LE CHANSON DE GESTE CANZONI perché interpretate da un cantore con accompagnamento musicale DI GESTA perché narrano imprese eroiche e memorabili, compiute da eroi del passato.
Furono la massima espressione del genere epico-narrativo delle letterature romanze medievali, a partire dalla fine dell'XI secolo non si basano su invenzioni fantastiche, ma gli eventi non sono raccontati con precisione storica nascono dalla tradizione ORALE
Rappresentano i valori, gli ideali di un intero popolo: contribuiscono a creare l'identità della nazione. Legate allo spirito cavalleresco del tempo delle crociate, feudale, bellicoso, con un forte senso religioso, conquista di nuovi territori a danno degli "infedeli"
Scritte in versi (lasse rimate e assonanzate di decasillabi) in lingua d’oïl, il francese parlato all'epoca nella Francia settentrionale. Oïl significava sì. Si organizzano in CICLI intorno alle imprese di una famiglia o discendenza nobiliare. Il più famoso ciclo è quello sulle imprese di Carlo Magno e i suoi paladini contro i saraceni
LA CHANSON DE ROLAND (Canzone di Orlando) 1080 circa, è la più antica chanson de geste giuntaci integra. Si basa su un fatto storico: nel 778 la retroguardia dell'esercito di Carlo Magno viene assalita e sterminata da un gruppo di predoni montanari baschi; nell'imboscata perdono la vita alcuni nobili cavalieri (trama p. 37)
Tre secoli dopo questo episodio diventa lo spunto per un colto giullare per costruire una storia in cui si fondono l'amore per la patria e quello per la fede, incarnati nel personaggio di Orlando, santo-soldato che accetta il proprio destino fino al martirio:
ORLANDO diventa: figura di guerriero esemplare con potenza fisica, coraggio, abilità nelle armi Immagine del perfetto cristiano con devozione, purezza, militanza al servizio di Dio; ha caratteri tipici della figura di Cristo (tradimento subito, sacrificio fino alla morte per la salvezza altrui)
Nella sua storia ci sono somiglianze con le agiografie, le vite dei santi, con cui ha in comune anche i centri di diffusione In quest’opera troviamo anche lo scontro tra le religioni; Dio assiste l’esercito cristiano fino alla vittoria finale
IL ROMANZO CORTESE Ampia narrazione in oïl, nata intorno alla metà del XII secolo nella Francia del Nord. All’inizio in versi, poi in prosa. Il termine romanzo viene dall'espressione francese mise en roman, che significa “trasposizione in lingua volgare” (di opere latine) perché all'inizio rielabora opere della tradizione latina (materia classica)
Sin da subito, tuttavia, riprende elementi delle chansons (bellici e cavallereschi) e della poesia trobadorica (amor cortese). Temi sono l’AVVENTURA e l’AMORE, spesso legati Nell’epica gli eroi facevano parte del destino collettivo di un popolo, nel romanzo l’impresa è una prova individuale L’eroe è impegnato in una ricerca (quête) grazie alla quale viene rivelato il senso della vita
Il pubblico è sempre quello aristocratico delle corti. Gli autori sono chierici colti che vivono sotto la protezione dei feudatari. Queste narrazioni non sono destinate al canto ma alla lettura privata: l'attenzione del lettore viene catturata con avventure, vicende amorose, incantesimi e magie
Autore più famoso Chrétien de Troyes, 1160 - 1190, scrive Perceval o Il racconto del Graal, incompiuto. La materia più famosa trattata è quella BRETONE (di Bretagna): storia di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, ambientata nel VI secolo
Differenze tra il romanzo e le chansons: struttura più articolata sviluppo più movimentato e incalzante psicologia più complessa dei personaggi centralità delle figure femminili
visione dinamica e centrifuga (i cavalieri vagano in cerca di avventure), contro quella statica e centripeta (che converge verso il re e la fede cristiana) Quando questa produzione arriverà in Italia, verrà ripresa la materia delle chansons ma mescolato con il gusto per l’impresa del singolo individuo, per l’avventura. In Italia si attuerà solo una distinzione tra le diverse materie: quella carolingia, quella bretone, quella antica