Dall’integrazione all’Inclusione: il modello operativo integrato ICF

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Transcript della presentazione:

Dall’integrazione all’Inclusione: il modello operativo integrato ICF Dott. Alfonso Gentile Università degli Studi di Napoli Federico II Centro di Ateneo SInAPSi

Anni Novanta “integrazione scolastica“ “Inclusione” allargamento semantico che comprende almeno due piani. Il primo è interno alla scuola. Questa diventa inclusiva quando sa accogliere tutte le diversità e riformulare al tal fine le proprie scelte organizzative, progettuali, metodologiche didattiche e logistiche. Il secondo piano riguarda ciò che è esterno alla scuola e richiede collaborazioni e alleanze tra scuola, famiglia, servizi, istituzioni di vario tipo e associazionismo, in una fitta rete di solidarietà garantita da politiche strutturate e da normative coerenti.

L’inclusione diventa un paradigma pedagogico, secondo il quale l’accoglienza non è condizionata dalla disponibilità della “maggioranza” a integrare una “minoranza”, ma scaturisce dal riconoscimento del comune diritto alla diversità, una diversità che non si identifica solamente con la disabilità, ma comprende la molteplicità delle situazioni personali, così che è l’eterogeneità a divenire normalità. L’inclusività, quindi, si configura non come un aiuto per scalare la normalità, ma una condizione connaturata e intrinseca della normalità. L’inclusione deve intervenire sul contesto non sul soggetto.

La direttiva del 27/12/2012 e la C. M La direttiva del 27/12/2012 e la C.M. 8/2013 hanno introdotto la nozione di “ Bisogno Educativo Speciale ” (B.E.S.) come categoria generale comprensiva di tutte le condizioni richiedenti l’impiego calibrato, in modo permanente o temporaneo, dei cinque pilastri dell’inclusività: - individualizzazione, percorsi differenziati per obiettivi comuni; - personalizzazione, percorsi e obiettivi differenziati; - strumenti compensativi; - misure dispensative; - impiego funzionale delle risorse umane, finanziarie, strumentali e immateriali.

Vi sono comprese 3 grandi categorie: A titolo di esempio si riportano alcune delle tipologie di B.E.S. maggiormente ricorrenti in situazione scolastica. Vi sono comprese 3 grandi categorie: 1. Disabilità certificate (Legge 104/1992) 2. Disturbi evolutivi specifici (Legge 170/2010) - DSA ADHD 3. Svantaggio - Socio-economico - Linguistico-culturale - Disagio comportamentale / relazionale

ICF Che cosa è l’ICF? È uno strumento di classificazione per descrivere salute, funzionamento e disabilità International Classification of Functioning, Disability and Health Redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2001

Nel 2007 l’OMS ha realizzato la Classificazione internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute per Bambini e Adolescenti: ICF-CY (Children and Youth Version)

I principi 1. Universalità 2. Ambiente 3. Linguaggio neutrale 4. Parità 5. Modello bio-psico-sociale

Scopi dell’ICF Presentare un modello organico, una base scientifica e di ricerca, un protocollo condivisibile tra i vari operatori: i clinici, gli insegnanti, i genitori, gli assistenti sociali….. Stimolare lo sviluppo di servizi per migliorare i livelli di partecipazione sociale fra le persone con disabilità. L’ICF-CY offre un modello concettuale di riferimento, un linguaggio e una terminologia comuni per registrare i problemi che emergono nell’infanzia e nell’adolescenza.

Permettere il confronto di dati fra differenti nazioni, servizi e sistemi sanitari di cura. Fornire uno schema di codifica sistematico per i sistemi informativi sanitari. Raccogliere dati che riguardano i facilitatori e le barriere che limitano o migliorano i livelli di partecipazione in tutte le aree di vita sociale.

Le componenti della salute secondo l’OMS 1.La presenza di una condizione di salute ( malattia, disturbo, lesione, ecc.); 2.L’integrità e/o le alterazioni della fisiologia corporea; 3.L’integrità e/o le alterazioni della anatomia; 4.quello che una persona fa (in termini sia di quello che sarebbe in grado di fare teoricamente, sia in termini di quello che uno realmente fa nel suo ambiente); 5.il contesto di vita (in termini di impatto di eventuali aiuti o ostacoli); 6.i fattori individuali (età, sesso, convinzioni personali, esperienze di vita, reddito…).

ICF: le domande sulla salute 1.C’è una “condizione di salute”? 2.I sistemi corporei funzionano? 3.I sistemi corporei sono integri? 4.Cosa fa la persona ( cosa sarebbe in grado di fare e cosa realmente fa)? 5.Il suo ambiente influisce su quello che fa? 6.Quali sono le caratteristiche individuali significative?

ICF: le domande sulla salute 1.Classificazione ICD X 2.Classificazione ICF funzioni corporee 3.Classificazione ICF strutture corporee 4.Classificazione ICF A&P 5.Classificazione ICF fattori ambientali 6.Non classificabiliICF:

ICF come ordinatore concettuale Concepisce il funzionamento e la disabilità in relazione con l’ambiente di vita dell’interessato e fornisce modalità per descrivere l’impatto dei fattori ambientali, in termini di facilitatori o di barriere, rispetto alle attività ed alla partecipazione di quella persona con una condizione di salute. L’utilizzo dell’ICF presuppone un approccio concettuale ecologico e preclude ogni modello concettuale che ignori gli effetti dell’ambiente nella genesi e nel mantenimento della disabilità.

ICF come linguaggio comune Permette di descrivere con un significato condiviso tutti i possibili cambiamenti, in termini di funzionamento o di disabilità, nelle funzioni e strutture corporee e nella attività e partecipazione, che avvengono in una persona con un problema di salute nel suo ambiente di vita. Può essere considerato un “meta-linguaggio”, nel senso che è possibile tradurre in ICF le descrizioni funzionali presenti nei vari strumenti di assessment utilizzati dalle differenti discipline mediche e sociali, eliminando “l’effetto silos” per cui ogni branca specialistica utilizza scale di funzionamento che possono andare bene solo all’interno dell’ambiente in cui tali scale sono nate.

ICF come linguaggio comune Costrutti di Interpretazione Funzioni Corporee cambiamenti nei sistemi fisiologici Strutture Corporee cambiamenti nelle strutture anatomiche Attività e partecipazione cambiamenti nella capacità intrinseca della persona in un ambiente “standard” oppure cambiamenti nella performance nell’ambiente attuale

L’ICF come strumento classificatorio Per costruire un “profilo di funzionamento” di una persona, confrontabile nel tempo (ai fini di valutare gli esiti degli interventi) e condivisibile con l’interessato, o il suo rappresentante, con un incremento della sua consapevolezza e partecipazione. Permette di raccogliere elementi di conoscenza, sul funzionamentoe la disabilità, attraverso un lavoro di classificazione, intesa come il lavoro di rappresentare cose o persone indicandone tutte le caratteristiche e dandone un’idea compiuta.

Struttura dell’ICF e ICF-CY L’ICF è uno strumento in grado di presentare in modo organico le condizioni della salute umana. Non è centrato sulla malattia, ma sulla salute. La disabilità è un aspetto del concetto generale di «salute». La disabilità non concerne solo anormalità fisiologiche e psicologiche (causate da malattie, disturbi o lesioni) che necessitano di trattamento medico ma anche gli svantaggi causati dall’ambiente fisico e sociale che restringe la vita delle persone con problemi di funzionamento

La «condizione» di salute È la risultante dell’interazione tra aspetti biomedici e psicologici della persona (funzioni e strutture corporee); aspetti sociali (attività e tipo di partecipazione svolte nella quotidianità); fattori di contesto (fattori ambientali e personali) I fattori personali come l’autostima, la motivazione individuale, sono presi in considerazione dall’ICF, ma non sono classificati in quanto non facilmente identificabili

Struttura dell’ICF e ICF-CY Le informazioni fornite dall’ICF non sono una diagnosi, ma la descrizione delle situazioni che riguardano il funzionamento umano e le sue restrizioni (disabilità). L’ICF valuta quattro momenti della salute di un individuo, che riguardano la struttura corporea (es. gli occhi), le funzioni corporee (es. la vista), l’attività e la partecipazione (es. la lettura), i fattori ambientali (es. l’uso del computer). Ogni componente della salute di un individuo è codificata con una lettera: s => struttura; b => funzioni; d => attività; e => ambiente; seguita da numeri che indicano categorie e qualificatori: b 163.2

Le stringhe ICF ogni stringa alfanumerica è collegata a una breve descrizione, ad esempio b 163 riguarda le «Funzioni cognitive di base. Funzioni mentali coinvolte nell’acquisizione delle conoscenze riguardo agli oggetti, agli eventi e alle esperienze; e l’organizzazione e l’applicazione di tali conoscenze nei compiti che richiedono un’attività mentale.» b 163.2 il qualificatore 2 indica che le «funzioni cognitive di base» hanno una menomazione media

I qualificatori L’ICF non è una costruzione statica, bensì dinamica. Non si limita a fotografare la situazione del disabile così com’è, aggiunge un sistema di qualificatori che indicano la differenza della condizione attuale rispetto a un ideale di salute, o la localizzazione delle malformazioni fisiche, oppure l’influenza dei fattori ambientali. La scelta del qualificatore non è soggettiva, ma vincolata all’osservazione obiettiva dei dati effettuata per un periodo di almeno 30 giorni.

Funzioni corporee Sono le funzioni fisiologiche dei sistemi corporei, comprese le funzioni psicologiche. Le menomazioni sono problemi nella funzione o nella struttura del corpo, intesi come una deviazione o perdita significative. Il qualificatore dopo il punto indica l’estensione o la gravità della menomazione. Abbiamo visto che in b 163.2 le «funzioni cognitive di base» hanno una menomazione media

Le stringhe che cominciano per «b» (funzioni) hanno un solo qualificatore dopo il punto: b163.0 nessun problema 0-4 % b163.1 problema lieve 5-24% b163.2 problema medio 25-49% b163.3 problema grave 50-95% b163.4 problema completo 96-100% b163.8 non specificato informazioni insufficienti b163.9 non applicabile impossibile da verificare

Attività e Partecipazione L’attività è l’esecuzione di un compito o di un’azione. La partecipazione è il coinvolgimento in una situazione di vita. La disabilità può comportare limitazioni dell’attività o restrizioni della partecipazione. Esempio: d1701 «Utilizzare convenzioni grammaticali nei componimenti scritti. Adoperare l’ortografia standard, la punteggiatura e le forme dei casi adeguate» Le stringhe che cominciano per «d» (attività e partecipazione) hanno due qualificatori:

il primo indica la performance, ciò che un individuo fa in un contesto sociale; il secondo descrive la capacità, l’abilità dell’individuo di eseguire un compito o un’azione da solo. Esempio: d1701.12 d1701.00 nessun problema 0-4 % d1701.11 problema lieve 5-24% d1701.22 problema medio 25-49% d1701.33 problema grave 50-95% d1701.44 problema completo 96-100% d1701.88 non specificato informazioni insufficienti d1701.99 non applicabile impossibile da verificare

Fattori ambientali Costituiscono gli atteggiamenti, l’ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono e conducono la loro esistenza. Il qualificatore indica il grado in cui un fattore rappresenta un facilitatore o una barriera. Le stringhe che riguardano i fattori ambientali «e» impiegano due tipi di qualificatori che possono essere rispettivamente un facilitatore se indicato dal + o una barriera se è preceduto dal punto. Esempio: e 315+2 «famiglia allargata» facilitatore di grado medio oppure e 315.1 barriera lieve

Strutture corporee Esempio: Sono le parti anatomiche del corpo Le menomazioni sono problemi nella funzione o nella struttura del corpo, intesi come una deviazione o una perdita significative. Esempio: s 2302 «strutture adiacenti all’occhio. Sopracciglio»

Esempio: s 2302.141 «sopracciglio» Le strutture «s» hanno tre qualificatori: il primo indica la gravità, il secondo la natura della menomazione (il tipo di alterazione), il terzo la sua localizzazione. Secondo qualificatore: 0 nessun cambiamento 1 assenza totale 2 assenza parziale 3 parte in eccesso 4 dimensioni anormali 5 discontinuità 6 posizione deviante 7 cambiamenti qualitativi nella struttura, incluso l’accumulo di fluidi 8 non specificato 9 non applicabile Terzo qualificatore: 0 più di una regione 1 destra 2 sinistra 3 entrambi i lati 4 frontale 5 dorsale 6 prossimale 7 distale 8 non specificato 9 non applicabile Esempio: s 2302.141 «sopracciglio»

Vantaggi nell’uso di ICF a scuola Il sistema ICF fornisce una base scientifica per lo studio della salute, fissa un protocollo di linguaggio comune, fornisce un sistema informatico per indagini statistiche, ricerche, misurazione dei risultati, programmazione dei curricoli e per i progetti di intervento. Questa codifica è sistematica, portabile, traducibile, condivisa.

La descrizione delle capacità e delle limitazioni dello studente diventa più precisa sia per qualità che per approfondimento Ciò permette di conoscere meglio alcune modalità di funzionamento complesse e articolate, come nel caso di persone con compromissione mentale, autismo, limitazione motoria, ecc. Ciò permette anche di declinare al meglio gli obiettivi del lavoro a livello individuale Permette anche di valutare con maggiore oculatezza i risultati ottenuti

Necessità del cambiamento Senza cambiare i nostri modelli concettuali non saremo mai in grado di risolvere i problemi che abbiamo creato con gli attuali modelli concettuali Albert Einstein

Grazie per l’Attenzione Per contatti alfonso.gentile@unina.it