Il tono dell’ umore:cenni

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Transcript della presentazione:

Il tono dell’ umore:cenni di psicopatologia

UMORE Tono emotivo pervasivo che influenza profondamente l’aspetto e la percezione di sé, degli altri e dell’ambiente in generale

DEPRESSIONE UNIPOLARE DEPRESSIONE BIPOLARE MANIA EUTIMIA DEPRESSIONE DEPRESSIONE UNIPOLARE

L’ umore Viene definito da Lersch come: “ quell’ aspetto della attività psichica che conferisce la tonalità, il colorito affettivo a tutto quello che viene vissuto.” E’ lo stato basale dell’ affettività ed esprime sia il temperamento o disposizione affettiva abituale, sia un temporaneo stato affettivo risultante di tutti i fenomeni affettivi. Può variare da una condizione di benessere psichico, che si esprime con sentimenti di gioia od euforia, ad una condizione di afflizione, sofferenza e tristezza. EUTIMIA: stato d’ animo tipico della persona non depressa, la quale sperimenta un umore neutrale o sereno.

K. Shneider ha introdotto in psicopatologia il concetto di “fondo” e di “sfondo” dell’ umore. Il fondo (Untergrund) sottende l’ umore fondamentale, il colorito costante dell’ affettività. “E’ un fondale sotterraneo, non vissuto, non motivante, ma agente in modo del tutto casuale”. Su di esso influiscono oltre che vari “avvenimenti”, i momenti della giornata, le condizioni atmosferiche,la cenestesi, il sonno, le sostanze voluttuarie, ecc.. Lo sfondo (Hintergrund) è uno stato affettivo motivato da una particolare circostanza, ma che si esprime a distanza di tempo dal momento in cui ha avuto origine, condizionando tutte le risposte emotive del soggetto.

Depressione o distimia Consiste in un abbassamento del tono dell’ umore che si manifesta con sentimenti di tristezza, di abbattimento, di rammarico, di pessimismo, di dolore. Nelle forme più gravi tutta la corporeità è investita, e la vitalità è compromessa; un senso di oppressione, di malessere diffuso, di estrema faticabilità, accompagnano un vissuto affettivo improntato alla disperazione ed alla sofferenza morale. L’ ideazione diviene sempre più stentata e povera di contenuti; i movimenti volontari si fanno più lenti e pesanti fino ad arrivare ad uno stato di arresto vero e proprio.

Il vissuto melanconico si compone dei seguenti aspetti fondamentali: Tristezza vitale Inaridimento e svuotamento affettivo Arresto del tempo interiore Alterazione del vissuto corporeo La tristezza vitale è un’ immotivata tristezza che contiene in sé l’ impossibilità della sua risoluzione, essa non lascia adito ad alcuna speranza, ed è avvertita come un arresto, una frattura del divenire. Il melanconico è penosamente consapevole di aver perduto interesse per le persone, gli oggetti, le situazioni e il mondo: depersonalizzazione affettiva.

Arresto del tempo interiore: il depresso assiste impotente ad una penosa interruzione del proprio divenire vitale; è come se il tempo inerente all’ Io si fosse fermato o scorresse molto lentamente, da cui il senso dell’ impossibilità al rinnovamento temporale. Ciò porta con se l’ impossibiltà ad agire ed a progettare e interrompe la continua, spontanea e incessante formulazione degli atti. Alterazione della coscienza del corpo: il depresso pur non avendo processi morbosi somatici obiettivabili, perde anch’ egli la disponibilità del proprio corpo. La riduzione delle pulsioni vitali, l’inceppo nell’azione,la riduzione delle risposte emozionali modificano la coscienza del proprio corpo che viene avvertito come pesante, oppresso cioè vissuto come una sensazione ineffabile ed incomunicabile di peso.

L’apatia descrive la mancanza dei sentimenti che si manifesta con distacco e indifferenza affettiva di fronte a qualsiasi stimolo. Il soggetto è come una “macchina fotografica”; i fenomeni che si svolgono nell’ ambiente vengono colti in modo puramente oggettivo senza che evochino alcun sentimento (piacevole o spiacevole). Il termine Anedonia invece descrive in modo specifico una perdita della capacità di sentire la gioia e il piacere. Nell’ anedonia si assiste a una totale incapacità di gioire di alcunchè nella vita, o di trarre l’ abituale soddisfazione dai fatti od oggetti della vita di ogni giorno, una “perdita della capacità di provare piacere”.

ATIMIA: totale mancanza di sentimenti e emozioni con indifferenza affettiva rispetto a qualsiasi stimolo. Caratteristicamente manca quella sofferenza propria dello stato depressivo. STATO IPERTIMICO: consiste in un innalzamento del tono dell’ umore che può andare da un grado di semplice euforia ad uno di intensa esaltazione o mania. Nell’ euforia l’ umore è gaio, i sentimenti ed i pensieri hanno una tonalità piacevole, il corpo viene vissuto con un senso soggettivo di benessere. Nella mania oltre a questi segni descritti si ha: accelerazione ideica, logorrea, eccitamento psicomotorio.

Accelerazione ideica: consiste in una accelerazione del pensiero che si presenta tanto ricco di idee, quanto labile, incapace cioè di fissarsi su specifici contenuti.Nel grado estremo, fuga delle idee, i contenuti ideativi si succedono con estrema celerità e mutevolezza, associati tra loro in modo superficiale, spesso in virtù di semplici assonanze fonetiche. Logorrea: l’eloquio è fluido, scorrevole, abbondante e irrefrenabile. Eccitamento psicomotorio: si ha l’ esaltamento dei sintomi vitali, la instancabilità, il senso di aumentata forza fisica e intellettuale, lo stato di benessere.

Umore irritabile: è una condizione di abnorme risonanza affettiva a stimoli e situazioni di scarsa entità (abbassamento della soglia emotiva), che si esprime con reazioni di stizza, ira e rabbia. Disforia: Uno stato depressivo associato a malumoree ad irritabilità aggressiva. Labilità affettiva: è caratterizzata da una marcata instabilità del tono dell’ umore che trapassa in modo improvviso dalla gioia alla tristezza o allo stato basale, in risposta a stimoli del tutto inadeguati.queste fluttuazioni si possono verificare più volte nella stessa giornate e sul versante espresssivo si manifestano con crisi di rido o di pianto.

Paratimia: è il grado più marcato della dissociazione affettiva, la quale indica la discordanza o l’inadeguatezza della affettività alla situazione oggettiva. Ambivalenza affettiva: indica la coesistenza di sentimenti opposti (odio-amore, simpatia-antipatia) nei confronti della stessa persona, cosa e situazione. In condizioni normali questi sentimenti contrapposti influiscono l’ uno sull’ altro e portano ad un atteggiamneto che rappresenta la risultante di una serie di valutazioni contrastanti. Nella schizofrenia invece i sentimenti contrapposti convivono simultaneamente “senza che si attenuino o si influenzino a vicenda” (Bleuler).

MANIFESTAZIONI CLINICHE: ALTERAZIONE DELL’UMORE SINDROME DEPRESSIVA SINDROME MANIACALE Depresso, irritabile o ansioso (tuttavia, alcuni pazienti possono apparire sorridenti e sminuire o negare l'alterazione soggettiva dell’umore, lamentando invece dolori oppure altri problemi o timori somatici) Crisi di pianto (tuttavia, alcuni pazienti possono lamentare l’incapacità di piangere o di provare emozioni) Euforico, irritabile o ostile Crisi di pianto momentanee (nel contesto di uno stato misto)

MANIFESTAZIONI CLINICHE: DISTURBI COGNITIVI E PSICOLOGICI SINDROME DEPRESSIVA SINDROME MANIACALE Perdita della fiducia in sé; bassa autostima; autoaccuse Difficoltà di concentrazione; indecisione Riduzione delle fonti di gratificazione; diminuzione di interesse nelle normali attività; perdita dei legami affettivi; ritiro sociale Aspettative negative; disperazione; impotenza; aumento della dipendenza Pensieri ricorrenti di morte e di suicidio Autostima esagerata; idee di grandezza Accelerazione del flusso ideico (fuga delle idee); associazioni mentali bizzarre, distraibilità Aumento di interesse per nuove attività; coinvolgimento maggiore con le persone (che tendono spesso a sfuggire per il comportamento invadente ed indiscreto del paziente); spese sconsiderate; frenesia sessuale; investimenti ed affari avventati

MANIFETAZIONI CLINICHE: DISFUNZIONI PSICOMOTORIE E VEGETATIVE SINDROME DEPRESSIVA SINDROME MANIACALE Ritardo psicomotorio; affaticamento Agitazione Anoressia e perdita o aumento di peso Insonnia o ipersonnia Alterazione del ciclo, amenorrea Anedonia, perdita del desiderio sessuale Accelerazione psicomotoria ed eutonia (aumentato senso di benessere psicofisico) Possibile perdita di peso per l’aumento smodato di attività e per irregolarità nelle abitudini alimentari Diminuito bisogno di sonno Aumento del desiderio sessuale

MANIFESTAZIONI CLINICHE: SINTOMI PSICOTICI SINDROME DEPRESSIVA SINDROME MANIACALE Deliri di colpa e di indegnità Deliri di riferimento o di persecuzione Idee deliranti di malattia (nichilistiche, somatiche o ipocondriache) Deliri di rovina Allucinazioni depressive della sfera uditiva, visiva e (raramente) olfatti Idee deliranti megalomaniche di talento eccezionaleIdee deliranti di protezione da entità esterne, oppure di riferimento e di persecuzione Idee deliranti di capacità fisiche eccezionali Idee deliranti di ricchezza, di origini nobili, altra identità megalomanica Momentanee allucinazioni visive o uditive  

A. INTERPRETAZIONE PSICOANALITICA: Perdita simbolica o reale di una persona amata ( oggetto libidico) avvertita come rifiuto. Freud descrive l’ambivalenza interiorizzata nei confronti dell’oggetto d’amore, tale ambivalenza può determinare una forma patologia di lutto se l’oggetto è perso o vissuto come perduto. Questo lutto prende la forma di depressione con sentimenti di colpa, indegnità e ideazione suicidaria. La mania e l’euforia sono considerate come una difesa nei confronti di una sottostante depressione.

B. INTERPREAZIONE COGNITIVA: Aaron Beck sostiene che nella depressione vi sia una distorsione della triade cognitiva: Immagine del sé negativa (“le cose vanno male perché io sono incapace”). Interpretazione negativa dell’esperienza (“tutto è sempre andato male”). Visione del futuro negativa (anticipazione dell’insuccesso). Teoria dell’impotenza appresa: la depressione insorge quando una persona non è in grado di controllare gli eventi.

C. EVENTI STRESSANTI: Gli eventi stressanti spesso precedono i primi episodi di disturbi dell’umore. Tali eventi possono causare modificazioni neuronali permanenti che predispongono la persona a successivi episodi di un disturbo dell’umore. La perdita di un genitore prima dell’età di 11 anni è l’evento della vita che maggiormente è associato a un successivo sviluppo di un disturbo depressivo, unipolare o bipolare.