TMRS 16 maggio 2018 lezione 17 V Cuzzocrea

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Transcript della presentazione:

TMRS 16 maggio 2018 lezione 17 V Cuzzocrea I sistemi di welfare – definizioni delle principali dimensioni. Quali ripercussioni sui giovani?

Cosa si intende per welfare state? Nello stato sociale le forze di mercato sono deliberatamente modificate perché: agli individui sia garantito un reddito indipendentemente dal valore del loro lavoro; il grado di insicurezza che possono trovarsi a fronteggiare sia ridotto in vista di contingenze quali malattie, vecchiaia, disoccupazione; Agli stessi sia assicurato lo standard migliore possibile di servizi sociali

Sistema (o regime) di welfare È un concetto preferito a quello di ‘stato sociale’ oggi. Si intende il sistema complessivo di promozione e difesa del benessere individuale come risultato dell’azione congiunta e interdipendente dello stato (redistribuzione); mercato (scambio) e della famiglia (reciprocità).

…i giovani e il welfare Anche i giovani sono inseriti in questo sistema di interdipendenze e anzi sono collocati in una posizione specifica e distinta rispetto ad altre generazioni. (distribuzione risorse)

Perchè studiare i sistemi di welfare? Riflettendo sulle diverse caratteristiche dei diversi sistemi di welfare in Europa possiamo comprendere perché i problemi che i giovani si trovano ad affrontare sono diversi in diverse aree d’Europa. Inoltre, attraverso l’ottica comparativa possiamo identificare con maggiore precisione quali misure sarebbero utili in un determinato contesto

Criteri attraverso cui si sono caratterizzati i sistemi dei welfare: Generosità e gamma delle prestazioni Ampiezza e caratteristiche dei destinatari Modalità di finanziamento Modalità di amministrazione Soprattutto dopo gli anni ‘70, è diventato critico: computare le prestazioni; assicurare una accettabile gamma e qualità dei servizi; gestire finanziamenti di tali servizi

Quali i presupposti per regimi di welfare basati su questi meccanismi? Sviluppo dei ‘Trenta Gloriosi’ (secondo dopoguerra sostenuto da: 1. Occupazione stabile, & piena occupazione (maschio breadwinner) 2. Equilibrio demografico basato sulla famiglia nucleare, alto livello di fecondità 3. Diffusione del sistema di garanzie di welfare

Ma torniamo ai Regimi di Welfare Nella classificazione di Gosta Esping-Andersen, sono fondamentali tre dimensioni (fonti: 'The Three worlds of Welfare capitalism', 1990, 'Social Foundations of Postindustrial economies', 1999). DEMERCIFICAZIONE: possibilità per individui e famiglie di raggiungere un accettabile livello di vita indipendentemente dalla partecipazione al mercato. In sistemi demercificati, risorse e opportunità sono distribuite anche a chi non ha un reddito da lavoro (es., inoccupati) DESTRATIFICAZIONE: distribuzione differenziata dei privilegi sociali. Come si riesce (o non si riesce) a ridurre le diseguaglianze basate su status occupazionale o classe sociale DEFAMILIZZAZIONE: grado in cui la conformazione delle prestazioni sociali riesce ad attenuare la dipendenza dalla famiglia consentendo agli individui di disporre di risorse e opportunità anche a prescindere dalla solidarietà e dagli obblighi familiari e parentali

Sistema di interconnessioni Nella prospettiva di Esping Andersen, è quindi cruciale l’equilibrio tra famiglia (reciprocità), mercato (scambio) e stato (redistribuzione)

Vediamo ora i diversi regimi

Regime liberale (1) Demercificazione bassa. Si dipende dal mercato Riduce la sfera dei diritti sociali e i destinatari Destratificazione bassa: dualismo tra welfare dei ricchi e welfare dei poveri. Paesi anglosassoni (USA, Australia, Canada, UK). I programmi istituzionali sono di ammontare modesto; favorisce lo stigma inducendo una stratificazione verso il basso.

Regime conservatore/corporativo (2) Conservazione dei differenziali di status; i diritti, quindi, sono legati alla classe e allo status. La posizione nel mercato del lavoro è fondamentale per l’acquisizione dei diritti sociali; ruolo della Chiesa nell’affermazione del principio di sussidiarietà, secondo cui “lo stato deve interferire solo quando la capacità della famiglia di sostenere i propri membri è esaurita”. L’efficacia redistributiva è scarsa; Europa continentale (Francia, Germania, Italia, etc.);

Regime socialdemocratico (3) Sviluppo di universalismo e demercificazione: I relativi diritti sociali sono riconosciuti anche alle classi medie: “invece di riconoscere il dualismo tra stato e mercato, tra classe operaia e classe media, i socialdemocratici hanno perseguito un welfare state che promuovesse un’eguaglianza agli standard più elevati”; Fa leva sia sulla famiglia (socializzandone alcuni costi e favorendo l’indipendenza degli individui) che sul mercato; Alta destratificazione e alta demercificazione. Tutti i cittadini vengono trattati egualmente Paesi scandinavi

Le diverse tipologie corrispondono a ideologie diverse Regime social democratico – movimento operaio, partiti di sinistra Regime corporativo conservatore- peso delle tradizioni corporative, egemonia dei partiti moderati o conservatori, dottrina sociale della chiesa Regime liberale- egemonia della borghesia capitalistica e delle dottrine liberiste

Quale specificità italiana? Di fatto, in Italia si parla di disfunzione funzionale e disfunzione distributiva

Distorsione funzionale (1) La spesa pubblica è fortemente squilibrata a vantaggio della funzione di protezione sociale rivolta a “vecchiaia e superstiti” (assorbe circa il 62% delle spesa totale contro il 46% della media europea), cioè del sistema pensionistico.

Distorsione distributiva (2) All’interno delle varie funzioni di spesa, vi è un netto divario di protezione fra diverse categorie occupazionali in termini di accesso alle prestazioni e loro entità. Gruppi sociali garantiti (lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione e delle grandi imprese) Gruppi sociali semigarantiti (lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti delle piccole imprese e dei settori tradizionali) Gruppi sociali non garantiti (lavoratori instabili e irregolari) Il Job Act si propone di cambiare questo sbilanciamento

In Italia parte dei servizi di welfare sono universalistici (assistenza medica/sanitaria; istruzione); altri (sussidi di disoccupazione, maternità ect), non lo sono, sono invece legati alla situazione occupazionale (che tipo di contratto d lavoro si ha). Questo crea ulteriore confusione

Esiste un regime di welfare mediterraneo, e cosa significa per i giovani? Alcuni studiosi, come Maurizio Ferrera, parlano di sistemi mediterranei. Si parte dal lavoro di Esping-Andersen per elaborare con maggiore specificità il ‘caso’ italiano

Facciamo qualche riflessione in relazione ai giovani italiani Quali livello di demercificazione sarebbe auspicabile? Quale livello di destratificazione, in quali ambiti? Quali i punti di forza e di debolezza del sistema familistico italiano? Quale il ruolo del Jobs Act (marzo 2015) nel ridurre queste inefficienze?vedi www.jobsact.lavoro.gov.it/

14(6): 657-67 Gøsta Esping-Andersen I *fondamenti sociali delle economie postindustriali / Gøsta Esping-Andersen. - Bologna : Il mulino, 2000 Maurizio Ferrera (1996) The Southern Model of Welfare in Social europe, Journal of European Social Policy, 6, 1, 17-37. Barbara Da Roit, Sabbatinelli (2005) Il modello mediterraneo di welfare tra famiglia e mercato, Stato e mercato, 74, 267-290, (in biblioteca). (Cuzzocrea) ‘Squeezing or blurring? Young adulthood in the career strategies of professionals based in Italy and England, Journal of Youth Studies, 2011 14(6): 675-674. Italy and England’, Journal of >> Youth Studies, 2011 14(6): 657-674.