Responsabile comunicazione di Italia Lavoro s.p.a Sfide 2004 Buone prassi e trasferibilità nelle politiche di sviluppo del territorio Maurizio Sorcioni Responsabile comunicazione di Italia Lavoro s.p.a
Uno degli strumenti più preziosi nella governance delle politiche sociali è il cosiddetto metodo del benchmarking un approccio che punta alla programmazione di azioni ed interventi attraverso il confronto e la trasferibilità di esperienze e soluzioni che si sono dimostrate efficaci e sostenibili
L’Unione Europea, da anni raccomanda tale metodologia di analisi e programmazione, attribuendo un ruolo strategico e prioritario : alla valutazione di risultato alla individuazione delle migliori pratiche alla loro modellizzazione per renderle trasferibili. Un approccio applicato in buona parte dei paesi europei ed in numerosi campi di intervento, dalla sperimentazione dei nuovi modelli welfare to work ai grandi programmi obiettivo in campo sanitario e sociale.
Ma il termine “best practices”, significa assai poco al di fuori di quella complessa filiera di attività che, nel contesto della programmazione va: dalla valutazione e comparazione dei risultati, (in termini di valore sociale ed economico aggiunto) alla modellizzazione e trasferibilità dell’esperienza Una buona pratica, nel campo delle politiche sociali è tale se è potenzialmente trasferibile e se è possibile valorizzare il capitale intellettuale e sociale che essa incorpora.
Ma trasferire esperienze locali in aree e contesti territoriali o sociali “atri” è cosa assai complessa Proprio per favorire la diffusione, la conoscenza e lo sviluppo di tale metodologia nasce nel 2003 il progetto Sfide. Attraverso il concorso e la promozione di esperienze significative condotte in ambito locale si cerca di favorirne la trasferibilità.
SFIDE ha messo insieme varie competenze in materia di valutazione delle politiche sociali. Il modello di valutazione propone un percorso in itinere e di promozione delle buone prassi finalizzato: ad individuare, raccogliere e diffondere progetti, azioni e programmi di successo in materia di sviluppo del territorio, con l’obiettivo appunto di favorirne la trasferibilità
Vengono valutati progetti che rientrano in una ampia gamma di tipologie di intervento e cioè: la promozione dello sviluppo e della competitività del territorio, attraverso azioni in grado di favorire il pieno utilizzo e la valorizzazione degli asset presenti a livello locale; lo sviluppo sul territorio di nuovi insediamenti produttivi tesi alla creazione di network fra agenti dell'area geografica di riferimento,
Inoltre : l'attrazione degli investimenti esterni su particolari iniziative nel contesto di azioni di riqualificazione del territorio; il sostegno e l’incentivazione di iniziative e realtà imprenditoriali locali anche per ridurre gli ostacoli amministrativi allo start-up; promuovere attività di ricerca, innovazione e formazione, a creare network fra imprenditori locali per creare incubatori d'impresa; offrire servizi reali per le imprese e integrare l'attività di ricerca e innovazione effettuata dal sistema imprenditoriale con la ricerca pubblica;
Per selezionare e valutare l’originalità ed il potenziale trasferibile di ciascuna esperienza adotta una metodologia di valutazione essenzialmente qualitativa. Attraverso un monitoraggio periodico e ad una valutazione sul campo - che ha lo scopo di verificare il raggiungimento dei risultati sulla base degli obiettivi dichiarati e concordati - viene identificata la BUONA PRASSI e descritta in funzione del potenziale di trasferibilità Ovviamente tale approccio non si configura come un modello di valutazione strutturato ( di impatto, di costo beneficio o di stima valore sociale aggiunto prodotto dalle esperienze), ma si limita a selezionare ed analizzare gli aspetti di originalità, sostenibilità e trasferibilità dell’esperienza.
I criteri di valutazione sono infatti molteplici e riguardano: l'idea e la sua forza innovativa; l'impatto dell'iniziativa ed il rapporto costi/benefici; la capacità di fare rete tra soggetti diversi, pubblici e privati, in alleanze strategiche; l'introduzione di nuovi modelli gestionali; la sostenibilità organizzativa; la capacità di favorire riduzioni delle barriere amministrative e di creare contesti locali in grado di meglio rispondere alle esigenze degli imprenditori; la coerenza fra contesto territoriale, obiettivi del progetto e azioni realizzate.
Al di la del premio - che assume un ruolo importante soprattutto nella promozione delle buone prassi- l’obiettivo generale dell’iniziativa è ben più ambizioso: arrivare a costruire un sistema informativo su modelli ed esperienze che abbiano la capacità di essere trasferibili in contesti sociali e territoriali diverse, mettere a disposizione di tutti gli attori che a diverso titolo operano nel campo delle politiche di sviluppo quel capitale intellettuale e quel capitale sociale che le esperienze stesse magistralmente incorporano.