ANALISI APPLICATA DEL COMPORTAMENTO E DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO principi di base Mirenda Vincenzo Psicologo Consulente in analisi del Comportamento in formazione Angeli di Rosora 22-02- 2018
AUTISMO … UN PO’ DI STORIA NEL 2013 LA DIAGNOSI DI AUTISMO HA COMPIUTO 70 ANNI . RIPERCORRIAMONE QUI LE TAPPE FONDAMENTALI. 1943 Leo Kanner parla per la prima volta di “disturbi autistici del contatto affettivo” descrivendo 11 bambini caratterizzati da solitudine , ecolalia e paura ossessiva dei cambiamenti ambientali. Anche Asperger nello stesso periodo descrive bambini simili a quelli descritti da Kenner tranne che per alcune importanti differenze 1- eloquio più scorrevole 2- maggiore difficoltà nei movimenti grossolani 3- diverso modo di pensare “pensatori astratti”
… anni ’50 – ’60 – ’70 Nel decennio 1950- 1960 l’autismo è considerato come una manifestazione precoce della schizofrenia infantile che ha un’ origine emotiva nelle dinamiche genitore-figlio. 1970 l’autismo non è più considerato di origine psicogena ma si va alla ricerca di una causa biologica.
… il DSM-III 1980 il DSM-III definisce l’autismo infantile come un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo interessante 3 aspetti: mancanza di responsività, grave deterioramento delle capacità comunicative e risposte bizzarre a vari aspetti dell’ambiente; tutti che si sviluppano entro 30 mesi di età. 1987 il DSM-III-R richiede il soddisfacimento di 8 dei 16 criteri nei 3 ambiti ma cade il requisito di insorgenza precoce nella vita e si introduce il Disturbo pervasivo dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato.
Dal ’90 al 2013 1994-2000: il DSM-IV e il DSM-IV-TR propongono un incremento dei disturbi pervasivi dello sviluppo formati da disturbo autistico, disturbo di Rett, disturbo di Asperger, disturbo disintegrativo dell’infanzia e disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato. 2013: nel DSM-V si parla di disturbi dello Spettro Autistico quando sono presenti: deterioramento persistente delle comunicazioni sociali reciproche e nelle interazioni sociali, schemi comportamentali ripetitivi e ristretti, entrambi devono comparire nella prima infanzia e devono limitare e compromettere il funzionamento quotidiano.
La nuova diagnosi prevede di specificare la presenza o meno di disabilità intellettuale, di alterazioni del linguaggio cosi come di condizioni mediche e/o genetiche. Inoltre prevede la classificazione di 3 livelli di gravità Discussione e dibattiti sul destino dei disturbi Asperger.
LEGGE SULL’AUTISMO Il 9 ottobre 2014 nasce la prima legge sull’autismo emanata dalla regione Marche la prima regione in Italia a regolamentare l’autismo essa stabilisce: La presenza di un centro unico regionale che nella regione Marche è la Neuropsichiatria Infantile dell’ospedale di Fano il cui Direttore è la Dott.ssa Vera Stoppioni La presenza di centri di riabilitazione in ogni provincia Le linee guida da seguire per l’ intervento
CENNI SUI B.E.S. A partire dalla fine del 2012 il MIUR introduce il concetto degli alunni con B.E.S. Bisogni Educativi Speciali. In tale categoria rientrano: Gli alunni con disabilità secondo una certificazione della 104; Gli alunni con DSA, deficit di linguaggio, ADHD, deficit delle abilità non verbali,deficit della coordinazione motoria; Alunni con svantaggio sociale, culturale e linguistico.
… lavoro specifico Per ogni alunno con B.E.S. viene realizzato un PDP piano didattico personalizzato.
ABA APPLIED BEHAVIOR ANALYSIS (Analisi del Comportamento Applicata) La scienza nella quale le procedure derivate dai principi del comportamento sono sistematicamente applicate per migliorare comportamenti socialmente significativi dimostrando tramite il metodo sperimentale che le procedure utilizzate sono responsabili del miglioramento nel comportamento. (Cooper, Heron, Heward, 2007) Silvia Sigilli
Non è un metodo……. …ma una scienza che applica al comportamento umano i principi dell’Analisi Applicata del Comportamento, allo scopo di affrontare problemi socialmente rilevanti nel contesto di vita quotidiana. L’ABA si basa sulla misurazione e valutazione obiettiva del comportamento osservabile in tutti i contesti rilevanti che includono la casa, la scuola e la comunità sociale. (American Academy of Pediatrics, 2007) I principi e le procedure derivate dell’ analisi del comportamento possono essere applicate a tutti i settori in cui siano coinvolti i comportamenti degli esseri umani (educazione, lavoro, disabilità, politica, etc).
Comportamenti socialmente significativi Indicano tutte le Abilità necessarie ad un individuo per adattarsi in modo efficace alla comunità in cui vive: competenze sociali, abilità cognitive, abilità accademiche, autonomie, competenze motorie, linguaggio, comunicazione, ecc.
Non è una terapia…… Non si tratta di una terapia specifica per l’autismo, ma di una scienza che mira a migliorare la qualità di vita delle persone. Quando è utilizzata come base per l’intervento in autismo, i principi e le tecniche guidano lo sviluppo di attività educative e portano all’acquisizione di abilità cruciali per le necessità individuali della persona nel suo contesto sociale. Esistono studi scientifici che dimostrano l’efficacia dell’intervento comportamentale per il miglioramento di abilità in autismo. Oltre 2000 studi di casi singoli (Eldevik et al., 2010b) Circa 30 studi di gruppo controllati, rassegne internazionali e sei meta-analisi.
Evidenza scientifica Gli studi sui gruppi riportano il progresso di gruppi di bambini che ricevono un intervento intensivo comportamentale precoce in paragone a gruppi che ricevono un intervento di tipo eclettico. In generale questi studi dimostrano che i bambini che hanno iniziato in età prescolare (sotto i 5 anni) e che hanno ricevuto un intervento per almeno 30 ore settimanali da persone competenti per almeno due anni: Il 90% ha fatto da moderati a grandi progressi Il 40-48% ha raggiunto un QI, linguaggio, abilità adattive entro la norma così come misurati da test standardizzati e non ha più necessitato di aiuti speciali nella scuola Il 40-50% ha fatto moderati progressi ma ha continuato a necessitare di servizi speciali Il 10-12% ha continuato a necessitare di un intervento intensivo La maggior parte dei bambini nei gruppi di controllo che hanno ricevuto un intervento eclettico hanno fatto pochi progressi o sono regrediti. I bambini che hanno ricevuto ABA meno intensiva (meno di 30 ore a settimana) hanno fatto dai pochi ai modesti progressi, ma comunque di più rispetto ai gruppi di controllo.
Intervento Comportamentale Intensivo e Precoce Intensivo: 26/40 ore a settimana uno a uno formale e incidentale durante tutte le ore di veglia Coinvolgimento massiccio della famiglia: genitori come tutor Inizia a casa e gradualmente si estende ad altri contesti Durata di almeno due anni Precoce (meno di 5 anni alla partenza) Individualizzato e Comprensivo (tutte le aree evolutive) Curriculum si basa su sequenze evolutive Guidato da esperti con formazione post-universitaria sia in ABA che autismo Basato sulla letteratura, utilizza diverse tecniche comportamentali Green, Brennan e Fein (2002)
Breve storia Il comportamentismo nasce in psicologia agli inizi del 1900 con J.B. Watson Oggetto di studio della psicologia diventa il comportamento osservabile. Gli studi sul comportamento consistono nell’osservazione diretta delle relazioni tra stimoli ambientali (S) e le risposte che essi evocano (R) “Psicologia S-R” Nel 1938 Skinner pubblica “The Behavior of Organism” dove riassume le ricerche di laboratorio condotte dal 1930 al 1937 e introduce la distinzione tra due tipi di comportamento: rispondente e operante.
…..breve storia Il comportamento rispondente è un comportamento riflesso, involontario (come già spiegato da Pavlov) elicitato da stimoli che immediatamente lo precedono (paradigma S-R). Es: presenza di luce elicita restringimento della pupilla Il comportamento operante fu introdotto per spiegare quei comportamenti che non hanno cause antecedenti riscontrabili nell’ambiente, che spesso sono “spontanei” o volontari: questi comportamenti sono maggiormente influenzati dalle conseguenze che immediatamente li seguono e meno dagli stimoli che li precedono contingenza a tre termini (S-R-C)
…..breve storia Skinner fondò l’analisi sperimentale del comportamento (EAB – Experimental Analysis of Behavior) che aveva come oggetto di studio la contingenza a tre termini quindi il comportamento operante introduce i concetti di rinforzo ed estinzione. Condizionamento operante: processo per cui le conseguenze influenzano la probabilità di emissione futura del comportamento l’ambiente seleziona il comportamento
….breve storia Le prime ricerche che utilizzarono metodi dell’analisi sperimentale del comportamento per determinare se i principi comportamentali scoperti in laboratorio con soggetti non umani potevano essere replicati anche con soggetti umani, risalgono agli anni tra il 1950 e il 1960 basi per l’Analisi Applicata del Comportamento Nel 1957 Skinner scrive “Verbal Behavior”, opera in cui viene esposto l’approccio comportamentale al linguaggio. Anni ’60 prime applicazioni dei principi del comportamento per migliorare comportamenti socialmente significativi.
…..breve storia Formalmente l’Analisi Applicata del Comportamento inizia nel 1968 con il succedersi di due eventi significativi: La pubblicazione del JABA (Journal of Applied Behavior Analysis) che permise la condivisione dei risultati della ricerca e la discussione dei problemi metodologici. La pubblicazione del documento “Some Current Dimension of Applied Behavior Analysis” di D.M. Bear, M.M. Wolf e T.R.Risley che definirono i criteri per giudicare l’adeguatezza della ricerca e della pratica in ABA.
Sette Dimensioni dell’ABA “Some Current Dimension of Applied Behavior Analysis” Bear, Wolf e Risley, (1968) Analitica Comportamentale Applicata Tecnologica Concettualmente sistematica Efficace Generale
Comportamentale: oggetto di studio è il comportamento direttamente osservabile Concettualmente sistematica: il comportamento è spiegato all’interno della scienza del comportamento. Gran parte del comportamento umano è appreso, non è innato
Obiettivi della scienza: Descrizione Previsione Controllo La filosofia che guida la scienza è deterministica. La maggior parte dei comportamenti avvengono per una ragione. Quando possiamo determinare le variabili di controllo, allora possiamo prevedere il comportamento stesso. Se possiamo controllare le variabili, allora possiamo plasmare il comportamento (promuovere cambiamento). Nulla è lasciato al caso!
ABA e AUTISMO?? NO! Una medicina? Un metodo per guarire l’Autismo? Una forma di addestramento? Una terapia che rende i bambini robotici? L’applicazione di “programmi” uguali per tutti? Tutto lavoro a tavolino? Quando viene impiegata come base per l’intervento nell’autismo può essere considerata come una serie di principi che guidano l’implementazione di attività educative e tecniche orientate alla promozione di competenze necessarie all’adattamento dell’ individuo nel suo contesto (Chiesa, 2005; Degli Espinosa, 2011) NO!
ABA come base di trattamento per l’Autismo La popolarità dell’ABA come intervento per l’autismo emerge intorno agli anni ’70 con la pubblicazione dei primi studi che dimostravano la possibilità di insegnare comportamenti che per i bambini autistici erano considerati fino a quel momento non-insegnabili. Obiettivo: incrementare repertori comportamentali socialmente significativi e ridurre quelli problematici attraverso tecniche validate scientificamente
Si parte da un presupposto sull’apprendimento dei bambini….. SVILUPPO TIPICO I bambini imparano dal loro ambiente naturale, ogni giorno, in ogni occasione e in ogni momento della vita quotidiana, senza che sia necessario strutturare le varie situazioni di apprendimento. AUTISMO I bambini imparano poco o nulla dal loro ambiente naturale e hanno bisogno che le situazioni di apprendimento vengano strutturate dall’adulto. Non sono capaci di selezionare dall’ambiente le risposte adattive
Obiettivi dell’intervento ABA Incrementare o diminuire la frequenza di un comportamento attraverso la manipolazione degli eventi ambientali antecedenti e conseguenti Generare la capacità di apprendere a partire da alcuni esempi, senza la necessità di insegnare tutto in modo diretto, fornendo al bambino con autismo tutte le abilità necessarie per imparare ad imparare; è fondamentale concentrarsi sullo sviluppo di procedure che permettono al bambino di acquisire nuove risposte anche in assenza di insegnamento specifico.
La prospettiva comportamentale L’autismo è una sindrome caratterizzata da carenze ed eccessi comportamentali che hanno una base neurologica, ma che possono cambiare a seguito di specifiche interazioni programmate con l’ambiente. ECCESSI • Autostimolazioni • Comportamenti auto‐aggressivi • Aggressività • Comportamenti ossessivi ………… CARENZE • Comunicazione-linguaggio • Abilità sociali • Abilità di gioco • Abilità academiche Abilità di autoaccudimento …………..
American Academy of Pediatrics (2007) “Comunemente, l’attenzione di programmi specialistici è rivolta all’infanzia, e nella letteratura è assente la valutazione di programmi educativi comprensivi in bambini più grandi ed adolescenti. Ciò nonostante esiste supporto scientifico per l’uso di specifiche strategie educative, in particolare quelle basate sull’ABA, su tutte le fasce di età per incrementare e mantenere comportamenti adattivi e socialmente appropriati, per ridurre comportamenti problema o ridurre le condizioni in cui questi si manifestano, per insegnare nuove abilità e generalizzarle a nuovi ambienti e situazioni.”
Risultati desiderati Linguaggio e comunicazione Assenza di problemi di comportamento gravi Capacità di auto-intrattenimento Autonomia personale Obiettivo dell’intervento non è “normalizzare” l’individuo in termini assoluti, ma portare alcune abilità il più possibile vicine alla norma al fine di rendere la vita della persona sufficientemente migliore garantendo una qualità di vita buona. (Francesca degli Espinosa)
La collaborazione della scuola è indispensabile Quando insegnare Insegnamento domiciliare Sessioni dedicate di 2/3 ore consecutive Ogni giorno Condotte da un tutor e/o genitore Insegnamento incidentale Durante l’arco della giornata Condotte dal genitore Insegnamento a scuola Sessioni individualizzate Sessioni di piccolo gruppo In sezione La collaborazione della scuola è indispensabile
Definire il comportamento Il primo passo è quello di descrivere l’oggetto dell’intervento in modo accurato e mirato all’applicazione di procedure di cambiamento. Quali di questi è un comportamento? A- Luca è nervoso B- Marina mangia C- Matteo è autistico
Definire il comportamento ESERCITAZIONE 1 Osservate il video e descrivete ciò che avete visto
Definire il comportamento nervoso, poco socievole, gentile, egoista, spensierato, triste, incompetente, simpatico …… SONO ETICHETTE NON COMPORTAMENTI
COMPORTAMENTO interazione tra muscoli e ghiandole di un individuo e l’ambiente, osservabile e quantificabile. E’ un movimento osservabile e quantificabile. E’ costituito da tutte le azioni e da tutti i movimenti che una persona ingaggia e manifesta in alcune situazioni. I comportamenti vanno definiti, anche al fine di poterci lavorare, in modo operativo e operazionale e non con etichette riassuntive.
Definire il comportamento Riconoscere i comportamenti umani per quello che “realmente” sono, attraverso CRITERI OGGETTIVI Un comportamento deve essere lo stesso per la mamma, per il papà, per l’insegnante, per i nonni, gli zii, etc. DEFINIZIONI OPERAZIONALI
Etichette sommarie Simone è un bambino agitato Gabriella è depressa Esempi Etichette sommarie Simone è un bambino agitato Gabriella è depressa Definizioni operazionali Simone agita in modo continuo le gambe mentre è seduto, corre durante gli spostamenti da un luogo ad un altro, gioca in modo rumoroso con gli oggetti di scuola durante le lezioni Gabriella piange facilmente in momenti in cui è sola, non vuole uscire di casa e sta ore sul divano senza fare nulla fissando il soffitto
Descrivere il comportamento operazionalmente ESERCITAZIONE 2 Stato/personalità Comportamento 1 Comportamento 2 Felice Sorride ……………. Affettuoso Abbraccia Capisce Esegue istruzioni Timido Guarda per terra Sa ascoltare Guarda negli occhi Distruttivo Lancia oggetti Auto-lesionista Si tira le pellicine
ESERCITAZIONE 3 Osservate nuovamente il video e cercate di descrivere il comportamento in termini operazionali
Definizioni operazionali Le definizioni operazionali, cioè il definire i comportamenti per i movimenti e le azioni che un individuo manifesta, ci danno gli strumenti per lavorare. E’ importante segnalare la frequenza del comportamento che un individuo esibisce, a volte è importante la durata e l’intensità Si parla di deficit comportamentali quando alcuni comportamenti in determinate situazioni sono scarsi o assenti, di eccessi comportamentali quando alcuni comportamenti sono presenti in eccesso.
…e in psicologia? Costrutti di: memoria, motivazione, intelligenza… Diagnosi: autismo, ritardo mentale, iperattività…. VANTAGGI Servono a fornire in poco tempo informazioni generiche sugli individui Possono “orientarci” verso un possibile trattamento, prognosi.
Svantaggi delle etichette Pseudospiegazioni e ragionamento circolare Pregiudizio Focalizzarsi sul problema Perdere di vista le reali abilità del soggetto
Cosa vogliamo modificare Eccessi comportamentali: un bambino si alza frequentemente dal letto quando è ora di dormire un adolescente interrompe spesso i genitori quando conversano un uomo mangia molti dolci al giorno Deficit comportamentali: un uomo non ringrazia gli altri quando riceve cortesie un adolescente non esegue i compiti assegnati per casa dalle insegnanti
Nella vostra esperienza? Esercitazione 4 Cercate esempi di comportamenti carenti ma necessari all’adattamento dell’ individio …… Assenza di abilità indispensanbili per ………. Comportamenti disfunzionali che interferiscono sull’apprendimento …………. Eccessi comportamentali che diventano anche pericolosi …… ?
Topografie e funzione La topografia di un comportamento è la forma che il comportamento assume. Cosa fa l’individuo. La funzione di un comportamento si riferisce alla relazione che esiste tra il comportamento e le conseguenze ambientali che produce. Cosa l’individuo ottiene. I comportamenti possono essere topograficamente identici ma avere funzioni diverse, oppure essere topograficamente diversi ed avere la stessa funzione.
Topografia diversa, stessa funzione ESERCITAZIONE 5 Fare una telefonata Scrivere a mano Usare i linguaggio dei segni Fare il nodo ai lacci Scaraventare il tavolo di fronte ad un compito
Topografia simile, funzioni diverse ESERCITAZIONE 6 Funzione 1 Funzione 2 Agitare le braccia in acqua Chiedere aiuto per annegamento Bere Acqua per sete Spogliarsi Per fare la doccia Dire “ciao” ripetutamente Stereotipia vocale Digitare un codice numerico alla tastiera Per prendere soldi al bancomat
Il condizionamento operante = apprendimento è il principio fondamentale su cui si basa l’analisi comportamentale. Il comportamento viene considerato operante perché opera nell’ambiente per produrre determinate conseguenze. Il comportamento secondo tale principio viene modellato o plasmato dalle conseguenze che riceve, tali conseguenze ne influenzeranno ed altereranno la forma e la frequenza con cui il comportamento si presenterà in futuro. Il comportamento va analizzato in base agli stimoli ambientali che lo precedono e lo seguono.
Contingenza a tre termini ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA
Il comportamento A (Sd; Mo) B C (Sr; P) ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA
A: antecedente A (Sd; Mo) B C (Sr; P) COMPORTAMENTO CONSEGUENZA È uno stimolo ambientale che precede temporalmente il comportamento Può essere un suono, un oggetto, una persona, una frase… ……e uno “stato di motivazione”
B: comportamento A (Sd;Mo) B C (Sr; P) ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA È tutto ciò che una persona dice, fa, pensa, sente. È impossibile non comportarsi, ci “comportiamo” continuamente
C: conseguenza A (Sd) B C (Sr; P) ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA È uno stimolo ambientale che segue temporalmente il comportamento Può essere un rinforzatore (Sr+; Sr-) o una punizione (P+; P-)
Conseguenze In Analisi del Comportamento le conseguenze vengono definite in base all’effetto che hanno sul comportamento e non a priori. Esistono due tipi di conseguenze: RINFORZATORI: incrementano o mantengono la probabilità di emissione futura di un comportamento; PUNIZIONI: riducono o estinguono la probabilità di emissione futura di un comportamento. Non attribuire a questi termini connotati emotivi!
I contenuti di una parte di queste slides sono stati composti dalla Dottoressa GIOVANNA SECCHIAROLI e qui riprodotti con il consenso dell’autrice che ringrazio di cuore
grazie per l'attenzione vincenzomirenda80@yahoo.it grazie per l'attenzione