Cosulta Regionale Bologna, 22 Giugno 2018

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
PROGETTO “POTENZA SOLIDALE” 2015 – 2016 I Volontari: Carlucci Mariateresa Cassano Teresa Di Virgilio Francesco Lucente Rossella Spadola Antonello Comune.
Advertisements

Il vigente sistema normativo Il D.Lgs. 81/08 ss.mm.ii detta, finalmente,precise disposizioni sull’organizzazione della Sicurezza nelle varie fasi e nei.
Unità d’apprendimento
Bilancio Iniziative 2011 Attività 2010 Dott. Maurizio CASTELLI Direttore Dipartimento di Prevenzione Azienda USL Valle d’Aosta Aosta, 17 Dicembre 2010.
Corso di Formazione dei lavoratori designati al Primo Soccorso Aziendale (DM 15/07/2003 n°388) Centrale Operativa 118 Bari e Provincia – P.S. Aziendali.
D. LGS 81/08 Si applica a tutti i settori produttivi, privati e pubblici, e a tutte le tipologie di rischio. 1.
GESTIONE DEGLI INFORTUNI
LA PROTEZIONE CIVILE IN ITALIA
SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO D. LGS 81/2008 E LAVORO ATIPICO D
Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità
LA SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO
COMUNE DI QUILIANO Servizio Protezione Civile
Ufficio Coordinamento Aziendale Procurement (UCAP)
Non si può pensare al presente e al futuro del sistema di emergenza urgenza se non tenendo presente il passato, quando 25 anni fa medici e infermieri hanno.
GESTIONE DEL PROCESSO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI E DI INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE
I REATI DEGLI ALTRI SOGGETTI
GPOI - L’organizzazione aziendale -
CENTRO POLIFUNZIONALE
Il Ruolo del Medico di Medicina generale nella Prevenzione delle Malattie infettive e nella Gestione delle Campagne vaccinali OPPORTUNITA’ DELLA MEDICINA.
Strutture per il soccorso
Settore Protezione Civile
Sistema Istruzione e Formazione
“La Protezione civile in Liguria“
“LA SCUOLA CHE PROMUOVE
criteri, procedure, standard. 4 maggio 2009
CORSO DI FORMAZIONE PER PREPOSTI [ex D.Lgs ]
Corso di Laurea Magistrale in
COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE l’Ufficio Relazioni con il Pubblico
TAVOLO TEMATICO Epidemiologia.
TAVOLO TEMATICO …SPVSA……...
TAVOLO TEMATICO IPN.
Roberto Cassoli 6 maggio 2009
Titolo Prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro
Incontro con Direttore Generale 10/10/2012
IL SETTORE SANITA’ PUBBLICA VETERINARIA
IL PUNTO SULLA GESTIONE DELLE EMERGENZE VETERINARIE NEL SISTEMA PROVINCIALE Paolo Masetti Resp. Protezione Civile Provincia di Firenze.
Aggiornato al D. Lgs. n. 185 del 2016
Antonella Nonnis| ICOM Italia Commissione sicurezza ed emergenza
Monitorare la salute : alcuni strumenti di lavoro
Progetto Nautilus Sperimentazione di un modello di rete
Il sistema di Protezione Civile in Italia
Codice Protezione Civile in vigore dal 6 febbraio 2018
L’esperienza del Comune di Cassano d’Adda
PREVENZIONE E SICUREZZA DEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Salvaguardia del patrimonio culturale dai rischi naturali
Piano di Emergenza Comunale della Protezione Civile
GLI EVENTI CHE HANO SEGNATO LA NASCITA DELLA PROTEZIONE CIVILE MODERNA
LA COMUNICAZIONE IN SITUAZIONI DI EMERGENZA 13 GIUGNO 2018
ASL Viterbo sezione 4 e 5 Civita Castellana e Vetralla
I Piani di Protezione Civile
La Condizione Limite per l’Emergenza
Impresa Formativa Simulata
In cammino verso il budget 2017
Il Comitato OT11-OT2 e le Aree di Lavoro Comune
Carla Golfieri Unione dei Comuni della Bassa Romagna 13 maggio 2009
I principali compiti del datore di lavoro
Bullismo e cyberbullismo Obblighi ed iniziative previsti dalla legge per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno da parte delle Scuole.
Il preposto.
Gli orientamenti della Provincia in cantiere
Attività di informazione alla popolazione,
Piano di formazione e aggiornamento docenti
Organizzazione e attività
Progetti Quadro Legge 236/93 – Anno 2008 Bando 277
Aspetti normativi del D.Lvo n. 196 del 2003
Osservatorio Scolastico Regionale permanente per il Veneto : coordinamento piano formazione regionale per la prevenzione e il contrasto del bullismo e.
Piano Regionale della Prevenzione Campania /19
Nell’alternanza scuola- lavoro
Valutazione del servizio
PIANO ANNUALE INCLUSIONE
#tuttinsieme contro il bullismo ed il cyberbullismo
Transcript della presentazione:

Cosulta Regionale Bologna, 22 Giugno 2018 Il PIANO EMERGENZE del Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica Cosulta Regionale Bologna, 22 Giugno 2018 Dott. Giuseppe Diegoli Dott.ssa Eleonora Bertolani Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica

Emergenze

FERRARA - AGOSTO 2011 - INCENDIO DEPOSITO PLASTICA/CARTA

EMILIA-ROMAGNA ALLERTA NEVE DAL 7 AL 14 FEBBRAIO 2012

H7N7 HPAI outbreaks in Emilia Romagna 2013 -> 2016--2017

20 gennaio 2014 - esondazioni Modena - 27 novembre 2016 - piena del Po

Terremoto Emilia-Romagna Terremoto Centro Italia TERREMOTI Terremoto dell'Aquila 6 aprile 2009 Terremoto Emilia-Romagna 20-29 maggio 2012 Terremoto Centro Italia 24 agosto - 26 ottobre 2016

Red Zones Following the controls some decisions were made about deratting and disinfestation

Staging Civil Protection camp Spontaneous Camp Staging Civil Protection camp Food storage in a Camp

LEGGE REGIONALE 7 febbraio 2005, n. 1 NORME IN MATERIA DI PROTEZIONE CIVILE E VOLONTARIATO. ISTITUZIONE DELL'AGENZIA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE Allo svolgimento delle attività e dei servizi connessi all’esercizio delle funzioni amministrative in materia di protezione civile, di competenza della Regione, provvedono; L’Agenzia Regionale di Protezione Civile; Le strutture organizzative regionali competenti in materia di sicurezza territoriale, di sistema ospedaliero, emergenza sanitaria e sanità pubblica;

LEGGE REGIONALE 7 febbraio 2005, n. 1 NORME IN MATERIA DI PROTEZIONE CIVILE E VOLONTARIATO. ISTITUZIONE DELL'AGENZIA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE Prevede l’istituzione, presso l’Agenzia regionale di protezione civile, del Centro Operativo Regionale (COR), quale presidio permanente, in tempo reale, preposto ai compiti di sala operativa e di centro multi rischio. Tecnica e Pianificazione Sanità, Assistenza sociale e Veterinaria Volontariato Materiale e mezzi Servizi essenziali e attività scolastica Censimento danni a persone o cose Strutture operative locali Telecomunicazioni Assistenza alla popolazione Esso inoltre attiva le strutture competenti in base alle 9 funzioni di supporto:

Ruolo del Servizio di Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica In questo contesto il Servizio regionale di prevenzione collettiva e sanità pubblica viene attivato dal COR, e partecipa, in affiancamento al SRS, al 118 e in raccordo con altri Servizi regionali, alle attività relative alla Funzione 2, di propria specifica competenza, ossia vigilanza igienico-sanitaria controlli sulle acque potabili fino al ripristino degli acquedotti; disinfezione e disinfestazione controllo alimenti, distruzione e smaltimento avariati; raccolta e smaltimento animali morti; sorveglianza epidemiologica ed eventuali profilassi; sanità e benessere degli animali; sanità pubblica nei centri di accoglienza

PIANO EMERGENZE del Servizio In caso di emergenza risulta indispensabile la definizione delle responsabilità, la razionalità e la tempestività dell’intervento per assicurare efficacia ed efficienza in situazioni logistiche estremamente critiche. Il rischio sanitario si riscontra ogni volta che si creano situazioni critiche che possono incidere sulla salute umana e animale: in emergenza vengono attivate le procedure di soccorso previste nei piani comunali e provinciali.

PIANO EMERGENZE del Servizio Il Servizio regionale Sanità Pubblica e Prevenzione Collettiva, durante una fase di emergenza di protezione civile è strutturato per: sostenere le attività di prevenzione e promozione della salute; predisporre norme e atti di indirizzo in materia di igiene, sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, sanità pubblica; gestire le funzioni di competenza regionale per i programmi rivolti alla popolazione; gestire le funzioni di competenza regionale in tema di sorveglianza e controllo delle malattie trasmissibili; regolamentare la protezione dai rischi da agenti fisici in armonia con il quadro nazionale e comunitario.

Durante L’EMERGENZA Costituzione dell’unità di crisi regionale e gestione delle comunicazioni esterne in emergenza Il Dirigente del Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica, attiva e coordina l’Unità di crisi composta da: Il responsabile Area Igiene Pubblica Il responsabile Area Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro Il responsabile Area Igiene degli alimenti e Sanità pubblica veterinaria

L’unità di crisi inoltre: Durante L’EMERGENZA Costituzione dell’unità di crisi regionale e gestione delle comunicazioni esterne in emergenza Nell’ordinario i Referenti di Area, coadiuvati da un funzionario amministrativo referente per l’emergenza, curano l'aggiornamento periodico dei dati e delle procedure relative al proprio settore articolate nell'ambito del Piano di emergenza. L’unità di crisi inoltre: predispone i protocolli operativi per la gestione delle attività di emergenza; predispone le procedure amministrative ed economiche necessarie alla gestione delle attività connesse al controllo e alle attività di emergenza; si avvale dei dati relativi ai sistemi informativi a supporto dei piani di monitoraggio e sorveglianza

Superamento dell’ Emergenza In fase di gestione e superamento degli eventi critici l’Unità di crisi individua le strategie d'intervento per il superamento dell'emergenza, razionalizza le risorse disponibili e garantisce il coordinamento delle attività operative

Uno scenario di rischio è composto da: Durante L’EMERGENZA Valutazione e pianificazione degli interventi da adottare in funzione dello specifico scenario di rischio La discriminante per effettuare una selezione tra fenomeni dello stesso tipo è l’interazione tra l’evento ed il territorio interessato Uno scenario di rischio è composto da: una descrizione testuale dell’evento ipotizzato, cartografia a scala di dettaglio, eventualmente in più tavole nel caso di scenari con differente livello di gravità, le procedure del modello di intervento, censimento e recapiti del personale sanitario e non (AUSL, ARPA ecc) coinvolto nella gestione dell’emergenza .

Gli scenari di rischio che possono coinvolgere i Servizi di Sanità Pubblica possono riguardare: Emergenza sismica Emergenza idrogeologica Emergenze chimiche e tossicologiche Emergenze radio nucleari Emergenze relative all’attività di trasporto Terrorismo ed atti terroristici non convenzionali (stragi, impiego di armi chimiche, biologiche e nucleari) Emergenze epidemiche umane Emergenze epidemiche negli animali Gestione sanitaria dei campi di prima accoglienza

Durante L’EMERGENZA Intervento territoriale ed organizzativo del DSP - AUSL e costituzione delle Unità di crisi locali. A livello Locale/Aziendale dovranno essere definite le procedure che comportano l’integrazione dei mezzi e dei professionisti, la definizione di specifiche Unità di crisi in relazione agli scenari di rischio

ATTIVITA’ SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA Per garantire efficienza ed efficacia dell’intervento non è solo indispensabile programmare l’azione sanitaria vera e propria ma è anche necessario pianificare l’organizzazione dell’evento critico dal punto di vista gestionale e del suo superamento Con il Piano Emergenze, si ritiene opportuno definire altresì “modelli operativi” di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono:

ATTIVITA’ SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA Con il Piano Emergenze, si ritiene opportuno definire altresì “modelli operativi” di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono: I Compiti dell’Unità di Crisi regionale e le modalità di attivazione delle comunicazioni interne al Dipartimento Regionale Sanità – raccordo con il Referente Sanitario Regionale - gestione della comunicazione interna ed esterna in fase di emergenza – raccordo con l’ufficio stampa

ATTIVITA’ SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA Con il Piano Emergenze, si ritiene opportuno definire altresì “modelli operativi” di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono:   I Compiti dell’Unità di Crisi locale, composizione e modalità operative Il principio di sussidiarietà, fondamentale nell’organizzazione del sistema di protezione civile, prevede che la gestione delle emergenze venga affrontata in primo luogo a livello locale, dalle istituzioni più vicine territorialmente e per competenza al luogo degli eventi.

ATTIVITA’ SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA Con il Piano Emergenze, si ritiene opportuno definire altresì “modelli operativi” di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono: L’acquisizione delle informazioni relative all’area territoriale coinvolta ed allo scenario di rischio «Tutte le informazioni – aggiornate e puntuali - devono essere in possesso ed in disponibilità immediata agli operatori locali coinvolti nella gestione dell’emergenza.» In particolare: insediamenti collettivi umani e zootecnici attività produttive vie di comunicazione dati di rilevanza per problematiche sociali e sanitarie umane e veterinarie eventuale documentazione specifica già prodotta

ATTIVITA’ SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA Con il Piano Emergenze, si ritiene opportuno definire altresì “modelli operativi” di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono: La pianificazione degli interventi in emergenza da adottare in relazione allo specifico scenario di rischio In questa sessione ciascun Protocollo di emergenza dovrà contenere: La catena delle responsabilità e della reperibilità in emergenza ed il collegamento con l’Unità di crisi (nomi e numeri di telefono, turni del personale ) -cartella comune a tutte le emergenze- Modalità di ricezione della segnalazione di un’emergenza Tempi di intervento (intervallo di tempo tra la ricezione della segnalazione e intervento sul posto) Individuazione di eventuali interfacce interne/esterne che occorre coinvolgere, acquisizione di servizi e la definizione delle competenze di intervento rispetto all’evento calamitoso (AUSL/ARPA/VVFF)

ATTIVITA’ SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA Con il Piano Emergenze, si ritiene opportuno definire altresì “modelli operativi” di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono: La Valutazione dei danni previsti/accertati Indicazione dei sopralluoghi e documentazione di verifica il modello relativo al rapporto dell’attività effettuata La Pianificazione degli interventi da adottare per la riconduzione dell’emergenza nell’ambito della normalità

VERIFICA ED AGGIORNAMENTO PERIODICO DEL PIANO ANALISI DEI DATI VERIFICA ED AGGIORNAMENTO PERIODICO DEL PIANO Gli elementi fondamentali necessari per tenere vivo il presente Piano sono: L'aggiornamento periodico a cura dei componenti dell’Unità di Crisi Regionale in collaborazione con i DPS delle AUSL Le esercitazioni da svolgersi a livello regionale e locale

IMPATTO ECONOMICO DEL PIANO In generale le risorse disponibili sono riconducibili a 4 categorie   Personale – Personale in servizio o in reperibilità presso la RER, i dipartimenti delle Aziende USL, il 118, le Agenzie regionali interessate, incaricati in base alle stesse modalità del personale del 118 Mezzi – strumenti e materiali a disposizione presso il Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica e nei Dipartimenti di sanità pubblica ad esso collegati. Risorse finanziarie – Risorse economiche destinate al bilancio Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica e nei Dipartimenti di sanità pubblica ad esso collegati a finalità di gestione dell’emergenza Strutture – Beni immobili di proprietà destinati al soccorso

Cosa chiediamo a loro ????

VUOI che succeda proprio a me?!?!