Le città, centri dell’economie Prof.ssa Marina Fuschi
Perche’ parlare e studiare la città? Oggi più del 50% della POPOLAZIONE vive nelle AREE URBANE. Percentuale destinata a salire a 2/3 nel corso di questo secolo.
4
Processo di inurbamento della popolazione
6
…. Ma non è solo una questione di concentrazione demografica….. Secondo Harvey “per la prima volta nella storia dell’umanità il futuro si decide nelle grandi aree urbane”
Secondo i dati del Mckinsey Global Institute nel 2011 prime 600 città del mondo ospitavano il 20% della popolazione mondiale e generavano 34.000 mld di $ USA pari a circa il 50% del PML
Che cosa è una città? La città è una concentrazione di uomini, abitazioni, attività, relazioni…… Molteplici definizioni……
La città è un insediamento permanente la cui popolazione vive agglomerata a densità superiori rispetto al territorio circostante e svolge attività specializzate nel ramo del commercio, dei servizi e dell’informazione, tali da renderla un punto di riferimento obbligato per un’area tanto più vasta e popolosa, quanto più elevato è il rango delle attività svolte.
“LA CITTA’ E’ IL PRODOTTO DI UNA CIVILTA’ SUPERIORE” VIDAL DE LA BLACHE “LA CITTA’ E’ IL PRODOTTO DI UNA CIVILTA’ SUPERIORE” “LA CITTA’ E’ UN’ORGANIZZAZIONE SOCIALE COMPLESSA ED ELEVATA”
ELEMENTI CHE SI RIPETONO DIMENSIONE COMPLESSITA’ GENERE DI VITA URBANO densità di popolazione, densità di edifici di funzioni, dell’ agglomerato, di forme per condizioni occupazionali, per intensità di relazioni e delle relative implicazioni
Quali criteri per definire una città? Criterio demografico Criterio funzionale
Criterio demografico Soglia minima di popolazione Criterio arbitrario Onu: 2.000 abitanti minimo Danimarca: 250 ab. Paesi Bassi 20.000 Giappone: 30.000 USA: 2.500 Francia: 2.000
Tiene conto del fatto: Criterio funzionale a) che gli uomini si aggregano, dando vita ad organismi urbani, per esercitare meglio certe forme di attività; queste forme di attività sono precisamente la «funzione della città», la sua stessa ragion d’essere; b) che la città, in quanto formazione «rara», ossia non ubiquitaria sul territorio, esercita «funzioni urbane» nei confronti di un intorno che ne viene servito.
I fattori di attrazione della città La città modello vincente: . crisi delle aree rurali Il ruolo delle economie di urbanizzazione
La città post-fordista La città da luogo di produzione diviene prevalentemente luogo di consumo di servizi avanzati e di comando Luogo dell’economia immateriale La città creativa: la creatività urbana è alla base della conoscenza e dell’innovazione sia in campo tecnologico che organizzativo
Le forme della città Dalla città nucleare alla città estesa. La città estesa è un sistema territoriale urbano, che si articola in una rete di centri vicini, legati tra loro da forti relazioni orizzontali.
Si ha suburbanizzazione quando una parte consistente della popolazione urbana si distribuisce in “corone” o “cinture” urbane continue del raggio di alcuni chilometri attorno ai vecchi centri Si ha periurbanizzazione (o dispersione urbana, sprawl, città diffusa, metacittà) quando un sistema urbano non cresce più in modo continuo, ma lungo le strade e attorno ai villaggi e alle città minori vicine, includendo vasti spazi rurali
Le forme delle città 2 regione urbana (o città-regione) è quella che si forma in seguito ai processi di suburbanizzazione e di periubanizzazione; aree metropolitane: grandi regioni funzionali urbane connesse al loro interno da relazioni orizzontali particolarmente intense; megalopoli territori di dimensioni macroregionali, altamente sviluppati, formati da una densa rete di aree metropolitane e di città fortemente connesse tra loro. Prof.ssa Marina Fuschi
Il modello delle località centrali di W. Christaller
I beni e i servizi sono ordinati gerarchicamente I beni e servizi di rango elevato presentano una soglia elevata e una portata elevata I beni e i servizi di rango basso presentano una bassa soglia e una portata limitata
Sulla base di quanto premesso Christaller disegna un’armatura urbana in cui ogni località centrale serve sei località complementari di ordine immediatamente inferiore, le quali a loro volta servono altre sei località di livello inferiore, e ciò si ripete per sette livelli gerarchici.
I beni e i servizi di livello inferiore formeranno esagoni via via più piccoli e lo spazio si configurerà come un insieme di figure esagonali di diversa grandezza Secondo questa configurazione gerarchica dello spazio ogni area di mercato comprenderà al proprio interno un certo n. di aree di mercato di ordine inferiore
Christaller introduce il coefficiente di diramazione K che mi individua il numero di località centrali di ordine differente che si serviranno dalla località di ordine superiore K= 3 principio del mercato K= 4 principio del traffico K= 7 principio amministrativo