Come curare le Comunità di Pratica e favorire l’apprendimento Emiliano Grimaldi Dipartimento di Sociologia Email: emiliano.grimaldi@unina.it
Come progettare la nuova organizzazione come costellazione di Comunità di pratica orientata verso l’apprendimento?
Per l’organizzazione ciò vuol dire: 1 Per l’organizzazione ciò vuol dire: 1. dare priorità ai processi informali di apprendimento 2. mettere enfasi sulla partecipazione a comunità come relazione prioritaria con l’organizzazione 3. organizzarsi per la complessità, lavorando per collegare le diverse comunità che costituiscono i sistemi sociali di apprendimento nei quali opera l’organizzazione
Attenzione!!! Le Comunità di pratica non possono essere create per decreto, attraverso la semplice costituzione formale di gruppi. Le Comunità di pratica riguardano il contenuto dei processi di apprendimento e si sviluppano quindi attraverso l’esperienza quotidiana e la negoziazione dei significati, delle identità e dei confini. L’apprendimento non può essere progettato. Si può progettare l’organizzazione in maniera tale da favorirlo o inibirlo.
Alcune strategie per sviluppare e favorire comunità di pratica orientate all’apprendimento Le comunità di pratica nascono per apprendere, ma possono anche imparare a non apprendere…
Quali le dimensioni da tenere in considerazione? Tensione verso l’apprendimento, grado di apertura verso l’innovazione, sviluppo e mantenimento di uno spirito critico Profondità del senso di comunità, della conoscenza reciproca, della fiducia e delle aspettative di reciprocità Consapevolezza del repertorio della comunità e della sua influenza sulle proprie pratiche da parte dei partecipanti alla comunità
Cosa fare? Wenger (2000) suggerisce di lavorare su 6 elementi Organizzare Eventi per riunire la comunità e sviluppare un’identità comune Connettività. Per costruire una comunità è necessario costruire un ricco e diversificato tessuto connettivo Appartenenza. Combinare e diversificare le modalità di appartenenza. Riflettere sulle modalità di socializzazione dei novizi Progetti di apprendimento. Esplorare il dominio di conoscenza, individuare lacune nella pratica e definire progetti di apprendimento Artefatti. Riflettere sugli artefatti di cui la comunità ha bisogno e sulla loro realizzazione Leadership. Va moltiplicata: leader di pensiero, networkers, documentatori, pionieri, etc.
Lavorare ai e sui confini… I confini sono fonti di nuove opportunità così come di potenziali difficoltà. In una organizzazione composta da una costellazione di Comunità di pratica possono essere fattori positivi e negativi in maniera complementare…
Quali le dimensioni da tenere in considerazione? Coordinamento. Oggetti e processi attraversano continuamente i confini delle CoP. Come viene garantito il coordinamento dell’azione attraverso i confini? Trasparenza. I processi e gli oggetti di confine consentono l’accesso ai significati che hanno nelle diverse pratiche? Negoziabilità. I processi di confine creano connessioni a una via o a due vie? Che livello di negoziazione è consentito?
Le dimensioni dei confini in pratica Coordinamento Trasparenza Negoziabilità Coinvolgimento Che opportunità ci sono per attività in comune, problem solving e discussioni per far emergere e per risolvere le divergenze attraverso l’azione? Le persone danno spiegazioni, assistenza e dimostrazioni durante le attività in comune per aprire spiragli verso le pratiche gli uni degli altri? Le attività in comune sono strutturate in modo che prospettive diverse possano incontrarsi e che i partecipanti possano apprezzare le competenze gli uni degli altri? Immaginazione Le persone hanno una sufficiente comprensione delle rispettive prospettive per poter presentare le questioni in maniera efficace ed evitare fraintendimenti? Quali storie, documenti e modelli sono disponibili per costruire un’immagine di un’altra pratica? Quali esperienze consentono di mettersi nei panni degli altri? Chi è in grado di ascoltare? Entrambe le parti sono in grado di vedersi come membri di una comunità in cui hanno interessi e bisogni comuni? Allineamento Le istruzioni, gli obiettivi e i metodi sono traducibili in azioni al di là dei confini? Intenzioni, impegni, norme e tradizioni sono resi abbastanza chiari per rivelare terreni comuni e differenze nelle prospettive ed aspettative? Chi ha l’ultima parola nel negoziare accordi ed escogitare compromessi?
Cosa fare? Wenger (2000) suggerisce di lavorare su 3 elementi per creare ‘ponti tra confini’ Mediazione E’ cruciale il ruolo di persone che agiscono come mediatori tra diverse comunità Interazioni di confine Incontri e pratiche di confine, progetti interdisciplinari Oggetti di confine Artefatti, discorsi e processi che supportano le connessioni tra differenti pratiche
Lavorare sull’identità… Le identità sono i contenitori nei quali la comunità e i confini si realizzano come esperienza nel mondo…
Quali le dimensioni dell’identità da tenere in considerazione? Coerenza. Un’identità implica connessioni con altre persone attraverso storie condivise ed esperienze, affetto e impegni reciproci Espansività. Un’identità può essere definita solo localmente oppure implicare multiappartenenza ed attraversamento di confini Efficacia. Un’identità può essere veicolo di partecipazione, ma può anche portare alla non partecipazione ed all’emerginazione
Cosa fare? Wenger (2000) suggerisce di lavorare su 3 elementi di progettazione per consentire alle identità di ottenere contemporaneamente alti livelli di coerenza, espansività ed efficacia Casa base Garantire a tutti la possibilità di impegnarsi in interazioni con altre comunità senza essere sradicati. Traiettorie Dare a tutti la possibilità di immaginare e tradurre in processi di allineamento possibili traiettorie che conducono a diversi futuri possibili Multiappartenenza Creare e/o sostenere comunità che possono includere nella loro forma di partecipazione membri con appartenenze multiple
I lavori di gruppo Scegliete una comunità di pratica potenziale che avete immaginato possa esistere nel nuovo contesto organizzativo dell’Istituto Comprensivo. Tenendo in considerazione quanto suggerito da Wenger in relazione al lavoro nelle comunità, sui confini e sull’identità, progettate una serie di azioni tese a costituire, sostenere e garantire cura a questa comunità di pratica.