Le Cefalee: approccio e gestione in Medicina Generale Tra i sintomi più frequentemente riportati nell’ambulatorio del Medico di Medicina Generale: 99% popolazione femminile 93% popolazione maschile “Mal di testa” spesso considerato un disturbo banale il cui unico rimedio è solo un “buon calmante” Il MMG dovrebbe: Riconoscere i cluster clinici generali di presentazione delle cefalee Valutare anamnesi ed obiettività Riconoscere i sintomi di allarme Sospettare le cefalee secondarie Formulare direttamente la diagnosi delle cefalee primarie a maggiore prevalenza Inviare a consulenza specialistica i casi dubbi Più del 50% dei pazienti non si rivolge al Medico Terapie autoprescritte Possibile cefalea da abuso di analgesici
La maggior parte dei pazienti che giungono in ambulatorio per cefalea comunemente non soffre di una malattia pericolosa; gli esiti degli esami non danno molte “soddisfazioni” e spesso non sono casi interessanti: Sottovalutazione del paziente con sfavorevoli premesse per riconoscere il 10% circa delle cefalee “non banali” e costruire un valido rapporto con il paziente. Infatti: ¾ dei pz temono una malattia organica ⅔ potevano essere tranquillizzati dalla visita e colloquio con il medico Dati anamnestici irrinunciabili: Età di comparsa della cefalea Eventi associati all’esordio Durata e periodicità della malattia Durata, frequenza e cadenza di ogni singolo episodio Tipologia del dolore Trattamenti utilizzati Obiettivi I° visita: Stabilire un buon rapporto con il pz, capirne bisogni e aspettative Escludere Cefalea pericolosa Raccogliere informazioni per la diagnosi, valutare l’impatto sulla qualità di vita (grado di disabilità)
Segni predittivi di cefalea pericolosa: SEMPRE ESAME OBIETTIVO: produce elementi ulteriori, il pz si sente “preso in cura” IMPORTANTE AUSILIO IL DIARIO DELLE CEFALEE: consente diagnosi più accurata con migliore definizione della gravità e permette una più attenta valutazione dell’efficacia o meno del trattamento farmacologico. ESAMI STRUMENTALI SOLO IN CASI SELEZIONATI Diario: Ora insorgenza e fine attacco Presenza di disturbi associati Sede e qualità della cefalea Gravità della cefale (intensità e disabilità) Ciclo mestruale Tipo e dose di farmaci assunti, ora di assunzione Segni predittivi di cefalea pericolosa: Insorgenza improvvisa di una cefalea grave o della peggior cefalea mai avuta e/o comunque diversa dalle usuali Inspiegabile progressivo peggioramento di una cefalea preesistente Comparsa dopo sforzi fisici, colpi di tosse, attività sessuale Presenza di sintomi neurologici e/o generali associati Comparsa del primo episodio dopo 40 anni
CEFALEE PRIMARIE: Forme essenziali in cui la cefalea non è un sintomo ma costituisce la malattia in sé. Maggiore prevalenza nella popolazione in età produttiva con un conseguente notevole impatto individuale e sociale CEFALEA = MALATTIA DISABILITANTE L’OMS identifica l’emicrania al 19° posto tra le principali cause responsabili di anni di vita vissuta con disabilità Il dolore rappresenta il sintomo più importante, la disabilità che ne deriva rappresenta la conseguenza più dannosa per la società La menomazione della capacità lavorativa si estrinseca sia in termini di assenza dal lavoro/scuola, sia come riduzione dell’efficienza lavorativa con incremento dei costi diretti ( consumo di risorse per gestione malattia) sia indiretti (mancati guadagni, assenze dal lavoro, riduzione della produttività) Prevalenza Prevalenza 1000 assistiti EMICRANIA UOMINI 6-12% 30-60 EMICRANIA DONNE 15-18% 75-90 CEFALEA TENSIVA UOMINI 63% 310 CEFALEA TENSIVA DONNE 86% 430 CEFALEA A GRAPPOLO 0.1% 1
EMICRANIA: CEFALEA TENSIVA CEFALEA A GRAPPOLO Interessa il 12% della popolazione generale In genere insorge prima dei 40 anni Fino alla pubertà la prevalenza è uguale nei due sessi Dopo la pubertà M/F = 1:3 mantenendosi, anche se ridotta, anche dopo i 70 anni Frequente aggregazione familiare soprattutto per la forma con aura Associazione tra emicrania con aura ed ictus ischemico (Studio MIRACLES 2007) Comorbidità tra emicrania e disturbi psichiatrici > depressione maggiore CEFALEA TENSIVA Prevalenza 30-86% Più frequente nelle donne (dopo i 60 aa la differenza si riduce) 30-40 anni Struttura di personalità simile a quella di soggetti affetti da altre psicosomatosi Cefalea dura da 30 minuti a 7 giorni Dolore gravativo-costrittivo, di intensità lieve-moderata, bilaterale, non aggravato da attività fisica di routine CEFALEA A GRAPPOLO Prevalenza intorno a 0.1% M/F=6:1 Età media di esodio intorno ai 30 anni Attacchi con specifiche caratteristiche cliniche che tendono a ripetersi con aspetti costanti Forma episodica: almeno 2 periodi attivi di cefalea (grappoli) della durata da 7 giorni a 1 anno (senza trattamento) separati da periodi di remissione di almeno 14 giorni Forma cronica: assenza di periodi di remissione o periodi inferiori a 14 giorni da almeno 1 anno