ROMA TRA IL III E IL II SECOLO Unità 8 | La crisi della repubblica Lezione 17 ROMA TRA IL III E IL II SECOLO M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018 1
Roma tra II e III secolo a.C. Tra III e II secolo a.C. Roma divenne il centro di un impero esteso a gran parte del Mediterraneo. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018 2
Roma tra II e III secolo a.C. L’afflusso di ricchezze dovuto alle conquiste modificò profondamente la società romana. Conquiste militari Afflusso di ricchezze Diffusione della corruzione Aumento del numero di schiavi Diffusione dei latifondi Formazione di nuovi ceti sociali Crisi della piccola proprietà Cavalieri Plebe urbana M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018 3
Roma tra II e III secolo a.C. La maggiore ricchezza favorì la diffusione della corruzione I proconsoli si arricchivano sfruttando le province Gli appaltatori aumentavano le loro ricchezze, vendendo alla Repubblica Le cariche pubbliche erano ambite perché permettevano di arricchirsi Perché sia i corrotti che i magistrati che li giudicavano provenivano dallo stesso ceto sociale (quello senatorio). Perché i corrotti non venivano puniti? M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018 4
La diffusione dei latifondi Conquiste militari Aumento dell’agro pubblico I ceti ricchi (soprattutto i senatori) occuparono l’agro pubblico Nascita di latifondi coltivati con manodopera servile M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
I latifondi Un latifondo era una grande estensione di terreno coltivato che apparteneva ad un unico proprietario. Cosa erano i latifondi? A chi appartenevano? Soprattutto senatori (ma anche cavalieri). Perché per legge i senatori non potevano investire nei commerci, ma solo nella terra e perché i senatori potevano appropriarsi più facilmente dell’agro pubblico. Perché soprattutto ai senatori? Erano le terre confiscate dalla Repubblica alle città sconfitte e che avrebbero dovuto essere divise tra tutti i cittadini romani. Cosa era l’agro pubblico? M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
I cavalieri Erano un nuovo ceto che nacque nel III secolo e che era composto da famiglie di ricchi mercanti e imprenditori. Chi erano i cavalieri? Come si arricchirono? Attraverso i commerci, la riscossione delle tasse, gli appalti pubblici. Perché si chiamavano così? Perché corrispondevano al gruppo che nel sistema dei comizi centuriati militava nella cavalleria. Perché i cavalieri non potevano entrare in senato o diventare consoli? Perché l’accesso al Senato avveniva attraverso la cooptazione e le famiglie della nobilitas impedivano loro di accedere alle principali cariche politiche. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
La crisi della piccola proprietà Campagne militari sempre più lunghe Concorrenza dei latifondi Cambiamento nelle coltivazioni Proprietari lontani dai campi Grazie alla manodopera degli schiavi si praticavano prezzi più bassi I piccoli contadini non potevano convertire le proprie colture Crisi della piccola proprietà contadina Nascita della plebe urbana M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018 8
La plebe del V e IV secolo a.C. La plebe romana La plebe del V e IV secolo a.C. La plebe urbana Era formata da artigiani, contadini ma anche da ricchi mercanti. Era formata da persone che vivevano di lavori saltuari. Aveva un programma e rivendicazioni politiche. Non aveva né un programma né rivendicazioni politiche. Chiedeva di avere gli stessi diritti politici dei patrizi. Chiedeva solo grano a prezzo calmierato e divertimenti (panem et circenses). M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
La crisi dell’esercito A Roma, come in tutte le società antiche, lo Stato non forniva le armi ai soldati: ogni cittadino doveva provvedere da solo al proprio equipaggiamento. Crisi della piccola proprietà Diminuzione dei contadini in grado di pagarsi l’equipaggiamento militare Crisi del reclutamento M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018 10
La riforma agraria di Tiberio Gracco (tribuno della plebe nel 133 a.C. ) moralizzare la vita della Repubblica. Mirava a ricreare un ceto di piccoli contadini in modo da … aumentare il numero dei cittadini arruolabili. nessuno poteva possedere più di 1000 iugeri di agro pubblico. lo Stato forniva le sementi e gli attrezzi agricoli. Stabiliva che … ogni cittadino aveva diritto a 37 iugeri di agro pubblico. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018 11
Tiberio Gracco La riforma venne approvata: pur essendo moderata (ai senatori restavano 1000 iugeri di terreno) trovava l’opposizione del Senato. Nel 132 a.C. Tiberio si candidò a ricoprire per il secondo anno consecutivo la carica di tribuno della plebe. Per quanto non fosse vietato dalla legge, nessuno aveva mai ricoperto per due anni consecutivi il tribunato. Il Senato accusò Tiberio Gracco di voler diventare re di Roma e gli aizzò contro la plebe. Tiberio venne ammazzato assieme a 300 suoi sostenitori. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
(tribuno della plebe nel 123 a.C. ) Gaio Gracco (tribuno della plebe nel 123 a.C. ) ripropose la riforma agraria del fratello Tiberio. tolse ai senatori il compito di guidare i processi per corruzione e lo assegnò ai cavalieri. Si guadagnò l’appoggio dei cavalieri Gaio Gracco Legge frumentaria: i cittadini di Roma avevano il grano scontato rispetto ai prezzi di mercato. Si guadagnò l’appoggio della plebe. Perse l’appoggio dei cittadini romani. propose di estendere ai Latini la cittadinanza romana. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Caio Gracco Che differenze c’erano tra l’azione politica di Tiberio e quella di Gaio? Gaio, imparando dal fallimento del fratello, si guadagnò l’appoggio dei cavalieri e delle plebe La proposta di estendere la cittadinanza ai Latini portò la plebe a schierarsi contro di lui e lo lasciò indifeso di fronte al Senato. Perché anche Gaio fallì? Il Senato fece arrivare in città dei soldati e lo fece uccidere assieme ai suoi partigiani. La presenza di soldati in città dimostrava che l’uccisione di Gaio fu preparata e organizzata con cura. Come muore Gaio? M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Perché gli eventi legati ai Gracchi furono così importanti? Rappresentarono gli ultimi tentativi di riformare le istituzioni romane ed evitare la loro crisi. Segnarono la fine della concordia che si era instaurata a Roma, dopo la fine delle lotte tra patrizi e plebei. Avviarono le lotte tra populares e optimates, che avrebbero portato alla fine della Repubblica. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018