APPRENDERE AD APPRENDERE

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Transcript della presentazione:

APPRENDERE AD APPRENDERE 10 aprile 2019 Dipartimento di scienze della formazione Teresa Savoia

COMPETENZA METACOMPETENZA APPRENDERE AD APPRENDERE Cosa vediamo oggi … Definizione, campo di applicazione e quadro teorico di riferimento di: COMPETENZA METACOMPETENZA APPRENDERE AD APPRENDERE

Meta-competenze e apprendimento permanente Unione europea Nuovo mercato del lavoro. Esigenza di nuovi profilo professionali e di cittadinanza attiva Lifelong learning apprendimento permanente fa riferimento a ogni ambito della conoscenza e dell’individuo Meta competenze La formazione come sviluppo delle competenze di secondo livello Competenza come gestione dell’apprendimento come pratica continua

Prima definiamo la competenza… Competenza linguistica: capacità di produrre una lingua (Chomsky, 1965) Ergonomia: C. finalizzata (scopo), appresa (studio o lavoro), organizzata (relazioni), astratta o ipotetica (a partire dall’analisi della performance, se ne possono considerare solo i caratteri manifesti) – (Leplat, 1980) Sociologia: slittamento dal termine “qualificazione” a “competenza”, che traduce l’evoluzione degli approcci riferiti all’analisi del lavoro che si registra a partire dagli anni Ottanta: non più “essere qualificati” nel senso di possedere un sapere, ma “essere competenti” in rapporto al modo di essere del singolo individuo in quanto lavoratore (Stroobants, 1991)

La competenza in educazione Dal latino: cum petere Ovvero convenire, essere adatto, capacità di assumere le funzioni richieste per svolgere un’attività specifica Mialaret, 1997. “Capacità in un determinato ambito, o capacità di produrre un certo comportamento” De Landsheere, 1992. “Sapere in uso”, composto oltre che dalle conoscenze formalizzate, anche dal sapere pratico accumulato nel corso dell’esperienza Malglaive, 1992.

La competenza Pluralità di dimensioni che caratterizzano il processo di apprendimento e che inducono a promuovere nell’individuo la capacità di operare in relazione al contesto, integrando e applicando conoscenze formali e informali, teoriche esperienziali e procedurali; di monitorare il proprio operato e di modificarlo in funzione delle proprie finalità. «Capacità di usare conoscenze, abilità e capacità in situazioni di lavoro o studio e nello sviluppo personale e professionale» R. Trinchero, 2008 La competenza è in atto, in azione, è in contesto, è un processo intenzionale e attivo.

La competenza in Europa e in Italia D.M. 8 gennaio 2018 Quadro europeo delle qualifiche e dei titoli Capacità di usare conoscenze, capacità e abilità in situazioni di lavoro, studio e nello sviluppo personale e professionale Link: https://www.orientamentoirreer.it/sites/default/files/norme/2018%2001%2008%20decreto%20MdL%20QNQ.pdf https://ec.europa.eu/ploteus/sites/eac-eqf/files/broch_it.pdf

Multiple Intelligences – Howard Gardner, 1987 Rifiuto di accettare distinzione dicotomica in intelligente non-intelligente Intelligenze multiple: Linguistica Musicale Logico-matematica Spaziale Cinestetica Personale Centralità del sé, della personalità individuale Intelligenza intrapersonale e interpersonale

Testing for competence rather than for intelligence - David McClelland Behaviourial Event Interview (BEI) - 1973 (Intervista sugli eventi comportamentali) Competenza: “una caratteristica intrinseca individuale che è causalmente collegata ad una performance efficace o superiore in una mansione o in una situazione, e che è misurata sulla base di un criterio prestabilito” (Spencer and Spencer, 1995)

Testing for competence rather than for intelligence - David McClelland Descrittori della competenza: le motivazioni: gli schemi mentali, i bisogni e le spinte interiori che normalmente inducono una persona ad agire; i tratti: le caratteristiche fisiche e una generale disposizione a comportarsi o a reagire in un determinato modo ad una situazione o informazione; l’immagine di sé: gli atteggiamenti, i valori e il concetto di sé; la conoscenza di discipline o argomenti specifici; le skill: la capacità di seguire un compito intellettivo o fisico

Intelligenza emotiva - Daniel Goleman, 2001 «Capacità di motivare se stessi e di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni; di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione; di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare; e ancora la capacità di essere empatici e sperare … l’attitudine emozionale è una meta-abilità in quanto determina quanto bene riusciamo a servirci delle nostre altre capacità, ivi incluse quelle puramente intellettuali» (2001). Sinergia tra intelligenza cognitiva e emotiva Metacognizione e metaemozione – «autoconsapevolezza» attenzione ai propri stati interiori. “In questa consapevolezza introspettiva, la mente osserva e studia l’esperienza, ivi comprese le emozioni” (2001, p. 68).

Lavorare con l’intelligenza emotiva Daniel Goleman, 2005 5 dimensioni dell’intelligenza emotiva, 25 competenze emotive: indipendenza, poiché ognuna di esse dà un contributo esclusivo alla prestazione professionale; interdipendenza, poiché ciascuna di esse attinge in certa misura dalle altre e interagisce con esse; ordine gerarchico, poiché si fondano le une sulle altre. La consapevolezza di sé, ad esempio, è fondamentale per la padronanza di sé e l’empatia; necessità, ma non sufficienza, poiché possederle non garantisce automaticamente lo sviluppo delle capacità associate; genericità, perché trasversali, applicabili cioè a tutti i campi lavorativi e professionali.

De la Compétence – Le Boterf, 1995 In azione, in contesto, trasferibile “être compétent, c’est savoir transférer” (1995). La competenza consiste nel mobilitare dei saperi che sono stati selezionati, integrati e combinati, distinti in: saperi teorici: i concetti, gli schemi assimilatori, le conoscenze disciplinari, il sapere che; saperi procedurali: le regole per agire, i saperi operativi in funzione di un’azione da realizzare, il sapere come; saper fare procedurali: l’applicazione pratica dei saperi procedurali, la gestione di una procedura, il saper fare; saper fare esperienziali: il sapere che deriva dall’azione, dall’esperienza pratica; saper fare sociali: attitudini, qualità personali, valori, il saper essere.

L’habitus – Le Boterf , 1995 Per spiegare il saper essere, Le Boterf riprende la definizione di habitus di Bourdieu (1980; 1987): prodotto dell’esperienza biografica, l’habitus è composto da un insieme di disposizioni acquisite, di modi di essere o di fare, di attitudini e di comportamenti; l’habitus permette l’economia dell’intenzione: esso deve evolvere in funzione del saper essere richiesto dal contesto sociale e organizzativo in cui l’individuo agisce; l’habitus contiene schemi percettivi, rappresentativi, di classificazione e d’azione e costituisce perciò una preziosa risorsa adattiva. Il soggetto competente è colui che sa adottare all’istante un comportamento adeguato ad una situazione anche imprevista.

Metaconoscenze A questo elenco Le Boterf (1995) aggiunge le metaconoscenze: sono le conoscenze che il soggetto ha dei propri saperi, delle proprie capacità, delle proprie modalità d’azione; sono essenziali per la competenza perché permettono al soggetto di gestire e controllare le proprie azioni: è solo quando si è in grado di prendere le distanze dal proprio funzionamento cognitivo che lo si può orientare e perfezionare; consentono di guidare il proprio apprendimento passando dalla percezione all’appercezione, ossia alla consapevolezza del proprio funzionamento cognitivo.

Fino all’apprendere ad apprendere Dalle metaconoscenze (che consentono di descrivere i saper fare messi in atto) si passa alla metacognizione (che permette di delineare la modalità in cui si descrivono i saper fare), che a sua volta rappresenta alla base del processo che permette di apprendere ad apprendere, al quale si giunge attraverso tre livelli di azione: livello 1: la realizzazione dell’azione; livello 2: la verbalizzazione dell’azione compiuta al livello 1; livello 3: l’esplicitazione del modo in cui il soggetto arriva a realizzare il livello 2: il soggetto prende consapevolezza di come prende consapevolezza. È quest’ultimo livello che permette di apprendere ad apprendere.