Capitolo 5 Vincenza Capone “Smetto quando voglio!”. Aspetti bio-psico-sociali del comportamento tabagico in adolescenza Capitolo 5 Vincenza Capone Corso di Psicologia Sociale della Salute, prof.ssa G.Petrillo
Gli adolescenti e il fumo Negli ultimi anni si è registrato un crescente interesse riguardo al fumo tra gli adolescenti. È quasi sempre in età adolescenziale e pre-adolescenziale che avviene l’iniziazione e l’acquisizione dell’abitudine tabagica Nella maggior parte dei casi si inizia a fumare nella prima adolescenza e ci si stabilizza intorno ai venti anni.
Gli adolescenti e il fumo Per gli adolescenti stringere una sigaretta tra le dita è il biglietto d’ingresso nel mondo degli adulti, un oggetto che li fa sentire grandi. Il fumare è vissuto dai giovani come un modello di “adultità”, come un segno di emancipazione e di trasgressione. Se a ciò si aggiunge la dimensione antropologica di “rito di passaggio”, di momento di transizione tra l’adolescenza e l’età adulta, appare subito evidente la difficoltà nel convincere i giovani a non fumare.
Aspetti Bio-Psico-Sociali del comportamento tabagico Non si può attribuire ad un’unica spiegazione il perché un individuo decida di iniziare a fumare, ci sono influenze dovute al contesto in cui egli vive, motivazioni individuali, e anche elementi di tipo biologico
Aspetti Biologici La Dipendenza da Nicotina I Rischi dovuti al consumo di tabacco
La dipendenza Fisica da nicotina “Se non fosse per la nicotina presente nelle sigarette, le persone troverebbero poca differenza tra il fumare e il gonfiare palloncini” Russell, 1974 La nicotina genera dipendenza. La sua azione è molto rapida: in meno di 10 secondi, attraverso il fumo inalato, arriva al cervello e, stimolando la produzione di dopamina, provoca sensazioni di benessere e di piacere.
La dipendenza Fisica da nicotina Una delle principali spiegazioni sul perché gli individui fumano è attribuibile agli effetti psicofisiologici della nicotina (Gremigni, 2005). La nicotina è uno stimolante psicomotorio e nei neofumatori migliora le prestazioni in compiti in cui è richiesto un forte livello di attenzione e aumenta il tono dell’umore. Questo fa sì che i fumatori sperimentino la necessità di fumare regolarmente per mantenere alta la concentrazione di nicotina nel sangue ed ottenere tali apparenti benefici.
La Dipendenza Fisica da nicotina In un fumatore regolare si sviluppa una tolleranza a questi effetti e i fumatori cronici non ottengono alcun miglioramento. L’esposizione per i non fumatori I modelli fisici di dipendenza sostengono che una costante esposizione alla nicotina (avere fumatori in famiglia, sul lavoro…) è un fattore predittivo della maggior probabilità di fumare e divenire fumatori dipendenti (Fagerström, 1978).
Aspetti biologici I rischi del consumo di tabacco sono molto elevati per gli adolescenti: chi inizia a fumare in giovane età rischia con il tempo di sviluppare la dipendenza da nicotina, e avere scarse probabilità di cessazione (Khuder et al., 1999). il rischio fumo-correlato di contrarre una patologia (cardiovascolare, oncologica, pneumologica) è strettamente dipendente dall’età in cui si inizia. Il 25% dei decessi dovuti al fumo riguardano persone di età compresa tra i 35 e i 65 anni (Russo e Scafato, 2002).
Perché si inizia e si continua a fumare? Aspetti Psicologici Perché si inizia e si continua a fumare? Le Motivazioni La carriera del fumatore La suscettibilità al fumo
Perché le persone fumano? Le motivazioni Il fumatore fuma: per abitudine consolidata, vive il fumare come un comportamento automatico al quale non sa opporre resistenza; per rilassarsi, affrontare lo stress, ridurre stati emotivi negativi legati ad ansia, preoccupazione o imbarazzo. Le persone che fumano per rilassamento, stimolazione o ragioni sociali appaiono meno dipendenti dalla nicotina di quelle che fumano per ottenere un piacere o una ricompensa e di quelle che hanno perso il controllo sul loro comportamento automatico (Piper, 2004).
fattori psicologici collegati al fumo di sigarette in adolescenza Tra le variabili correlate all’inizio del comportamento tabagico sono incluse lo stress (Hoffman et al., 2000; Whalen et al., 2001), l’incapacità di attivare strategie di coping per fronteggiare il fumo di sigarette e le variabili familiari, per esempio avere in casa qualcuno che fuma (Wills et al., 1996).
Perché gli adolescenti fumano? Per gli adolescenti spesso la sigaretta è associata alla ribellione contro l’autorità e la società in generale. Il fumare diventa un mezzo che soddisfa alcune esigenze psicologiche proprie di questa età, come il bisogno di affermare la propria identità personale (Petrillo et al., 2004) Il fumo è assunto come un simbolo di emancipazione. I fumatori adolescenti indicano il piacevole senso di rilassamento prodotto dal fumare come principale motivo di mantenimento di questa abitudine.
Le Motivazioni: i modelli teorici Tomkins, 1966 Currie, 2004 Innalzare emozioni positive Ridurre emozioni negative Automatismo Sedazione Abitudine Assuefazione Indulgenza edonistica Piper, 2004 Attaccamento affiliativo Differenze di genere Manipolazione senso-motoria Maschi Automatismo Dipendenza Situazioni sociali Femmine Diminuire tensione Innalzare umore
La suscettibilità al fumo tra gli adolescenti La “carriera” del fumatore passa per quattro tappe fondamentali prima di stabilizzarsi del tutto: un periodo di preparazione; una prima sperimentazione del fumo; una più avanzata e regolare, ma non giornaliera, attività; un livello stabile di dipendenza (Elder et al., 1990; Flay et al., 1983; Leventhal e Cleary, 1980; Schinke e Gilchrist, 1983; Stern et al., 1987)
La suscettibilità al fumo tra gli adolescenti (Pierce et al.,1996) Vi è un ulteriore elemento da considerare, precedente a queste fasi: la suscettibilità al fumo. La suscettibilità al fumo è definita come “l’assenza di una solida decisione di non fumare” è un forte predittore della fase di sperimentazione ancor più della presenza di fumatori in famiglia o tra la rete degli amici più cari.
Aspetti psicologici Molti fumatori assumono una quantità talmente bassa di nicotina da non giustificare gli effetti della dipendenza fisiologica, ma tuttavia non riescono a smettere.
Il consumo di sigarette e l’abbandono del comportamento a rischio L’Autoefficacia percepita Le Aspettative di risultato L’Intenzione di smettere Le Strategie di coping La Percezione del rischio Le Conoscenze sui rischi Il Locus of control
L’autoefficacia L’autoefficacia percepita assume una duplice funzione: deterrente per un primo approccio con la sigaretta; caratterizzante gran parte del processo di cambiamento a lungo termine. Le percezioni di efficacia personale concorrono nel definire gli obiettivi che ciascun soggetto si pone rispetto ad un compito specifico I fumatori con bassi livelli di autoefficacia, nel definire i propri obiettivi, tendono ad escludere lo smettere di fumare
Smettere di fumare il ruolo dell’autoefficacia Quando si decide di smettere l’ideale è un livello “medio” di autoefficacia: infatti un’estrema auto svalutazione porta il soggetto a cedere alle prime difficoltà rafforzando la propria convinzione di debolezza; d’altra parte livelli troppo alti di autoefficacia sono indice di una sottovalutazione del problema (Forza, 2001).
aspettative di risultato Le aspettative di risultato rispetto agli effetti sia positivi che negativi del fumo differenziano i livelli di fumo tra gli adolescenti (Anderson et al., 2002; Wetter et al., 2004), così come le ricadute, lo stress da cessazione.
aspettative di risultato Le aspettative di effetti psicologici favorevoli sull’umore e sulle prestazioni intellettive influenzano la decisione di diventare fumatori negli adolescenti. Per quanto riguarda la decisione di smettere, le aspettative di effetti negativi per la propria salute sono condizioni essenziale nella riduzione del comportamento. Secondo la teoria socio-cognitiva (Bandura, 1997) l’individuo tende a fare dei tentativi di smettere di fumare se crede che smettere produca risultati positivi, se si sente capace di smettere, se i risultati positivi gli appaiono raggiungibili e se i risultati attesi sono per lui di grande valore.
L’intenzione di smettere Secondo il modello delle credenze sulla salute (Strecher e Rosenstock, 1997) che aiuta a comprendere gli stadi che conducono alla cessazione, la suscettibilità percepita alle malattie del fumo è associata al desiderio, alla disponibilità e all’intenzione di smettere Applicando la teoria del comportamento pianificato (Ajzen, 2002) al comportamento tabagico, possiamo affermare che quanto più il fumatore si percepisce poco suscettibile alla pressione ambientale e sociale che lo incoraggia a fumare e quanto più ritiene di avere un buon controllo sul proprio comportamento tabagico, tanto più è facilitato nello sviluppo di un’intenzione a intraprendere azioni concrete per smettere.
Le Intezioni e l’hapa model (Schwarzer, 1992)
Smettere di fumare: le strategie di coping L’uso di strategie di coping durante gli episodi “tentatori” è fondamentale per riuscire a smettere definitivamente di fumare.
Coping immediato Strategie utilizzate per far fronte ad eventi impegnativi mentre si svolgono Comportamentale Cognitivo Si riferisce all’abbandono di una situazione di tentazione che spinge a distrarsi dal bisogno urgente di fumare per dedicarsi ad un’attività evidente, concreta. Include i pensieri sulle conseguenze deleterie del fumo, l’auto-incoraggiamento e altre forme di self-coaching. La combinazione di strategie cognitive e comportamentali è più efficace dell’uso di singole strategie o della combinazione di più strategie comportamentali (O’Connell, 2006)
Fattori di rischio e percezione del rischio Il fumatore, soprattutto all’inizio della sua carriera, non ha la percezione dei rischi per la salute o li avverte come possibili problemi di un futuro lontano. Negli adolescenti l’attuazione dei comportamenti a rischio è considerata come un mezzo per affermare la propria identità, per essere rispettati e considerati dagli adulti. Essi si ritengono capaci di auto-controllarsi, e si considerano in grado di gestire le situazioni di rischio.
La percezione del rischio La gran parte dei giovani è a conoscenza dei pericoli del fumo, ma ne sottostima la gravità delle conseguenze e la propria vulnerabilità di fronte ad essi. Durante la giovinezza e l’adolescenza, la percezione psicologica del tempo è maggiormente limitata al presente o all’immediato futuro: i giovani hanno più difficoltà rispetto ad altri a rappresentarsi il futuro e a viverlo come motivante per il presente (Barton et alii, 1982)
Conoscenze sulla rischiosità del fumo e percezione del rischio Le conoscenze dei giovani sui danni organici del fumo sono in media appropriate, la maggior parte di coloro che fuma è a conoscenza degli effetti nocivi del tabacco e ritiene che il fumo non determini alcun effetto positivo (Maduli, 2004) Questo non contribuisce a ridurre il comportamento tabagico: il fumo svolge negli adolescenti delle significative funzioni psicologiche e sociali i cui benefici immediati possono far sottovalutare i rischi a lungo termine per la salute. La conoscenza degli effetti negativi del fumo è del tutto priva di conseguenze se non acquista per il soggetto una realtà psicologica concreta (Cattelino et al., 2005).
Smoking Locus of Control Questionnaire (Georgiou e Bradley,1992) Il locus of control Il locus of control esterno è più diffuso tra i fumatori che tra i non fumatori Coloro che hanno un più alto locus interno tendono ad avere maggiori probabilità di smettere di fumare o rimanere astinenti. Smoking Locus of Control Questionnaire (Georgiou e Bradley,1992) I soggetti con uno scarso locus interno specifico per il fumo ipotizzavano di essere ancora fumatori dopo dieci anni. La fiducia nel potere degli esperti per aiutare le persone a smettere di fumare sembra diminuire con l’età e con l’aumentare del numero di sigarette fumate. Coloro che precedentemente hanno fallito in un tentativo di smettere di fumare credono di più nel sostegno dei familiari e di altre persone significative.
Aspetti sociali Negli anni dell’adolescenza accendere una sigaretta fornisce l’illusione di costruire un’immagine sociale accettabile, diviene una modalità di integrazione nel mondo dei coetanei e degli adulti.
Aspetti sociali Le Influenze del contesto e degli altri significativi Un accenno alle teorie (Apprendimento sociale e Influenza Sociale) Le norme sociali La famiglia Il gruppo dei pari La scuola I media
Perché gli adolescenti fumano: le influenze del contesto e degli altri significativi Tra i fattori sociali più importanti: la famiglia, sia per la trasmissione di modelli, sia per il vissuto emotivo (un elemento di rilievo, ad esempio, è la presenza di conflitti in famiglia); gli amici, l’influenza dei coetanei è stata da tempo individuata come uno dei principali fattori che determinano il fumo giovanile, risultando a volte più importante rispetto al ruolo della famiglia (Romano, 2001).
Apprendimento sociale (Bandura,1997) famiglia, gruppo dei pari e mass media L’iniziazione al fumo è un comportamento sociale appreso in larga parte attraverso l’osservazione e l’imitazione Gli adolescenti imitano il comportamento dei loro modelli, specialmente quelli che ammirano o con cui si identificano. Il mantenimento del comportamento è influenzato maggiormente dalle norme sociali che ne regolano l’accettazione da parte del gruppo di appartenenza.
L’influenza sociale (Evans e Power,2006) Modelli sull’influenza sociale: i comportamenti legati al fumo di genitori e amici possono essere fattori di rischio che, attraverso il modellamento o i processi di influenza esplicita, spingono a sperimentare il fumo Decisione di fumare Ambiente sociale prossimo: i comportamenti tabagici della famiglia e degli amici Immagine sociale dei fumatori: insieme delle credenze degli adolescenti sul fumo come comportamento desiderabile
Ambiente sociale prossimo Influenza diretta degli amici e della famiglia sul fumare tra gli adolescenti (Jackson, 1997; O’Loughlin et al., 2002). Avere dei fumatori in casa influenza la loro propensione al fumo, ma è l’avere amici fumatori ad esercitare alla lunga un’influenza maggiore.
l’immagine sociale IS Positiva accresce la probabilità che gli adolescenti sperimentino il fumo. Fumano un maggior numero di sigarette quegli adolescenti che considerano i coetanei fumatori delle persone alla moda, carismatiche e circondate da molti amici. L’immagine sociale ha però rispetto all’ambiente sociale un impatto sempre minore con l’aumentare dell’età.
le norme sociali Fumatori Non fumatori Percezione di un’alta prevalenza di coetanei che fumano Credere che gli adulti della comunità non si preoccupino del fumo degli adolescenti, anzi non lo disapprovino neppure (soprattutto per i fumatori saltuari). Più alta percezione della presenza di norme sociali anti- fumo, Minore presenza di coetanei che fumano Si accorgono con minore probabilità di altri fumatori percezione maggiore di disapprovazione da parte degli adulti
LA FAMIGLIA E IL FUMO Avere genitori che fumano incide: sulla fase iniziale di sperimentazione (Chassin et al., 1996), sul mantenimento dell’abitudine (Chassin et al., 2000) e sulla decisione di smettere. l’incremento del consumo di sigarette tra gli adolescenti, favorendo il passaggio da fumatori occasionali a fumatori assidui (Bricker et al., 2007). Avere genitori che fumano determina:
Fumo e gruppo dei pari L’intensità dell’attaccamento al gruppo, seguito dal sostegno del gruppo in termini di approvazione al fumo, e dal sostegno specifico del gruppo di fumatori, sono gli elementi che maggiormente spiegano l’influenza dei pari sul comportamento tabagico (Gremigni, 2005). Migliori Amici L’influenza degli amici: è molto forte al momento della decisione di iniziare a fumare meno significativa invece nel passaggio dalla sperimentazione all’acquisizione del comportamento (Bricker et al., 2006a) , Amici Coetanei Tyas e Pederson (1998)
Differenze di genere: i ragazzi sono più influenzabili delle loro coetanee? I maschi sono più esposti alle influenze dell’ambiente sociale rispetto alle loro coetanee. Da uno studio longitudinale su studenti di scuole superiori è emerso che avere degli amici che fumano è un predittore per l’iniziazione al fumo soprattutto nei ragazzi (Simon et al., 1995). Una ricerca condotta su adolescenti frequentanti le scuole medie inferiori ha evidenziato come le influenze sociali relative al fumo fossero associate con la rilevanza data al fumo soltanto tra i maschi (Simon-Morton et al., 1999).
Ancora Differenze di genere…. I maschi si avvicinano al fumo perché considerano i fumatori persone alla moda e da imitare più delle loro coetanee (Bowen et al., 1991) I ragazzi che considerano i fumatori persone indipendenti e popolari tendono ad incrementare il loro consumo di sigarette; le ragazze che hanno la stessa idea dei fumatori invece rimangono stabili nel consumo(Gibbons e Gerrard, 1995). I genitori sembrano avere un’influenza maggiore sul comportamento tabagico dei ragazzi rispetto a quello delle ragazze (Males, 1995).
L’influenza della scuola Gli adolescenti che fumano sembrano avere un cattivo rapporto con la scuola, studiano meno, hanno poca fiducia nelle proprie capacità scolastiche. Da una parte si può considerare che un buon rendimento scolastico ed un rapporto positivo con l’istruzione rappresentino elementi “protettivi”, d’altra parte è anche possibile che il rapporto conflittuale del giovane fumatore con la scuola e lo studio rappresentino un’espressione di quelle stesse difficoltà che favoriscono anche l’iniziazione al fumo (Romano, 2001).
L’influenza della scuola Scuola come fattore protettivo Scuola come facilitatore Scuola autorevole: supportare, controllare comunicare valori sani mostrare chiaramente il pensiero riguardo al fumo vietare il fumo a tutti Promuovere campagne promozione Scuola “laissez-faire” non fornisce valori educativi aggiunti invia segnali contrastanti sul fumo: (divieti di fumare, e i prof fumano in cortile) Alta presenza di fumatori Bassa presenza di fumatori
Il fumo di sigaretta e i media Sebbene i mezzi di comunicazione non siano in grado di produrre effetti manipolatori e immediati sugli individui, influenzano la formazione delle opinioni, degli atteggiamenti e dei comportamenti. Attraverso la pubblicità diretta e indiretta, l’industria del tabacco associa il consumo di sigarette allo sport, al successo personale, all’autoaffermazione (Bandura, 2001). Questo tipo di pubblicità attribuisce alla sigaretta un’immagine positiva che finisce per assumere un’accettazione collettiva
Il cinema e la televisione Il legame tra “fumo e fama” risulta deleterio per gli adolescenti che si avvicinano alla prima sigaretta per puro spirito imitativo: la rappresentazione del fumatore come di una persona spavalda e indipendente risulta particolarmente attraente. Gli adolescenti che preferiscono attori o attrici che fumano hanno maggiori probabilità di diventare fumatori regolari o di avere un atteggiamento positivo verso il fumo, rispetto a coloro i cui attori preferiti non fumano.
Cinema e TV in Italia Cinema TV La presenza del fumo nei film italiani è abbastanza elevata Ogni 16,5 minuti compare un personaggio che fuma rispetto ai 22,6 dei film stranieri. (ISS, 2002) I.S.S (2003) ha rilevato, nella trasmissione di film e fiction delle principali emittenti televisive a diffusione nazionale, la presenza di un fumatore ogni 32 minuti (Pacifici et al., 2003).
Cinema e TV: Quali le conseguenze? Una frequenza così alta di fumatori è un importante stimolo che induce nello spettatore- fumatore la voglia di fumare. Le immagini possono indurre il non fumatore a sovrastimare la diffusione del comportamento e dare l’idea che sia socialmente accettato.
La pubblicità sociale contro il fumo Se è vero che i mezzi di comunicazione contribuiscono a veicolare un’immagine positiva del fumatore non possiamo dimenticare il loro ruolo di informazione, di sensibilizzazione e di educazione nella prevenzione dei danni prodotti dal fumo. HELP - per una vita senza il tabacco
le pubblicità sociali anti-fumo sono realmente efficaci? É piuttosto complesso giungere ad una valutazione effettiva. Uno dei principali limiti degli studi sull’argomento consiste nella possibilità di rilevare solo le impressioni dei fumatori alla visione del messaggio Andrebbe valutata l’evoluzione dei comportamenti in seguito all’esposizione alla campagna pubblicitaria (Vianelli, 2006).
Pubblicità Efficaci Integrare con campagne di prevenzione al fumo in ambito scolastico la pubblicità antifumo ne potenzia l’efficacia (Flynn et al.,1994). La messa in onda di pubblicità contro il fumo, proposta prima della proiezione di un film, riduce in modo significativo l’intenzione al fumo evocata dalle immagini che appaiono durante la proiezione (Pechmann e Shih, 1999).
Tuttavia…. D’Ambrosi e Faccioli (2005) in uno studio sul livello di conoscenza delle campagne di prevenzione contro il fumo (517 giovani tra i 14 e i 19 anni), hanno evidenziato come: i ragazzi abbiano una scarsa considerazione delle campagne di sensibilizzazione sui rischi del fumo, che ritengono inutili e poste in termini troppo astratti e lontani dall’esperienza quotidiana.
Il contenuto dei messaggi anti-fumo I messaggi aggressivi hanno un impatto molto diretto sul consumatore in termini di comunicazione, ma basandosi su un processo decisionale di tipo lineare, rispetto alla decisione di fumare che molto spesso non è presa razionalmente, ottengono risultati poco soddisfacenti (Hastings e MacFadyen, 2002). L’atto di fumare assume una connotazione di affermazione positiva di sé, la tecnica del “fear appeals”, della comunicazione terrorizzante, non potrà avere nessun effetto
gli adolescenti e i messaggi anti- fumo I messaggi che sembrano avere un impatto maggiore sono quelli di tipo emozionale: vengono ricordati più facilmente ed influiscono maggiormente sulle motivazioni, sulle intenzioni e sull’attenzione. Tristezza legata alla morte causata dal fumo di un membro della famiglia, Rabbia per i profitti realizzati dalle multinazionali del tabacco a discapito della salute degli individui.
GLI ADOLESCENTI E IL FUMO: UNA RICERCA TRA I GIOVANI NAPOLETANI
Lo studio qui presentato si inserisce in un progetto di ricerca più ampio, volto a promuovere la salute e il benessere in età adolescenziale e finanziato dalla Legge Regionale della Campania 5/2002 (coordinatore scientifico prof.ssa G. Petrillo).
Obiettivi Rilevare le abitudini nei confronti del tabagismo degli adolescenti intervistati Evidenziare le caratteristiche psicologiche, sociali e socioculturali connesse all’adozione di tale comportamento.
Caratteristiche del campione 54 classi contattate (27 prime e 27 quarte) 5 scuole medie superiori di Napoli e provincia 1107 studenti I =52% e IV= 48%. Età 15.66 anni min. 13 max. 21 Femmine = 59,4% Maschi = 40,6% Rilevazione effettuata tramite un questionario strutturato nel periodo gennaio-febbraio 2006
I giovani e il fumo: chi sono In base al punteggio ottenuto, in relazione alle abitudini circa il consumo di tabacco, è stato possibile suddividere il campione in tre sottocategorie Fumatori assidui 20,2% Fumatori occasionali 10,9% Inserire le differenze di genere Non fumatori 68,9%
Fumatori assidui Fumatori occasionali Non fumatori Sono coloro che fumano un’elevata quantità di sigarette e più volte a settimana Età media 16,09 Il 27,8% maschi Il 72,2% femmine Fumatori occasionali Sono coloro che fumano poche sigarette e saltuariamente Età media 15,68 39,8% maschi 60,2% femmine Non fumatori Sono coloro che attualmente non fumano Età media 15,63 44,6% maschi 55,4% femmine Il 35,26% ha fumato tabacco almeno una volta.
Il consumo giornaliero di sigarette Un fattore rilevante di rischio per la salute è la quantità giornaliera di tabacco fumato. La tendenza dei fumatori intervistati è in media di 4,91 sigarette al giorno. Min. Mas. Media Deviazione std. 35 4,91 5,40
Il fumo crea una dipendenza fisica, ma non psicologica Le conoscenze Il senso di malessere che si sperimenta tra una sigaretta e l’altra porta i fumatori ad avere un livello di stress quotidiano superiore alla media Conoscenze biologiche Vero 75,0% Falso 25,0% Accendere una sigaretta fornisce l’illusione di costruire un immagine sociale accettabile Conoscenze sociali Vero 50,6% Falso 49,4% Il fumo crea una dipendenza fisica, ma non psicologica Conoscenze psicologiche Vero 15,6% Falso 84,4%
Le principali fonti di informazioni sul fumo
Motivazione ad attivare il processo di cambiamento È stato chiesto a fumatori e non se nel periodo di rilevazione dei dati stessero facendo qualcosa per ridurre o smettere di fumare. no, non fumo 73,6 % no, ma dovrei farlo 12,5% Hanno una motivazione ad attivare il processo no, non voglio farlo 7,4% Non motivati si, mi sto organizzando concretamente per farlo 3,3% Più che intenzionati si 3,2% Stanno già facendo
Differenze tra categorie Fumatori assidui, fumatori occasionali e non fumatori: Differenze tra categorie
Credenze e aspettative Fumatore assiduo Fumatore occasionale Non fumatore Media Credenze sul fumo 3,28 3,34 3,49 Aspettative positive 3,13 3,52 3,97 Aspettative negative 2,45 2,03 1,86 I non fumatori sono coloro che maggiormente credono che fumare sia un’abitudine scorretta Hanno maggiori aspettative positive migliore aspetto fisico, più controllo su se stessi, maggior accettazione nei locali per non fumatori I fumatori assidui hanno maggiori aspettative negative ingrassare, maggior nervosismo e stress, non condivisione con gli amici di momenti piacevoli
Rischio personale Media Rischio personale fumo 2,27 1,72 1,28 Fumatore assiduo Fumatore occasionale Non fumatore Media Rischio personale fumo 2,27 1,72 1,28 Il fumatore assiduo è colui che, considerando il consumo di tabacco, valuta maggiormente a rischio la propria salute fisica Non ci sono differenze significative tra le tre categorie per quanto riguarda la valutazione del rischio dei coetanei.
Il benessere Media Benessere totale 3,64 3,67 3,80 Fumatore assiduo Fumatore occasionale Non fumatore Media Benessere totale 3,64 3,67 3,80 Benessere soggettivo 3,88 3,95 4,17 Benessere sociale 2,88 2,86 3,04 I non fumatori hanno un maggior senso di benessere sia generale che nelle sottodimensioni “soggettivo” e “sociale”
Efficacia personale e scolastica Fumatore assiduo Fumatore occasionale Non fumatore Media Efficacia personale totale 2,69 2,84 2,99 Efficacia fumo 2,39 2,92 3,49 Efficacia scolastica 2,44 2,46 2,60 I non fumatori si percepiscono più capaci di continuare a non fumare di quanto i fumatori (occasionali e assidui) si percepiscano capaci di ridurre/smettere Il senso di efficacia personale relativa ai comportamenti salutari dei non fumatori risulta essere maggiore, come il senso di efficacia collettiva scolastica nelle questioni connesse alla salute.
Le strategie di coping Media Coping emozionale 3,11 2,92 2,90 Fumatore assiduo Fumatore occasionale Non fumatore Media Coping emozionale 3,11 2,92 2,90 I fumatori assidui sono coloro che maggiormente utilizzano strategie di coping “emotion-focused”, tese a ridurre l’emozione negativa generata da situazioni stressanti.
Le intenzioni Media Intenzioni fumo 2,78 3,50 4,48 Intenzioni fumatori Fumatore assiduo Fumatore occasionale Non fumatore Media Intenzioni fumo 2,78 3,50 4,48 Intenzioni fumatori 2,76 3,32 Non si applica L’intenzione generale di mettere in atto comportamenti salutari rispetto al consumo di tabacco è maggiore nei non fumatori. Tra coloro che fumano, l’intenzione di smettere o ridurre il consumo di sigarette è più alta nei fumatori occasionali.
Gli intervistati: Differenze di genere
Differenze di genere Sesso Maschio Femmina Media Autoefficacia fumo 3,13 3,26 Intenzioni fumatori 4,11 3,95
Differenze tra prima e quarta classe
Differenze tra classi classe Prima Quarta Media Credenze fumo 3,35 3,51 Aspettative positive 3,86 3,63 Rischio coetanei fumo 2,53 2,96 Prima I ragazzi di prima Hanno maggiori aspettative positive. Quarta I ragazzi di quarta Hanno maggiori credenze sulla salute La valutazione del rischio dei loro coetanei è più alta
classe Prima Quarta Media Autoefficacia fumo 2,98 3,43 Abitudini fumo 4,27 3,76 Intenzioni fumatori 3,09 2,72 Prima Hanno più abitudini positive I fumatori hanno maggior intenzione di smettere di fumare Quarta L’autoefficacia rispetto al non fumare/diminuire è maggiore
Le correlazioni Qui di seguito le correlazioni tra alcune delle variabili di maggior interesse negli studi sul consumo di sigarette in adolescenza
L’autoefficacia rispetto al fumo risulta essere correlata : Positivamente Efficacia Personale generale ,852(**) Aspettative Positive ,126(**) Locus Interno ,125(**) Rischio Dei Coetanei ,094(**) Coping Situazionale ,200(**) Benessere Totale ,114(**) Benessere Soggettivo ,105 (**) Benessere Psicologico,169(**) Negativamente aspettative negative -,183(**) rischio personale -,178(**) coping di evitamento -,120(**)
La variabile di sintesi “abitudini in relazione al consumo di sigarette” risulta essere correlata Positivamente Aspettative positive ,176(**) Efficacia scolastica ,088(**) Benessere totale ,098(**) Benessere soggettivo ,118(**) Benessere sociale ,084(**) Intenzione dei fumatori di ridurre/smettere di fumare ,266(**) Negativamente Aspettative negative -,158(**) Rischio personale -,301(**) Rischio dei coetanei -,114(**) Coping emozionale -,120(**)
I non fumatori Le intenzioni, le aspettative e il senso di efficacia percepita da parte del “non fumatore” incidono sulla predisposizione cognitiva ad iniziare a fumare (Engberg, 2002)
Aspettative positive ,207(**) Locus interno ,211(**) La variabile “Intenzione dei non fumatori di continuare a non fumare” risulta correlata Positivamente Aspettative positive ,207(**) Locus interno ,211(**) Coping situazionale ,125(**) Benessere totale ,118(**) Benessere psicologico ,225(**) Efficacia rispetto al fumo ,187(**) Negativamente Aspettative negative -,095(*) Rischio personale -,141(**)
Considerazioni conclusive Questi primi risultati sono in linea con la letteratura sul consumo di tabacco in adolescenza. Le fumatrici sono più numerose e con abitudini peggiori. Le quarte classi hanno una percentuale di fumatori assidui molto più elevata rispetto alle prime: indice che il periodo dai 14 ai 17 anni è un periodo critico per l’iniziazione al fumo Un dato interessante è la presenza di non fumatori “consapevoli”, che dichiarano di aver provato a fumare, ma di aver scelto di non continuare.
Bibliografia D’Ambrosi, L., Faccioli, F., (2005), Comunicare la prevenzione del fumo. Reazioni e risposte dei giovani, “Rivista italiana di Comunicazione pubblica”, n. 23/ 2005 Gremigni P. (2005), Psicologia del fumo. Programma di prevenzione e metodi per smettere, Carocci. Mangiaracina G., (1992), Uscire dal fumo, Edizioni ADV, Firenze. Mangiaracina G., Ottaviano M. (a cura di). (2004), La prevenzione del tabagismo , Lega italiana per la lotta contro i tumori, Roma Petrillo G. (2004), La salute tra scienza e conoscenza. Comunicazione pubblica & promozione della salute, Liguori, Napoli. Per contatti enzacap@tiscali.it
FINE
Specifiche alla slide sulle motivazioni
Non fumatori 68,9% del campione Fumatori occasionali 10,9% del campione Fumatori assidui 20,2 % del campione I dati confermano il trend nazionale, che registra tra gli adolescenti una percentuale più alta di fumatrici
Le variabili psicologiche indagate Percezione del rischio dei fumatori (personale e dei coetanei) misurato attraverso una scala a 5 punti (da pochissimo a moltissimo) che tiene conto di una gamma di sei possibili conseguenze biologiche (malattie più o meno gravi) che potrebbero sopraggiungere nel futuro mettendo in atto il comportamento a rischio. Autoefficacia rispetto al fumo misurata attraverso una scala (Caso D., Donizzetti A.R 2004) costituita da 11 item. Modalità di risposta da 1 (per niente) a 5 (moltissimo) Conoscenze misurate attraverso tre domande (una per ogni area: biologica, psicologica e sociale)
Ulteriori variabili psico-sociali considerate Informazioni: domande relative alle fonti di tali informazioni e al grado di soddisfazione relativo ad esse. Atteggiamento verso la salute: misurato attraverso una scala di 7 item che valuta l’orientamento generale verso la salute, range di risposta da 1 (per niente) a 5 (moltissimo) Credenze soggettive (riferite al soggetto stesso) e normative (riferite alla propria famiglia, gli amici, gli insegnanti e la società) misurate attraverso una scala a 5 punti (da per niente a estremamente) che valuta come bisognerebbe comportarsi per tutelare la propria salute.
Le variabili psico-sociali sulla salute Locus of control sulla salute: E’ stato misurato attraverso l’adattamento italiano (Laicardi, 2002) delle sezioni riguardanti il Locus del Multidimensional Health Questionnaire (MHQ – Snell e Johnson1997). Rileva tre dimensioni (controllo della salute affidato al caso, agli esperti, e a se stessi) attraverso 15 items. Range di risposta da 1 (non mi caratterizza affatto) a 5 (mi caratterizza molto). Strategie di coping: Sono state misurate attraverso l’adattamento italiano (Pedrabassi e Santinello, 1995) del Coping Inventory for Stressful Situations (CISS – Endler e Parker, 1990). Prevede 48 item che rilevano tre diverse strategie di fronteggiamento: strategie orientate al compito, alle emozioni e all’evitamento. Range di risposta 1 (per niente) a 5 (moltissimo). Benessere: Misurato attraverso la scala del benessere (Cicognani, Albanesi, Berti, 2001) costituita da 12 item, che misurano 3 diverse dimensioni del benessere in adolescenza: benessere soggettivo, psicologico e sociale. Range di risposta da 1 (mai) a 6 (ogni giorno). Efficacia scolastica sulla promozione della salute (Petrillo et al. in preparazione) costituita da 15 item che misurano la percezione nelle capacità della propria scuola . Range di risposta da 1 (per niente) a 5 (moltissimo).