IL SOMMERSO - QUADRO EUROPEO, NAZIONALE, REGIONALE L’analisi del sommerso europeo permette di individuare queste tendenze: Il sud e l'est dell'Europa sono le aree più colpite dal lavoro sommerso; a livello dell'UE, 5% dei salariati riconosce di essere pagato "fuori busta" (tale percentuale varia dal 3% o meno nella maggior parte dei paesi continentali, nel Regno Unito e in Irlanda, a oltre il 10% in alcuni paesi dell'Europa centrale e orientale); il lavoro sommerso interessa soprattutto gli studenti, i disoccupati e i lavoratori autonomi; tale prassi è particolarmente ricorrente nei settori dell'edilizia e dei servizi alle famiglie; il fattore "rischio" svolge un ruolo importante a livello della decisione di ricorrere al lavoro sommerso: le persone che si ritengono al riparo da ogni sanzione sono quelle più portate a non dichiarare il loro reddito; sembra che vi sia una scarsa conoscenza delle sanzioni previste; la principale causa del lavoro sommerso sarebbe la volontà di sottrarsi agli oneri fiscali e amministrativi L’incidenza del lavoro sommerso in Europa si può stimare tra il 10 e 15 % del PIL. L’Italia e la Grecia con percentuali rispettivamente del 17% e 20% del PIL costituiscono assieme ai paesi dell’EST Europa i paesi con maggior tasso di lavoro sommerso.
La crisi economica e la difficoltà della famiglia media italiana ad arrivare alla fine del mese evidenzia ancora di più l’aumento del lavoro sommerso, il cui valore raggiunge oggi quota 530 miliardi di euro (il 35% del PIL): il tutto, senza contare l’economia criminale (almeno ulteriori 200 miliardi di euro di fatturato in nero annuo). Nel 2008 l'Istat stimava che in Italia il valore aggiunto prodotto nell’area del sommerso economico era compreso tra un minimo di 255 e un massimo di 275 miliardi di euro (Calabria 5 miliardi di euro circa, di cui almeno 2.100,00 miliardi di tasse, imposte e tributi mancati). Il fenomeno del lavoro nero si manifesta soprattutto in : Agricoltura, Edilizia, Commercio e Costruzioni, coinvolgendo soprattutto «giovani in cerca di prima occupazione, disoccupati, cassaintegrati, lavoratori in mobilità, extracomunitari non in regola, ma anche studenti, pensionati, casalinghe, lavoratori dipendenti ed autonomi con lavoro regolare». Diversificata è anche la situazione delle regioni italiane. La mappa di questo spread tutto italiano rappresentato dall’economia sommersa vede una forte diversificazione sul territorio: il differenziale è molto alto nelle regioni del Mezzogiorno (con Sicilia e Campania in testa), ma tende a crescere anche in regioni come Lombardia e Veneto che fino a pochi anni fa avevano bassi tassi di sommerso. La Calabria ha imboccato in questi anni un trend virtuoso che ha portato l’incidenza del sommerso dal 30 al 20 %, dalle 210.000 unità irregolari del 2004 alle circa 137.000 del 2012 .
Come si evince da questa tabella l’incidenza del lavoro non regolare in Calabria passa in 9 anni dal 30 al 20%. Questa riduzione molto forte, segno di un’attenzione costante e di politiche di emersione mirate dovrebbe portare ad investire nella nuova programmazione ulteriori risorse in questo settore. L’investimento in politiche di emersione producono, oltre che benefici sociali, benefici in termini di gettito, nonché legalità e corretto utilizzo delle risorse Comunitarie. Questo trend significa maggiori entrate annue per l’erario per 840 milioni di euro di cui 180 milioni per le casse regionali.
Le stime della Commissione Regionale Emersione su dati Istat e indagini sul campo Stima numero LAVORATORI IRREGOLARI IN CALABRIA - COMPARAZIONE ANNI 2001 / 2012 Elaborazioni Commissione Regionale Emersione Lavoro non Regolare su dati ISTAT e su indagini sul campo ANNO: 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 (stima) Lavoratori irregolari in Unità: 201.000 185.000 200.000 210.000 190.000 186.000 165.000 147.000 149.000 142.000 139.000 137.000 Tasso di Irregolarità in % 28,2% 26,8% 28,1% 29% 27% 26,4% 24,3% 21,7% 22,5% 21,8% 21,0% 20% Gettito erariale recuperato in Calabria in Milioni di € - 44,8 mil€ 56,0 mil€ 11,2 mil€ 58,8 mil€ 50,4 mil€ 19,6 mil€ 8,4 mil€ 5,6 mil€ Prodotto interno Lordo (PIL) in Miliardi di € 27.067,1 27.610,5 28.919,0 30.387,0 30.564,7 32.183,3 32.987,4 33.246,7 32.714,8 33.074,6 33.204,3 33.080,2 Consumi finali interni in Miliardi di € 28.397,0 29.295,3 30.300,5 31.013,9 32.081,3 33.412,6 34.544,0 35.912,0 35.265,6 35.635,9 35.862,6 35.725,2
Alcune delle ragioni di questo decremento sono sicuramente riconducibili: Al continuo monitoraggio del fenomeno attraverso gli appositi Rapporti, da parte della Commissione Emersione, istituita sin dall’anno 2000 e all’efficacia dei controlli degli organi ispettivi, nonché alle maxi sanzioni che fungono da deterrenza al fenomeno; - Al fatto che il Consiglio Regionale della Calabria con la L.R. 19 aprile 2012, n. 13 ha inteso avviare un percorso chiaro in termini di ”Disposizioni dirette alla tutela della sicurezza e alla qualità del lavoro, al contrasto e all’emersione del lavoro non regolare” avvalendosi del supporto della Commissione regionale della Calabria per l'emersione del lavoro non regolare, per definire gli obiettivi specifici, nonché gli interventi prioritari e le risorse per sostenere i processi di emersione del lavoro non regolare e la definizione degli standard delle prestazioni in materia di tutela, sicurezza e qualità del lavoro da raggiungere nel territorio regionale . - A progetti di emersione, come il vecchio PEC ed oggi il Progetto Lavori Regolari che punta a creare una rete per l’emersione e lo sviluppo locale.
L’art 1 di cui alla LR 19/2012 riconosce il diritto al lavoro di ogni donna e uomo, e persegue le seguenti finalità: promuovere la piena occupazione, la qualità, la regolarità, la stabilità e la sicurezza del lavoro; attuare il principio delle pari opportunità nel mondo del lavoro; favorire l'acquisizione di condizioni lavorative continuative e stabili capaci di contribuire alla qualità della vita dei lavoratori, contrastando le diverse forme di precarizzazione del lavoro; rafforzare la coesione e l'integrazione sociale; valorizzare le competenze professionali e i saperi del capitale umano, al fine di favorire la crescita, la competitività, la capacità di innovazione delle imprese e del sistema economico produttivo e territoriale; favorire la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, soprattutto per le donne lavoratrici; favorire lo sviluppo occupazionale e l'imprenditorialità in termini quantitativi e qualitativi, anche mediante la facilitazione delle modalità di accesso al credito; promuovere pari opportunità e qualità della condizione lavorativa degli immigrati; promuovere condizioni più favorevoli per i lavoratori e per le imprese nell'accesso al credito; favorire le condizioni per l'esercizio pieno, durante tutto l'arco della vita, del diritto alla formazione; promuovere la realizzazione di un sistema integrato di tutele e di miglioramento della qualità del lavoro, la stabilità del lavoro, il contrasto di ogni forma dì lavoro sommerso ed irregolare per la realizzazione di un sistema integrato di sicurezza e tutela del lavoro.
Perché investire sulla regolarità del lavoro? Perché si restituiscono diritti ai lavoratori sfruttati, con relativa ricostruzione di carriera previdenziale; Per affermare la legalità e regolarità nel MDL; Per aumentare il gettito erariale diretto della Regione, attraverso maggiori addizionali regionale irpef, iva ed irap versate. Contrastare l’Economia sommersa ed il lavoro non regolare, in una parola: conviene!
QUADRO STRATEGICO COMUNE: Europa 20_20 - Giugno 2013 QUADRO STRATEGICO COMUNE: promuovere il lavoro regolare, l'occupazione e la mobilità professionale; (ob. 8) investire nell'istruzione, nelle competenze e nella formazione permanente; (ob. 9) promuovere l'inclusione sociale e lottare contro la povertà; (ob. 10) rafforzare la capacità istituzionale e un’efficiente amm. Pubblica, capace di contrastare il sommerso; (ob. 11) LINEE STRETEGICHE (L.R. 13 /12 ) Istituzione e attuazione della Centrale di Allarme Emersione (CAE); Cabina di concertazione per il coordinamento delle politiche ispettive e di controllo neil luoghi di lavoro; Attività di Ricerca e Studio dell’economia sommersa e del lavoro non regolare; Giovani e Regolarità; Linee di intervento per le politiche di emersione a favore dello sviluppo locale. Commissione Regionale della Calabria per l‘Emersione del Lavoro non Regolare
Istituzione e attuazione della Centrale di Allarme Emersione (CAE) Diffondere la prassi della legalità e regolarità nel MDL, anche, attraverso la costituzione di Black List e di meccanismi di controllo e sanzionatori per le imprese che non rispettano le previsioni in materia di lavoro sommerso e non regolare e in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Cabina di concertazione per il coordinamento delle politiche ispettive e di controllo Migliorare il sistema di governance delle politiche e degli interventi in materia di emersione del lavoro non regolare rendendo più efficace l’integrazione tra i soggetti coinvolti nell’attività ispettiva sul territorio calabrese al fine di “territorializzare” le scelte delle politiche di emersione, con la realizzazione di specifiche mappe di rischio a livello territoriale e settoriale. Ricerca e Studio dell’economia sommersa e del lavoro non regolare Adottare misure e politiche “territorializzate”, ovvero rispondenti alle specifiche esigenze dettate da una regione in cui il fenomeno del lavoro sommerso è un fenomeno che rallenta lo sviluppo socio-economico, anche attraverso un continuo monitoraggio e redazione di specifici e mirati Rapporti sul fenomeno. Punti essenziali sono il rapporto annuale, le newsletters e le campagne di comunicazione, di informazione e di animazione territoriale Giovani e Regolarità Obiettivo è, il sostegno ed il regolare inserimento lavorativo dei giovani laureati attraverso il perfezionamento delle loro competenze e della formazione ricevuta in risposta alle specifiche esigenze espresse dal tessuto imprenditoriale locale e/o alle vocazioni territoriali . Linee di intervento per le politiche di emersione a favore dello sviluppo locale e tutor delle imprese La linea strategica di intervento si configura come una azione di sistema che agisce sulle diverse leve dello sviluppo di attività legali e regolari. Fondamentale in questo senso è la figura del tutor d’impresa. Tutte le linee progettuali convergono verso obiettivi comuni di legalità e regolarità in stretta correlazione tra azioni (integrazione), e soggetti coinvolti (partneriato/concertazione).