta a interpello n. n. 954-1535/2017 del 22/12/2017 Approfondimenti La risposta a interpello n. n. 954-1535/2017 del 22/12/2017 L’Agenzia delle Entrate ha escluso che i contributi assistenziali versati dalla società istante a favore del proprio amministratore unico rientrino nell’ambito applicativo di non imponibilità reddituale fissato dal comma 2 dell’art. 51 del TUIR. L’instante ha deciso di offrire ai titolari di reddito assimilato a quello di lavoro dipendente con qualifica di amministratori, mediante specifico regolamento aziendale, l’iscrizione ad una cassa avente esclusivamente finalità assistenziale con contribuzione interamente a suo carico. Considerato che la gestione societaria è affidata ad un amministratore unico titolare di reddito assimilato, ha quindi chiesto se nella fattispecie sussistono i presupposti agevolativi di cui alla lettera a), comma 2 dell’art. 51 del TUIR. L’Agenzia delle Entrate respinge la richiesta dell’istante sulla base della considerazione che la categoria dei beneficiari delineata dal regolamento aziendale è costituita dal solo amministratore unico. L’inciso “in conformità a disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento aziendale” implica che i contributi devono essere versati in favore della generalità dei dipendenti o di categorie omogenee e non siano riservati “ad personam”. Risultano pertanto esclusi i contratti individuali di lavoro.

Grazie per l’attenzione