La poesia d’amore in Toscana Lo Stilnovo
La poetica siculo-toscana Scuola "siculo-toscana" (1250 – 1280) fase di passaggio tra la Scuola siciliana e il Dolce Stil Novo declino della potenza di Federico Il e del predominio culturale siciliano, molti poeti toscani rielaborarono le forme della poesia siciliana. I contenuti Tema centrale sempre l'amore, donna non più solo ideale da contemplare , ma anche oggetto del desiderio dei sensi. Argomenti politici e civili: lotte tra le città e tra le fazioni, virtù morali e comportamenti umani. Forme poetiche Inventarono la ballata1 (o "canzone a ballo" accompagnata dalla danza) introdussero nella canzone contenuti politici sul modello provenzale del sirventese). La lingua Volgare toscano 'alto', colto, ma di tono realistico, con alcune espressioni popolari prese da altri volgari, come il siciliano e l'umbro, provenzalismi in lingua d'oc e gallicismi in lingua d'oïl. I poeti principali di questa fase sono Guittone d'Arezzo, Bonagiunta Orbicciani e Chiaro Davanzali. Nel De vulgari eloquentia Dante definisce ballata un componimento in stile comico, cioè basso e popolaresco, distinto da quello alto della canzone e da quello medio del sonetto.
Gli autori siculo-toscani Guittone d'Arezzo (1235 ca. - 1294) Il maggior poeta italiano fino a Dante, molto imitato per una vera e propria "moda guittoniana" moltissimi versi di argomento amoroso e politico-morale. Stile: elaborato, fino al virtuosismo vicino al trobar clus sintassi complicata per i frequenti iperbati Guinizzelli, anticipatore dello Stilnovo, lo considerò un maestro, mentre Cavalcanti e Dante ne criticarono il lessico non abbastanza raffinato. Bonagiunta Orbicciani Notaio (1220-1296 ca.) favorì la diffusione in Toscana della poesia siciliana. Simile a Guittone per i temi politico-morali, ma diverso per la linearità armoniosa dello stile e la semplicità del lessico. Sono pervenute 40 componimenti (sonetti, canzonette, ballate), e una tenzone con Guido Guinizzelli (Voi, ch'avete mutata la mainera). Chiaro Davanzati fiorentino (XIII sec.) anticipatore dello stilnovo (donna-angelo e amore come mezzo di raffinamento morale) Lo stile segna il passaggio ai modi più aggraziati degli stilnovisti. compose numerose poesie (quasi 300 tra canzoni e sonetti)-
Nascita dello Stil novo Il Dolce stil novo fu una nuova scuola poetica così chiamata da un verso di Dante - Purgatorio (XXIV), "novo" per l'originalità dei temi e del linguaggio poetico. tra il 1280 e il 1310 a Firenze e a Bologna i poeti di estrazione borghese che ne fecero parte erano legati da amicizia e condividevano convinzioni culturali e spirituali. Guido Guinizzelli ne fu il precursore con la canzone Al cor gentil rempaira sempre amore, Guido Cavalcanti ne fu il caposcuola, Vi aderì anche Dante Alighieri, Altri poeti Cino da Pistoia e Lapo Gianni. Gli stilnovisti applicarono alla sfera amorosa alcuni principi della filosofia aristotelico-tomistica.
La filosofia aristotelico-tomistica Scolastica (scholasticus = docente di teologia), o Tomismo (S. Tommaso) è la maggiore corrente filosofica teologica medioevale Tommaso d Aquino (1225-1274), nella Summa theologiae operò una fusione la tradizione filosofica derivata da Aristotele e la dottrina cristiana, conciliando la fede con la ragione, ambedue provenienti da Dio. Potenza e atto: secondo Aristotele la materia può trasformarsi in quanto ha la potenzialità (potenza dynamis) di acquisire nuove forme; quando una trasformazione avviene in realtà, si ha il passaggio dalla potenza all’atto (atto enèrgheia). Ogni divenire, perciò, è un "passaggio dalla potenza all'atto", dalla potenzialità all’attualità. Gli stilnovisti si ispirarono al principio della filosofia aristotelico-tomistica, per cui ogni realtà è realizzazione di una potenzialità. ogni cuore gentile (= spiritualmente nobile) è potenzialmente predisposto all'amore quando l'amore si realizza, la nobiltà d'animo passa dalla potenzialità all’atto (elevazione spirituale).
Poetica dello Stilnovo L'amore come strumento di elevazione morale L’amore è il principio animatore sia della vita individuale che di quella collettiva, spirituale, culturale e artistica, di una nuova nobiltà, di spirito e non di sangue. Rispetto alla trad. cortese, superato il concetto di servizio d'amore e rimosso l’aspetto sensuale. La donna-angelo Altra novità dello Stilnovo è la concezione della donna identificata in un angelo (dal greco ànghelos, "messaggero" di Dio), come mediazione tra la terra e il cielo, come strumento di ricongiungimento a Dio: la donna produce in chi la avvicina un senso di beatitudine e un’evoluzione dello spirito, che porta a ricercare verità e virtù, conoscenza. Tale effetto è prodotto inconsapevolmente dalla donna tramite i gesti, lo sguardo, il saluto. Nei versi la donna è idealizzata e lodata per le sue qualità spirituali (la donna mostrasi, sembra, pare, come una visione mistica piuttosto che una creatura materiale) , Lo stile dolce e il lessico piano Lo stile è "dolce", nel senso che il linguaggio è musicale e melodioso, ricco di sfumature. Vengono bandite le astruserie retoriche e i suoni aspri del trobar clus; la lingua è il fiorentino colto e raffinato. il lessico è chiaro, la sintassi lineare, per lo più paratattica, pur abbondando le sub. consecutive, per indicare gli effetti provocati dai gesti, dal saluto della donna. le parole chiave sono «gentile» (contr. di vile), «vertute», «beltade», «saluto» che dona «salute» (la salvezza spirituale).
Il concetto di gentilezza "Gentile", da gens, in lat. = gruppo di famiglie da uno stesso capostipite. Nel Medioevo = gruppo di famiglie nobili imparentate tra loro. Cfr. Petrarca, (Rime, 128, v. 74): italiani "Latin sangue gentile», la nobiltà della stirpe latina contrapposta al "barbarico sangue» dei mercenari tedeschi). Metà del ‘200: gentilezza = nobiltà d'animo nobiltà ereditaria di sangue. Usato infatti dalla borghesia (mercanti, banchieri, notai e artigiani) Cfr. Boccaccio, in una novella del Decomeron presenta Restagnone come "un giovane gentile uomo; avvegna che povera fosse». "Gentile" indica un valore del carattere o del comportamento indipendentemente dalla ricchezza o dalla classe sociale. La società del ‘200 riprese l'ideale cortese, lo fuse con nuovi valori, fece del fin’amore la peculiarità di ogni cuore gentile per natura, non per nascita. Cfr. la Beatrice di Dante, Vita nuova (Tonto gentile e tanto onesta pare / lo donna mio quand'ella altrui saluta…). Differenza tra gentilezza e cortesia: cortesia: sia uno stato sociale, la nobiltà di nascita dei frequentatori della corte feudale, sia una condizione spirituale e di comportamento (equilibrio, moderazione, generosità) gentilezza: nobiltà di spirito, non di nascita, che si manifesta nel comportamento.
La polemica toscano-stilnovista La tenzone sullo stile I poeti della Scuola toscana diffidenti di fronte alle novità dello Stilnovo. Bonagiunta Orbicciani nel sonetto Voi, ch'avete mutato la mainera usa la vecchia "maniera" provenzaleggiante e il gusto siciliano artificioso per le ripetizioni accusa Guido Guinizzelli per i contenuti filosofico-dottrinali difficilmente comprensibili. Guinizzelli gli rispose, con Omo ch’è saggio non corre leggero, che sapeva rendere chiari i suoi concetti con similitudini tratte dalla natura e che i suoi versi erano frutto di un accurato lavoro stilistico-espressivo. Il giudizio di Dante su Bonagiunta e Guittone Dante nel De vulgari eloquentia riconobbe la funzione e il valore dell’opera di Bonagiunta, che considera, con Guittone d'Arezzo, tra i lirici più valenti, gli rimprovera, però, di aver usato un volgare troppo vicino al parlato, anziché un volgare "illustre", come dovrebbe essere quello della poesia. Dante incontra Bonagiunta nel Purgatorio (VI cornice, golosi, XXIV, 49-9) conversa sul diverso modo di intendere la poesia, Bonagiunta gli chiede se è l'autore di Donne ch'avete intelletto a amore e Dante risponde di sì, attestando l’impronta innovatrice dello stilnovo.
Guittone d’Arezzo La vita 1235 nasce presso Arezzo da un camerlengo, amministratore dei beni del Comune. Partecipa alle lotte comunali nel partito guelfo per il che fu anche in esilio: battaglia di Montaperti (4 settembre 1260), i guelfi di Firenze sconfitti dai ghibellini fuorusciti, capitanati da Farinata degli Uberti e appoggiati da Siena e dal re Manfredi di Svevia. In età matura entra nell’ordine francescano (Cavalieri di Santa Maria o Frati Gaudenti) cui si poteva accedere anche da coniugati - per la pace e la giustizia sociale, contro le eresie. 1294 muore probabilmente a Bologna. Le opere Il più importante dei poeti siculo-toscani, sia per varietà dei generi in cui si cimentò (canzoni, ballate, sonetti) sia per l’originalità dello stile. 50 canzoni e più di 250 sonetti, varie laude e ballate sacre. Prima fase: prevale il tema amoroso, maniera cortese dei poeti provenzali e siciliani. Stile duro e aspro (sulla linea del trobar clus provenzale), ricchezza lessicale del volgare. Lirica civile e politica, come la canzone Ahi lasso! or è stagion de doler tanto, scritta all'indomani della battaglia di Montaperti (vedi sopra). Fase dopo la conversione, canzoni di carattere morale-religioso, composte in forma di lauda e di ballata sacra.
Guido Guinizzelli La vita 1230 - nasce a Bologna. Poche le notizie biografiche. Dopo gli studi giuridici, aderì alla fazione dei ghibellini e prese parte alle lotte politiche della città. 1274 – dovette fuggire perché prevalsero i guelfi. 1276 – muore presso Padova, dove si era rifugiato. Le opere 5 canzoni e 15 sonetti. Prima fase - influenza di Guittone d'Arezzo, da lui chiamato caro padre meo, Seconda fase – si allontana dai modi guittoniani e inizia un originale percorso poetico. Iniziatore del movimento stilnovista. Purg., XXVI, 97-99: Il padre/ mio e dell'altri miei miglior che mai/ rime d'amore usar dolce e leggiadre. Canzone-manifesto Al cor gentil rempaira sempre amore: introduce gli elementi fondamentali dello Stilnovo: corrispondenza per natura tra amore e cuore gentile ( = nobiltà d'animo); la donna-angelo come strumento d'elevazione a Dio inviata da Dio per indirizzare al bene, attraverso la bellezza e l'amore, l'uomo già incline alla virtù; Vi confluiscono caratteri stilizzati dell'amore cortese e principi della filosofia Scolastica similitudini dalle scienze della natura (cosmologia) e dalla spiritualità francescana. Sonetti - introducono altri motivi, poi ripresi da Cavalcanti e da Dante: lode della donna; patimenti dell'amore a causa del turbamento che produce nell'animo; effetti benefici e salutari della la figura femminile.
Guido Cavalcanti – vita e averroismo La vita 1259 nasce a Firenze da nobile famiglia guelfa bianca, il padre Cavalcante era considerato un eretico e un simpatizzante dell'epicureismo. 1260 - sconfitta a Montaperti dei guelfi– esilio della famiglia. 1266 – sconfitta a Benevento dei ghibellini e di Manfredi - rientro a Firenze. Sposa, per volere del padre, Bice, figlia di Farinata degli Uberti. Partecipa attivamente alla vita politica del Comune, fino al 1293 Ordinamenti di Giustizia di Giano della Bella = esclusione vecchia nobiltà cariche pubbliche. Rissa con Corso Donati, capo dei Guelfi Neri rifiuta ogni forma di conciliazione 1300 - esilio dal Collegio dei Priori del Comune, di cui faceva parte anche Dante. A Sarzana si ammalò di malaria, rientra a Firenze e muore ad agosto. La formazione culturale Si forma all’università di Bologna, dove acquisisce raffinati strumenti analitici e logici, basati oltre che sui principi della Scolastica, anche sull'aristotelismo averroista. Averroismo – dottrina elaborata da Averroè: filosofo e medico arabo spagnolo (1126-1198), autore di commenti ad Aristotele. principi fondamentali: subordinazione della fede alle verità di ragione e alle conoscenze scientifiche: l'eternità della materia e del mondo; l'esistenza di una sola anima universale di cui le anime individuali sono mere manifestazioni destinate a morire.
Guido Cavalcanti – opere e poetica Le Rime: 36 sonetti, 11 ballate e 2 canzoni. Accoglie la tradizione siciliana, ma vi fonde una concezione pessimistica dell'esistenza; Linguaggio complesso, a volte oscuro, i contenuti filosofici, il tono drammatico. in alcune liriche invece (pastorelle) l'amore è più sereno e sensuale, alla maniera cortese. Concezione filosofica dell’amore Tre anime dell’uomo che, in equilibrio, danno il sinolo, l'armonia perfetta. anima vegetativa (stomaco) nucleo delle funzioni vitali del corpo;: anima intellettuale (cervello) sede del pensiero e della razionalità; anima sensitiva (cuore) sede di sensazioni, sensibilità, individualità psichica. L'amore tormenta l'anima sensitiva dominandola come un tiranno ne risente l'anima vegetativa (l'innamorato non mangia o non dorme), ne soffre l'anima intellettiva (assiste impotente alla devastazione dell’individuo). Il poeta è incapace di emanciparsi dalla tirannia dell’amore può arrivare fino alla disgregazione dell’anima e alla morte spirituale. La donna, lontana e irraggiungibile, avvolta in un alone mistico, imperturbabile. L’amore perciò è causa di angoscia e turbamento: fonte di inquietudini non controllabili razionalmente e presentimento di morte.
Domande