PROPOSTE DI CAMBIAMENTO ARTICOLI 116 E 117 PROPOSTE DI CAMBIAMENTO Dadomo Elisa, Beccalossi Alice, Costantino Dalila, Ilaria Yao 4^Cs
articolo 116 prima e dopo la riforma Attualmente: L’articolo, norma due situazioni: le regioni a statuto speciale (Trentino Alto Adige, Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia) e il cosiddetto regionalismo differenziato, cioè la possibilità che alcune regioni aprano un confronto con lo Stato per avere poteri specifici in determinate materie. Con la riforma: La parte sulle regioni a statuto speciale resta sostanzialmente invariata. Invece il regionalismo differenziato viene legato alle competenze delle Regioni, così come sono definite dal nuovo articolo 117, inoltre subordina la possibilità di chiedere più poteri allo Stato solo quando la Regione è in regola con i bilanci.
Ragioni del Sì
SI La riforma consente maggiore autonomia, solo alle regioni virtuose da punto di vista del bilancio, cioè quelle ritenute “meritevoli” di autonomia.
Ragioni del NO
NO Le opinioni del no sono legate sostanzialmente alla contrarietà rispetto al nuovo articolo 117 e più in generale alla riduzione degli spazi di potere delle regioni a favore dello Stato centrale
Articolo 117 prima e dopo la riforma Attualmente: L’articolo definisce i rapporti tra Stato e Regioni, stabilendo le competenze legislative di questi enti. Ci sono alcune materie su cui la potestà legislativa (potere di dettare le leggi) spetta allo Stato (esclusiva) , altre alle Regioni (residuale) ed altre ancora che spettano ad entrambi (concorrente) Con la riforma: Con la riforma viene eliminata la legislazione concorrente, cioè le materie in cui la potestà legislativa era sia dello Stato che delle Regioni: lo Stato con una “legge quadro” utile a definire i principi generali e le Regioni con una legge di dettaglio.
Ragioni del Sì
SI Con la riforma viene eliminata la competenza concorrente, pertanto le materie strategiche tornano ad essere di esclusiva competenza pubblica. Questo consentirà di eliminare differenze territoriali. La materia concorrente ha generato moltissimi ricorsi alla corte costituzionale, per definire quali fossero i limiti dello Stato e quali quelli delle Regioni, con costi aggiuntivi, perdita di tempo, burocrazia.
Ragioni del NO
NO Le Regioni perdono poteri, mentre lo Stato centrale diventa più forte, di conseguenza il Governo. I tanti ricorsi alla Corte Costituzionale delle Regioni, hanno generato una serie di principi e di prassi che ormai sono condivise in materia di legislazione concorrente, così che stanno diminuendo i conflitti tra Stato e regioni…: perderle significherebbe buttare via 15 anni di lavoro.