BULLISMO STALKING CYBER-BULLISMO Dott. Francesca Ceccherini CYBER-STALKING Presentazione Dott. Francesca Ceccherini
- CHE COS'E' IL BULLISMO? - CHE COS'E' IL CYBER-BULLISMO? - CHE COS'E' LO STALKING? - CHE COS'E' IL CYBER-STALKING?
Il termine bullismo deriva dalla parola inglese bullying, (to bull) che significa “usare prepotenza, maltrattare, intimidire, intimorire”. Il bullismo viene definito come una forma di oppressione fisica o psicologica messa in atto da una o più persone (bulli) nei confronti di un altro individuo percepito come più debole (vittima); è caratterizzato da intenzionalità, sistematicità e asimmetria.
E’ intenzionale perché il comportamento aggressivo viene messo in atto volontariamente e consapevolmente. E’ sistematico perché reiterato nel tempo, la condotta disfunzionale è quindi continuativa e persistente. E’ asimmetrico in quanto si instaura in una relazione interpersonale fondata sulla disuguaglianza di forza e potere (fisico o psicologico) tra il bullo (che si trova in una posizione up, anche perché supportato dagli amici), e la vittima (in posizione down, che sperimenta spesso un senso di impotenza non riuscendo a difendersi). Si parla di cyberbullismo quando questi comportamenti di violenza possono manifestarsi tramite il web.
Numerosi studi, hanno identificato diverse forme di bullismo a seconda della tipologia di azioni che vengono messe in atto: Bullismo diretto, comportamenti che utilizzano la forza fisica per nuocere all'altro (picchiare, spingere, far cadere...) Bullismo verbale, viene utilizzata la parola per arrecare danno alla vittima (offese e prese in giro insistenti e reiterate) Bullismo indiretto, sono comportamenti poco visibili che portano all'esclusione o isolamento della vittima attraverso la diffusione di pettegolezzi o dicerie.
I ruoli che possono essere assunti dai "persecutori" sono così sintetizzati: Bullo, chi prende attivamente l'iniziativa nel fare prepotenza ai compagni; Aiutante, chi agisce in modo prepotente ma come “seguace” del bullo; Sostenitore, chi rinforza il comportamento del bullo, ridendo, incitandolo o semplicemente stando a guardare; Difensore, chi prende le difese della vittima consolandola o cercando di far cessare le prepotenze; Esterno, chi non fa niente ed evita il coinvolgimento diretto o indiretto in situazione di prepotenza; Vittima, chi subisce più spesso le prepotenze.
Le statistiche ci dicono che il bullismo risulta molto diffuso sia nelle scuole elementari che nelle scuole medie inferiori. Addirittura un bambino su due dichiara di subire prepotenze durante la permanenza nella scuola elementare, mentre nelle scuole medie abbiamo un ragazzo vittimizzato ogni tre. Dagli studi compiuti nello scorso decennio sappiamo però che la gravità dei singoli episodi non diminuisce nel corso degli anni, come rilevano anche le cronache cittadine che riportano periodicamente i casi più gravi accaduti nelle scuole medie. I bulli hanno maggiori probabilità di rimanere imprigionati in una carriera deviante che li porterà in molti casi ad avere problemi con le droghe e la giustizia prima dei 24 anni. Invece chi subisce ripetutamente prepotenze a scuola sviluppa, in misura maggiore rispetto ai compagni non coinvolti nel bullismo, malesseri somatici e disturbi emotivi anche gravi.
Ci sono delle differenze ben chiare fra bullismo e cyber bullismo? Le indagini mostrano che quasi la metà degli insegnanti ha difficoltà a riconoscere atti di bullismo che accadono nella propria classe. Allo stesso tempo, anche i genitori evidenziano delle difficoltà sia nell’avere un dialogo con i propri figli sia nell’aiutarli a trovare modalità di intervento adeguate. Ci sono delle differenze ben chiare fra bullismo e cyber bullismo? Nel cyber bullismo all'inizio viene a volte mantenuto l'anonimato, quindi il bullo crea profili falsi, tramite cui perpetra aggressioni sotto falso nome. Questo dà al cyber bullo un maggiore senso di sicurezza perché è a casa propria, al sicuro nella sua stanza. Inoltre non si rende conto (almeno inizialmente) della gravità dell'atto che sta commettendo perché non è coinvolto faccia a faccia, non vede neanche la reazione della vittima designata.
Inoltre il cyber bullismo manca totalmente dei confini spaziali e temporali perché non c'è più un luogo in cui avvengono gli atti denigratori: la vittima è sempre attaccabile in qualsiasi momento della giornata visto che il mezzo è la rete. Ultima grande differenza è la diffusione esponenziale e spesso immediata dell'atto denigratorio, offensivo e violento fatto nei confronti della vittima, perché ovviamente partono condivisioni e commenti da parte del terzo attore, il pubblico che permette di continuare al cyber bullo.
Il termine stalking deriva dall'inglese "to stalk" che significa "cacciare facendo la posta, braccare". Più nello specifico è quell’insieme di comportamenti persecutori, aggressivi e invadenti che si trasformano in molestie, minacce, telefonate e attenzioni indesiderate ai danni di un adulto (vittima) che possono cagionare un perdurante e grave stato di ansia e di paura che costringono la vittima ad alterare le proprie abitudini di vita. Questo è un comportamento "antico", esiste da sempre, ed era molto diffuso anche all'interno della famiglia. E' stato regolato con una norma penale solo con la legge n° 38 del 23 aprile 2009. Quando questi maltrattamenti e abusi avvengono tramite internet allora si parla di “cyberstalking”.
Chi è lo stalker? Sulla sua natura ci sono pareri discordanti, chi dice che è una persona affetta da problemi psicologici chi, invece, afferma che la persona è del tutto normale (Il mio personale parere professionale attiene al primo caso). Lo stalker può essere, naturalmente, anche una donna. Di solito è l'ex-fidanzato/a o l'ex-marito/moglie della vittima, che cerca di controllare, di non perdere, la persona con cui vi è stata una relazione sentimentale. La casistica rinviene vari tipi e motivazioni di stolker: Lo stalker "risentito", che vuole vendicarsi di chi l'ha ferito. Lo stalker "bisognoso di affetto", che tramite le molestie cerca di ottenere maggiori attenzioni emotive. Lo stalker "corteggiatore incompetente", che cerca maldestramente di dimostrare di manifestare i propri sentimenti. Lo stalker "corteggiatore respinto", che reagisce ad un rifiuto.
Lo stalker “predatore”, che bracca la propria vittima per mire di natura sessuale; Lo stalker “disturbato mentalmente”, che molesta in risposta ad uno stimolo psicologico di carattere patologico; Lo stalker "assillante”, che pone in essere comportamenti che in sé non costituiscono reati, ma che vengono somministrati alla vittima con tale frequenza da costituire molestia; Lo stalker “occupazionale”, che pone in essere le proprie condotto contro un collega di lavoro o in un contesto lavorativo o che trae da questo origine; Lo stalker “di condominio”, che molesta ripetutamente un proprio condomino (o un amministratore condominiale o il proprio conduttore o locatore); Lo stalker “informatico”, che molesta ripetutamente la propria vittima con mezzi informatici, in particolare attraverso l'email e attraverso social network come facebook; Lo stalker di celebrità, caratterizzato dalla notorietà della propria vittima; Lo stalker "di gruppo" in cui la condotta viene posta in essere da un gruppo di persone nei confronti di un singolo o di un gruppo o una minoranza.
I cyberstalkers possono essere poi classificati in cinque distinte categorie, che ricalcano approssimativamente le stesse caratteristiche dello stalker: Cyberstalkers respinto: le sue minacce sono il frutto di sentimenti d’odio e di vendetta nei confronti della vittima; Cyberstakers in cerca d’intimità: utilizza il web come campo di ricerca per potenziali relazioni. Se rifiutato pone in essere un ossessivo corteggiamento virtuale che si concretizza nell’invio continuo di e-mail o sms allo scopo di “riconquistare la preda”; Cyberstalkers pretendente incompetente: è un soggetto probabilmente sociopatico che cerca di stabilire delle relazioni amicali o sentimentali, ma non sapendo rispettare le regole del buon vivere sociale utilizza internet per creare una maschera e “attaccare” le proprie vittime. L’anonimato crea un gioco forza, donando al molestatore la certezza dell’impunità del suo comportamento vessatorio; Cyberstalkers risentito: come il respinto che è animato da sentimenti di odio e di vendetta verso la vittima. Cerca di sfogare la propria frustrazione imponendo una serie di molestie alla vittima e/o creando pagine diffamatorie nei confronti della stessa; Cyberstalkers predatore: utilizza internet per cercare vittime, probabilmente a scopi sessuali.
I bambini rappresentano una categoria fortemente a rischio data l’ingenuità e l’inconsapevolezza con la quale si avvicinano e utilizzano le nuove piattaforme tecnologiche. Il dato più preoccupante in questa visione è la possibilità che un cyberstalking indirizzi le sue molestie verso i minori e che queste si possano rivelare l’anticamera di azioni criminali ben più gravi rispetto alla mera azione persecutoria.
Che conseguenze portano alla vittima il bullismo e lo stalking? La differenza tra bullismo e stalking: il primo avviene tra adolescenti non sempre consapevoli delle conseguenze, il secondo tra adulti che agiscono in modo consapevole, sapendo perfettamente dove “andare a colpire” per fare male. Lo stalking è tendenzialmente un'attività di molestia correlato col rapporto precedente, per esempio con le relazioni sentimentali. Il bullismo riguarda soprattutto attività violente tra minori e tra ragazzini. Lo stalking è un reato più legato al sentimento, alle relazioni passate, mentre il bullismo è più legato, per esempio, all'ambiente scolastico e all'attualità. Che conseguenze portano alla vittima il bullismo e lo stalking? Può portare conseguenze anche molto gravi, es. problemi di salute, difficoltà nelle relazioni, il non confessare ad altri quello che sta capitando può sfociale nel tentativo di suicidio, ecc. Come possiamo evitare che avvengano episodi di bullismo? E' un fenomeno che molto spesso non si può arginare, perché è molto emulativo. Certi comportamenti vengono tenuti perché si considera che siano comportamenti che rendono quella persona visibile o importante a livello di gruppo. Dobbiamo comunicare: parlare, spiegare, trasmettere i veri valori della vita.
Quali considerazioni si possono fare per il bullismo e il cyber-bullismo? È necessario prevedere programmi di prevenzione in grado di promuovere capacità relazionali nel rispetto di sé e degli altri. E' utile avviare programmi di prevenzione per evitare che il modello di comportamento aggressivo, tipico del bullismo, diventi una modalità preferenziale di relazione tra i ragazzi. E' opportuna una migliore capacità di osservazione e discriminazione di situazioni di prevaricazione e prepotenza. Questo significa anche poter qualificare maggiormente il tempo che i bambini trascorrono a scuola e che comprende anche momenti come l’intervallo, lo spazio-mensa, ecc. Diversi studiosi indicano come uno dei primi interventi anti-bullismo, l’incremento della vigilanza del personale docente e non-docente sugli alunni e il coinvolgimento dei genitori come parte attiva di un progetto educativo più ampio. Comunque è importante considerare che il bullo non è il "cattivo che va punito", ma "colui che sta esprimendo una difficoltà", di qualsiasi natura essa sia. Il suo comportamento va pertanto contestualizzato e interpretato anche come una possibile richiesta d’aiuto.
Quali considerazioni si possono fare per lo stalking e il cyber-stalking? Quando apri un profilo sui social network limita al minimo le informazioni visibili a tutti che ti riguardano: non pubblicare il tuo indirizzo, il tuo luogo di lavoro, i luoghi di svago solitamente frequentati. Dietro allo schermo di un computer si nascondono intenzioni anche molto diverse: le parole scritte, gli emoticons, le immagini che ricevi da uno sconosciuto possono far nascere in te sentimenti reali verso persone che non esistono. Se la tua relazione d’amore o amicizia virtuale ti fa sentire a disagio parlane con qualcuno di cui ti fidi: ricorda che un amore o un’amicizia autentica non generano, di solito, sensazioni così negative. Non rispondere mai a messaggi provocatori, offensivi e minacciosi pubblicati sugli spazi web personali: le tue risposte possono alimentare l’ossessione del potenziale stalker. Se le attenzioni virtuali di una persona conosciuta sul web si fanno ripetitive, minacciose, ingiuriose, o comportano la rivelazione pubblica di immagini e contenuti personali forse sei vittima di cyberstalking: segnala i comportamenti, la tempistica dei contatti, i contenuti diffusi senza il tuo consenso al sito www.commissariatodips.it in modo che esperti della materia possano aiutarti a capire cosa fare.
GRAZIE PER L'ATTENZIONE Presentazione Dott. Francesca Ceccherini www.francescaceccherini.it