LABORATORI CORSO DI FORMAZIONE REGIONALE BULLISMO E CYBERBULLISMO

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Transcript della presentazione:

LABORATORI CORSO DI FORMAZIONE REGIONALE BULLISMO E CYBERBULLISMO A cura di: C.R.I.A.F. Responsabile: Dott.ssa Paola Cattenati Membro Commissione Nazionale Disagio Adolescenti e Bullismo, Ministero Pubblica Istruzione Membro Osservatorio Regionale Bullismo (Lombardia) Membro Osservatorio Provincia di Cremona Membro Osservatorio Nazionale per la promozione della parità tra i sessi e la violenza contro le donne

QUALI COMPETENZE RICHIESTE AL DOCENTE REFERENTE? QUALI ELEMENTI IMPRESCINDIBILI PER LA COSTRUZIONE DI UNA SCUOLA ANTI-BULLISMO? Le riflessioni dei docenti costruzione di un legame di fiducia tra docente e alunni ascolto come competenza importante del docente referente necessità di un dialogo tra docenti e genitori tutela della vittima laboratori psico-educativi per la promozione di benessere a scuola corsi di formazione per dirigente scolastico, docenti e genitori sensibilizzazione dei ragazzi sul tema, partendo dalla scuola primaria maggiore trasparenza, ossia non insabbiare gli episodi di bullismo e cyberbullismo presenti a scuola, “non far finta di niente”, ma esplicitare il problema necessità di un riconoscimento al docente referente, che non deve essere lasciato solo, ma deve poter condividere con gli altri colleghi il compito assunto

DOCENTE “ANTENNA” Promotore Scuola Anti Bullismo Promuove la conoscenza e la consapevolezza del bullismo e del cyberbullismo Coordina le attività di prevenzione Collabora con partner esterni

1. CONOSCERE E RICONOSCERE FENOMENI DI BULLISMO E CYBERBULLISMO 8. DEFINIZIONE DI UN REGOLAMENTO (regole e sanzioni) CHIARO E CONDIVISO 2. LEGGERE I SEGNALI: -VITTIMA -BULLO -GRUPPO 7. PATTO DI CORRESPONSABILITA’ 3. RUOLO DEL DOCENTE REFERENTE 6. COINVOLGIMENTO DI TUTTE LE FIGURE DELLA SCUOLA 4. STRATEGIE DI INTERVENTO 5. IMPLICAZIONI NUOVA NORMATIVA

1. CONOSCERE E RICONOSCERE FENOMENI DI BULLISMO E CYBERBULLISMO TUTTI INFORMATI CONTRO IL BULLISMO!

RACCOMANDAZIONE 1 1 A) CONOSCERE E DEFINIRE IL BULLISMO 1 B) DOCUMENTAZIONE SUL BULLISMO E CYBER BULLISMO 1 C) DIFFUSIONE DELLE CONOSCENZE

1 A) CONOSCERE E DEFINIRE IL BULLISMO La scuola deve far riferimento a una definizione di bullismo FORMALIZZATA e CONDIVISA a tutti i livelli

QUALI DEFINIZIONI DÌ BULLISMO? «Un ragazzo è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente, nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni» (Olweus,1993)» « Comportamento che mira deliberatamente a far del male a danneggiare; spesso è persistente, talvolta dura settimane, mesi e persino anni ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittime» (Sharp & Smith, 1995)

1 B) DOCUMENTAZIONE SUL BULLISMO E CYBERBULLISMO La scuola deve dotarsi della più ampia documentazione possibile (libri, riviste, siti web, ecc.), periodicamente verificata e aggiornata, relativa ai fenomeni di bullismo e di aggressività in età evolutiva,

Bibliografia Sitografia www.smontailbullo.it www.generazioniconnesse.it www.informagiovani-italia.com www.stopalbullismo.com Filmografia Game over (2003) Girlfight (2000) Il primo giorno d’inverno (2008) Un ponte per Terabithia (2007) Cyberbully (2011) Catfish (2010)

#ChatWoman I SUPERERRORI Generazioni Connesse

1 C) DIFFUSIONE DELLE CONOSCENZE La scuola deve prevedere almeno un incontro informativo annuale con gli insegnanti, per diffondere alcune conoscenze sul bullismo e condividere la documentazione esistente presso l’istituto.

COSA FATE NELLA VOSTRA SCUOLA? COSA POTRESTE FARE IN FUTURO? ATTIVITA’ di DISCUSSIONE IN GRUPPO QUALI AZIONI? COSA FATE NELLA VOSTRA SCUOLA? COSA POTRESTE FARE IN FUTURO?

Le riflessionidei docenti A) COSA FATE NELLA VOSTRA SCUOLA? 1. Come vengono gestite le situazioni di prepotenza? Lavoro a cascata: osservazione dei ragazzi da parte del referente, riunione collegio docenti ed infine intervento del Dirigente Scolastico Lavoro a cascata: presa in carico della situazione da parte dal coordinatore di classe, convocazione delle famiglie interessate, intervento del Dirigente Scolastico ed eventualmente riunione del collegio docenti Incontri organizzati da operatori specializzati, Sportelli di Ascolto, questionari di indagine Attività svolte direttamente dal docente referente: dialogo stretto con i ragazzi, utilizzo di biglietti anonimi con l’obiettivo di far emergere situazioni di prepotenza

2. In classe si parla di bullismo e cyberbullismo? Sì, ma alcuni docenti non sono adeguatamente preparati sull’argomento Sì, parlando in generale, cioè non di casi specifici, ma usando scene di film/video e poi lavorando in gruppo su quanto visto Sì, attraverso attività in cui i ragazzi sono i protagonisti (es: teatro) 3. Le famiglie vengono coinvolte? Si, in alcune scuole attraverso incontri di formazione specifici per genitori Si, al momento vengono coinvolte solo le famiglie dei ragazzi direttamente coinvolti nel caso, ma in previsione futura sono previsti incontri di sensibilizzazione aperti a tutte le famiglie Si, soprattutto perché a scuola emergono poco le prepotenze, per cui sono proprio le famiglie a dichiarare l’accaduto

B. COSA RITENETE IMPORTANTE ATTIVARE IN FUTURO? (Azioni preventive) 4. All’interno della scuola chi si fa carico della gestione del bullismo? Docente referente, collegio docenti, Dirigente Scolastico B. COSA RITENETE IMPORTANTE ATTIVARE IN FUTURO? (Azioni preventive) Incontri di sensibilizzazione, soprattutto per le famiglie Corsi di formazione per docenti Questionari per la rilevazione del fenomeno Creazione di una commissione ad hoc per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo Revisione del regolamento di istituto Sportello psico-pedagogico e sportello online Lavoro di rete: contatto con il territorio

Le riflessioni dei docenti RIFLESSIONI FINALI: Nella scuole non è previsto, al momento, un protocollo per la gestione dei casi di bullismo, ma molto dipende dalla sensibilità del docente che se ne fa carico Molto dipende da quanto il docente sente di poter esplicitare e condividere la presenza di bullismo in classe Poca chiarezza circa il ruolo del Dirigente Scolastico Assenza del ruolo ricoperto dal personale ATA Importanza del contesto extra scolastico

La nostra proposta: COME PARLARE DÌ BULLISMO AGLI ALUNNI? A livello di classe bisogna prevedere dei momenti di discussione in cui stimolare riflessioni e conoscenza bullismo e cyberbullismo

ATTIVITA’ 1) E’ bullismo oppure no?

QUALE TRA QUESTE E’ UNA STORIA DI BULLISMO? Massimo e Luigi aspettano, ormai ogni giorno, Ivan fuori dalla scuola. Lo bloccano e iniziano a picchiarlo. STORIA 2 Paolo sta utilizzando il computer per scrivere la sua ricerca in geografia. Isabella si avvicina per chiedergli quando pensa di finire. Paolo le risponde in maniera scortese, dicendole che oggi solo lui userà il computer. Isabella scappa via piangendo. PERCHE’? QUALI CARATTERISTICHE, TIPICHE DEL BULLISMO, RISCONTRI?

QUALE TRA QUESTE E’ UNA STORIA DI BULLISMO? Carla in prima superiore aveva creato una chat di classe su WhatsApp per rimanere in contatto con i compagni e passarsi i compiti. Quest’anno è arrivata in classe una nuova ragazza straniera, Sarah, ma Carla e il suo gruppo di amiche non hanno gradito l’arrivo della ragazza. Infatti, hanno deciso di inserirla nella chat di gruppo su WhatsApp, dove ogni giorno la deridono, per la sua origine diversa. STORIA 4 “GANG DI BULLI IMBRATTA LA STAZIONE DI MILANO” (Il Fatto Quotidiano, 20 Ottobre 2017) “Nella notte di ieri sera, alle ore 23:30 circa, un gruppo di sei ragazzi ha imbrattato una zona periferica della stazione di Milano con disegni e scritte di ogni tipo…” PERCHE’? QUALI CARATTERISTICHE, TIPICHE DEL BULLISMO, RISCONTRI?

STAVAMO SCHERZANDO!

2) Scherzo, prepotenza, litigio o reato?

Alcuni esempi… SITUAZIONI SCHERZO LITIGIO BULLISMO REATO 1. Quando Simone litiga con qualcuno non è capace di spiegarsi a parole, passa subito alle mani. 2. Carla, che frequenta la terza media durante l’uscita da scuola, apre lo zaino di Giulia e le ruba dei soldi. 3. Giovanni è timido e vagamente effemminato. I compagni lo chiamano sempre « Giovanna». 4. Matteo e Francesco sono amici. Matteo tifa Inter e Francesco tifa Milan: spesso si prendono in giro a vicenda per la squadra di calcio preferita. X X X X

Come possiamo definirli? SCHERZO E’ un evento divertente, che non ha l’intenzione di ferire e ammette reciprocità LITIGIO E’ un dissidio occasionale che nasce intorno ad una incomprensione, ma non è ripetuto nel tempo. Due persone possono litigare, anche senza rivolgersi delle prepotenze, poi chiarirsi e, infine, tornare a relazionarsi in modo sereno REATO Un comportamento che infrange una norma giuridica.

DEFINIZIONE DI PREPOTENZA Un ragazzo subisce prepotenze quando: Un ragazzo o un gruppo dicono cose cattive o spiacevoli su di lui Riceve colpi, pugni, calci e minacce Viene rinchiuso in una stanza/ viene escluso fisicamente Riceve bigliettini con offese o parolacce Quando nessuno gli rivolge mai la parola Quando viene preso in giro ripetutamente con cattiveria NON E’ PREPOTENZA quando due persone della stessa forza fanno la lotta o litigano fra loro casualmente

LO SCHERZO E’ BELLO, QUANDO DURA POCO. E PER IL CYBERBULLISMO? Attenzione a non confondere cyberscherzo e cyberbullismo! LO SCHERZO E’ BELLO, QUANDO DURA POCO. IL CYBERSCHERZO RIDE CON LA VITTIMA, IL CYBERBULLISMO RIDE DELLA VITTIMA

VITTIMA – BULLO - GRUPPO LEGGERE I SEGNALI: VITTIMA – BULLO - GRUPPO LEGGERE I SEGNALI!

RACCOMANDAZIONE 2 2 A) INDICATORI COMPORTAMENTALI RELATIVI ALLA VITTIMA 2 B) INDICATORI COMPORTAMENTALI RELATIVI AL BULLO 2 C) INDICATORI COMPORTAMENTALI RELATIVI ALLE DINAMICHE DI CLASSE

2 A . INDICATORI COMPORTAMENTALI RELATIVI ALLA VITTIMA La scuola deve individuare una serie di indicatori di vittimizzazione, in particolare devono essere esplicitati i fattori di fragilità emotivo - relazionale che possono esporre a tale rischio, nonché i sintomi emotivo - comportamentali che segnalano la condizione di disagio del ragazzo/a che sta attualmente subendo atti di bullismo.

2 B. INDICATORI COMPORTAMENTALI RELATIVI AL BULLO La scuola deve far riferimento a una serie di indicatori di aggressività e bullismo, che sia delineata rispetto alle diverse fasce d’età e sia specifica per le diverse modalità di condotta prevaricatrice.

2C.INDICATORI COMPORTAMENTALI RELATIVI ALLE DINAMICHE DI GRUPPO La scuola deve far riferimento a indicatori quantitativi relativi alle dinamiche di gruppo, con particolare riguardo alla numerosità dei soggetti coinvolti nell’azione aggressiva, all’età e al sesso degli stessi.

L’OSSERVAZIONE Osservare vuol dire avvicinarsi sempre di più all’obiettività, collocandosi su un punto intermedio tra il puro vedere e l’interpretare ciò che si vede

GRIGLIA DI OSSERVAZIONE TIPI DI OSSERVAZIONE OCCASIONALE SISTEMATICA GRIGLIA DI OSSERVAZIONE

L’IMPORTANZA DELL’OSSERVAZIONE Per individuare situazioni di rischio di vittimizzazione Per individuare le condotte a rischio di bullismo Per raccogliere dati sul comportamento non verbale Per raccogliere riferimenti precisi e misurabili (obiettività ) Per poter condividere i risultati Per poter trarre indicazioni sull’intervento necessario

QUESTIONARIO: “IO IN RELAZIONE ALLA PREPOTENZA” Dan Olweus AREE TEMATICHE La diffusione del fenomeno (Quante volte hai agito/subito prepotenze?) Le modalità di agire e subire prepotenze (In che modo hai agito/subito prepotenze?) I luoghi delle prepotenze (Dove hai agito/subito prepotenze?) La ricerca di sostegno sociale dei bulli e delle vittime (Con chi parli delle prepotenze agite/subite?) Le strategie di difesa utilizzate dalle vittime (Come reagisci quando subisci prepotenze?) Le reazioni degli insegnanti (Cosa fanno gli insegnanti di fronte alle prepotenze?) Reazioni emotive di vittime, bulli e spettatori (Come ti senti quando agisci/subisci/vedi prepotenze?)

DEFINIZIONE DÌ PREPOTENZA Un ragazzo subisce prepotenze quando: un altro ragazzo o un gruppo di ragazzi gli dicono cose cattive e spiacevoli riceve colpi, pugni, calci e minacce viene rinchiuso in una stanza riceve bigliettini con offese e parolacce nessuno gli rivolge mai la parola viene preso in giro ripetutamente con cattiveria Non è prepotenza quando due persone, della stessa forza, fanno la lotta o litigano tra loro casualmente.

UNA GRIGLIA PER L’OSSERVAZIONE DÌ VITTIME E BULLI

IL NOSTRO MODELLO DI GRIGLIA Cosa rileva? INDICATORI COMPORTAMENTALI RELATIVI A VITTIMA E BULLO MODALITA’ DELLE PREPOTENZE AREA DI RISCHIO E AREA DI BULLISMO

IL NOSTRO MODELLO DI GRIGLIA Com’è organizzata? 1) Aree di indagine e frequenza dei comportamenti 2) Elenco luoghi sensibili per l’osservazione 3) Domande guida per indagare le principali caratteristiche del bullismo: SISTEMATICITA’ – ASIMMETRIA – INTENZIONALITA’

AREA DI RISCHIO E AREA BULLISMO VITTIMA BULLO Area di indagine: -Prepotenza effettiva agita VITTIMA -Prepotenza effettiva subita

LA VITTIMA

Elementi da considerare AREA del RISCHIO Un esempio di indicatore comportamentale REGOLAZIONE EMOTIVA (non regolazione, tono di umore basso) AUTO PERCEZIONE (bassa autostima, auto svalutazione, stile attributivo) RELAZIONE CON I PARI (ridotte e rigide) COMPORTAMENTO SOCIALE (abilità sociali ridotte) Piange se un compagno lo provoca Usa frasi come “Non sono capace” Parla solo con il suo compagno di banco Si innervosisce se perde a un gioco

Elementi da considerare AREA BULLISMO Un esempio di indicatore comportamentale ISOLAMENTO SOCIALE SCUOLA, STUDIO E APPRENDIMENTO DISTURBI PSICOSOMATICI RELAZIONE CON L’ADULTO ELEMENTI DÌ PREPOTENZE SUBITE (sulla persona e sulle sue cose) È l’ultimo scelto dai suoi compagni in un’attività di gruppo Calo del rendimento scolastico Lamenta malesseri in occasione di confronto con i pari Fatica a sostenere lo sguardo Presenta segni di botte (graffi, lividi)

IL BULLO

Elementi da considerare AREA del RISCHIO Un esempio di indicatore comportamentale REGOLAZIONE EMOTIVA (scarsa empatia) RELAZIONE CON I PARI COMPORTAMENTO SOCIALE (abilità relazionali, ammissione rapporti di forza, atteggiamento favorevole alla prepotenza e all’aggressività nelle relazioni) Appare indifferente se un suo compagno è in difficoltà Cerca consenso tra i pari Tende a sottomettere gli altri

Elementi da considerare AREA BULLISMO Un esempio di indicatore comportamentale RELAZIONE CON L’ADULTO ELEMENTI DÌ PREPOTENZE AGITE: DIRETTE ELEMENTI DÌ PREPOTENZE AGITE: INDIRETTE ELEMENTI DÌ PREPOTENZE AGITE: IN RETE Resistente ai richiami Picchia, spinge, aggredisce fisicamente Diffonde voci non vere sui compagni Invia messaggi in rete offensivi e di minaccia