DANTE ALIGHIERI (1265 – 1321)
Biografia sul libro, pag. 118 - 119 La prima attività poetica di Dante è caratterizzata da: SPERIMENTALISMO (prova tecniche di scrittura diverse) PLURILINGUISMO PLURISTILISMO
Di questa fase ricordiamo le Rime Poesie scritte tra 1283 e 1307, non confluite nelle altre opere Non si parla di Canzoniere, perché l'autore non ne curò mai l'ordinamento e la struttura: ciò che leggiamo è l'esito di una ricostruzione fatta dagli studiosi, non da Dante. Riuniscono le diverse esperienze poetiche di Dante
Evidente lo sperimentalismo perché comprendono: Poesia comico-realistica, per esempio nella Tenzone (disputa) con Forese Donati Rime petrose, contraddistinte da un linguaggio complicato e da una metrica difficile. Sono 4 componimenti scritti per Petra, che riprendono il trobar clus provenzale: stile aspro come il cuore della donna
Le canzoni allegorico-dottrinali di argomento filosofico e morale Rime stilnovistiche Rime dell’esilio (temi etici e civili)
La Vita Nuova Composta tra 1292 e 1294 Struttura: 42 capitoli in prosa, 31 testi poetici, scritti da Dante tra il 1283 e il 1294. Detta “prosimetrum”, cioè costituito da poesie riunite in un impianto unitario e da prosa narrativa e commento alle poesie stesse. Adesione di Dante allo stilnovo (saluto, donna-angelo, legame amore e nobiltà)
Significato del titolo: la vita rinnovata dall'amore È un rinnovamento spirituale di Dante, ma anche poetico: Dante descrive il passaggio fatto dallo stilnovo al suo superamento, con la poetica della lode. Quello descritto ne La vita nuova è un amore comprensibile solo per pochi eletti.
Schema della trama (vedi p. 125) - primo incontro - secondo incontro e saluto - sogno di Dante - donne dello schermo - negazione del saluto - nuova visione di Amore e gabbo - lode disinteressata - presagi di morte e morte di Beatrice (1290) - due anni di dolore
- la donna gentile - ritorno all'amore per Bea - mirabile visione
È un'autobiografia, in senso medievale (contano più gli effetti scaturiti dagli avvenimenti che gli avvenimenti stessi) È anche un romanzo di formazione, poiché racconta la maturazione spirituale del poeta. Anche opera metaletteraria, cioè che parla della poesia, del suo significato e dei modi in cui viene creata
Le tematiche: Amore per Beatrice non fa parte che dei fatti normali della vita, diventa un simbolo, un valore supremo, un segno in terra della volontà divina, eleva Dante verso la beatitudine eterna Beatrice diventa la beatrice, colei che dà la beatitudine ai mortali, è creatura perfetta, prova dell'onnipotenza di Dio. Beatrice e l’amore di Dante per lei diventano prefigurazione della realtà ultraterrena, che dà un senso alla vita terrena
- la bellezza di Beatrice non è mai descritta fisicamente: lei è una creatura perfetta che rivela la somiglianza tra l’anima umana e Dio - Dante risolve il conflitto tra l'amore terreno per una donna e l'amore ultraterreno per Dio facendo divenire la donna tramite verso il divino. Dispensa la salute, cioè la salvezza, attraverso il suo saluto, il suo sguardo, il suo sorriso.
poetica della lode: Dante supera la descrizione degli effetti d'amore sull'interiorità del poeta - amante e passa alla celebrazione disinteressata della donna amata. Trae la sua felicità solo dal lodarla, senza chiedere nulla in cambio poiché sarà ricompensato dalla beatitudine che emana da lei.
- Anche la sua assenza, dovuta alla morte, non è la fine del rapporto tra i due, anzi, ne chiarisce la natura soprannaturale: il sentimento amoroso, libero dal desiderio del proprio oggetto fisico, si spiritualizza, appagandosi della parola che celebra la donna senza pretendere alcun riconoscimento
La narrazione parte dalla memoria, a cui Dante si affida, selezionandone i dati in chiave simbolica Il simbolismo numerico: nove, multiplo di tre, simbolo della Trinità e quindi della perfezione Troviamo spesso Amore personificato, per esempio nei sogni di Dante, vero e proprio dio che comanda su Dante e sulla donna
Le idee linguistiche Dante riflette sul ruolo della cultura laica in volgare, sulla sua diffusione e sul suo pubblico, sul ruolo dell'intellettuale e su questo scrive due trattati 1. IL CONVIVIO: trattato in volgare, quindi destinato a un pubblico non letterato. 1304 - 1308
Struttura: canzoni dottrinali, cioè di argomento filosofico e teologico, e commenti in prosa ad esse. Doveva comprendere 14 canzoni e 15 trattati (14 di commento alle canzoni e uno introduttivo, ma fu interrotta alla fine del quarto trattato.
Scopo: divulgativo. Dante vuole offrire anche ai non letterati, cioè a chi non conosce il latino, la possibilità di partecipare a un banchetto (convivio) di sapienza che appaghi la loro fame di conoscenza: le vivande sono le canzoni, il pane è il commento che ne rende esplicito il significato nascosto dietro il velo dell'allegoria. Vuole quindi diffondere il sapere, per questo l'opera è scritta in volgare
Nel Convivio Dante esamina i quattro sensi delle scritture: LETTERALE ALLEGORICO MORALE ANAGOGICO
Sostiene che la nobiltà non ha origine nella stirpe o nella ricchezza, ma nell'animo umano: l'uomo si rende nobile attraverso l'esercizio delle virtù morali Sostiene la necessità dell'Impero, la cui esistenza è voluta da Dio per garantire la giustizia e la felicità agli uomini
2. DE VULGARI ELOQUENTIA. Trattato in latino, quindi destinato ai colti, ai letterati 1304 – 1305 Doveva comprendere 4 libri, ma fu interrotto al capitolo XIV del secondo libro
Differenza tra la lingua regolata, governata da leggi immutabili, che ha come modello il latino ed è detta gramatica, e lingua della nutrice, che si impara sin dalla nascita ed è naturale, e coincide con il volgare. Per Dante quest'ultima è superiore, proprio perché è naturale ed è usata da tutti, ma non è universale né letteraria
Ricerca di un volgare illustre, cioè che dia luce, aiuti a illuminare, quindi a capire e favorisca l'educazione culturale e la crescita interiore dell'uomo, che sia naturale e universale allo stesso tempo, degno di essere usato nei testi letterari, ma non artificiale.
Il volgare dovrebbe essere cardinale, cioè avere prestigio letterario, valere come regola e modello per gli scrittori. Poi aulico, cioè degno di esser parlato in una corte universale, e curiale, (curia complesso degli intellettuali riuniti intorno al potere centrale), quindi dovrebbe essere regolato da leggi fisse che lo rendano degno del ruolo universale della curia e della corte
Le idee politiche Guelfo bianco, ritiene che il Papa non debba intervenire nelle questioni politiche di Firenze, ma solo occuparsi di questioni spirituali Scrive un trattato, il De monarchia (unico che ha finito)
Scritto forse tra 1313 e 1318, ma non tutti gli studiosi sono d'accordo In latino, quindi è rivolto a un pubblico internazionale e colto (intellettuali e classe dirigente) Primo libro: Dante ritiene che sia necessario il potere il governo di un solo principe per la pace e la prosperità del mondo.
Per dimostrare questa tesi, afferma che l'imperatore, possedendo tutto, non ha la tentazione di desiderare i beni altrui e che anche Gesù è nato sotto Augusto, l'imperatore che aveva dato la pace al mondo Secondo libro: l'impero di Roma è stato voluto dalla Provvidenza di Dio per far sì che Cristo nascesse nel giusto contesto storico e il Cristianesimo potesse diffondersi in tutto il mondo
Terzo libro: teoria dei due soli Terzo libro: teoria dei due soli. Papato e Impero (potere spirituale e temporale) derivano entrambi direttamente da Dio, come due soli che brillano ognuno di luce propria, quindi sono autonomi l'uno dall'altro. Il potere imperiale deve far conseguire agli uomini la felicità terrena, quello spirituale la felicità ultraterrena.
Dante dimostra l'illegittimità giuridica della donazione di Costantino (315), da cui derivava il potere temporale della Chiesa, poiché il papa, accettandola, non aveva rispettato il precetto evangelico che vietava di avere beni materiali e anche Gesù, davanti a Pilato, aveva rifiutato il potere temporale, dimostrando che esso non si addice alla Chiesa
Dante ritiene che il mondo terreno non sia opposto a quello divino, anzi: ciò che è immanente (finito e limitato) ha un senso solo se inserito in ciò che è trascendente (in Dio, che va al di là di ogni limite. Deriva da qui la concezione provvidenziale della storia: tutti gli avvenimenti storici sono, per Dante, inseriti in un disegno divino.
In origine c'è il peccato originale, al centro l'incarnazione di Cristo, alla fine ci sarà il Giudizio universale. Anche la Chiesa e l'Impero sono stati creati dalla Provvidenza, ovvero dal volere attivo di Dio, e hanno il compito di realizzare il bene dell'umanità, uno sul piano spirituale e l'altro sul piano materiale