L’assistenza domiciliare all’anziano fragile Antonia Resta
IDENTIKIT DELL’ANZIANO FRAGILE Scrive Hazzard, editore del più autorevole trattato di medicina geriatrica: “Alla domanda: chi è il tipico paziente geriatrico? La risposta è: pensa al più anziano, al più malato, al più complicato ed al più fragile dei tuoi pazienti…affetto di solito da multiple malattie, la cui presentazione è spesso atipica, e portatore di deficit funzionali. I suoi problemi di salute sono cronici, progressivi, solo in parte reversibili…” (1999) U. Senin
Geriatra Territoriale Cure domiciliari integrate (ADI) Cure domiciliari prestazionali Integrazione con PUA e UVM Attività ambulatoriali (UVA, Day Service, VMD medico-legali) Geriatra Territoriale Integrazione con MMG e specialisti Coordinamento sanitario RSA-RSSA Integrazione con reparti ospedalieri F. Torres
Ruolo del Geriatra nelle Cure Domiciliari Nell’ambito dell’adeguato funzionamento del servizio di ADI, il geriatra dovrà essere coinvolto in aspetti specifici dell’assistenza, correlati sia all’organizzazione del servizio stesso sia alla formazione del personale. “Criteri di appropriatezza clinica, tecnologica e strutturale nell’assistenza all’anziano”. Quaderni del Ministero della Salute n. 6, 2010
Ruolo del Geriatra nelle Cure Domiciliari In particolare deve: collaborare con i responsabili del Distretto, della ASL e della Medicina Generale, affinché si possa raggiungere il migliore livello qualitativo possibile dell’assistenza erogata; collaborare con le controparti istituzionali portando il proprio personale e decisivo contributo di conoscenze basate, da una parte, sulle evidenze scientifiche e, dall’altra, sui dati derivanti dai controlli di qualità dei servizi erogati nella propria realtà territoriale; favorire sia l’effettiva multidisciplinarietà all’interno della UVM, sia l’integrazione con gli altri nodi della rete (ospedale, servizi territoriali e residenziali, volontariato).
Ruolo del Geriatra nelle Cure Domiciliari contribuire con iniziative valide all’educazione continua degli operatori coinvolti nell’assistenza all’anziano; proporre e contribuire a realizzare percorsi assistenziali e di “disease management”, in grado di ridurre le liste di attesa e qualsiasi altra situazione capace di incidere negativamente sul buon esito della cure domiciliari per l’anziano fragile. “Criteri di appropriatezza clinica, tecnologica e strutturale nell’assistenza all’anziano”. Quaderni del Ministero della Salute n. 6, 2010
Conclusioni (1) L’assistenza domiciliare deve rappresentare la forma di assistenza privilegiata della presa in carico dell’anziano fragile in modo da favorire la “umanizzazione” dell’assistenza. È necessario elaborare ed attivare protocolli d’intesa univoci mirati ad offrire risposte concrete e finalizzati al miglioramento della qualità di vita.
Conclusioni (2) La programmazione e la realizzazione dei percorsi di cura richiedono un approccio multiprofessionale ed interdisci-plinare, ma sempre nell’ottica della valorizzazione delle competenze specialistiche. Concetto quest’ultimo indispensabile per un’assistenza “dedicata” al paziente anziano fragile e complesso.